La legge di Say applicata alle puttane
Cari amici, ve la ricordate la legge di Say? Non arrossite se non l’avete mai conosciuta, è roba da economisti, anzi da storici dell’economia; quindi può anche darsi che qualche bocconiano DOC, con Master in qualche MIT degli Stati Uniti, non ne sappia nulla neanche lui, tutto immerso com’è nel vangelo keynesiano, unico libro sacro oggi riconosciuto. Niente paura, è una legge facile facile, che si può sintetizzare così: ogni offerta crea la sua domanda. Pensateci bene, pare quasi un’ovvietà. I telefoni cellulari, per fare un esempio, non sono stati prodotti in seguito a un’esigenza manifestata dai consumatori. Chi si sognava di desiderare telefoni da portare in tasca, solo una trentina d’anni fa? Invece a qualche spirito geniale è venuta la bella idea di inventarli, e ha avuto un successone; al punto che oggi anche i più sfigati degli sfigati magari dispongono di un solo paio di mutande, ma il cellulare non se lo fanno mancare: e, mi raccomando, ultimo modello! Lo stesso si dica per il computer, per i tablet, per gli smartphone, per gli e-book reader (chiedo scusa dei barbarismi, ma chi inventa battezza), per per tutto l’universo della fantasmagorica tecnologia che sta radicalmente cambiando le nostre vite: le offerte ci arrivano addosso, senza che nessuno di noi le abbia sollecitate, e si trasformano nel giro di poche settimane in esigenze imprescindibili, che si manifestano attraverso una crescente domanda di mercato.
Che ne direste voi se, per far cessare il furto di mobili antichi allo scopo di rivenderli sul mercato clandestino, si punissero i compratori lasciando stare i venditori? D’accordo, l’incauto acquisto va sanzionato, ma non per questo vanno lasciati stare i delinquenti che tale acquisto hanno proposto! Sono loro i principali colpevoli. Allo stesso modo sarebbe assurdo colpire i drogati per sconfiggere il mercato della droga, lasciando stare gli spacciatori, o punire i fumatori di tabacco per costringere le multinazionali del fumo a chiudere bottega. Cose da pazzi! – direbbero tutti. Invece per le puttane il caso è diverso. Loro non vanno colpite, e quindi, evidentemente, neppure i loro magnaccia, se ci sono. Vanno colpiti i clienti, così le puttane smettono di concederla a pagamento, e magari, ravvedendosi, vanno a far la suora; e i magnaccia, rimasti senza tangenti, devono anche loro cambiar mestiere. Ecco allora la proposta di legge 3890 del 9 giugno 2016, presentata alla Camera dei Deputati dall’onorevole Caterina Bini del PD. Manco a farlo apposta, ricalca molto da vicino un analogo provvedimento già approvato dai cugini francesi. E’ un destino del Bel Paese quello di imitare sempre la Francia in ciò che fa di più turpe. E’ diventato nazione copiando il modello accentrato e prefettizio di Napoleone, grazie alle mire egemoniche di una monarchia ciabattona alleatasi con rivoluzionari di tendenza giacobina, pronubo il genialissimo conte di Cavour. Ha messo a punto un sistema scolastico anch’esso rigido e accentrato come quello francese. E via di seguito. L’ultima bella trovata proveniente dalla dolce Francia è il canone radiotelevisivo nella bolletta elettrica. Pagare tutti per pagare meno! E intanto, le società elettriche hanno già ricaricato i costi dell’esazione sul prezzo al consumo dell’energia, anche se le quotazioni delle fonti energetiche, petrolio e gas, sono stazionarie o addirittura in calo.
Che cosa prevede la proposta dell’onorevole piddina? Con una modifica alla Legge 20 febbraio 1958 n. 75, passata alla Storia col titolo di “Legge Merlin” dal nome della proponente, lasciando invariato il crimine di sfruttamento della prostituzione e mantenendo la depenalizzazione del meretricio in sé, commina sanzioni da 2500 a 10.000 euro ai clienti delle prostitute colti in flagrante. In caso di recidiva, la pena pecuniaria viene replicata nella stessa misura, con l’aggiunta della carcerazione per la durata di un anno, a meno che l’interessato non chieda di sostituire quest’ultima con lavori di pubblica utilità.
Ho l’impressione che lo scopo di queste leggi non sia quello di sconfiggere lo sfruttamento. Basterebbe rendere pienamente legale il meretricio, come qualsiasi altra attività, per colpirne gli abusi. Nessuno propone di vietare la raccolta delle olive in Puglia perché qualche proprietario terriero criminale vi impiega braccianti clandestini, facendoli arrostire sotto il sole cocente e provocandone la morte. Anche in questo caso, basterebbe abrogare la clandestinità e colpire i criminali. La sociologia del diritto ci ha insegnato a distinguere, in tutte le leggi, la motivazione esplicita, quella che viene dichiarata alla presentazione e come preambolo, da quella occulta, che di solito è l’unica autentica. Ad esempio, un determinato prodotto straniero può essere sottoposto a regime doganale per proclamati motivi di sicurezza, mentre il vero scopo è quello di proteggere l’industria nazionale dalla concorrenza estera (i veri motivi della rabbiosa opposizione al trattato di liberalizzazione UE-USA (TTIP) sono di questa natura). Perché tanto accanimento contro i puttanieri? Perché ora che la Chiesa, finalmente, è diventata un po’ più larga di manica con i peccati della carne (seguendo, una volta tanto, l’esempio del suo fondatore che perdonò l’adultera), i cosiddetti laici sono diventati bigottoni. Parlano di sacralità del corpo femminile, che il maschietto arrapato violerebbe con atto sacrilego. Ma se la donna è consenziente? Niente da fare, quel che è sacro è sacro, evidentemente la donna non è padrona del proprio corpo. Ma allora chi ne è padrone? San Paolo sì che era coerente: lui diceva che se il corpo è di Cristo, l’unione con una prostituta è un’offesa a Cristo. Giustissimo, dal suo punto di vista, ma la legge umana non deve impicciarsene. L’adultera, di qua, è stata perdonata. Di là, saranno fatti suoi, e nessuna legge umana se ne deve dar pensiero.
” E’ una cosa talmente semplice, il fare all’amore… Che è poi l’amore, non ce n’è altro, tra un uomo e una donna… E’ come aver sete e bere. Non c’è niente di più semplice che aver sete e bere; esser soddisfatti nel bere e nell’aver bevuto; non avere più sete. Semplicissimo. Ma pensi se l’uomo avesse dedicato all’acqua, alla sete, al bere (per un diverso ordine della creazione e dell’evoluzione) tutto il sentimento, il pensiero, i riti, le legittimazioni e i divieti che ha dedicato all’amore: non ci sarebbe niente di più straordinario, di più prodigioso, del bere quando si ha sete… E in quanto alle prostitute: consideri se le migliori bevute che abbiamo fatto nella nostra vita non sono quelle a una fontanella all’angolo di una strada, al pozzo lungo lo stradale di campagna…”
Come farà la polizia a stabilire quando un rapporto è mercenario e quando no? Se una viene con me perché le offro un pranzo o un viaggio, è prostituzione? Come stabiliranno se ci amiamo oppure no? Come faranno a sapere se tra noi c’è rapporto di coppia? Ci spieranno anche in casa? I matrimoni di interesse saranno sanzionati? Per me il matrimonio non è altro che una forma di prostituzione legalizzata, dove a prostituirsi è la parte economicamente più debole. Sanzioniamo, dunque, ogni matrimonio. E per non farci mancare nulla, rendiamo la legge retroattiva. Multati anche Don Giovanni (o Donna Elvira, lo stabilirà il giudice), Tirso da Molina, Da Ponte, Mozart, Molière. E multiamo anche Leporello per favoreggiamento aggravato da catalogo. E all’onorevole proponente suggeriamo i versi (parafrasati ovviamente) di Francesco Maria Piave: Gran Dio, morir sì inutile/io che ho studiato tanto.