Il prof. Brunetta ha bisogno di una lezione
L’ho detto che questo caldo improvviso sta erodendo il cervello anche agli spiriti più sottili. L’ultimo strafalcione è di Renato Brunetta, divenuto ormai l’ideologo del centrodestra berlusconiano sulle pagine del “Giornale” , un illustre quotidiano oscillante fra liberalismo , berlusconismo, leghismo, ateodevotismo, bacchettoneria cattolica, con qualche timida apertura al libertarismo filosecessionista : un bel minestrone, non c’è che dire! Ma non divaghiamo: che dice l’esimio economista? Che l’imbroglio su cui si fonda l’Euro è simile a quello con cui la Chiesa ha per secoli giustificato il proprio potere temporale, gabellando per autentico un documento falso, la cosiddetta “Donazione di Costantino”, grazie alla quale il glorioso imperatore romano(assassino e tassatore impenitente), convertitosi al cristianesimo, avrebbe ceduto al papato, oltre a vari privilegi e alla sovranità sul Palazzo del Laterano, la giurisdizione civile su Roma, sull’Italia e su tutto l’Impero d’Occidente. Già oggetto di dubbi sulla sua autenticità nel Medio Evo, esecrata per ragioni morali e invalidata per motivi giuridici da Dante nel “De Monarchia” e nella “Commedia”, fu
Direte voi: fin qui si può criticare Brunetta, ma le sue idee in sé hanno una certa consequenzialità;non si può dire che gli fumi il cervello. Sì, ma attenti: proprio in cima al suo articolo si dice che Lorenzo Valla scoprì (proprio così, SCOPRI’) la falsità della “Donazione” nel 1517. Com’è possibile, se l’insigne umanista morì nel 1457? Un refuso tipografico, per “1417”? No, perché in quel momento il Valla poteva avere 10 o 12 anni, e il “De falso credita et ementita Constantini Donatione” è del 1440. E allora? Molto semplice: al 1517 risale la prima edizione completa a stampa dell’opera, ma il testo era già ben noto e diffuso da decenni. Rimuginando su Lutero, evidentemente il Nostro s’è ficcato in testa, per riflesso condizionato, l’anno in cui il riottoso monaco agostiniano pubblicò le sue 95 Tesi, scintilla dello scisma protestante: il 1517, appunto. Un scorsa superficiale di Wikipedia gli ha dato notizia che la prima edizione del famoso scritto di Valla è del 1517. Il caldo africano di questi giorni ha fatto il resto: ed ecco la bufala, il Valla, morto nel 1457, scoprì la falsità del documento pseudo-costantiniano nel 1517. Capite con quanta accuratezza si discetta di Storia? E con la stessa accuratezza si discetta di Economia…