Don Giovanni

Marionette e burattini

E’ bastato che tutta la grande stampa statunitense, come obbedendo a un comando superiore di qualche marionettista, cambiasse registro da un momento all’altro, passando dallo sminuire ogni figuraccia di Biden con mille giustificazioni (stanchezza, tensione, malessere momentaneo…) al proclamare che il presidente uscente, per il suo stato mentale gravemente compromesso, non può riproporre per i Democratici la propria candidatura alla presidenza, ma è più che mai opportuno che si ritiri lasciando il posto ad altri, perché t il sistema d’informazione europeo, Italia in testa, si adeguasse immediatamente. Così chi fino a ieri passava sotto silenzio o comunicava con un sorriso benevolo quello che Biden combinava nelle cerimonie ufficiali e nei contesti formali, scambiando una persona per l’altra, rispondendo a vanvera alle domande, sbagliando a leggere sul “gobbo” i discorsi che i suoi galoppini gli avevano preparato, allontanandosi alla chetichella per i fatti suoi durante un congresso internazionale, spetezzando in pubblico, e via di seguito, si è immediatamente lanciato in considerazioni talora severe fino alla crudeltà, giungendo anche a dichiarare che è deplorevole aver finora lasciato che la situazione si incancrenisse, senza provvedere a sostituire una candidatura non solo da ora rivelatasi  improponibile con quella di un personaggio più presentabile. 

C’è da stupirsi di questo allineamento? Neanche per idea. Ormai anche i più ingenui dovrebbero aver capito che da tempo, forse da sempre, l’informazione cosiddetta libera della libera Europa e della liberissima Italia non fa che attenersi alle veline della stampa americana, a loro volta dettate dai poteri forti che manovrano le leve della politica. Perché quello che noi vediamo ogni giorno sulla stampa e nei notiziari di regime (pubblici o privati non fa differenza, tanto è stretto il loro intreccio) è come un teatro delle marionette. Io l’ho sempre adorato, il teatro delle marionette (a Salisburgo, la patria del mio papà, mi mettono in scena anche così). Talvolta quelle teste di legno si muovono in un modo così realistico che ti verrebbe da giurare che sono attori in carne ed ossa. E invece no! Alla fine dello spettacolo si scopre il”ponte” da cui i marionettisti manovrano le loro creature, e il trucco è svelato. Un trucco che però già si conosceva. Invece, nel gran teatro della politica si recita ogni giorno un atto di una commediaccia , “a tale told by an idiot, full of sound and fury, signifying nothing”, per dirla con Shakespeare, che i più ritengono vera, gabellata per tale da giornali e notiziari, perché non capita mai che il “ponte” si scopra per mostrare chi tira le fila. Il “ponte” c’è, e come, anche qui, ma nessuno dei recitanti  (e dell’informazione vassalla) ha interesse a scoprirlo.

 Io sono convinto che anche la figuraccia di Biden ne confronto pubblico con Trump non è un madornale errore dei registi che governano la propaganda elettorale dei Democratici, ma un piano sagacemente architettato proprio con questo preciso scopo: portare Biden, agli occhi di tutto il mondo, a mostrare in tutta evidenza la propria condizione di demeza senile, in modo da rendere inevitabile il ritiro della sua cadidatura. Ma perché solo adesso, nell’imminenza della chiamata alle urne? Non ci si poteva pensare prima? Eppure, la precarietà delle condizioni mentali di Biden erano note ai marionettisti già da qualche anno. Provo a dare una spiegazione.

La guerra d’Ucraina, che in realtà è una guerra tra USA, attraverso la NATO, e Russia, nella quale il popolo ucraino è la vera vittima per mano del criminale Zelenski, ha avuto uno sviluppo molto diverso da quello che ci si figurava. Si pensava di indebolire la Russia per dare una lezione anche alla Cina, e invece è capitato il contrario. La Russia ha dimostrato una potenza bellica inaspettata. La sua produzione di armamenti e di proiettili si è dimostrata efficientissima. A dispetto delle sanzioni, la sua economia è in crescita. Si pensava di poterla isolare sul piano internazionale, invece è il cosiddetto Occidente a rimanere isolato. La Russia ha dalla sua parte colossi come la Cina e l’India, tutti gli altri Paesi del cosiddetto BRICS, la Corea del Nord, la Siria, l’Iran, buona parte del mondo arabo, il Sudafrica, per non parlare di tutti gli altri Paesi africani che si stanno ribellando al post-colonialismo francese. Anche in gran parte dell’America Latina il vento spira a favore di Putin. A questo punto, fra i marionettisti forse si è cominciato a comprendere che è il caso di mutare obiettivo: in qualche modo bisogna porre fine a questo conflitto “per procura” se non si vuole che si trasformi in uno scontro diretto fra le due superpotenze, cioè in un guerra mondiale, che sarebbe inevitabilmente una guerra nucleare. Può sembrare un paradosso, ma è proprio così: quel che non accadde ai tempi della cosiddetta “Guerra Fredda” , quando la Russia sovietica poteva effettivamente costituire un pericolo per il cosiddetto mondo libero, potrebbe capitare ora, dopo che il sistema sovietico è caduto da più di trent’anni e buoni rapporti con la Russia potrebbero essere vitali, sul piano economico, per l’Europa. Sul piano politico, anche per gli Stati uniti, che avrebbero potuto giocare un buon rapporto con la Russia per contenere le velleità di una Cina in vorticoso sviluppo economico . Invece la politica neo-con, senza distinzione fra Democratici e Repubblicani, ha preferito un atteggiamento di ostilità verso la Russa proprio come ammonimento nei confronti del presunto espansionismo della Cina, per rintuzzarne le pretese su Taiwan. Tenendo in non cale l’insegnamento di Kissinger che, a suo tempo, rompendo la contrapposizione, durata fino a quel momento,  con il blocco comunista nel suo insieme, mise in atto una politica di cauta amicizia con la Cina proprio per contenere le pretese, allora egemoniche, del mondo sovietico.

In somma, qualcuno comincia forse a mettere la testa a posto. Lasciare Biden alla presidenza significa correre grandi rischi: quello con la sua demenza può davvero giungere all’irreparabile. La famosa”valigetta” ce l’ha in mano lui. E’ un cavallo impazzito che va cambiato. Come eliminarlo?In questo caso non c’è bisogno né di attentati commissionati a qualche banda di criminali, né di veleno, né di finti incidenti aerei o d’altro genere. Non siamo di fronte né a un Kennedy, né a un Enrico Mattei né a un papa Luciani, né a una lady Diana, né a un  Assange (che la Clinton aveva progettato di uccidere), tutte persone lucidissime di mente. Siamo di fronte a un solenne rimbambito. Basta mostrarne il rimbambimento agli occhi di tutto il mondo, gonfiandolo a dismisura con l’aiuto dell’informazione vassalla, e il gioco è fatto.

O, meglio, si pensava che il gioco potesse essere fatto. Perché, in realtà, le cose non sono così semplici. Nonostante le pressioni, Biden rifiuta di ritirare la sua candidatura. E in Europa, nonché ai vertici della NATO, ci sono personaggi che, pur non essendo rimbambiti, sono più pericolosi di lui, perché, da veri psicopatici, stanno facendo di tutto per rendere inevitabile lo scontro diretto con la Russia, cioè la guerra mondiale. Armi all’Ucraina, armi all’Ucraina, ancora armi all’Ucraina. La Meloni, che in politica estera sta dimostrando tutta la sua abiezione, con un atteggiamento di vassallaggio che non ha mai avuto l’eguale se non al tempo del governo Draghi, di cui ha ereditato l’agenda, soffia anche lei sul fuoco, arrivando a dichiarare che non vuole discutere, nel contesto europeo, con i Patrioti di Orbàn, perchè sono “filoputiniani”. Verrebbe voglia di replicare: meglio filoputiniani che morti. 

Anche negli Stati Uniti, con tutta probabilità, il fronte dei marionettisti è spaccato. C’è chi è rinsavito e vuole in qualche modo evitare lo scontro diretto con la Russia, ma c’è anche chi vuol continuare a oltranza. Ho l’impressione che i più savi siano proprio i militari, ben consapevoli di quello che sarebbe uno scontro nucleare, dove la superiorità della Russia è indubbia. Forse sono i marionettisti della finanza a volere che tutto il mondo vada in fiamme. Il sistema economico-finanziario del mondo occidentale è in crisi irreversibile. Fino a che punto è sostenibile l’indebitamento degli USA? Secondo gli esperti (che non ne azzeccano mai una) doveva arrivare a 33.000 miliardi di dollari entro il 2029. Nel 2024 siamo già, più o meno, a 35.000. Se il sistema finanziario americano implodesse (servono almeno 1000 miliardi di dollari all’anno per pagare gli interessi) tutto il mondo andrebbe, metaforicamente, in fiamme. A meno che non si voglia risolvere tutto mandandolo in fiamme davvero. E poi, après moi le déluge.

Forse l’attentato a Trump è stato progettato proprio dai duri e puri che vogliono lo scontro finale con la Russia. Si sa che fra Trump e il mondo dell’alta finanza, legata a filo doppio con quello di Big Pharma, entrambi schierati dalla parte dei Democratici, non corre buon sangue.  Eliminare Trump significava togliere di mezzo il pericolo di veder terminare il conflitto, una volta che il candidato repubblicano, giunto alla presidenza, mantenesse le promesse più volte ripetute in campagna elettorale. Gli è andata male. Trump è rimasto soltanto ferito. Se prima la sua vittoria era soltanto molto probabile, adesso è certa. Come dice il proverbio, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Ne so qualcosa.

Se Trump dovesse giungere a un accordo con la Russia, i bulletti al vertice della Nato e i mentecatti guerrafondai d’Europa si calmerebbero, da buoni vassalli. Non si calmerebbe Zelenski, che continuerebbe a strepitare. Ma quello non è neanche una marionetta, è un burattino, uno di quelli che danno spettacolo in piazza ad opera di artisti girovaghi. Uno di quei burattini che fanno ridere i bambini prendendosi a bastonate. Se continuerà a urlare, gli daranno una bella bastonata finale, e la commedia sarà finita una volta per tutte.

Giovanni Tenorio

Libertino

3 pensieri riguardo “Marionette e burattini

  • A cena m’invitasti e io mi son presentato… (cit.)

    ***

    Un altro bel bollettino di Russia Today di cui non si sentiva la mancanza.

    LA RUSSIA HA DIMOSTRATO UNA POTENZA BELLICA INASPETTATA (chiacchiera).
    FATTO
    Ha conquistato poco e si è subito messo in sonno come i massoni.
    Ci si è accorti che la leva in Ucraina è stata per due anni dai 27 anni in su?
    Poi, dopo le proteste occidentali, l’hanno portata a 25+.
    E questa sarebbe la guerra persa, la situazione disperata?
    Es. di vere situazioni disperate:
    – arruolamento dei ragazzi del 99 (1917)
    – il macello dei vecchi della Volkssturm e degli adolescenti della Hitlerjugend (1945)

    LA SUA PRODUZIONE DI ARMAMENTI E DI PROIETTILI SI È DIMOSTRATA EFFICIENTISSIMA
    (chiacchiera).
    FATTO
    Talmente efficiente che compra componenti dalla Cina, missili balistici dalla Nord Corea e droni dall’Iran, oltre ad armi varie (anche italiote) sul libero mercato grazie alle triangolazioni.

    A DISPETTO DELLE SANZIONI, LA SUA ECONOMIA È IN CRESCITA (chiacchiera).
    FATTO
    Ogni economia di guerra genera un aumento tossico del PIL: non si produce ricchezza, la si consuma.

    ***

    Pentiti, cangia vita (cit.)

  • Naturalmente il silenzio, non una sola argomentazione contraria.
    Così questo permetterà la prossima volta di riproporre la solita minestra riscaldata, una simpatia ad un governo stalinista che ai giornalisti scomodi sfonda la cassa toracica o li fredda in ascensore.

    Ah, ma in codesto santuario bisogna lasciar fuori le armi vero? Soprattutto quelle del buonsenso. Ma l’astuto Ulisse le armi altrui le fece sparire e compì quel che doveva fare (mi tocca pure insegnare il grecume ai classicisti).

    Mi autobanno sine die, vi condanno a morire di noia.
    La lamentatio orgasmica qui ovviamente non mancherà mai.

    Est quædam flere voluptas.

    Tenetelo bene a mente; è’ il vostro motto.

    • Non capisco tutto questo astio. Se non ho risposto subito, può esserci qualche ragione. Ero in dolce compagnia, avevo altro a cui pensare. Argomentazioni contrarie? Una sola: la Russia ha avuto contro fin da subito tutta la Nato, ma non è stata finora sconfitta in nessuna battaglia campale e, sia pur lentamente, continua ad avanzare. In casa mia non c’è mai stata nessuna simpatia né per il sistema sovietico del passato né per la Russia di Putin. Ricordo di aver detto, da qualche parte, che detesto Putin e non vorrei vivere sotto il suo regime. Che cosa si vuole di più? Caro Max, io non ho mai bannato nessuno, se Lei vuole bannarsi da sé, non sarò io a trattenerla. Di là dai contrasti ideali, credo sempre di averla trattata come un amico, passando sopra a tante punzecchiature gratuite, come la persistente polemica contro la mia presunta cultura umanistica. Si ricordi che la cultura è una sola. Poi esistono le varie discipline. Ognuno si specializza in quella che preferisce. Se si dedica solo a quella, non è una persona colta. Io non sono né specialista né colto, ma mi guardo bene dal giudicare la vera o presunta cultura altrui.

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