Don Giovanni

Avvocato del popolo

Nel momento in cui scrivo non so se il governo si farà e, nel caso, chi sarà il Presidente del Consiglio. Potrebbe essere ancora Conte. Del quale, dopo che molti l’hanno criticato per la sua nullità (noi l’abbiamo battezzato “servitore di due padroni”, e siamo ben lieti che Roberto Gervaso sia arrivato – presumiamo per conto suo – alla medesima definizione), si cominciano a leggere lodi assai vicine alla piaggeria. Persona colta, elegante, dal parlare sobrio e controllato.

Colta? Può darsi. Elegante? Con quell’eterno fazzoletto nel taschino e la giacca aperta mi sembra un villano rincivilito. E’ la moda d’oggi? Moda villana. I nostri sono i tempi, non dimentichiamolo, in cui è di moda anche applaudire ai funerali. Parlare sobrio e controllato? Talora un po’ da leguleio, come più volte ha fatto notare Aldo Cazzullo, che a quanto pare non lo sopporta. Nel suo discorso in Senato si è espresso con più sprezzatura del solito, ma sempre con quel benedetto foglio davanti (nessuno più sa parlare a braccio: chissà se facevano così anche Demostene e Cicerone. Penso proprio di no; le loro orazioni se le imparavano a memoria).

L’hanno apprezzato perché, nell’occasione, da “avvocato del popolo”, quale si era sempre qualificato, s’è fatto Pubblico Ministero, subissando di accuse Salvini, di cui bene o male fino a una settimana prima aveva condiviso la politica. Pochi si rendono conto che questa metafora non è un elogio. Cicerone -per tornare a lui – accettò l’incarico di sostenere l’accusa contro Verre con una certa riluttanza, perché a quei tempi gli oratori di grido, primo fra tutti il celebre Ortensio, si degnavano soltanto di svolgere il compito dell’ avvocato difensore, mentre quello dell’accusatore era lasciato alle schiappe (avete presente Di Pietro?). Erano chiamate “quadruplicatores”, perché ottenevano la quarta parte dei beni confiscati al condannato: non era un appellativo complimentoso, tutt’altro. Se Conte è davvero quella persona colta che si dice, dovrebbe aversene a male. E’ risaputo che anche oggi, nell’ambiente avvocatesco, sui Pubblici Ministeri circolano battute piuttosto cattive.

Giovanni Tenorio

Libertino

3 pensieri riguardo “Avvocato del popolo

  • Arlecchino però era un furbastro che macinava a due mulini; qui mi pare che siano stati i due mulini a macinare il buon “Giuseppi”.

  • Dino Sgura

    Prima attendiamo il parere di Rousseau però….. non Jean Jacques, ovviamente, ma quell’algoritmo da pezzenti e pure un pò fregone della ditta, il cui titolare onorario una ventina d’anni fa si divertiva a distruggere i computer con la clava nei palasport.

  • Dino Sgura

    Se siamo nelle condizioni attuali è merito di due persone, sostanzialmente: Monti e Draghi; non fraintendetemi, non ne faccio una questione meramente cospirazionista, della serie: il bilderberg, Soros, il patto del britannia, “l’ordoliberismo”, la talpa nella banca d’Italia e stronzate varie; ma nello specifico sull’operato di questi due, dalla crisi dei debiti sovrani in poi…. Monti fu accolto anche con una certa simpatia ed apertura dagli italiani, finalmente una persona seria e competente si disse, col ricordo ancora fresco di una conferenza ad un vertice del G20, a fine 2011, dove il nostro primo ministro ed il ministro del tesoro di allora, sembrarono la versione goffa e penosa di Totò e Peppino…. Poi abbiamo visto tutti, come anch’egli il Professore, si sia trasformato in un cinico e fine ricottaro: puntò sul rialzo punitivo delle imposte sugli immobili, sventolando la bandiera della giustizia sociale, come un Bertinotti qualsiasi…. senza pensare di ridurre drasticamente la spesa, per non intaccare i vari gruppi d’interesse che avrebbero sostenuto la sua candidatura alle elezioni incombenti del 2013… lasciò fare il lavoro sporco sulle pensioni alla Fornero, sacrificandola, ma niente di più. D’altronde, nello stesso periodo a Francoforte, s’insediava l’uomo della provvidenza, non per noi italiani, ma per questo sistema parassitario: grazie ai vari tltro, omt ed in seguito per seguire la moda d’oltreoceano del QE, ha permesso che l’irresponsabilità si rigenerasse all’infinito, contagiando chiunque, eletti ed elettori….. Chi gliela faceva a Renzi a quel punto di fare riforme incisive pro crescita e business oriented e di dar retta a quel poveraccio di Cottarelli ed alle sue ricette di revisione e riduzione di spesa, quando lo spread ormai era stato represso e narcotizzato da Super Mario, ed ancora prima del fiorentino, cosa se ne facevano gli elettori del ceto medio di un liberale bravissimo ad alzare le tasse con la retorica dell’ineguaglianza… a quel punto meglio i 5 stelle, non trovate?… non è un caso che di li in poi, nonostante la situazione inerente a banche & titoli di stato ed il loro differenziale con quelli del nord Europa sia “migliorato”, gli incazzati terrapiattisti, gombloddisti, cartalisti ecc, siano aumentati esponenzialmente.

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