Secessioni, democrazie e panarchia
L – Caro padrone, non ci sto capendo nulla! DG – Non me ne meraviglio, quando mai hai capito qualcosa?
Leggi tuttoL – Caro padrone, non ci sto capendo nulla! DG – Non me ne meraviglio, quando mai hai capito qualcosa?
Leggi tuttoSi racconta che il generale Diaz, guardando una carta geografica, abbia esclamato: “Ma dove cazzo è ‘sto Vittorio Veneto?”
Leggi tuttoCon lo spaventoso debito pubblico, in perenne aumento, che si portano sul gobbo, i governanti della bella Italia forse non
Leggi tuttoTenetevi forte: in un Telegiornale, parlando delle ultime vicende relative all’estradizione di Cesare Battisti, la voce dell’ochetta di turno osa
Leggi tuttoLa democrazia è un mito. Adotta anch’essa uno schema maggioritario, ma lungi dal considerarlo una semplice tecnica, il cui merito è quello di sostituire alle coltellate la conta delle teste, lo considera uno strumento per portare alla luce una fantomatica volontà del popolo, titolare della sovranità. Ma il popolo, ammesso e non concesso che possa avere una volontà non ha mai governato, neppure nelle democrazie dirette più radicali; diciamo piuttosto che una maggioranza (che magari, adottando procedure di voto diverse, sarebbe risultata una minoranza) legittima, con il suo numero, le proposte di un sovrano vero, si tratti di un governante singolo o di un’oligarchia dominante. Così era nella fin troppo celebrata democrazia dell’antica Atene. Le maggioranze che si formavano nell’Ekklesìa erano frutto di votazioni cui partecipava una frazione ampia, ma pur sempre minoritaria, dei cittadini con diritto di voto. A comandare erano i vari Cimone, Aristide, Temistocle, Pericle, Efialte, Cleone, Alcibiade. In nome del popolo, senz’altro; ma secondo i propri intendimenti. Il popolo restava un’entità sfuggente, che neppur si poteva propriamente assimilare alla maggioranza dei votanti. Tant’è vero che Aristotele affermava che, se – per ipotesi puramente accademica- in una città i poveri fossero in minoranza e in ricchi in maggioranza, sarebbe democratico che a prevalere fossero le scelte dei poveri. Bel pasticcio, vero?
Leggi tuttoLa bionda e scema ha perso un’altra occasione per starsene zitta. Dopo la batosta del referendum – nel suo cervellino, doveva essere il trampolino di lancio per una strepitosa carriera politica, non più all’ombra del suo mentore Renzi – sembrava fosse destinata a scomparire dalla scena una volta per tutte. Esercitarsi per andare a fare la commessa in un supermercato (mestiere molto più nobile del Ministero delle Riforme), imparare bene le lingue per intraprendere la carriera di guida turistica, prendere un diploma di maestra d’asilo per votarsi all’educazione degli infanti, dedicarsi alla cura degli anziani, come badante: tutte attività utili, che le avrebbero meritato stima e un modesto reddito, al posto della ben più lucrosa rendita parassitaria di cui, come ministra, aveva fino a quel momento goduto.
Leggi tuttoCari amici, se foste proprietari di un lago dalle acque limpidissime, e riceveste notizia che un immissario sta per riversarvi una grande macchia di petrolio galleggiante alla sua superficie , come vi comportereste? Immagino che fareste di tutto per deviare le acque del fiume prima che la macchia possa giungere a destinazione. O lascereste che la sostanza inquinante invada il lago, per pensare al da farsi solo a danno compiuto? Sarebbe da stolti.
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