Don Giovanni

L’orticaria

Ricordate nel “Gattopardo” (mi riferisco tanto al capolavoro di Tomasi di Lampedusa quanto alla riduzione cinematografica di Luchino Visconti) il colloquio tra il cavalier Chevalley di Monterzuolo e il Principe di Salina? Chevalley comincia la sua perorazione, nel tentativo, poi risultato infelice, di convincere l’interlocutore ad accettare la nomina a Senatore del Regno, con un bel lapsus, cui cerca subito di porre rimedio: “Dopo la felice annessione… volevo dire, dopo la fausta unione, della Sicilia al regno di Sardegna… “. Come direbbero i veneti, “pezo el tacon del buso”, quel ch’è detto è detto e “voce dal sen fuggita più richiamar non vale”. Sì, annessione, proprio annessione, a dispetto della “volontà popolare” espressa da quei plebisciti la cui credibilità è messa alla berlina in altri momenti della narrazione.  In ogni caso, annessione o unione, le cose sarebbero andate come prevedeva il Principe. Tutto sarebbe cambiato perché tutto rimanesse come prima. Buone le intenzioni, ma troppo tardi. Forse – ma questo lo aggiungo io, vedete come sono presuntuoso – se il disegno di Federico II di Svevia non fosse stato frustrato dai maneggi del Papato, la Sicilia, dove lo “Stupor mundi” teneva la sua corte, sarebbe stata il fulcro di un Regno d’Italia in cui il Sud avrebbe conquistato il Nord, a dispetto della rinata Lega Lombarda. Settecento anni dopo sarebbe stato il Nord a conquistare il Sud, ad opera di una monarchia ciabattona. Sia detto senza nostalgie neoborboniche, sia ben chiaro.Chissà se la professoressa Donatella Di Cesare, quando ha parlato di “annessione” alla NATO di Svezia e Finlandia, l’ha detto di proposito o è incorsa anche lei in un lapsus (uno scherzetto con cui l’inconscio rivela quello che veramente pensiamo, alla faccia di tutte le ipocrisie). Se è stato un lapsus, ha fatto bene a non correggersi. Voleva dire “aggregazione”? Sarebbe stato molto più politicamente corretto, ma la sostanza rimane la stessa. Non le sono mancate le rampogne, non ultima quella dell’ormai insopportabile Aldo Grasso sul “Corriere della sera”, che ha invitato l’esimia docente di Filosofia a ritornare sui libri, per imparare che cosa significa precisamente “annettere”. Questioni di lana caprina. Certo, i governi di Svezia e Finlandia chiedono di entrare nella NATO. E’ anche la volontà dei popoli (ammesso e non concesso che i popoli abbiano una volontà. Diciamo meglio: è anche la volontà della maggioranza dei due popoli)? Bisognerebbe ricorrere a un plebiscito. Oggi si chiamano referendum. O forse bastano i sondaggi delle agenzie specializzate. Ma siamo proprio sicuri che la maggioranza degli svedesi e dei finlandesi abbiano tanta paura dell’orso russo? Forse, se venissero chiamati alle urne per esprimere il loro parere, accetterebbero le pressioni e le giustificazioni dei loro governi. Così come le plebi della Sicilia votarono in massa Sì all’annessione al Regno sabaudo (e i pochi No furono fatti scomparire). Sento già le rancorose obiezioni: paragonare gli evoluti cittadini di Svezia e Finlandia alle plebi della Sicilia borbonica? La capacità di manipolazione di chi governa rimane la stessa, tanto se si ha che fare con plebi incolte quanto con cittadini dotati di una buona istruzione. Come fece il governo Wilson a convincere i cittadini degli USA , che non volevano saperne di entrare nel primo conflitto mondiale, dell’opportunità di prendere le armi a fianco delle potenze europee contro gli Imperi Centrali? Facendo credere che fosse un dovere combattere nella lontana Europa per salvare la democrazia. La giustificazione fu presa per buona e l’opinione pubblica, grazie anche alle campagne di stampa, cambiò bandiera: sì alla guerra! Quante volte, da allora, è stata tirata in ballo la difesa della democrazia per giustificare gli attacchi a Paesi sovrani? E’ capitato in occasione dell’attacco all’Iraq. Sappiamo qual era il vero motivo. A crederci ancora, o a fingere di crederci, rimane Beppe Severgnini lo zazzeruto . Voglio sperare che finga, altrimenti è lecito dubitare delle sue doti mentali. Annessione o aggregazione, l’entrata di Svezia e Finlandia nella NATO non porterebbe nulla di buono. Non si prenda come giustificazione l’aggressività della Russia di Putin. Nessuno vuol giustificare l’aggressione all’Ucraina (anche se il pretesto della denazificazione e dell’aiuto militare alle popolazioni russofone oppresse dal governo di Kiev non è molto diverso da quello di esportare la democrazia), ma è indubbio che Putin si è mosso proprio perché, contravvenendo a quanto era stato anche formalmente promesso, la NATO non è rimasta ferma sulle posizioni territoriali che occupava al tempo della guerra fredda, ma si è spinta molto avanti, fino a lambire i confini dell’attuale territorio russo.  Per motivi di deterrenza? Putin l’ha visto come un atto aggressivo. Ha tutti i torti? Se io non ti dimostro alcuna ostilità ma tu mi punti una pistola, ho ben diritto di temere che le tue intenzioni non siano del tutto pacifiche. Aveva ragione Sergio Romano quando diceva che, caduto il sistema sovietico, la NATO doveva almeno ridimensionarsi. Io, se potessi farla sparire premendo un tasto, lo farei subito. E premendo un altro tasto farei sparire anche questa Unione Europea, che sta combinando un guaio dopo l’altro. Non lo farei certo per nostalgia della sovranità italica. Italica, europea o mondiale, la parola “sovranità”, a un anarchico come me fa venire l’orticaria.

Giovanni Tenorio

Libertino