Ribellione contro gli esperti
Vi ricordate? Bastava che una ragazza scarmigliata e bisunta, al comando di un’imbarcazione carica di migranti, violasse il divieto di entrare in un porto e, minacciando di speronare una nave militare che tentava di impedire la manovra, ne mettesse in pericolo di vita l’equipaggio, perché tutte le anime belle salutassero chi aveva compiuto quel gesto come una novella Antigone. Una strana Antigone, che invece di fare una brutta fine, come l’eroina immortalata da Sofocle, approdava su tutte le pagine dei giornali, veniva invitata ai programmi televisivi, e addirittura accolta con applausi al Parlamento Europeo. Le leggi ingiuste vanno violate, e chi le viola è un eroe! Bastava che un pretaccio, caro amico del pontefice regnante, manomettesse i sigilli di un contatore per ridare l’energia elettrica a una comunità che occupava abusivamente un palazzo, dove tra l’altro si svolgevano attività illegali, perché ancora una volta si inneggiasse all’eroe che aveva violato la legge per il bene dei poveri e degli oppressi. Che diamine! Non è scritto anche nel Vangelo che il fattore licenziato per aver mal amministrato i beni affidati alle sue cure fa bene a danneggiare una seconda volta il suo ex-padrone, falsificando i libri contabili a favore dei debitori, che così avranno qualche motivo di gratitudine verso di lui e magari accetteranno di prenderlo al loro servizio (begli allocchi, ad assumere un imbroglione: bruttissima parabola, con buona pace del Figlio di Dio)? Per il bene dei poveri, o sedicenti tali, rubare è doveroso. I debiti non vanno pagati. L’ economia di mercato fa schifo, lo dice anche Francesco. La Magistratura, sempre così solerte a pizzicare chi le sta antipatico, per i motivi più farlocchi, ha aperto un fascicolo contro ignoti. Che fine ha fatto? E’ ancora aperto? E’ stato chiuso perché il fatto non costituisce reato? Mistero.Dove sono finiti tutti questi cantori della disobbedienza civile? Spariti nella nebbia. Eppure, se c’è un momento in cui bisognerebbe disubbidire, è proprio questo. Con la scusa di una pandemia che è stata gonfiata e dipinta come una peste bubbonica capace di decimare la popolazione mondiale, un governicchio guidato da un leguleio di quarta categoria ha calpestato bellamente la Costituzione, sopprimendo a suon di circolari tutte le libertà dei cittadini. Non ci si può muovere da casa, se ti beccano a far la spesa in un comune diverso dal tuo gli sbirri del regime ti appioppano una bella multa, se vai a correre lungo il mare su una spiaggia deserta ti individuano con un drone, ti inseguono con un elicottero e ti sistemano per le feste. In alcuni comuni se esci a comperare meno di otto prodotti indispensabili per la sopravvivenza quotidiana corri il pericolo che la Polizia Locale (la sbirraglia più bieca del regime) ti fermi per frugarti nella borsa della spesa. Il Parlamento è da settimane ridotto al silenzio. Se qualcuno osa dissentire pubblicamente dalle misure sanitarie che sono state imposte, gli si tappa la bocca minacciando querele e oscurando i canali di informazione alternativi. Davanti a tutto questo le anime belle della sinistra tacciono. Le leggi vanno rispettate! Per il pubblico bene la Costituzione può anche essere violata! Qualche illustre costituzionalista che da sempre pende da quella parte ha avuto addirittura la faccia tosta di proclamare che la Costituzione non è stata per niente violata; tutto è regolare! Bisogna avere una bella faccia tosta, per non dire di peggio. E quelli che dicono di collocarsi a destra, magari definendosi liberali, che fanno? Anime belle anche loro. Magari sbraitano, denunciano l’illegittimità dei provvedimenti governativi, piangono per la soppressione dei diritti fondamentali, urlano improperi contro chi ha ridotto la Costituzione a carta straccia, ma dicono che la legge va rispettata. No, signori miei, qui non siamo di fronte a qualche provvedimento di dubbia costituzionalità contro cui si può agire attraverso le normali procedure che il sistema giuridico mette a disposizione. Qui siamo di fronte a un vero e proprio colpo di Stato. Bisogna ribellarsi. Bisogna scendere in piazza, muniti di randelli, accanto a tutti quei poveri cristi che, per il blocco insensato di gran parte delle attività economiche, sono ridotti alla fame: operai che rischiano il licenziamento o hanno già perduto il lavoro, piccoli imprenditori ormai votati al fallimento, negozianti che non potranno più riaprire, lavoratori in nero ridotti sul lastrico. Tutta gente che la sinistra ha ormai abbandonato da un pezzo. La sinistra sta con il sistema bancario, con il grande capitale, con gli impiegati di Stato che continuano a percepire il loro stipendio rimanendo comodamente a casa loro, sprofondati nel divano. Bella filosofia davvero, quella secondo cui bisogna rispettare le leggi anche quando sono giugulatorie o infami! Era giusto rispettare anche le leggi razziali? Era giusto anche denunciare gli ebrei perché venissero spediti al gas? Ma quelli erano regimi dittatoriali! Quello era nazismo, quello era fascismo. Sarà. Ma non mi risulta che né sotto il Nazismo né sotto il Fascismo la forza pubblica abbia mai interrotto una funzione religiosa. Invece, sotto il regime di uno squallido leguleio che si vanta d’essere stato amico di Emanuele Severino, di essersi sempre dedicato a buone letture e di essere un cattolico praticante devoto di Padre Pio, fatti del genere sono capitati. E, quel ch’è peggio, la gerarchia ecclesiastica zitta e muta, e l’indegno ultimo successore alla cattedra di Pietro ha il coraggio di lodare la soppressione del culto in nome del “bene comune”, il feticcio che tutte le coscienze pelose sbandierano per giustificare i più turpi misfatti.Avete notato? Tutti sono diventati filosofi. Da qualche parte ho letto, a firma di un illustre giornalista, un articolo in cui per giustificare l’obbedienza alle leggi ingiuste si fa appello addirittura all'”imperativo categorico” di Kant. A me sembra del tutto fuori luogo. Forse sbaglio, perché le mie nozioni di filosofia sono fragili e legate a ricordi scolastici ormai lontani, ma credo che Kant, a differenza di Hegel, sarebbe d’accordo con Antigone (quella vera, non la scarmigliata bisunta). L’imperativo categorico coincide con la Legge che sta dentro di noi, e può entrare in conflitto con il diritto positivo. In questo caso, sulla scelta non ci possono essere dubbi. Se sbaglio, qualcuno mi corregga.In un abbaglio filosofico è caduto anche una persona colta come Vittorio Sgarbi, che pur ha il merito di aver cantato più volte fuori del coro, denunciando la soppressione della libertà in questi tempi bui. Per difendere -giustamente- quei medici e quegli studiosi che hanno contraddetto le opinioni dei Burioni e di tutta la consorteria prona al governo, ha detto che le opinioni devono poter essere discusse e che solo i fatti non possono essere negati. Gli si potrebbe obiettare che molto spesso i fatti sono così impastati di opinioni che la distinzione diventa problematica. Quanti sono morti “per” coronavirus e quanti “con” coronavirus? Ognuno dà i suoi numeri, ognuno cita le sue statistiche. Quali sono i fatti? Boh… Ma il peggio arriva quando Sgarbi, per corroborare il suo pensiero, cita nientemeno che il famoso motto di Giambattista Vico.”Verum ipsum factum”, e lo interpreta così: la verità sta nei fatti. Caro Sgarbi, come l’hai intesa? L’è proprio tutta a rovescio, come disse Renzo all’avvocato Azzeccagarbugli. Vico non si riferiva ai dati di fatto delle scienze fisiche, ma ai fatti storici derivanti dall’azione umana, i soli, a suo parere, conoscibili nella loro essenza proprio perché l’uomo ne è il creatore; mentre la realtà fisica esterna, pur percepibile dalla mente umana, è opera di Dio.Anche il leguleio fascistello, nel magnificare il proprio operato, ha vestito i panni del filosofo (rinunciando al suo ridicolissimo fazzolettino). Rifacendosi a Platone, ha distinto fra “episteme”, la vera scienza e “doxa”, la mera opinione. Fin qui, niente da dire. Però quando vuol far intendere che la vera “episteme” è quella dell’accozzaglia di esperti, riuniti in un numero imprecisato di comitati chiamati barbaramente “task forces”, che pronunciano le loro dichiarazioni come oracoli e di fatto prendono decisioni che dovrebbero spettare alla politica, cadono davvero le braccia. Davvero il leguleio fascistello crede che il suo governicchio sia una bella copia della Repubblica platonica guidata dai filosofi illuminati, detentori dell'”episteme” e quindi maestri di verità? I suoi “esperti” sarebbero i filosofi illuminati? Lasci stare Platone, e vada a leggersi quello che diceva, nel lontano 1961, Luigi Einaudi a un congresso della Mont Pelerin Society:
“Questi esperti… che sono estremamente dotti, estremamente informati, che sono gli unici a conoscere il gergo tecnico, che ne sanno più di tutti gli economisti del passato, ma che sono una delle sette piaghe d’Egitto, una disgrazia per l’umanità”.
Parlava in particolare degli economisti, ma il discorso è estensibile a tutti i tipi di esperti. Anche a Burioni. Anche a Colao, che si intenderà di grandi imprese multinazionali e di grande finanza, ma non può saper proprio nulla dei problemi che riguardano negozianti, baristi, albergatori, barbieri, sarti, calzolai. Un solo appunto a Einaudi: le piaghe d’Egitto furono dieci, non sette. Ancora peggio di quel che pensava lui.
Kant, quando parlava di imperativo categorico, si riferiva all’etica e non certo alla legislazione. Infatti ironizza sui fiancheggiatori del potere quando attribuisce loro la frase “ragionate finché volete ma obbedite”; era dunque proprio lui a teorizzare la disobbedienza civile. Citarlo al contrario è coerente con l’affermazione secondo la quale non ci sarebbero state violazioni costituzionali. Del resto lo dice la stessa persona che si lamenta perché del tema se ne stanno occupando i giuristi. Certo: dovrebbero occuparsene i ciclisti, notoriamente più competenti in merito. Mi permetto di dissentire in merito a tre punti. 1) I “filosofi” immaginati da Platone non possono essere considerati illuminati. Se erano come lui non potevano essere amici della scienza ma fiancheggiatori degli analfabeti spartani e fautori della società chiusa. Dittatori, quindi, non maestri di verità ma sostenitori della poco rispettabile opinione favorevole al totalitarismo. Vanno bene per il personaggio che si richiama a loro in quanto detto personaggio non sa cosa sia l’epistemologia. Di Popper, al massimo avrà letto l’intervista finale sulla potenza trasportatrice della televisione. 2) La sinistra non ha “abbandonato da un pezzo” le categorie più deboli. I negozianti li ha visti sempre come bottegai ignoranti ma anche la classe operaia non è mai stata difesa realmente dalla sinistra perché il pensiero di quest’ultima non giova affatto agli operai o ai lavoratori dipendenti in genere. Con il tutto di stato, il salariato prende di meno rispetto a quanto può guadagnare in un’economia di mercato. Le battaglie per “il salario variabile indipendente” hanno causato inflazione, perdita del potere d’acquisto dei salariati e maggiore disoccupazione. Il marxismo, nel suo odio antiborghese, è l’emblema della rivincita delle classi aristocratiche. La narrazione socialista di essere dalla parte dei lavoratori è legata solo al tentativo di ottenere il loro consenso per poi imbrogliarli una volta giunti al potere; mai dottrina fu altrettanto truffaldina. 3) La categoria alla quale appartiene il devoto dell’avversario teologico di Agostino Gemelli è la quinta, non la quarta. Di legislazione, anche senza il titolo di studio, se ne intendeva di più persino il suo storico predecessore di Predappio.
Si aggiunga questo, fresco-fresco.
codacons.it/burioni-capua-co-quanto-guadagnano-i-virologi-per-le-ospitate-in-tv/
“Gnanca ‘l can supata la cua par gnent”.
Mi sa che Gretuccia bella non condivide quanto detto nell’articolo. LOL.
edition.cnn.com/videos/world/2020/05/14/greta-thunberg-listening-to-scientists-experts-coronavirus-town-hall-vpx.cnn