Don Giovanni

Le solite promesse mancate

Quante delle promesse annunciate a gran voce durante la campagna elettorale sono state finora mantenute dal governo? Poche o nessuna. Al ministero della Salute è stato collocato un personaggio che, durante la cosiddetta pandemia, non si era per nulla discostato, ideologicamente, dalla linea del suo predecessore nel famigerato governo Draghi. Il passaporto sanitario, barbaramente battezzato “green pass” è stato soltanto sospeso, non abrogato, in attesa di poter essere rimesso in vigore alla prima occasione (i virologi che si sono fatti tanto onore quando il morbo imperversava ogni tanto escono dal loro triste letargo per preannunciare l’avvento di epidemie ben più letali, magari causate dal cambiamento climatico di origine antropica, altro flagello dei nostri tempi). Anche la riscossione della sanzione  pecuniaria a carico di chi ha rifiutato di farsi iniettare un siero sperimentale dall’efficacia dubbia e dagli effetti collaterali in gran parte sconosciuti è stata soltanto rimandata, non si è ben capito fino a quando: probabilmente fino alle calende greche, ma sembra bene che rimanga formalmente eseguibile in ogni momento, come spauracchio perché i sudditi non si azzardino un’altra volta a violare la legalità. La politica estera non è cambiata di una virgola: l’Italia rimane un Paese vassallo, prono ai voleri del padrone americano, ligio alle direttive della Nato. Anche in questo caso la continuità con la linea del governo Draghi è assoluta. Armi all’Ucraina, alla faccia della tanto sbandierata Costituzione. Quando, caduta in una trappola, la presidentessa del Consiglio, credendo di parlare con chissà quale esponente di chissà quale organismo istituzionale africano si lascia andare alla confessione che ormai della guerra in Ucraina si comincia a essere stanchi, si solleva un putiferio.  Non  si fraintendano le sue parole! Avanti tutta a fianco di Zelenski, anche se ormai negli stessi Stati Uniti la compattezza del fronte rigorista anti-putiniano si sta sgretolando. Ora che è scoppiato il conflitto nel Vicino Oriente, per il momento circoscritto allo scontro fra Israele e Hamas, ma suscettibile di estendersi coinvolgendo altre potenze locali da sempre avversarie di israele, si può star sicuri che, ancora una volta, la politica del governo italiano sarà allineata a quella del suo burattinaio americano. La Finanziaria si rimangia anch’essa tutte le promesse. Per le pensioni Salvini deve rassegnarsi a veder riconfermato, più o meno, lo schema della  da lui tanto esecrata riforma Fornero. Però – vittoria, vittoria! – il ponte sullo Stretto di Messina si farà! A parole. Quante volte è già stato detto e scritto, senza poi si sia mai fatto nulla? Alla fine, sarà anche questa una promessa non mantenuta, ed è bene, a differenza delle altre, che sia proprio così. Costruire un ponte in uno dei territori più sismici di tutto il mondo, che in un passato non lontanissimo ha subito catastrofi rimaste memorabili, è una follia, tanto più se si considera che la rete stradale e ferroviaria della Calabria e della Sicilia versa in uno stato di arretratezza da Quarto Mondo. Un “gioiello” tecnologicamente avanzatissimo in un contesto rimasto a uno stadio di sviluppo pre-industriale.

E che dire, tanto per rimanere alle promesse di cui Salvini si riempiva la bocca, del canone RAI? Non doveva essere spazzato via anche quello? Anzi, non doveva essere spazzata via tutta quanta la RAI, come servizio pubblico, in ossequio a un responso referendario ormai sprofondato nella notte dei tempi? Qui, se proprio non si può parlare di una vittoria completa, si può dire però che è stata una mezza vittoria.O, se si preferisce, una promessa mantenuta per metà. Il canone non sarà abolito, ma soltanto dimezzato. E la riscossione attraverso la bolletta elettrica? Non si era detto che si sarebbe provveduto diversamente, perché, anche in questo caso, l’Europa non era del tutto d’accordo? Potrei sbagliarmi, ma ho l’impressione che tutto resterà come prima.Quando fu introdotta la procedura del canone in bolletta si levò qualche mugugno, ma alla fine i sudditi accettarono anche questo sopruso. In quell’occasione, se qualcuno dei miei venticinque lettori di allora se ne ricorda (adesso sono diventati dodici e anche meno), suggerii di detrarre dal pagameto della fattura telefonica la quota corrispondente al canone RAI (di fatto 18 Euro al mese, salvo conguagli). Penso che nessuno mi abbia dato ascolto. Io l’ho fatto, diffidando la società erogatrice del servizio elettrico a non interrompermi la fornitura, per non incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio, e invitandola a denunciarmi presso le Autorità competenti, perché il caso finisse davanti a un giudice che, riconoscendo non manifestamente infondate le mie obiezioni, lo portasse davanti alla Corte Costituzionale.Risultato? Muro di gomma! Nessuno mi ha chiesto di pagare gli arretrati e nessuno mi ha denunciato. Meglio evitare grane. Se milioni di gonzi continuano a pagare senza fiatare e uno solo si rifiuta di pagare, meglio lasciare le cose come stanno. Non bisogna mai svegliare il cane che dorme.

Per quel che mi riguarda, anche se il canone venisse ridotto a pochi centesimi seguiterei a fare come ho fatto finora. Continuo a pensare che vada abolito non solo il canone, ma la RAI tutta quanta. O, per meglio dire, il servizio pubblico così com’è ora, scaduto,almeno nei canali più frequentati dal grosso pubblico, all’infimo livello delle TV commerciali: che sono spazzatura, ma almeno sono gratuite. Invece, la RAI non solo offre la medesima spazzatura, ugualmente infarcita di pubblicità, ma pretende addirittura di essere pagata per questo presunto servizio di pubblica utilità. Io potrei essere disposto a pagare un canone(volontario,però, non imposto anche a quelli che non ne vogliono sapere) per un servizio pubblico che, lasciando ai privati, in questo efficientissimi, l’offerta  di tette e culi, si liberi finalmente, con la vendita al miglior offerente, dei suoi canali al momento più seguiti, e conservi soltanto un canale riservato a programmi culturali di alto livello, quelli di cui le TV commerciali non sanno che farsene.

Perché, amici miei, la RAI deve smetterla di dichiararsi la più grande industria culturale del Paese dopo aver fatto a pezzi tre delle sue orchestre sinfoniche, senza peraltro aver mai smesso di mandare in onda a tarda notte programmi di pregio che però godrebbero di un pubblico limitato. Ricordate quando, nel bicentenario della morte di Mozart, Roman Vlad  curò alcune bellissime lezioni sulle Opere del mio papà? Quella sì era divulgazione di alto livello che, se diffusa in orari decenti, avrebbe potuto risvegliare l’interesse per la grande musica in un Paese che, pur vantando di aver dato al mondo alcuni grandi musicisti, è notoriamente analfabeta in campo musicale, a causa dell’influsso che la filosofia idealista ha avuto, fin dalle origini, sul sistema educativo (Francesco De Sanctis diceva che la musica è cosa da femminucce, come il ricamo). Ebbene, quando venivano mandate in onda quelle lezioni? Dopo mezzanotte! Udii io stesso, con le mie orecchie, Roman Vlad giurare che non avrebbe più sottoscritto contratti con la RAI.

Fra qualche settimana si annuncerà con trombe e tamburi la trasmissione in diretta della prima della Scala. Cultura? No, mondanità. Io terrò il televisore ben spento.Solo il vedere le facce delle Autorità che saranno presenti alla serata mi metterebbe il voltastomaco. Se poi ci sarà Mattarella o chi per lui e prima dell’attacco del “Don Carlos” si suonerà la marcetta di Mameli, si salvi chi può!

Giovanni Tenorio

Libertino

4 pensieri riguardo “Le solite promesse mancate

  • Se lo si fa per disobbedienza civile, atto dimostrativo o puntiglio, allora va bene detrarre il canone dalla bolletta, ma credo non la si possa domiciliare (o no?) e si è obbligati alla seccatura del bonifico/bollettino bimensile. Invece entrando nel sito dell’ade entro gennaio e compilando la dichiarazione sostitutiva canone tv, in pochi minuti è fatta.

    Mi risulta che nessuno sia mai finito davanti a un giudice per il canone, nè abbia avuto mandati di perquisizione in casa, figuriamoci la CC… E poi se rigetta fare magari un istanza alla Corte dell’Aja? Ma per favore.

    Nei prossimi gg magari dico qualcosa sul M.O. e sulla politica tartufesca del governo italiano che in passato non è stata affatto allineata a quella Usa, anzi…

  • Se la mediocre new wave della politica italiota 2.0 si allineerà come un sol uomo al sostegno di Israele sarà solo un riequilibrio della bilancia, da sempre appesantita solo da un lato, come quella di Brenno.

    Credo risalga ai tempi di Mattei la scelta di campo, ma la prima repubblica ebbe sempre posizioni istituzionali filoarabe, dovute a: sete di petrolio, terzomondismo d’accatto e paura di attentati (e in effetti qui funzionò, ma in compenso c’è l’ombra della Cia da Mattei a tutto le stragismo anni 70: forse è la punizione che ci hanno inflitto gli yankees).

    I preteschi Moro a Andreotti avevano posizioni molto concilianti sui palestinesi, allora assai arroganti e molto meno bistrattati da Israele di oggi, in compenso l’arabissimo Hussein che ne fece fuori qualche migliaio e chi non morì fu espulso dalla Giordania nel settembre nero del 70 non se lo ricorda più nessuno: la sciocchina Rania (nuora di Hussein), così disperata per il suo popolo, tragga spunti di riflessione.

    La Iotti baciava e abbracciava Arafat in visita negi anni 80-90 (a propos, quanti milioni di $$$ del caro Yasser hanno trovato in giro per il mondo?
    Ho perso il conto (corrente), Sumahoro je fa na pippa) e poi Craxi che fece il macho con Reagan per sottrargli i terroristi della Lauro: io glieli avrei regalati col fiocco rosso e un bacio sulla bocca (o almeno con un sotterfugio, tipo caso Kappler), chissenefrega delle questioni di giurisdizione, una seccatura in meno da smazzarsi.

    Extraparlamento lasciamo perdere, la sinistra estrema terzomondista ovviamente era tutta pro OLP, pure la destra estrema, per antisemitismo militante e ignoranza congenita (come Rania manco sapevano che gli arabi sono semiti), persino l’inutile e arrogante ANPI insultava e cacciava la Brigata Ebraica dalle manifestazioni.

    Tornando nel ventre della bestia, uniche voce fuori dal coro erano il solito
    Pannella, PRI, PLI e MSI e facevano bene, perchè quando in ambo le parti risiedono torti e ragioni, conviene sempre scegliere chi è più affine a noi.

    sul filoarabismo italiota:
    insidertrend.it/2019/12/09/conflitti/zone-grigie-arafat-e-litalia-lodo-moro-olp-e-piduisti-nellultimo-saggio-di-stefania-limiti/

    su Arafat, il Creso in kefiah:
    tempi.it/premiata-arafat-spa/
    infopal.it/come-ha-fatto-suha-arafat-ad-ammassare-tutti-questi-milioni/
    lagazzettadelmezzogiorno.it/news/notizie-nascoste/23645/il-mistero-dei-conti-bancari.html

    su Rania la sciocchina:
    ilmessaggero.it/persone/
    rania_giordania_israele_palestina_antisemita_cosa_ha_detto-7739209.html

  • Se ci mettessimo d’accordo sul significato delle parole, forse ci intenderemmo di più, comprendendo che le nostre posizioni sono meno distanti di quanto a prima vista potrebbe sembrare. Dato per scontato che su queste pagine abbiamo sempre proclamato il sacrosanto diritto dello Stato di Israele a vivere in pace entro i confini stabiliti dalla risoluzione ONU n.181 del 29 settembre 1949, e a difendersi contro chi lo attacca (come avvenne nel 1967 e nel 1973), non abbiamo difficoltà a riconoscerci anti-sionisti. Ci rifiutiamo, cioè, di accettare quell’ideologia che, pur nata come movimento laico per dare un “focolare” agli ebrei vittime di persecuzioni in molte parti d’Europa (si pensi all’ “affaire Dreyfus” nella Francia laica e repubblicana), si è di fatto, col tempo, connotata come rivendicazione, per gli ebrei di oggi, di tutto il territorio palestinese dal Mediterraneo al Giordano, sulla base di un testo religioso, quello che i cristiani hanno fatto proprio con il nome di “Antico Testamento”, reinterpretadolo secondo lo schema paolino. E’ la medesima rivendicazione che gli estremisti di parte palestinese proclamano per sé, facedo riferimeto a un altro testo sacro, il Corano, quello che invita allo sterminio di tutti gli ebrei. Qui siamo contro gli uni e contro gli altri, mettendoli sullo stesso piano. E ripetiamo: “Tantum religio potuit suadere malorum”.Mettendoci dentro anche le confessioni cristiane, intese come Chiese, per non dimenticare, ad esempio, i massacri perpetrati durante la conquista di Gerusalemme nel luglio del 1099 (preceduti dalle stragi di ebrei durante la cosiddetta “Crociata dei pezzenti”). Anche allora si gridava :”Dio lo vuole!”, un dio non molto diverso dallo Yahvè degli ebrei o dall’Allah dei musulmani. E che dire della”Crociata degli Albigesi, del 1209 -1229″, dove furono sterminati tutti i presunti eretici, senza risparmiare donne e bambini? Un vero e proprio genocidio, che segnò la fine della splendida civiltà occitanica dei Trovatori. Anche Luterani e Calvinisti non sono senza macchia. Quel che Lutero scrive degli ebrei, “questi velenosi vermi”, è orripilante: un vero preludio a Hitler.
    Fra le tante panzane che si sentono ripetere c’è quella secondo cui tutte le religioni sarebbero pacifiche. Ma quali? Non certo i monoteismi. Soltanto un po’ meglio i politeismi, dove nessun dio prepotente e geloso può proclamare:”Non avrai altro dio fuori che me”. Ad Atene c’erano addirittura altari dedicati “a un dio ignoto”, proprio per farseli amici tutti, nessuno escluso. Quando Paolo, all’ Areòpago, proclamò di essere venuto a predicare l’unico vero dio, morto e risorto per redimere l’Umanità, gli diedero del matto.
    Per concludere: se vogliamo risolvere laicamente problemi che finora sono costati tante vite umane, dobbiamo liberarci della zavorra religiosa. Diventando “cristiani” nel senso a-confessionale in cui l’intendeva Benedetto Croce.

  • Avevo inteso bene le posizioni a favore di Israele; quello che ho scritto, l’ho scritto per libidine mia di farlo, non per polemica.

    Piuttosto invito a riflettere sul sionismo che è una strada irrinunciabile per Israele, non possono fare diversamente. Andare in Palestina per vivere in uno stato comune con gli arabi non cambierebbe nulla dall’aver vissuto in Spagna coi cattolici, in Russia con gli ortodossi, in Germania coi luterani ed esserne usciti sempre male. Arabi tra l’altro che, come scelta, sono tra le peggiori, in quanto sono affidabili quanto un serpente corallo.

    Le guerre di religione sono un percorso dell’umanità. Nessuno nega la parola “civiltà” alla culla del diritto, all’impero romano che pure muoveva guerre, imponeva esose tasse, crocifiggeva schiavi ribelli, sacrificava gladiatori per il “dio” imperatore. Chissà perchè si finisce sempre a criticare le solite crociate, mentre gli umili monaci che ci hanno tramandato tutto il sapere (anche non cristiano) non li ricorda mai nessuno. La storia va giudicata serenamente e calandosi nella mentalità del tempo.

    Lutero era convinto che gli ebrei non abbracciassero la nuova religione a causa della corruzione della chiesa papista, ma che con la sua riforma essi si sarebbero convertiti al cristianesimo. Quando vide negli anni che questi non ci pensavano affatto a convertirsi, allora sviluppò il suo profondo odio (spiegazione della storica cattolica Angela Pellicciari).

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