Don Giovanni

Quattro chiacchiere con il virus

DON GIOVANNI – Carissimo signor Coronavirus, innanzitutto mi permetta di ringraziarla di tutto cuore. E’ un vero onore per me, poterla incontrare e intervistare. Un privilegio da far invidia a tutto il mondo. Mi chiedo ancora come possa essermi capitata una fortuna così grande. Le menti più insigni pagherebbero oro per essere qui al mio posto, davanti a Lei.

COVID19 – Magari con una mascherina…

DG – La devo contraddire. Almeno per quanto riguarda l’Italia. Il “decalogo” redatto dal Ministero della Salute  prescrive la mascherina solo per chi è contagiato e per chi cura i contagiati.

C19 – E’ paradossale! Allora dovrei indossarla io! Ma a questo modo mi ucciderei. Io posso vivere solo contagiando. Per fortuna io e Lei non siamo persone comuni. Siamo esseri sfuggenti. Fatti della sostanza di cui sono fatti i sogni.

DG – Ancora una volta La devo contraddire. Io sono della sostanza di cui sono fatti i sogni, perché sono il parto della mente eccelsa di alcuni artisti. Sono immortale. Appartengo a quello che Popper chiama il “Mondo 3”, quello delle creazioni mentali: che non sono meno vere delle entità fisiche, tangibili. Il Teorema di Pitagora è addirittura più solido di Pitagora stesso; che, poveretto, è morto. Ma il suo teorema è eterno. Ebbene, io sono concreto come il Teorema di Pitagora, ed eterno come lui. Però, a differenza di lui, sono sfuggente. Sono passato attraverso molte metamorfosi. Chi son io nessun lo sa. Sono uno nessuno e centomila.

C19 – Ma in questo siamo del tutto affini! Anch’io sono passato attraverso molte metamorfosi. Di Coronavirus ce ne sono stati altri, prima di me, e ci sono ancora. Non è che siano ontologicamente un’altra cosa, rispetto a me; sono sempre io, sotto altro aspetto. Il Don Giovanni di Tirso de Molina è diverso da quello di Molière, diverso da quello di Da Ponte-Mozart, diverso da tutti gli altri che sono venuti prima e dopo. Ma è sempre lui, Don Giovanni, il libertino sciupafemmine. Anch’io sono diverso, per esempio, dalla SARS e da tanti altri virus influenzali e parainfluenzali che mi hanno preceduto e mi seguiranno. Ma sono sempre io, il COVID 19 sciupapolmoni. E come Lei è stato modificato dai vari artisti che hanno rielaborato il Suo mito, così io sono stato più volte modificato in laboratorio e addirittura brevettato. Si figuri che uno di questi brevetti è stato ceduto dagli Stai Uniti alla Cina. E’ proprio quello che, nel laboratorio di Wuhan è sfuggito di mano, non so se per errore o per che altro, ai tecnici. Ed ora eccomi qua! Come quando, parlando di Don Giovanni senza altre specificazioni, si allude a quello di Mozart, cioè a Lei, così d’ora in avanti, parlando di Coronavirus si alluderà senz’altro al Covid 19, cioè a me!

DG – Rimango stupito e ammirato. Dunque, siamo fratelli! Però, mi permetta, io appartengo al Mondo 3, Lei al Mondo 1

C19 – Calma, calma, non è così semplice. E’ vero che in origine appartenevo al Mondo1, in quanto prodotto naturale. Però nel momento in cui hanno cominciato a manipolarmi e a brevettarmi sono entrato anch’io nel Mondo 3. Il brevetto è un prodotto dell’ingegno umano. Anche Lei, caro Don Giovanni, all’origine era un essere umano in carne ed ossa, anche se sulla identificazione di tale figura storica le congetture sono molte e discordanti. Poi sono arrivati i Gesuiti e ne hanno fatto un personaggio di teatro popolare, a scopo di edificazione morale. Il primo brevetto! E poi sono arrivati tutti gli altri. 

DG – Ahimè, lo so che in un certo senso sono discendente dei Gesuiti, e quindi parente alla lontana del papa regnante. Non me lo ricordi, non è che la cosa mi faccia molto piacere. Però, quanto al resto, devo dire che Lei ha ragione. Adesso comincio a capire perché qualcuno è arrivato a dire che Lei non è neanche un virus, in base a congetture che, per la mia ignoranza in materia, non ho ben capito. Quindi Lei non esiste!

C19 – Oh, questa è bella! Chi l’ha detto? Un nuovo Don Ferrante (nel mio piccolo non mi manca un po’ di cultura letteraria). Quello che negava l’esistenza della peste perché la peste -diceva- non è né sostanza né accidente. Sappiamo che fine ha fatto: morto come un eroe del Metastasio, prendendosela con le stelle.

DG – Complimenti vivissimi per la sua cultura.  Ma, visto che siamo fratelli, possiamo darci del tu?

C19 – Certo, onoratissimo! Permetti allora, visto che hai menzionato il papa, che ti faccia io una domanda. Non è forse vero che in Italia, dove tu hai una delle tue dimore, è addirittura vietato uscire di casa, anche se si è sanissimi, per fare due passi?

DG – Sì. a meno che non si debba portare a pisciare il cane, o a fare la spesa.

C19 – Ma allora, che ci faceva in giro l’altro giorno il papa, per le strade di Roma? D’accordo, era senza mascherina e quindi si presume che non sia contagiato (infatti non l’ho mai aggredito, benché nei giorni scorsi qualche malanno invernale l’ abbia avuto anche lui). Ma non mi risulta che dovesse portare a pisciare il cane o andare a fare la spesa. E’ vero che qualche anno fa andò da solo, a piedi,  a comperarsi gli occhiali,meritandosi il plauso di credenti e non credenti, ma quelli erano tempi normali.

DG – Probabilmente si presume che vicario di Cristo sia protetto dallo Spirito Santo, quindi non può essere contagiato né può contagiare. Per lui la Legge che riguarda i comuni mortali non è vincolante. Soprattutto in Italia, dove vigono i Patti Lateranensi.

C19 – I Patti che cosa? Non ho idea di che cosa parli.

DG – Una delle peggiori sciagure di questo sciagurato Paese. Sarebbe troppo lungo spiegare come ci si è arrivati. Ti basti sapere che in Italia i contribuenti sono costretti a finanziare il Vaticano, che è uno Stato straniero, anche se sono atei. La Chiesa per alcune sue sue attività e per una parte dei beni immobiliari che possiede in Italia è esente dalle imposte che il comune cittadino deve pagare. Poi il papa gesuita regnante si permette di proclamare che gli evasori sono criminali , perché sottraggono al bilancio pubblico i fondi con cui si potrebbero costruire ospedali, dotandoli di tutte quelle apparecchiature che in questi giorni sarebbero tanto utili per far guerra contro di te. Pensa che, oltre al denaro che si pappa con un perverso meccanismo ideato da Giulio Tremonti e introdotto da Bettino Craxi (due nomi che probabilmente a te non dicono nulla), ogni anno il Vaticano incassa a vario titolo  più o meno sette miliardi di euro. Cominci a rinunciare a quelli. Quante apparecchiature mediche si possono acquistare con sette miliardi? 

C19 – Che brutti ceffi, i preti e i loro tirapiedi! E poi sarei io il cattivo. Io che non faccio il parassita e non ammazzo nessuno!

DG – Eh no, parassita sei, perché puoi sopravvivere solo annidandoti in organismi altrui. E qualcuno lo ammazzi. Basta guardare i numeri che ci vengono squadernati davanti. Non solo di contagiati e guariti. I morti ci sono, e crescono ogni giorno.

C19 – E’ gente che era già più di là che di qua. Tanti vecchioni ultraottantenni o ultranovantenni, come quel famoso architetto che ci ha lasciato le penne l’altro giorno, a 92 anni

DG – Gregotti? Sinceramente, mi dispiace. Non scherzo. Era un grande artista. Una volta me la presi con lui perché certi suoi articoli, pubblicati sul “Corriere della sera”, erano scritti in un linguaggio criptico e incomprensibile. Forse sono stato troppo cattivo. Vorrei non aver scritto le parole che scrissi allora. Anche se non rinnego quello che ho detto. Ma tante volte certe cose è meglio tenersele per sé.

C19 – Non avrei mai immaginato tanta sensibilità umana in un tipaccio come te! Io non mi sono mai pentito e non mi pentirò mai di essere cattivo. Non vorrei che la nostra fraternità cominciasse a scricchiolare, e dovessimo tornare a darci del lei…

DG – Debolezze, debolezze, te ne chiedo venia. Ma tieni presente che io ho saputo addirittura irridere i morti e ribellarmi al Padreterno. Tu non hai mai fatto nulla di simile. E non  dirmi che non hai mai avuto qualche debolezza.

C19 – Ti confesso di sì. Devi sapere che io sono già presente da tempo nel Sud d’Italia, e in grande schieramento, anche se finora nessun se n’è reso ben conto. Lo scorso mese ero a Napoli, in una splendida giornata…

DG – Ma c’ero anch’io a Napoli un mese fa, in una bellissima giornata che preannunciava la primavera! E al Teatro San Carlo mi sono goduto una bellissima “Norma”.

C19 – Ma guarda un po’ che coincidenza! Proprio approfittando del teatro tutto esaurito avei voluto divertirmi a infettare qualcuno. Mi stavo già mettendo in assetto di combattimento, quando sono rimasto incantato dalle mascherine. Non le mascherine da mettere sul viso per non infettarsi, intendo le ragazze che controllano i biglietti, informano gli spettatori e li accompagnano ai loro posti. Non ho mai visto donne così belle. Ho rinunciato al mio atto perverso. Ma l’ho fatto davanti alla bellezza femminile, quella che anche tu apprezzi sopra ogni cosa, non a un vecchio di 92 anni!

DG – Ti dirò che anch’io davanti a tanta bellezza, per la prima volta in vita mia ho fatto come un mio amico libertino, anche lui della sostanza di cui sono fatti i sogni: il conte Rodolfo della “Sonnambula”, che non approfitta della giovane, incantevole Amina, entrata, senza accorgersene, in stato sonnambulico, nella stanza a lui assegnata dell’albergo dove alloggia. Io avrei potuto arricchire di una decina di ragazze meravigliose la lista di Leporello, ma, come il conte Rodolfo, ho rispettato il loro candore.

C19 – Non l’avrei giammai creduto.

DG – Toglimi una curiosità. Proprio a Napoli, in quei giorni, in un negozio di frutta e verdura, ho visto un grande cartello con la scritta.”Contro il coronavirus fatti una bella spremuta con i nostri limoni”. Millanteria o verità?

C19 – Quel fruttivendolo è molto più intelligente del governo Conte, che sta riducendo in schiavitù i sudditi attraverso provvedimenti demenziali e liberticidi, con l’illusione di  farmi morire. Ma io non muoio!  Invece di ribellarsi per essere stati murati vivi in casa, molti coglioni aprono le finestre, espongono la bandiera e cantano l’Inno di Mameli (se non mi sbaglio si chiama così, non so bene perché).

DG – Sì l’inno di Mameli, dal nome di chi ha scritto le parole. Ma qualcuno dice che sono state scritte da un certo Cannata, anche lui un Gesuita! Spero proprio di no. Non voglio proprio essere imparentato anche con quello che ha scritto quei versacci; dove si vorrebbe dire che a essere schiava di Roma è la Vittoria; ma molti intendono che è l’Italia. E allora, se l’Italia è schiava, fa bene a piegarsi al Grande Fratello che da tempo è in allestimento, secondo il progetto  di una dittatura strisciante del cui esito finale si stanno facendo le prove proprio in questi giorni. E’ colpa tua!

C19 – Io sono soltanto il pretesto.

DG – Ti stai prestando a un pessimo gioco! Sei più cattivo di quanto pensassi, molto più cattivo di me. Io, che sono anarchico, non mi presterei mai a un gioco liberticida.

C19 – No, io sono innocente. Faccio il mio lavoro. Se poi i politici mi strumentalizzano, non è colpa mia. E non è colpa mia se il popolo è un popolo di pecore. Ascoltami bene. Anche la strategia messa in atto da Boris Johnson è fallimentare, ma almeno non è liberticida…

DG – Perché fallimentare? L’idea di arrivare a un’immunità di gregge, lasciando che il contagio dilaghi, ferma restando una particolare protezione per i soggetti più deboli, non mi sembra poi così sciocca, anche se qui in Italia è stata esecrata da tutta la stampa di regime.

C19 – E invece è sciocca anche quella. Immunità di gregge? Neanche per sogno. Neppure il vaccino, se e quando sarà stato prodotto, mi potrà vincere. C’è qualcuno che è già guarito, quindi dovrebbe essere immune, ma io l’ho aggredito una seconda volta con pieno successo. Sai che cosa temo davvero? L’aumento della temperatura con l’arrivo della primavera e delle  piogge, se saranno abbondanti. Allora dovrò ritirarmi. Non morire! Ritornerò sotto altro aspetto. Uno nessuno e centomila. Chi son io nessun saprà.DG- Nel frattempo l’economia sarà andata a catafascio.

C19 – Soprattutto in Italia. Poi si dirà che è colpa mia. No, è colpa dei dementi che hanno bloccato tutto. E dei pecoroni che non si sono ribellati. Immunità di gregge? No, immunità da gregge, per i politici. Chi comanda greggi de pecore è immune da ogni pericolo. Le pecore amano il loro pastore ci godono a essere tosate. S’è fatto tardi. Devo rimettermi al lavoro. Spero solo che il consiglio di quel fruttivendolo, l’unica mente sana in mezzo a tanti psicolabili, non prenda troppo piede, e sia considerato solo la burla di un napuriello.

DG – Io invece spero che venga ascoltato. Tanto, non morrai! Dovrai soltanto ritirarti per un po’. Quando potremo rivederci?

C19 – E’ l’unica domanda alla quale non posso risponderti. Non sono onnipotente. Sono solo il figlio di un dio crudele, che mi ha creato simile a sé. Chiedilo a lui. Non penso però che accetterà di incontrarti. Ti ha già cacciato all’Inferno, e ogni volta continua a ricacciartici, ma tu rinasci sempre di nuovo.

DG – Perché sono più potente di lui. E, quindi, a maggior ragione anche di te!

C19 – Questa è una bestemmia contro di me! Non posso perdonartela.

DG – Scherzavo, scherzavo. Sopra, c’è qualcosa di più potente d noi.  Ma non potremo mai conoscerlo. Non conosciamo neppure noi stessi. Abbiamo sempre pensato di essere onnipotenti, e invece un momento fa abbiamo confessato le nostre debolezze…Addio, caro Covid19!

C19 – Addio, caro Don Giovanni Tenorio.     

Giovanni Tenorio

Libertino

4 pensieri riguardo “Quattro chiacchiere con il virus

  • Alessandro Colla

    Qualcuno dice che schiava sarebbe la vittoria? Io quando vinco ottengo qualcosa. Che vittoria è quella di uno schiavo se dopo che ha vinto continua a essere schiavo? Giusta l’interpretazione di chi legge schiava l’Italia; e non solo essa.

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  • Alessandro Colla

    Anche Odifreddi è salito sul carro dei catastrofisti. Per lui i provvedimenti governativi non sono demenziali e liberticidi ma necessari a evitare la crescita esponenziale dei decessi. Così il quadro è completo, “anche i matematici sono con noi” sarà la frase dei nuovi Goebbels in salsa demopatica e pentastracciata. Nel “mio” Lazio, Zingaretti ne ha inventata un’altra: negozi aperti non prima delle otto e trenta e non dopo le diciotto e trenta. Così, con minore orario, la gente si ammucchia di più. Geniale! Tipico della sinistra da Sparta in poi.

    • Odifreddi è l’ultimo marxista (dichiarato da lui stesso e fiero di esserlo), specie ormai protetta dal wwf. Onore a lui che lo riconosce senza minima vergogna, ma l’onore termina qui. Per il resto è sempre stato un coacervo di idee ottuse a balzane in campi in cui poi non è neppure competente, ammesso che lo sia almeno nella sua materia.

      A proposito della sua materia, così come Gassman chiese a Bene cosa fosse un anacoluto per dimostrarne la sua cialtroneria (risposta: “un settenario doppio zoppicante”, ovvero il nulla assoluto) io vorrei chiedere a Odifreddi (che ha fatto studi simili a miei) cosa sia un endomorfismo suriettivo. La risposta potrebbe essere ancora più cialtronesca dell’altra.

  • Alessandro Colla

    Ultimo marxista no, ce ne sono almeno tre più giovani di lui: Marco Rizzo, Thomas Piketty e Diego Fusaro. Alessandro Gassman, figlio di Vittorio, venne immotivatamente trattato… male da Bene. Vittorio, giustamente, reagì in difesa del figlio. La cultura di Gassman è stata unanimemente riconosciuta superiore a quella di quasi tutti i suoi colleghi. Purtroppo qualcuno sostiene che la sua bravura attoriale fosse inferiore a quella di Carmelo Bene. Tra i tanti guasti dell’idiozia sessantottista c’è la progressiva scomparsa del senso critico. Guardando l’Egmont o il Pinocchio interpretati da Bene, si notano buoni momenti ma anche diverse leziosità. Con Gassman non è mai capitato un solo momento lezioso. Sessantotto, autentico virus senza corona; perché in apparenza repubblicano. Anche se di fatto oligarchico.

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