I valori dell’occidente
Come sono belli i valori dell’Occidente! L’Italia, nella difesa di questi valori, è all’avanguardia. Grande Paese democratico, in due anni ha saputo mettere per qualche tempo i suoi sudditi agli arresti domiciliari, obbligarli al coprifuoco, costringerli a limitare i propri spostamenti nel territorio della Repubblica o addirittura nell’ambito regionale, provinciale e comunale, imporre una vaccinazione dagli esiti fallimentari e dalle conseguenze avverse, talvolta mortali, a determinate categorie e fasce d’età. Il Parlamento è ridotto da tempo a semplice notaio delle scelte governative, imposte a suon di ricorsi alla fiducia, decreti-legge e DPCM, nella totale sovversione della gerarchia delle fonti giuridiche. La polizia fascista della fascistissima ministra Lamorgese ha preso a manganellate dimostranti pacifici e irrorato con gli idranti i partecipanti a proteste non-violente. La stampa, quasi tutta, è asservita al regime, da cui riceve lauti finanziamenti. In violazione dell’art.11 della Costituzione si inviano armi all’Ucraina, di fatto diventando cobelligeranti nella sua resistenza all’invasione russa. Chi osa dissentire dalla politica governativa finisce in liste di proscrizione redatte dai servizi segreti, che la stampa compiacente si pregia di divulgare. Per comperare l’assenso della Turchia all’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO si promette a Erdogan di consentire l’estradizione di esponenti del PKK , incriminati per sovversione, che hanno trovato rifugio in quel Paesi. Draghi, che come tutti quelli come lui ha una pietra al posto del cuore (basta guardarlo in faccia), alla domanda di una giornalista che chiede spiegazioni per il suo sostegno a un’operazione infame che tradisce ancora una volta il popolo curdo, buono solo per essere sfruttato quando fa comodo in cambio di promesse menzognere, si limita ad alzare le mani e a girarsi dall’altra parte. Erdogan una volta era un dittatore, adesso un amico. Putin una volta era uno statista, adesso un dittatore. E Draghi che cos’è? Un Duce che nessuno ha eletto, messo lì da un Presidente-Monarca che, se va bene, resterà in carica per quattordici anni, a meno che il Padreterno non ci faccia la grazia di chiamarlo a sé prima che il suo mandato si concluda.
Ma che bei valori, i valori dell’Occidente, di cui l’Italia è fulgido esempio! E che bella Magistratura, la sua Magistratura! Sempre la stessa, che un tempo era ligia a Quello La’, adesso è ligia a Questo Qua. Questo Qua ha detto che se non ti vaccini muori e fai morire, se ti vaccini ti salvi e salvi gli altri. E se la realtà lo smentisce, tanto peggio per la realtà. Ipse dixit. E allora ecco che il Tribunale di Roma, nella causa promossa da “Diritto e Mercato” contro l’obbligo vaccinale imposto da Draghi, emette un’ordinanza in cui si respingono le richieste della parte attrice sostenendo che la Corte Costituzionale è in procinto di dichiarare lecito tale obbligo. Incredibile! Sembra una barzelletta, se non fosse un precedente che fa tremare le vene e i polsi. Nel corso della Storia si sono viste sentenze retroattive, sentenze fondate su leggi abrogate e altre aberrazioni del genere, ma credo che non si siano mai viste sentenze basate non sulla giurisprudenza vigente, bensì sulla giurisprudenza futura! Come fanno i giudici del Tribunale di Roma a sapere quale sarà la sentenza della Corte, prevista per la fine di Novembre? Quali confidenze si scambiano tra loro i giudici supremi, che dovrebbero tenere la bocca chiusa e parlare soltanto con le sentenze? Com’è possibile che un Giuliano Amato, attuale presidente della Corte, conceda interviste in cui lascia capire quale sarà l’imminente orientamento della Corte stessa a proposito dell’obbligo vaccinale? Ma facciamo finta che tutto questo sia normale, secondo i sacri valori dell’Occidente, di cui l’italia offre il più fulgido esempio. La giurisprudenza costituzionale per trent’anni ha sempre sostenuto che un trattamento sanitario può essere imposto solo se, in mancanza di trattamenti alternativi, è efficace e sicuro. Solo sulla base di questa giurisprudenza un Tribunale deve giudicare. Se in un prossimo futuro la Corte, ribaltando la sua stessa giurisprudenza, dichiarerà che si possono accoppare innocenti con farmaci sperimentali in nome dell’interesse pubblico” (ovvero sacrificare un diritto, quello alla vita, a un interesse, cioè a un valore di rango inferiore, il che è un’aberrazione mostruosa), ci si atterrà a quelle direttive. Per ora, la giurisprudenza dev’essere quella di sempre.
Tutto lascia pensare che con la sentenza attesa per fine novembre la battaglia contro l’infame obbligo vaccinale, imposto seguendo le direttive di un apparato farmaceutico-finanziario a livello transnazionale, che ha i suoi capisaldi in personaggi come Bill Gates. Anthony Fauci e altri compari, in un OMS ormai ostaggio di Big Pharma e in potentati parastatali come il WEF, deve considerarsi perduta. In base a tale sentenza, le restrizioni alla libertà personale diventeranno lecite, e sempre più numerose, se sarà scritto nero su bianco che un diritto può retrocedere davanti a un interesse. C’è da sentirsi accapponare la pelle.
Un grande luminare ha deplorato che la corte Suprema USA abbia rivisto la sentenza Roe vs Wade in tema di aborto, cancellando così una giurisprudenza ormai consoluidata. Attribuisce la possibilità di tali ribaltamenti al fatto che, nell’ordinamento americano, i giudici della Corte Suprema sono di nomina presidenziale, quindi fortemente politicizzati. Sarà anche vero, ma ,a ben guardare, il presunto ribaltamento giurisprudenziale della Corte nella causa Dobbs vs Jackson Womens Health è più apparente che reale. La vecchia sentenza Roe vs Wade, ripresa dalla più recente Planned Parenthood vs Casey, pur usando un linguaggio che si attaglia al concetto di “diritto”, di fatto considera la liceità dell’aborto come una concessione sottoposta a determinati determinati limiti. Una concessione non è un diritto. Ma allora, se le cose stanno così, la recente sentenza della Corte non fa altro che mettere un po’ d’ordine concettuale. Se di dirittto all’aborto non si può parlare, ma il dettato costituzionale resta aperto a soluzioni d’altro genere, è la legislazione ordinaria a dover intervenire, secondo la cosiddetta “volontà del popolo”.
Il luminare di cui sopra si compiace invece di affermare che la Costituzione italiana è molto più equilibrata di quella statunitense, perché non assegna la nomina dei giudici costituzionali a un solo soggetto, ma per un terzo al Parlamento, per un terzo al Presidente della Repubblica e per un terzo alle Magistrature supreme. Sarà. Ma sta di fatto che, al presente, grazie alle risapute connivenze tra politica e Magistratura, la Corte tutta acquattata ai piedi del Duce Draghi. Sono proprio curioso di vedere se il luminare, che si straccia le vesti per una sentenza USA che violerebbe, a suo dire, la norma consuetudinaria dello “stare decisis”, si straccerà le vesti per un’italica sentenza che, calpestando trent’anni di giurisprudenza costituzionale, dichiarerà lecito comprimere il diritto alla vita in nome di un presunto “interesse comune”.
Come sono belli i valori dell’Occidente.
Sulla gerarchia delle fonti del diritto, la battaglia contro i trattamenti sanitari obbligatori potrebbe essere non del tutto perduta perché le disposizioni internazionali sono appunto gerarchicamente superiori alla costituzione nazionale. E’ ciò che a mio avviso dovrebbero evidenziare gli studi legali e le associazioni che intendono difendere il diritto autentico dagli abusi legislativi. Sulla grazia divina, quella che dovrebbe concederci di non avere più certi personaggi in mezzo a noi, non confiderei troppo. Finora è stata dalla loro parte preferendo che morissero Montagnier, De Donno e altri che avrebbe potuto testimoniare contro gli esponenti faucisti e fascisti. Diciamo solo che forse tale grazia può avere un’aspettativa statistica sul campo delle probabilità leggermente maggiore di quella di un intervento serio della nostra magistratura. Non sapevo delle liste di proscrizione redatte dai servizi segreti. C’è qualche informazione in più in merito?
Qualche settimana fa il “Corriere della sera” pubblicava un articolo firmato dalle giornaliste Fiorenza Sarzanini e Monica Guerzoni in cui – con grande compiacimento, e questa è la cosa più agghiacciante – si parlava di un’indagine dei Servizi Segreti, promossa dal Copasir, per portare alla luce una “macchinazione” di intellettuali e opinionisti filo-putiniani volta a contrastare, attraverso la disinformazione, la politica governativa di sostegno all’Ucraina, portata avanti in pieno accordo con UE ,USA e NATO. L’articolo era accompagnato da un corredo di foto segnaletiche in cui comparivano alcuni personaggi come il prof. Orsini, il senatore Vito Petrocelli, il giornalista Manlio Dinucci e altri più o meno noti. Il presidente del Copasir D’Urso e il sottosegretario Gabrielli intervenivano subito per negare l’esistenza di queste “liste di proscrizione”. A questo punto i casi sono due: o le giornaliste del “Corriere” hanno dichiarato il falso , e allora devono essere denunciate per diffamazione insieme al direttore del quotidiano, Fontana; oppure hanno detto il vero, e allora il direttore deve farsi avanti a difenderle. Non è successa né una cosa né l’altra. Inoltre, né il presidente del Consiglio Draghi, né i presidenti di Camera e Senato si sono presentati nelle sedi ufficiali per fare chiarezza su una faccenda così grave. Da una parte e dall’altra si tende a insabbiare tutto. Fra qualche tempo non se ne parlerà più. In fin dei conti, esistono o no questi “dossier” dei Servizi? Sì. Come diceva Pasolini: non ho le prove, ma lo so.
Interessante come ripetano sempre il concetto della guerra per “i valori occidentali” e per la democrazia contro la dittatura… e poi ad ogni minima difficoltà, come avvenuto già per la Siria e la crisi migratoria, corrano da quel delinquente in Turchia, grande alleato fedele e ritrovato amico di sempre. Poi a me della democrazia non mi frega niente in tutta sincerità, se l’occidente sprofonderà nella miseria come appare ormai ovvio, sarà dovuto al culto di questo totem in primis ed è chiaro che solo la guerra a questo punto può salvarci e soprattutto salvarli dalla ghigliottina….. si perché adesso spacciano la favoletta delle risorse naturali improvvisamente divenute scarse a causa dei famigerati “cambiamenti climatici”….. ovvio che si tratti puttanate belle e buone. Tuttavia ho molta paura per il futuro, non certo per Putin, ma dei nostri, di tutto ciò di cui sono “capaci”, temo che vivremo nuovamente il lockdown, non certo per la pandemia, ma per la Co2…. basti vedere come improvvisamente i toni siano diventati isterici a pandemia cessata, riguardo al “global warming”o come nel caso del ghiacciaio della Marmolada.