Don Giovanni

La legge di Say applicata alle puttane

Cari amici, ve la ricordate la legge di Say? Non arrossite se non l’avete mai conosciuta, è roba da economisti, anzi da storici dell’economia; quindi può anche darsi che qualche bocconiano DOC, con Master in qualche MIT degli Stati Uniti, non ne sappia nulla neanche lui, tutto immerso com’è nel vangelo keynesiano, unico libro sacro oggi riconosciuto.  Niente paura, è una legge facile facile, che si può sintetizzare così: ogni offerta crea la sua domanda. Pensateci bene, pare quasi un’ovvietà. I telefoni cellulari, per fare un esempio, non sono stati prodotti in seguito a un’esigenza manifestata dai consumatori. Chi si sognava di desiderare telefoni da portare in tasca, solo una trentina d’anni fa? Invece a qualche spirito geniale  è venuta la bella idea di inventarli, e ha avuto un successone; al punto che oggi anche i più sfigati degli sfigati magari dispongono di un solo paio di mutande, ma il cellulare non se lo fanno mancare: e, mi raccomando, ultimo modello! Lo stesso si dica per il computer, per i tablet, per gli smartphone, per gli e-book reader (chiedo scusa dei barbarismi, ma chi inventa battezza),  per  per tutto l’universo della fantasmagorica tecnologia che sta radicalmente cambiando le nostre vite: le offerte ci arrivano addosso, senza che nessuno di noi le abbia sollecitate, e si trasformano nel giro di poche settimane in esigenze imprescindibili, che si manifestano attraverso una crescente domanda di mercato.

Probabilmente è avvenuto così anche per il mercato del sesso. Non penso che possa far eccezione alla legge di Say. Pensateci bene. L’incontro volontario e gratuito tra un maschio e una femmina, ma anche tra due maschi o fra due femmine, condito o no da una motivazione sentimentale, sfugge a ogni considerazione economica. E’ un dono reciproco, e non è mai ben chiaro chi dei due soggetti sia il primo ad avanzare la proposta. E poi, visto che non c’è di mezzo denaro, chi vende e chi compra? Non c’è compravendita, non c’è transazione economica. La scienza triste non ci può metter becco. Prendiamo invece un povero sfigato, nel senso tecnico, questa volta, de termine, che per la sua timidezza, per il suo aspetto poco attraente o per mille molti motivi non è in grado di allacciare rapporti erotici gratuiti e consensuali. Non sarà certamente lui ad abbordare una donnina spregiudicata per offrirle denaro in cambio di una prestazione, con il rischio di prendersi uno schiaffo o un calcio negli zebedei, che glieli mette fuori uso per tutta la vita. Sarà piuttosto la donnina spregiudicata a lusingarlo, offrendosi per denaro. In somma: ci sono i puttanieri perché ci sono le puttane, e non viceversa.
Sembrano non pensarla così le anime candide del Consiglio d’Europa, che con una dichiarazione dell’8 aprile 2014 hanno espresso l’invito a colpire la prostituzione non criminalizzando l’offerta, bensì la domanda. Se non ci fossero i puttanieri – pensano – non ci sarebbero le puttane. Questa è bella! Avete mai visto un maschietto assetato di sesso andar da una donna e proporle: “Vuoi far la puttana con me? Ti do una bella sommetta”. Il maschietto assetato di sesso trova le puttane già belle e pronte, e vogliose di contrattare la loro prestazione. L’offerta precede la domanda! Direte voi: ma ci sono anche i magnaccia che costringono le donne a prostituirsi, approfittando del loro stato di povertà morale e materiale. Vero, questa è criminalità, è una forma di schiavitù che va combattuta severamente, ma anche in questo caso si dimostra che l’offerta viene prima della domanda. Non è il cliente a chiedere al magnaccia di far prostituire le donnine, è il magnaccia che prende l’iniziativa e offre la sua merce sul mercato.

Che ne direste voi se, per far cessare il furto di mobili antichi allo scopo di rivenderli sul mercato clandestino, si punissero i compratori lasciando stare i venditori? D’accordo, l’incauto acquisto va sanzionato, ma non per questo vanno lasciati stare i delinquenti che tale acquisto hanno proposto! Sono loro i principali colpevoli. Allo stesso modo sarebbe assurdo colpire i drogati per sconfiggere il mercato della droga, lasciando stare gli spacciatori, o punire i fumatori di tabacco per costringere le multinazionali del fumo a chiudere bottega. Cose da pazzi! – direbbero tutti. Invece per le puttane il caso è diverso. Loro non vanno colpite, e quindi, evidentemente, neppure i loro magnaccia, se ci sono. Vanno colpiti i clienti, così le puttane smettono di concederla a pagamento, e magari, ravvedendosi, vanno a far la suora; e i magnaccia, rimasti senza tangenti, devono anche loro cambiar mestiere. Ecco allora la proposta di legge 3890 del 9 giugno 2016, presentata alla Camera dei Deputati dall’onorevole Caterina Bini del PD. Manco a farlo apposta, ricalca molto da vicino un analogo provvedimento già approvato dai cugini francesi. E’ un destino del Bel Paese quello di imitare sempre la Francia in ciò che fa di più turpe. E’ diventato nazione copiando il modello accentrato e prefettizio di Napoleone, grazie alle mire egemoniche di una monarchia ciabattona alleatasi con rivoluzionari di tendenza giacobina, pronubo il genialissimo conte di  Cavour. Ha messo a punto un sistema scolastico anch’esso rigido e accentrato come quello francese. E via di seguito. L’ultima bella trovata proveniente dalla dolce Francia è il canone radiotelevisivo nella bolletta elettrica. Pagare tutti per pagare meno! E intanto, le società elettriche hanno già ricaricato i costi dell’esazione sul prezzo al consumo dell’energia, anche se le quotazioni delle fonti energetiche, petrolio e gas, sono stazionarie o addirittura in calo.

Che cosa prevede la proposta dell’onorevole piddina? Con una modifica alla Legge 20 febbraio 1958 n. 75, passata alla Storia col titolo di “Legge Merlin” dal nome della proponente, lasciando invariato il crimine di sfruttamento della prostituzione e mantenendo la depenalizzazione del meretricio in sé, commina sanzioni da 2500 a 10.000 euro ai clienti delle prostitute colti in flagrante. In caso di recidiva, la pena pecuniaria viene replicata nella stessa misura, con l’aggiunta della carcerazione per la durata di un anno, a meno che l’interessato non chieda di sostituire quest’ultima con lavori di pubblica utilità.

Permettetemi di ridere. Una legge del genere mi induce a diventare puttaniere anche se non lo sono mai stato. Non ne ho mai avuto bisogno, perché a me le donne piace sedurle, non comprarle. Anzi, a dire il vero, mi piace esser sedotto da loro. Il catalogo di Leporello, a volerlo leggere bene, è il catalogo delle donne che hanno sedotto me. Donna Elvira è stata così astuta che è riuscita addirittura a diventare mia moglie. Ma per fare uno sberleffo all’onorevole Bini diventerò puttaniere, come per farlo a chi ha messo fuori legge gli OGM coltivo OGM a tutto spiano. Anche la droga, a differenza del vino, non mi ha mai attirato, ma alla faccia dei proibizionisti ogni tanto qualche spinello me lo fumo anch’io; e forse prima o poi mi metterò a vendere clandestinamente droga pulita. Non stupitevi quindi se fra poco darò l’incarico a Leporello di redigere anche un catalogo delle puttane che mi hanno proposto con successo una transazione sessuale.

Ho l’impressione che lo scopo di queste leggi non sia quello di sconfiggere lo sfruttamento. Basterebbe rendere pienamente legale il meretricio, come qualsiasi altra attività, per colpirne gli abusi. Nessuno propone di vietare la raccolta delle olive in Puglia perché qualche proprietario terriero criminale vi impiega braccianti clandestini, facendoli arrostire sotto il sole cocente e provocandone la morte. Anche in questo caso, basterebbe abrogare la clandestinità e colpire i criminali. La sociologia del diritto ci ha insegnato a distinguere, in tutte le leggi, la motivazione esplicita, quella che viene dichiarata alla presentazione e come preambolo, da quella occulta, che di solito è l’unica autentica. Ad esempio, un determinato prodotto straniero può essere sottoposto a regime doganale per proclamati motivi di sicurezza, mentre il vero scopo è quello di proteggere l’industria nazionale dalla concorrenza estera (i veri motivi della rabbiosa opposizione al trattato di liberalizzazione UE-USA (TTIP) sono di questa natura). Perché tanto accanimento contro i puttanieri? Perché ora che la Chiesa, finalmente, è diventata un po’ più larga di manica con i peccati della carne (seguendo, una volta tanto, l’esempio del suo fondatore che perdonò l’adultera), i cosiddetti laici sono diventati bigottoni. Parlano di sacralità del corpo femminile, che il maschietto arrapato violerebbe con atto sacrilego. Ma se la donna è consenziente? Niente da fare, quel che è sacro è sacro, evidentemente la donna non è padrona del proprio corpo. Ma allora chi ne è padrone? San Paolo sì che era coerente: lui diceva che se il corpo è di Cristo, l’unione con una prostituta è un’offesa a Cristo. Giustissimo, dal suo punto di vista, ma la legge umana non deve impicciarsene. L’adultera, di qua, è stata perdonata. Di là, saranno fatti suoi, e nessuna legge umana se ne deve dar pensiero.

Quando diventano bigotti, i laici sono di gran lunga peggio dei preti. Avete presente il ragionamento di don Gaetano, il luciferino gesuita dell’indimenticabile romanzo “Todo modo” di Leonardo Sciascia? Il suo sì era un ragionamento coi fiocchi. Ve lo ricordate? Ve ne rinfresco io la memoria:

” E’ una cosa talmente semplice, il fare all’amore… Che è poi l’amore, non ce n’è altro, tra un uomo e una donna… E’ come aver sete e bere. Non c’è niente di più semplice che aver sete e bere; esser soddisfatti nel bere e nell’aver bevuto; non avere più sete. Semplicissimo. Ma pensi se l’uomo avesse dedicato all’acqua, alla sete, al bere (per un diverso ordine della creazione e dell’evoluzione) tutto il sentimento, il pensiero, i riti, le legittimazioni e i divieti che ha dedicato all’amore: non ci sarebbe niente di più straordinario, di più prodigioso, del bere quando si ha sete… E in quanto alle prostitute: consideri se le migliori bevute che abbiamo fatto nella nostra vita non sono quelle a una fontanella all’angolo di una strada, al pozzo lungo lo stradale di campagna…”

Avete capito? Altro che sacralità del corpo!

Giovanni Tenorio

Libertino

Un pensiero su “La legge di Say applicata alle puttane

  • Alessandro Colla

    Come farà la polizia a stabilire quando un rapporto è mercenario e quando no? Se una viene con me perché le offro un pranzo o un viaggio, è prostituzione? Come stabiliranno se ci amiamo oppure no? Come faranno a sapere se tra noi c’è rapporto di coppia? Ci spieranno anche in casa? I matrimoni di interesse saranno sanzionati? Per me il matrimonio non è altro che una forma di prostituzione legalizzata, dove a prostituirsi è la parte economicamente più debole. Sanzioniamo, dunque, ogni matrimonio. E per non farci mancare nulla, rendiamo la legge retroattiva. Multati anche Don Giovanni (o Donna Elvira, lo stabilirà il giudice), Tirso da Molina, Da Ponte, Mozart, Molière. E multiamo anche Leporello per favoreggiamento aggravato da catalogo. E all’onorevole proponente suggeriamo i versi (parafrasati ovviamente) di Francesco Maria Piave: Gran Dio, morir sì inutile/io che ho studiato tanto.

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