Don Giovanni

Bill Gates, un marxista come tanti

Lo sapevate che Bill Gates è un marxista Doc? Non fate quella faccia, ve lo dimostro subito. Ricordate quel che dice Marx a proposito del capitalismo? Che può prosperare solo grazie allo sfruttamento del lavoro, versando al lavoratore solo una parte del valore che produce, e rubandogli il resto. Però col passare del tempo la tecnologia sostituirà sempre più al lavoro umano le macchine, con due conseguenze: da un lato aumenterà la massa dei disoccupati, dall’altra, mutato il rapporto tra capitale fisso (macchine)) e capitale variabile(lavoratori), si avrà una caduta progressiva del saggio di profitto, perché lo sfruttamento può avvenire solo ai danni del capitale variabile, che si riduce gradualmente tendendo a zero. Quando la crisi sarà arrivata al culmine, potrà finalmente scoppiare la rivoluzione proletaria, che esproprierà la ricchezza dei capitalisti a favore del proletariato, dando l’avvio a un’epoca di abbondanza per tutti in un mondo senza più classi. Peccato che la teoria del valore-lavoro sia falsa: la tecnologia ha aumentato, non depresso i profitti. L’aveva già capito un marxista come Paul Sweezy, prima che l’esperienza lo dimostrasse.
Bill Gates crede, come tutti i tecnocrati, che le macchine possano essere intelligenti. Io non ci credo. Penso abbia ragione Popper (che non è l’ultimo deficiente) a dire che l’intelligenza artificiale è un ossimoro: se è artificiale non è intelligenza, se è intelligenza non è artificiale. Riprodurre in qualche modo i meccanismi del cervello umano non vuol dire riprodurre il pensiero. Il pensiero appartiene a un’altra dimensione. Negarlo, sarebbe come pretendere di spiegare l’esecuzione della Sonata di Beethoven “Hammerklavier” analizzando i movimenti dei martelletti azionati dai tasti sulle corde del pianoforte, negando la presenza del pianista: O credere che un computer possa operare col semplice hardware,facendo a meno del software. O che i termini di un qualsiasi linguaggio abbiano un significato coincidente col significante (il significato di “casa” non è qualcos’altro dai suoni che pronuncio, coincide con quei suoni medesimi). Si pensa di poter dotare le macchine di autocoscienza. Persino di sentimenti. A questo punto, anche di sessualità e di desiderio erotico. Ve l’immaginate una macchina che si innamora? Fosse anche più bella della donna più bella del mondo, parola di Don Giovanni, io non cederei alle sue grazie, neanche a pagarmi a peso d’oro. Meglio una bambola gonfiabile, che per lo meno non finge d’esser altro da una bambola (mi viene in mente la vecchia barzelletta di quel tale che, equivocando il significato di un cartello posto davanti a una macchina, “Questa sostituisce la donna”, infila il pisellino in un foro del marchingegno e lo tira fuori con attaccato un bottone…).

Bill Gates, invece, pensa che i robot siano esseri umani, lavoratori come quelli in carne ed ossa. Per questo propone di tassarli, al nobile scopo di usare i proventi di tale imposizione fiscale per sovvenire alle necessità dei lavoratori (in carne ed ossa) rimasti disoccupati a causa della tecnologia. Come si tassano i lavoratori in carne ed ossa, così si tassino i lavoratori d’acciaio. Giusto, no? Ma c’è qualcosa che non quadra. Se un lavoratore in carne ed ossa producendo 100 e riceve 80, viene tassato su 80; il capitalista sul rimanente 30 che gli ha rubato. Nel caso di un lavoratore d’acciaio, il lavoratore produce 100 ma non riceve niente, perché il capitalista gli ha rubato tutto il valore. Sarà il capitalista a dover essere tassato per 100, il lavoratore dovrebbe essere tassato per zero! Per il fisco non cambia nulla( è chiaro che, per semplificare, prescindo qui dai meccanismi del sistema fiscale progressivo).
Che senso ha, allora, tassare un lavoratore che guadagna zero? Naturalmente, sarebbe anche in questo caso il datore di lavoro a pagare al fisco il dovuto, con una ritenuta d’imposta a residuo zero. Ma questo aggraverebbe di molto il costo del lavoro, cosicché i profitti d’impresa tenderebbero anch’essi a zero. Ecco fatto! Da un lato i lavoratori di ferro mettono fuori mercato i lavoratori in carne ed ossa, dall’altro i profitti dei capitalisti si avvicinano progressivamente allo zero; e le condizioni per la rivoluzione proletaria si sono ristabilite.
Ergo, Bill Gates è un marxista Doc, molto più di Sweezy. Quod erat demonstrandum.

Giovanni Tenorio

Libertino