Continuo a bestemmiare
Non ho capito perché affermare che nella Striscia di Gaza si sta perpetrando un genocidio debba essere considerata una bestemmia. Forse che chi un genocidio l’ha subito diventa immune dalla tentazione di commetterlo a sua volta? Dovrebbe essere così, ma non è detto. Forse chi l’ha subito direttamente sulla sua pelle non si macchierà del medesimo delitto, per l’orrore di vestire gli stessi panni di quelli da cui ha ricevuto tanto male, ma i suoi figli e i suoi nipoti, che di quei fatti atroci hanno soltanto sentito parlare, potrebbero a loro volta cedere alla tentazione di ripeterli a danno di qualcun altro, quando se ne presentasse il pretesto. Diamo pure per scontato che, nella Storia dell’ Umanità, non si sia mai dato nulla di paragonabile al disegno luciferino di Hitler, che sterminò un numero elevatissimo di esseri umani il cui unico torto era di essere ebrei, con l’intento di eliminare del tutto quella “razza impura” dalla faccia della terra. Questo non significa che non si siano commessi altri genocidi, anch’essi atroci. Pensiamo a quello degli Armeni (andando molto indietro nel tempo, anche Cesare, nelle Gallie, stando a quanto ci dice Plinio il Vecchio, fece qualcosa di simile). E non significa che gli ebrei, a loro volta, non possano macchiarsi di genocidio.
Devo fare subito una precisazione. Ho detto “gli ebrei”; avrei dovuto dire: i rappresentanti di un popolo formato da cittadini che si riconoscono nella religione ebraica. Perché gli ebrei sparsi per il mondo, cittadini dei più diversi Stati, non potrebbero fare nulla di male in quanto ebrei. Sono cittadini come tutti gli altri. Se i governi degli Stati di cui sono cittadini commettono delitti che si sentono di condividere, ne sono moralmente responsabili come cittadini di quegli Stati, non come ebrei. Al tempo del Fascismo molti ebrei, prima delle infami leggi razziali, aderivano al regime. Può darsi che qualcuno di loro abbia, in cuor suo, addirittura assolto il Duce dalla responsabilità del delitto Matteotti. Moralmente deprecabile in quanto ebreo? No, in quanto cittadino italiano che non condanna, come dovrebbe, il regime criminale da cui è governato.
Proprio dal confondere, in buona o in mala fede, gli ebrei con gli israeliani, sta rinascendo un antisemitismo che non può non fare orrore. Giustissime, invece, se non si estendono indiscriminatamente a tutti gli ebrei, le proteste contro quello che sta capitando nella Striscia di Gaza, giustissimo il sostegno ai palestinesi, giustissima la richiesta di dare uno Stato a chi n’è privo, per essere stato allontanato, anche con la violenza, da territori che occupava da secoli, con la giustificazione che qualcun altro li aveva occupati qualche millennio prima, e n’era stato a sua volta scacciato. Lo Stato d’Israele è nato da un equivoco, dall’idea, storicamente falsa, di poter riportare su una terra senza popolo un popolo senza terra. Ora che lo Stato d’Israele esiste, ha il diritto di difendersi e di essere difeso da chi ne ha auspicato la costituzione. I venticinque miei lettori dovrebbero ricordare quello che scrissi qualche anno fa: come anarchico, aborro tutti gli Stati, ma se proprio un giorno dovessero sparire, come mi auguro, vorrei che Israele sparisse per ultimo. Però se Israele commette un crimine, non si può aver ritegno di proclamarlo per il timore di essere bollati come antisemiti, o di pronunciare una bestemmia. Fu Abba Eban, ministro degli esteri israeliano dal 1966 al 1974, a suggerire di qualificare come antisemitismo ogni critica ai governi dello Stato di Israele. Il bel risultato di quest’ idea, machiavellica in senso deteriore, è quello di aver rinfocolato l’antisemitismo vero, assimilando gli ebrei che abitano in Israele a quelli che abitano nel resto del mondo, titolari delle più diverse cittadinanze e accomunati dalla sola condivisione della medesima fede religiosa.
C’è però un’altra distinzione da fare. Non bisogna solo distinguere gli ebrei dagli israeliani, per non attribuire ai primi quello che va attribuito solo ai secondi. Bisogna anche distinguere gli Israeliani dal loro governo, il che significa lo Stato di Israele dal governo di Israele. L’attuale governo di Israele è un governo di criminali, ma Israele in quanto Stato non è uno Stato criminale. Gli israeliani che condividono il genocidio in corso nella Striscia di Gaza sono moralmente corresponsabili dei crimini commessi dal loro governo, ma non sono tutti gli israeliani; anzi, è molto probabile che se si andasse alle urne il governo Netanyahu ne uscirebbe sconfitto. Quindi, le proteste, sacrosante, vanno indirizzate al governo Netanyahu e a quegli israeliani (probabilmente ,oggi, in minoranza) che lo appoggiano. E’ antisemitismo? E’ una bestemmia? No, è senso di giustizia.
Si può capire che il governo criminale di Netanyahu abbia bollato a lettere di fuoco la richiesta del procuratore del Tribunale Penale Internazionale dell’Aja di sottoporlo a giudizio per crimine di genocidio. Ogni imputato ha il diritto di difendersi e respingere accuse. (sedendo in tribunale e fornendo prove a proprio discarico, però, non rifiutando come illegittima l’azione penale). E’ inaudito ,invece, che a criticare aspramente il procuratore siano i rappresentanti di quegli Stati, primo fra tutti gli USA (che tra l’altro non riconoscono il Tribunale Penale Internazionale) che invece l’hanno colmato di elogi quando mise sotto accusa Putin per la deportazione di minori dall’Ucraina sotto attacco alla Russia. Eppure il genocidio è un crimine molto più grave della deportazione!
A questo punto sono quelli che, facendo d’ogni erba un fascio, confondono ebrei, israeliani e governo d’Israele, tacciando di antisemitismo ogni critica a quest’ultimo, a voler fare qualche capzioso distinguo. Quello che sta avvenendo nella Striscia di Gaza – dicono – non è genocidio, è una giusta ritorsione contro l’atroce atto terroristico compiuto da Hamas il 7 ottobre dell’anno scorso. E’ una guerra, e le guerre hanno sempre avuto effetti collaterali sui civili innocenti. Anzi, i civili innocenti sono spesso stati colpiti proprio per indurre il nemico alla resa. Si pensi al bombardamento di Dresda, una vera strage, e, ancor più, alle atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Si può parlare di genocidio solo se esiste un disegno criminale per annientare un intero popolo, o intere etnie, come intendeva fare Hitler. Non è il caso dei palestinesi di Gaza. Ma è proprio così?
Cominciamo col dire che Dresda, Hiroshima e Nagasaki non sono effetti collaterali, e neppure semplici espedienti per fiaccare il morale del nemico: sono atti criminali, anche se commessi da quelli che stavano dalla “parte giusta” (io direi da quella meno sbagliata). Anche la distruzione del Monastero di Montecassino fu un atto criminale. Anche il bombardamento di Milano dell’agosto 1943. La guerra è sempre un crimine, ma finché sono i soldati a morire è un conto, quando sono coinvolti anche i civili innocenti è un altro. Ammettiamo pure che a Gaza non si stia commettendo un genocidio, perché nessuno si prefigge di distruggere un intero popolo. Vogliamo chiamarla strage? Chiamiamola strage. Per i trentacinquemila civili palestinesi, fra cui molte donne e molti bambini, che hanno perso la vita, che sia una strage o un genocidio cambia poco o niente.
Comunque sia, rimane vero che, se Netanyahu è più contenuto nelle sue esternazioni, altri membri del suo governo, che si riconoscono nelle posizioni fondamentaliste di “Eretz Israel”, non hanno remore nel dichiarare che non vogliono uno Stato palestinese e che dei palestinesi si vogliono liberare. Come ci si libera di un popolo al quale non si vuol riconoscere come patria un territorio in cui ha vissuto per secoli? Sterminandolo o relegandolo in un territorio lontano. Ma territori disabitati dove si possa vivere non ce ne sono, e i palestinesi nessuno li vuole, neppure i fratelli arabi che hanno sempre sostenuto la loro causa per odio a Israele. E allora non resta che lo sterminio, che in questo caso è vero genocidio, in quanto premeditato. Si dice: Hamas (Hamas, non tutti i palestinesi!) vorrebbe fare lo stesso con gli israeliani. Può darsi, ma non è una giustificazione. D’altra parte, Allah è un dio guerriero e criminale come lo Elohim degli ebrei, detto anche Yahvè (Allah e Elohim sono praticamente lo stesso nome): quello che voleva lo sterminio di tutti i nemici, compresi gli animali, salvando soltanto qualche giovane donna da stuprare. Tantum religio potuit suadere malorum.
Se è vera una notizia che in Italia mi risulta essere stata riferita solo da Giancarlo Marcotti nel blog “Finanza in chiaro”, un’emittente privata israeliana, di solito molto informata e fededegna, avrebbe reso noto un documento riservatissimo dei Servizi segreti dell’esercito di Israele in cui è descritto, nei minimi particolare, l’attacco scatenato da Hamas il 7 ottobre 2023. A quando risale? A un anno e mezzo prima. L’ho sempre pensato che il 7 ottobre 2023 assomiglia un po’ troppo all’ 11 settembre 2001 e al 7 dicembre 1941.
Ognuno ne tragga le conclusioni che vuole. Io continuo a bestemmiare: il governo di Israele è un governo di criminali. Non è antisemitismo, con buona pace di Abba Eban.
Impostando qualche parola chiave, su Israele ho trovato solo un articolo del 2014 di Marcotti, in cui costui si scagliava contro quei cani assassini israeliani, senza specificare però che stavano reagendo con violenza ai razzi che i simpaticoni di Hamas sparavano loro in testa. Che genta strana, questi circoncisi, offendersi per uno scherzo così bello…
E’ quindi possibile avere il link di questo nuovo, recente, prezioso articolo di Giancarlo Marcotti in “Finanza in chiaro” ?
Il link al video dovrebbe essere questo: https://www.youtube.com/watch?v=NqA-ujd7qlk
Mah, un po’ poco, non si trova nulla di prima mano manco impostando keshet 12 + qualche key. Ricordo che Blondet ha detto più o meno le stesse cose del 9/11, ci ha scritto 2 libri sopra, ma nulla è cambiato, a parte forse le sue entrate. Insomma se dobbiamo rivedere le cose, che sia per qualcosa di solido, e non per evanescenti ectoplasmi di notizie.
Sarebbe poi anche interessante sapere se una banda di criminali assassini possa essere credibile come unico certificatore del numero delle vittime.
ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2024/05/31/hamas-aggiorna-a-36.284-il-bilancio-dei-morti-a-gaza_8fbf3c66-9fc9-4be5-b0d2-dc2e435b9e34.html
Toh, guarda, anche un Suo amico la pensa come me.
nicolaporro.it/il-vero-numero-dei-morti-a-gaza-la-fake-news-di-hamas-che-inganna-il-mondo/
Se poi c’è un “genocidio”, come mai non coinvolge anche i due milioni di arabi israeliani, che invece continuano a vivere e lavorare tranquillamente? che genocidio è? Senza contare poi che 30k di morti i veri genocidiari li facevano in un solo giorno di ordinaria follia (es. Babi Yar) e non in mesi di guerra.
Va bene, non è un genocidio, è uno sterminio. Su questo almeno siamo d’accordo? Per chi ci rimette la pelle cambia poco. Quanto a Nicola Porro, gli ho tolto il saluto da quel giorno che ha lodato il Mercato Capitalistico che ha compiuto il miracolo di regalarci un vaccino miracoloso nel giro di pochi mesi. “E’ una razza di liberali che aborro, perché non hanno nulla per meritarsi questo nome” (Bertrando Spaventa)
Quello che ha detto Porro lo ha detto paro-paro pure Paolo Guzzanti: altro lib da non salutare, allora.
Parlo per Lei, perchè io manco mi ricordo più che c’è stato il covid, se non fosse per qualcuno che continua a parlarne (qui e indoviniamo dove).
Per la cronaca (se è esatta): Paolo Guzzanti risulta essere stato esponente del partito socialista per ventiquattro anni. La sua appartenenza a Forza Italia nel 1994 deve conseguenzialmente essere ascritta alla quota craxiana di quel partito. Io non ho mai creduto ai social – liberalisti o ai liberalsocialisti. Ossimori politici che non giovano alla dialettica né alla comprensione dei fenomeni politici.
Sarebbe ora di archiviate dichiarazioni pro o contro vaccini e campagne d’odio reciproco vax – no vax. C’è stata una amnistia Togliatti per fatti molto più importanti e stiamo ancora qui a farci pippe mentali per ste menate.
Poi, per come la vedo io, i maggiori no vax il covid lo dovrebbero pure ringraziare: ha portato alla ribalta un mondo che mai avrebbe avuto tanta visibilità: da un piccolo mite imbranato (SP) promosso lìder maximo sul campo, ad una avvenente sbirra (NS) che se volesse oggi potrebbe fare come ridere cifre mensili a 5 zeri su OnlyFans,
E con ciò, buonanotte ai suonatori.
Il problema, caro Max, non è il Covid. E’ quello di un liberalismo, o sedicente tale, che non vede, o finge di non vedere, come il sistema economico dominante non ha nulla da spartire con il modello classico dell’economia di mercato. Per i Porro e i Guzzanti Capitalismo = Mercato= Libertà= Democrazia liberale. Di questo sistema i delinquenti di Big Pharma e i mercanti di cannoni, finanziati dai colossi dei fondi d’investimento come Black Rock con i risparmi degli ignari sottoscrittori, sono due possenti pilastri. Della qual cosa, i sullodati signori non hanno nulla da dire. Anzi, battono le mani quando, grazie all’appoggio del compiacente potere politico e alla propaganda di un sistema d’informazione completamente asservito, Pfizer e Astrazeneca e tutti gli altri della masnada si permettono di avvelenare il mondo, approfittando di una pseudo-pandemia che forse hanno contribuito a provocare. O quando i mercanti di cannoni nazionali producono armi da inviare all’Ucraina o a Israele, contribuendo all’incremento del PIL con il sostegno armato alle stragi degli innocenti. Se a loro sta bene così, altro che togliergli il saluto. D’altra parte, anche quando li salutavo, non facevo parte della loro consorteria. La mia idea di mercato è quella di Bastiat, secondo cui dove passano le merci non passano i cannoni. In Parlamento, sedeva all’estrema sinistra, con gli anarchici di Proudhon.