Non v’ha bella che resista, alla vista di un cimiero
O che bella notizia! Non avrei mai pensato di avere un rivale nientemeno che nell’Arma dei Carabinieri! Io non sono mai stato amico delle cosiddette Forze dell’Ordine, anche se vi devo confessare che mi è capitato di avere, più di una volta, rapporti cordiali con qualcuno di loro. Non sono sempre così ottusi come si dice. Al contrario, ci sono anche persone in gamba. Forse vi ricorderete che quel babbeo di Don Ottavio, dopo aver più volte giurato di vendicare l’onta da me inflitta alla sua povera Donn’Anna facendo scorrere il mio sangue, si rassegna a fare un esposto alla pubblica autorità: “Dopo eccessi sì enormi,/ dubitar non possiam che Don Giovanni / non sia l’empio uccisore / del padre di Donn’Anna. In questa casa/ per poche ore fermatevi: un ricorso/ vo’ far a chi si deve, e in pochi istanti 7 vendicarvi prometto. / Così vuole dover, pietate, affetto”. Povero mentecatto! che grande vendetta andare a fare un esposto dai Carabinieri! Così fanno i borghesucci, non i nobili, quale lui si pregia di essere. Per piegare me ci vuol altro che i Carabinieri. Il Commendatore ha dovuto far ricorso alle Forze dell’Inferno, che sono qualcosa di più che le Forze dell’Ordine. E io mi sono spezzato, ma non mi sono piegato.Vi assicuro che se i Carabinieri mi avessero chiamato a render ragione dell’uccisione del Commendatore, sarei riuscito a convincerli che la mia era soltanto legittima difesa. Nessuno mi poteva obbligare a rimaner lì fermo, in attesa di essere infilzato dal padre di una donzella che di notte se ne stava in casa senza chiudere la porta, accogliendo il primo venuto… Specialmente se mi fossi trovato davanti a un Carabiniere come il Comandante della stazione di Bellano, sul Lago di Como, che, come vi dicevo, è un mio stimato collega, non perché anch’io faccia parte delle Forze dell’ordine (Dio me ne guardi e liberi!), ma perché lui è un libertino come me. Pare che abbia fatto strage di cuori in tutto il paesello, al punto che qualche marito, inferocito, di notte ha scritto sui muri un’invettiva contro di lui, piena di minacce. Grande scandalo fra la popolazione. Ma quale scandalo? Se il Comandante è un rubacuori, meglio per lui. Se le donne, pulzelle e maritate, cedono alle sue lusinghe, è questione che riguarda i loro padri e i loro mariti. Lui che cosa fa di male? Le affascina. Mica le stupra. Mica promette loro mari e monti, come faccio io con quella scioccherella di Zerlina. Pulzelle e maritate sanno benissimo che il Comandante cerca soltanto un’avventura galante, per lo spazio di un attimo fuggente, e sono ben contente di concedergliela, godendone a loro volta. C’è qualcosa di male in tutto ciò? Non credo. Se Dio vuole, l’adulterio (che stoltamente era imputato solo alle donne) non è più reato da decenni, nella cattolicissima – un tempo, ora non più, per fortuna- Italia. A quanto leggo, nello stesso paese di Bellano qualche prete, in passato – seguendo una consuetudine piuttosto diffusa tra il clero secolare – ha avuto anche lui le sue amanti, ma nessuno ne ha fatto motivo di scandalo. Tutti sapevano ma tutti tacevano. Eppure, per un credente, il fatto dovrebbe essere più scandaloso che non le avventure libertine di un Comandante dei Carabinieri. C’è di mezzo la violazione della promessa solenne di celibato, una trasgressione sanzionata dal Diritto Canonico. In quel caso sì il buon cattolico avrebbe dovuto fare un esposto a chi di dovere. Invece hanno lasciato correre, perché i preti è meglio non toccarli. D’altra parte, se tutti i preti che hanno l’amichetta o fanno passare la puttanella dalla porta segreta della canonica dovessero essere spretati, Santa Romana Chiesa rimarrebbe senza ministri del culto. Qualche malalingua sussurra che in seminario proprio per questo motivo gli allievi con tendenze omosessuali non sono malvisti. Può essere soltanto una calunnia, non ne ho alcuna prova. Però, se fosse vero, il rimedio sarebbe peggiore del male. Meglio un prete libertino come me, che fa strage di cuori femminil, che un prete culattone o pedofilo. I pedofili, preti o non preti, sono esseri abietti. I culattoni, per chi non è credente, sono persone che esercitano a pieno diritto la propria sessualità, secondo i propri gusti e le proprie tendenze, con persone adulte consenzienti: punto e basta. Ma per un credente l’omosessualità è un grave disordine, che grida vendetta al cospetto di Dio. Lo dice San Paolo, e poco conta che il pontefice regnante, forse in un momento in cui ha alzato un po’ il gomito, proclami che lui non si sente di giudicare gli omosessuali. Chi è una canaglia immorale come me faccia la canaglia, e che è papa faccia il papa. Detto tutto questo, mi pongo un problema. Com’è possibile che tante donne cedano alle lusinghe di chi porta una divisa o di chi è prete? Una volta, in un certo senso portavano una divisa anche i preti, sia pur piuttosto lugubre. Ora non è più così: si mettono in maschera solo quando celebrano i riti. Forse quello che le solletica è il gusto del proibito. Poi talvolta può capitare che un prete sia davvero bello, e magari anche colto e brillante, così da risultare davvero ricco di fascino. Ricordo quel che mi raccontava un vecchio monsignore (sì, sono amico anche dei monsignori). Da giovane doveva essere stato molto bello (non so se abbia avuto avventure galanti; presumo di no, ma non ci giurerei), e alle donne che gli chiedevano perché un bel giovane come lui si fosse fatto prete rispondeva. “Perché il signore quelli belli se li prende per sé, quelli brutti li lascia a voialtre!”. Risposta involontariamente irriverente, perché fa del Signore un omosessuale. E i militari e i poliziotti perché alle donne piacciono tanto? E’ il fascino della divisa, che non ho mai capito, ma rimane innegabile. Io non sarei capace di portare una divisa. Tutte le volte che mi capitasse di guardarmi in uno specchio, mi sentirei ridicolo, come se fossi in maschera. E non ditemi che è una mascherata anche il mio abbigliamento, con tanto di mantello, stivaloni, spada al fianco e cappello piumato. E’ l’abbigliamento dell’epoca in cui sono stato collocato; e, visto che sono eterno, perché fatto della sostanza dei sogni, così rimango, anche se qualche regista sciagurato dei giorni nostri osa mettermi in scena abbigliato nei panni d’oggi ( chissà mai che a qualcuno non venga in mente di abbigliarmi da Carabiniere, spostando la vicenda all’epoca attuale, in quel di Bellano!). Per le donne invece la divisa è un’attrattiva irresistibile. Forse vi ho già raccontato quel che vidi qualche anno fa su un treno interregionale della linea Ancona-Roma: un allievo dell’Accademia Militare attacca bottone, proprio davanti a me, con una bella fanciulla che pende dalle sue labbra. Quando, dopo poche fermate, scendono, sono già una nelle braccia dell’altro. Poco più di mezz’ora prima non si conoscevano neppur lontanamente. Dovrò decidermi anch’io, per conquistare le donne, a travestirmi da militare, benché la cosa mi ripugni. Vi ricordate che cosa dice quello smargiasso del sergente Belcore nell’ “Elisir d’amore” di Donizetti? “Non v’è bella che resista/alla vista di un cimiero./ Cede a Marte, dio guerriero/ fin la madre dell’Amor”. Piaccia o non piaccia, è proprio così. Che cosa ci trova di bello Venere in un pallone gonfiato come Marte? Misteri dell’animo femminile. E’ vero che per una come lei, che è stata costretta a maritarsi con un fabbro sporco e zoppo come Vulcano, tutto fa brodo. Ma la più bella delle dee può anche scegliere qualcosa di meglio: nessuno potrebbe resistere alle sue lusinghe.Tant’è. Non se ne potrà mai venire a capo. Anche Adina cede subito agli inviti di Belcore. Non lo sposerà perché tutto sommato le conviene sposare lo scemo del paese, che è diventato ricco. Va bene il fascino della divisa, ma i soldi brillano di più. L’abbiamo già detto, d’accordo con Fabio Massimo Nicosia, che la prostituzione non esiste, perché in fondo siamo tutti puttani.
Le donne sono tutte calcolatrici diffidenti e divisa significa sì fascino, ma anche una certa garanzia di stabilità mentale dello sconosciuto a cui si accompagnano, sperando che non sia l’eccezione sempre possibile, ovvero un Parolisi con cui faranno una brutta fine.
Che dire allora dei maschi coglioni e basta che le divise da infermiera, da collegiale, da hostess, da cameriera se le sognano da sempre nei loro daydream erotici senza alcun raziocinio che non sia quello del basso ventre?
Io ho fatto la corte alla servente di Donna Elvira, con la famosa serenata “Deh vieni alla finestra”, accompagnandomi col mandolino, non certo perché affascinato dal suo abbigliamento da cameriera, bensì perché, come ho detto al mio fido Leporello, non conoscevo, al momento, donna più bella di lei (“Non hai veduto qualche cosa di bello,/ caro il mio Leporello!”). Purtroppo non ho potuto aggiungerla al mio catalogo perché quel giorno tutti miei tentativi di seduzione finivano male.. Quanto ai coglioni che sognano hostess, infermiere ecc.ecc. non credo che lo facciano per il fascino della divisa, ma solo perché tra quelle donne ce ne sono di deliziose .Anch’io ne approfitterei. Non farò mai la corte, invece, a una soldatessa o a una poliziotta. Avrei l’impressione di far la fine di quel personaggio della “Càsina” plautina che crede di stringere fra le braccia una donna e invece si trova fra le mani una mentula…
Ma se il motivo dei sogni è dato dal fatto che tra le infermiere o altre donne in divisa ci siano fior di delizie, non è più giustificato il pesante attributo assegnato ai sognatori.