Don Giovanni

Pezo el tacon del buso

La ministra (sic!) dell’istruzione Valeria Fedeli scrive (sic!) una lettera al “Corriere” per ribadire il suo impegno di rafforzare e approfondire lo studio della Storia nella scuola pubblica. Cita Benedetto Croce, forse sentendosi orgogliosa di essere, dopo di lui, il primo titolare del prestigioso dicastero che non può esibire un diploma di laurea. Bastasse non avere avere una laurea per essere come il filosofo di Pescasseroli! Il quale, tra l’altro, scriveva benissimo, e usava con perizia i congiuntivi: non come la ministra, che dice, a un certo punto: “Sarebbe opportuno che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche, ma prosegua…”

Viene subito rimbeccata da qualcuno. Fosse un pochino più intelligente e istruita, risponderebbe ironicamente, “Ma sì, è una licenza stilistica, una variatio…”, invece tira in ballo il suo povero portavoce Simone Collini, che si assume la responsabilità dell’errore dicendo di aver tagliato, per ragioni di spazio, e riadattato un testo originariamente corretto.

Che cosa diceva l’Ur-Text? Così:” Sono convinta che lo studio della Storia debba proseguire…” Ma questo è un altro strafalcione. Se uno è convinto, deve usare nella subordinata l’indicativo, che è il modo della certezza, non il congiuntivo, che è quello del dubbio e della possibilità: “Sono convinta che deve proseguire”. Evidentemente le convinzioni della ministra sono molto fragili. C’è di peggio: proseguendo nelle sue giustificazioni, il povero galoppino incorre in un altro errore; dice che nella frase incriminata il modo verbale è un congiuntivo esortativo. Rido per non piangere: ma dove ha studiato il signor Collini? Per riparare un disastro ne ha combinati altri due. Complimenti! In Veneto dicono: “Pezo el tacon del buso”.

Qualche giorno dopo la signora ministra, parlando in pubblico con un bel foglio davanti (come fanno tutti i politici e anche il Santo Padre), promette “percorsi di assistenza sempre più migliori per studenti e studentesse”. Chi l’ha scritto il discorso che sta leggendo? Lei? Il solito galoppino Collini? Complimenti ancora una volta.

Non si potrebbe dare un’immagine migliore, anzi più migliore, dello sfacelo in cui versa l’Italia.

Giovanni Tenorio

Libertino