Don Giovanni

“Corruptissima re publica, plurimae leges”

“Corrruptissima re publica, plurimae leges”, quando lo Stato era del tutto marcio, le leggi si moltiplicavano. Tacito parlava dei tempi delle guerre civili a Roma, ma la massima vale per ogni epoca. E’ chiaro che l’ordinamento giuridico di una società moderna deve essere più complesso di quello dei tempi passati, quando la vita era più semplice, i rapporti umani più immediati, l’economia più statica, le innovazioni tecnologiche più lente. Rimane vero però che anche per il sistema delle leggi dovrebbe valere sempre quello che, sul piano epistemologico, si chiama “rasoio di Occam”: non sunt multiplicanda entia sine necessitate. Inutile, anzi spesso dannoso, introdurre nuovi princìpi laddove non sono necessari. Sostituiamo “princìpi'” con “norme” e il gioco è fatto. 

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Don Giovanni

Peccato non rubare

“Rubare agli altri è peccato, ma a lei, è peccato non rubare”. Così, alla fine della pestilenza (qualcosa di un po’ più grave della cosiddetta “pandemia” che ci siamo lasciati alle spalle) l’arguta Perpetua rimbecca il povero don Abbondio che, pur essendo a conoscenza delle persone che hanno fatto man bassa dei suoi averi approfittando dello sfollamento alla calata dei Lanzichenecchi, si guarda bene dal pretendere la restituzione del mal tolto, per amore del quieto vivere.

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Don Giovanni

Aggredire l’aggressore

Non sto a ripercorrere il suo dottissimo argomentare, ricco di esempi concreti e di considerazioni giuridiche degne del massimo rispetto, e vengo all’essenziale. Cassese parte proprio anche lui dal parallelismo tra la legittima difesa nei rapporti fra privati e il diritto a contrastare con le armi un attacco bellico nei rapporti fra Stati. Se io, per difendere un cittadino aggredito da un malfattore, corro in suo aiuto usando la forza fisica, compio un’azione non solo lecita, ma addirittura meritoria. Non importa che l’aggredito sia amico mio oppure no.Così è nel caso di conflitti fra Stati: anche se la Costituzione ripudia le guerra, soccorrere con le armi un Paese aggredito si può, e forse moralmente si deve. Non importa, come nel caso dell’Ucraina, che il Paese aggredito non faccia parte di un trattato internazionale, come la NATO, che impegna i partecipanti a intervenire militarmente quando uno dei membri subisca un’aggressione. 

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Don Giovanni

Non posso non dirmi cristiano.

Come potrei non credere in Dio io che ho conosciuto l’inferno? Certo, il mio Dio è un po’ diverso da quello che predicano i preti. Se religione è ricerca dell’Infinito, anch’io a mio modo cerco l’Infinito.Lo cerco nelle donne.Mi sembra di averlo trovato tutte le volte che riesco a sedurne una, ma rimango sempre deluso.E’ per questo che la lista di Leporello non finisce mai.Forse potrebbe finire nel momento in cui trovo Dio.Che Dio sia una bellissima donna, quella che si può soltanto sognare? Ma allora Dio è soltanto un sogno? Io spero di no. Vedete, cari amici che mi considerate un ateista, che sotto sotto sono più religioso di voi?

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