Don Giovanni

Il fine non giustifica il mezzo

Il fine non giustifica mai i mezzi. Non lo diceva neppure Machiavelli, anche se la vulgata gli attribuisce tale infame massima. Tra l’altro, il suo era un discorso molto sofisticato, riferito all’alta politica, sulla base di una visione del tutto pessimistica della natura umana. E’ dubbio che anche nella “Mandragola”, la più bella commedia del Cinquecento italiano, il Segretario Fiorentino voglia tessere l’elogio dell’inganno, in omaggio all’intelligenza dei mariuoli e in spregio alla dabbenaggine dei babbei. La critica è divisa, e allo spettatore il problema non interessa più di tanto: la cosa che più conta, nelle opere creative, è il risultato artistico, che qui è eccelso. Parlando in generale, aveva ragione Benedetto Croce. La questione è mal posta. Se un fine è illecito, è illecito anche il mezzo. Ma è vero anche il contrario: se un mezzo è illecito, rende illecito anche il fine. Prendiamo il caso della legittima difesa. Se uno toglie la vita a un altro che lo aggredisce perché è l’unico mezzo per difendere la propria, non è che un atto in sé illecito (l’omicidio) dfiventi lecito per la nobiltà del fine. Semplicemente, qui l’omicidio in sé non è reato. Fra i difensori dello Stato (non io!) non si continua a dire che la guerra per legittima difesa è un atto dovuto? “La difesa della patria è sacro dovere del cittadino”, recita la Costituzione più bella del mondo. Chi avrebbe il coraggio di affermare che ,in questo caso, il soldato che spara al nemico è un omicida? Forse qualche pacifista gandhiano, che, sia ben chiaro, ha tutto il mio rispetto. Inviare armi a Zelensky significa essere complici di un omicida? Soltanto a dirlo, si verrebbe fucilati ( e forse anche in questo caso qualcuno direbbe che il fine giustifica i mezzi, a dispetto di Cesare Beccaria).Io penso di sì, come è un omicida Putin. La guerra di aggressione è un delitto, senza giustificazioni. Ma è un delitto anche rinunciare alla diplomazia per puntare su una resistenza destinata al fallimento, sacrificando la vita di tanti innocenti. Il resto è retorica. Anche se i fini fossero nobilissimi (il che non è), quello che gli Usa, la NATO, l’Europa stanno facendo è semplicemente infame, allo stesso modo di quello che sta facendo Putin.

Lungi da me il proposito, qui, di riprendere il discorso sulla guerra in Ucraina, sulla quale mi sono già soffermato fin troppo. Mi si permetta di scendere ad argomenti più terra-terra. L’idea che la violenza possa essere giustificata per nobili motivi alligna tra gli esponenti di una certa sinistra. Anche quando non viene esposta in modo esplicito, sotto sotto viene condivisa. Al tempo della contestazione studentesca sessantottina era buona cosa prendere a legnate un poliziotto perchè difensore di un sistema rtitenuto bieco e ingiusto.Dopo la cosiddetta “battaglia di Valle Giulia” fece scalpore lo scritto di Pier Paolo Pasolini che, sempre contro-corrente, si schierava dalla parte dei poliziotti. In nome della lotta contro il Capitalismo e le Multinazionali le Brigate Rosse fecero quel che sappiamo, uccidendo molti innocenti solo perché ritenuti servi del sistema. Io mi dichiaro anarchico, ma non ho alcuna simpatia per Gaetano Bresci, al quale pure da qualche parte in Italia, se non vado errato, sono dedicate strade e piazze. Il re aveva le sue gravi responsabilità per i fatti di Milano del 1898, l’onorificenza da lui  concessa a Bava Beccaris era un atto deplorevole, ma l’attentato di Monza, conclusosi tragicamente, era una vendetta dal valore puramente simbolico e dalle conseguenze addirittura negative per la causa anarchica: tant’è vero che molti anarchici lo deplorarono. Ma sarebbe stato un atto infame anche se non avesse avuto conseguenze; anche se avesse avuto esiti positivi.

Io credo che un ordinamento penale non debba mai riconoscere attenuanti per un delitto se compiuto in presenza di una presunta “nobile causa”, come invece anche l’ordinamento italiano riconosce. Sulla base di quali principi una causa diventa “nobile”? Principi morali, o moralistici, che nulla hanno che fare con il Diritto. Tra l’altro, quel che oggi è comunemente ritenuto nobile, domani può essere considerato ignobile. Vi ricordate il “delitto d’onore”? Fino all’anno 1981 era previsto dal Codice Penale italiano, quello redatto dal guardasigilli Rocco al tempo del Fascismo e purtroppo, con tanti rappezzi, ancora in vigore. Se uno uccideva per un tradimento amoroso, la pena era di molto attenuate rispetto a quella per un normale omicidio. Oggi una simile giustificazione ci fa orrore, un tempo non era così.Uccidere per punire un’offesa al proprio onore era considerata una “nobile causa”. Non solo nel Codice fascista, ma anche in quello dell’Italietta liberale di Giuseppe Zanardelli.

In questi giorni si è tanto parlato di quel che è successo a Firenze, dove alcuni sedicenti “ambientalisti” hanno imbrattato la facciata di Palazzo Vecchio per protestare contro i danni che, a loro dire, le scelte politiche di chi governa il mondo infliggerebbero agli equilibri naturali, provocando, tra l’altro, cambiamenti climatici irreversibili. Nobile causa? Si direbbe di sì, se non fosse che la questione dei cambiamenti climatici è molto controversa, ed è tutto da dimostrare che siano dovuti all’azione umana. In passato, sono avvenuti già molte volte, in epoche in cui la civiltà industriale, oggi messa sotto accusa per le sue presunte malefatte, era ancora di là da venire. Si parla tanto di siccità. Franco Battaglia, in un suo articolo, dimostra, grafici alla mano, che anche in Italia momenti di persistente siccità come quello che ora lamentiamo si sono già avuti  in epoca non molto lontana: degli ultimi cento anni  il meno piovoso è stato il 1944, quando le emissioni di gas serra erano nella norma. Ma facciamo finta che la Gretina e i suoi seguaci – che hanno il torto, come dice sempre Battaglia, accomunando nella critica anche l’illustre Presidente della Repubblica per il suo discorso a Nairobi, di parlare senza prima aver studiato – abbiano ragione. Questo giustificherebbe l’imbrattamento delle opere d’arte? La neo-segrertaria del PD, Elly Schlein, sembrerebbe pensare di sì. Non che approvi in modo esplicito gli autori dei danneggiamenti a Palazzo Vecchio, però ci tiene a riconoscere che, se il mezzo può sembrare deprecabile, è motivato da una causa nobile, e ha almeno il merito di attirare l’attenzione su un problema molto grave, in linea con quanto certificato dalla Scienza.

Ah, la Scienza, la Scienza! Ma quale Scienza, verrebbe voglia di chiedere. Quella stessa Scienza nel cui nome, con la scusa di una “pandemia” in gran parte inventata,  sono state perpetrate le più infami violazioni delle libertà? Ora i nodi stanno venendo al pettine, si sta svelando quali cause tutt’altro che nobili stanno dietro le affermazioni di tanti presunti “scienziati” e le scelte di tante autorità politiche che ad essi pretendevano di far riferimento. La grande stampa nazionale, per essere stata complice di tante malefatte, ne parla poco, mentre le notizie che in merito si susseguono dovrebbero occupare le prime pagine di tutti i quotidiani ed essere poste ad apertura di tutti i notiziari radiotelevisivi. Siamo stati in balia di delinquenti e di idioti :i secondi forse più pericolosi dei primi, perché con i mentecatti non si può ragionare. Avete presente la Ronzulli, che non appena qualcuno metteva in dubbio l’efficacia e la sicurezza dei “vaccini” anti-Covid si metteva a strillare?  Di  questa Scienza, che Scienza non è, ma una sua caricatura, non sappiamo che farcene.

Se continua a rimanere su questa linea, non so che fine potrà fare il PD. Non so quanto la gente comune potrà condividerne certi atteggiamenti. Pazienza quando (vi ricordate? Ormai è passato un bel po’ di tempo) un’assessora del Comune di Milano (Rozza mi pare si chiamasse:nomen omen) per protestare contro un’auto in divieto di sosta, mentre lei era intenta al nobile compito di ripulire i muri cittadini dalle sconcezze dei graffitari, pensò bene di imbrattare il veicolo con la vernice che aveva a disposizione? Anche in quel caso si sarebbe potuto dire: “Il fine giustifica i mezzi!” Ma si sarebbe anche potuto replicare: “Certo, però anche i graffitari hanno i loro nobili fini. Protestano magari  per ragioni condivisibili. Qualcuno pretende di essere un artista.Vogliamo distruggere le opere d’arte? Se un Raffaello dipingesse una Madonna sulla facciata della tua casa, senza il tuo permesso, tu avresti il coraggio di distruggerla?”.

Sono ragionamenti che ogni tanto si sentono. Certo, cancellare i graffiti è uno sfregio all’arte, imbrattare Palazzo Vecchio è segno di responsabilità in difesa della Natura violata. Stiamo portando il cervello all’ammasso.

Giovanni Tenorio

Libertino

2 pensieri riguardo “Il fine non giustifica il mezzo

  • “Se un Raffaello dipingesse una Madonna sulla facciata della tua casa, senza il tuo permesso, tu avresti il coraggio di distruggerla?”

    Rivolgendomi ad un classicista per di più gentiliano è doverosa la domanda: vale anche un moderno aggiornamento o deve essere proprio un Sanzio old version?
    Perchè un Raffaello 2.0 è già passato, ma a Roma è stato cancellato da due noti poltronari incapaci quali Carraro e Rutelli. Se avessero trasferito i murales all’interno di una galleria, l’Urbe avrebbe guadagnato qualche milione di euro.

    twixnmix.tumblr.com/post/649992598066544640/keith-haring-creating-a-mural-at-the-palazzo-delle

    E non andò molto meglio col “settore privato”: lo stesso 2.0 “imbrattò” una Vespa parcheggiata fuori da una discoteca: il proprietario all’uscita bestemmiò e la portò dal carrozziere. Avrebbe potuto vivere da pascià vendendola al prezzo che voleva. In entrambi i casi, l’ignoranza in materia ha generato mostri. Non vi era proprio nessun cervello, manco per l’ammasso.

  • Chi sarebbe il classicista gentiliano? Qui non ce ne sono. I miei maestri sono i teorici della “pura visibilità”, di cui in Italia l’esponente più prestigioso è stato Matteo Marangoni. Quanto all’arte d’avanguardia, condivido del tutto la prefazione al saggio “Il crudo e il cotto” di Levi-Strauss. Gentile in tutto questo c’entra come i cavoli a merenda.

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