Don Giovanni

Noiose contestazioni contestabili.

Il cattivo gusto è come un’erba infestante, se non la si estirpa sul nascere, diventa così pervasiva da non potersene più liberare. Nei nostri tempi  è ormai diventato una piaga difficile da curare. Pensate all’abbigliamento femminile. Una volta,nei centri delle grandi città, non solo nei giorni di festa, era esperienza comune incontrare donne belle e vestite in modo elegante. Oggi si incontrano solo sciattone, senza distinzione tra giovani e vecchie. Anzi, è più facile trovare una donna anziana ben vestita, e per molti versi anche attraente, che una giovane graziosamente abbigliata. Scarpacce orribili, calzonacci obbrobriosi, gonne da zingare che arrivano fino ai piedi, gonnelline cortissime che mostrano le chiappe. Per non parlare dei tatuaggi. Vi assicuro che nella lista di Leporello non troverà mai posto una donna tatuata. Il solo pensiero di andarci a letto mi fa cadere verticalmente il desiderio. Mi chiedo il perché di tutta questa decadenza.Forse dipende dal fatto che la moda è nelle mani dei maschi, i cosiddetti “stilisti”, che, essendo al novantanove per cento culattoni, odiano le donne, e quindi si divertono a sfigurarne l’aspetto. Molti decenni or sono (il tempo passa, anche se sembra ieri!) imponendo la moda dei pantaloni femminili hanno fatto un favore alle donne con le gambe brutte. Avete presente la Ursula von der Leyen? L’avete mai vista indossare una gonna? Alla prima della Scala dello scorso anno, ricorderà qualcuno Ma era una gonna che arrivava fino ai piedi. Le sue gambe devono essere orrende. 

Il campo in cui, in questi ultimi anni, il cattivo gusto è andato dilagando, senza possibilità di remissione, è la regia d’Opera. Il cosiddetto “teatro di regia” è un’invenzione tedesca. Ebbene, ai tedeschi dobbiamo infinita riconoscenza per quello che, in molti ambiti della cultura e dell’ arte hanno donato all’umanità. Per rimanere fermi alla musica, basterebbero due nomi: Bach e Beethoven.Tutti gli altri sono un po’ sotto, fatta forse eccezione per il mio papà Mozart, che io ho sempre considerato fuori concorso, così da rimanere incommensurabile. Ma in fatto di buon gusto, non ne hanno proprio.Sono sciattoni. Pensate a Wagner e Verdi. Nella loro arte, due sommi. Ma Wagner, con quei suoi baschi e in quelle sue palandrane, anche se credeva di essere elegante era ben goffo. Guardate invece che bella sprezzatura, che vera eleganza nei quadri di Boldini che rappresentano Verdi! Nel buon gusto gli italiani sono sempre stati imbattibili. Non è un caso che l’Italia sia la patria del Rinascimento, 

Perché allora anche l’Italia,s’è lasciata contagiare dalle brutture del “teatro di regia”, quando avrebbe invece dovuto porsi come modello per tutti? Finita l’epoca dei Visconti, degli Zeffirelli e degli Strehler (tutta gente che non solo amava l’Opera, ma era in grado di leggere le partiture), passata anche quella del geniale per molti aspetti ma a me piuttosto indigesto Ronconi, siamo andati scivolando verso il baratro. Ormai non è più possibile andare all’Opera, né nelle stagioni ordinarie né in occasione dei Festival, senza uscirne stomacati. Sono spettacoli che -si dice-piacciono ai giovani.Certo, i giovani d’oggi non conoscono altro, quindi non hanno termini di confronto. Chi ha sempre mangiato acciughe non può rimpiangere il caviale. Il pubblico spesso ha paura di fischiare e lanciar torsoli, per non apparire ignorante e retrogrado. Ad andare in brodo di giuggiole sono i professori di Conservatorio che scrivono le recensioni sui giornali. C’è una signora coltissima e dallo stile elegantissimo -lo dico senza ironia- che scrive su un prestigioso quotidiano e insegna non so bene che cosa in un Conservatorio del Nord., Davanti a certe regie oscene si direbbe che raggiunga l’orgasmo…

Fino all’anno scorso sembrava che l’unico Festival musicale rimasto immune alle oscene regie d’oggi fosse quello di Torre del Lago, dedicato a Giacomo Puccini. Poteva essere che, propria alla vigilia del centenario della morte del Maestro, anche quella manifestazione non venisse contaminata? Detto e fatto! Quest’anno si chiama un regista francese che decide di ambientare la “Bohème” -il titolo inaugurale- nel bel mezzo delle contestazioni parigine del Sessantotto, fra giovani che sventolano bandiere rosse, salutano col pugno, inneggiano a Mao, Ho Chi Min, Che Guevara. Il direttore d’orchestra, Alberto Veronesi, simpatizzante del PD, sembra approvare. Tutto liscio fin nell’imminenza dell’esordio. Nel frattempo il direttore è passato a Fratelli d’Italia (c’entra qualcosa con la musica di Puccini? In un Paese serio no, in un Paese di mentecatti sì). Alla prima, sale sul podio con una benda sugli occhi, per dimostrare la sua disapprovazione nei confronti delle scelte registiche. Il pubblico reagisce in malo modo. Ha perfettamente ragione. Se un direttore non approva l’impostazione registica, deve soltanto rinunciare all’incarico assumendosene tutte le responsabilità. Fischiare o lanciar torsoli rimane una prerogativa degli spettatori, che purtroppo se ne avvalgono sempre meno: brutto segno, vuol dire che l’Opera forse sta davvero morendo.

In tutta questa brutta faccenda sembra che ci abbia messo lo zampino Vittorio Sgarbi, il quale, qualche giorno avanti la prima, ha deprecato l’allestimento scenico esortando il direttore a prenderne le distanze. Sbagliatissimo. Sgarbi ha tutto il diritto di esprimere il suo parere. Si guardi lo spettacolo e poi dica la sua. Non spetta a lui invece dar consigli al direttore, altrimenti, da membro del governo, dà l’impressione di voler interferire in una scelta squisitamente artistica facendo valere tutto il peso della sua posizione politica. D’altra parte, da sempre l’atteggiamento di Sgarbi è a dir poco. ambiguo.Molte sue prese di posizione sono del tutto condivisibili, la sua profonda preparazione culturale, non solo nel campo delle arti figurative, è indiscutibile, la sua genialità può apparire talora urtante, ma spesso affascina. Però se vuol usare toni sovversivi deve tenersi fuori della politica. Se vuol aver parte nella politica militante, accettando posti di governo, deve rinunciare ai toni sovversivi. ed evitare non soltanto un certo linguaggio poco castigato, ma anche di partecipare a manifestazioni di dubbio gusto. Altrimenti si espone a critiche difficilmente confutabili. Si possono combattere importanti battaglie sia rimanendo all’interno di una compagine governativa, sia rimanendone all’esterno, Ma i mezzi e gli atteggiamenti non possono essere gli stessi. Uno Sgarbi cane sciolto può anche consigliare a un direttore d’orchestra di far sberleffi dal podio al regista dell’Opera che dirige. Uno Sgarbi sottosegretario di un governo no. Un manigoldo quale io sono può proporre di eliminare le pale eoliche con i metodi dinamitardi del “martellatore della Val Passiria” Geotg Klotz. Sgarbi, da cane sciolto, potrebbe unirsi al mio invito, visto che aborre anche lui le pale eoliche per lo scempio da esse prodotto del paesaggio più belli del mondo), da sottosogretario no. Il che non significa che debba abbandonare la sua battaglia, tutt’altro. Ma deve farlo con altri mezzi. Mezzi politici. Se dicesse, da sottosegretario, che le pale vanno eliminate col tritolo, giustamente la Presidenza della Repubblica dovrebbe pretendere le sue dimissioni.

Per tornare al Festival puccinano, per fortuna è una faccenda che nel giro di pochi giorni sarà dimenticata. Intanfo, durante questa estate si sono viste e si vedranno ancora tante brutture registiche. Chi ha voglia di buttar via il suo denaro se le goda. Per le signore che scrivono sui prestigiosi quotidiani è una ghiotta occasione di orgassmi multipli.

Giovanni Tenorio

Libertino

3 pensieri riguardo “Noiose contestazioni contestabili.

  • Articolo strano, a cominciare dal punto nel titolo che non è chiaro che ci faccia.
    Concordo solo che le tatuate (tipo Bugalalla) fanno proprio schifo.

    Difendo invece la cara e beneamata Ursula, un bel donnino di 64 anni che si difende ancora benissimo e non sfigura affatto se deve mettere una gonna:

    pinterest.de/pin/661044051583557007/

    forse DJ aveva un po’ di surplus velenifero da smaltire, oppure si è confuso con la simpatica bagonghi nostrana.

    In effetti L’UNICA INTERESSANTISSIMA FOTO DI MELONI!!! è questa:

    wallsdesk.com/wp-content/uploads/2016/04/Charlotte-McKinney-Wallpaper-.jpg

    Cheers.

    • Io della Von der Leyen non farei conquista neppure per il piacer di porla in lista.

      • E io non scriverei un titolo col punto finale neppure per il piacere di sbertucciare i parassiti Cruscotti.

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