Don Giovanni

Letterati a tempo perso

Chi mi legge sa che sono una canaglia. Sa che questo è un sito di dubbia moralità, come esplicitamente proclamato. Quindi non si scandalizzi per quello che dirò di seguito. Per introdurre il discorso, mi si permetta di esprimere tutto il mio disgusto per il disinteresse di cui soffrono i pochi libri belli che si pubblicano e il successo di tanti libracci. Si parla tanto dei libri del cardinale Bergoglio, sedicente papa e probabile antipapa (problema che non mi interessa: Cosa Loro). Mi chiedo: dove trova il tempo di scriverli? Eppure, di lavoro da fare, come rappresentante dell’ultima monarchia assoluta della Storia (speriamo prossima alla fine, visto che sta facendo di tutto per schiantarsi), dovrebbe averne tanto. Può darsi che si serva della collaborazione di qualche “negro”, come facevano un tempo gli scrittori di sucesso della narrativa popolare. Sgrammaticato e imprevedibile com’è, deve pur avere qualcuno che, ad esempio, gli scrive i discorsi ufficiali, quelli che si guarda bene dall’imparare a memoria, così da salvare almeno la decenza, preferendo leggerli dai fogli che si tiene squadernati davanti. Perché quando parla a ruota libera è un po’ come Biden, esclusa la demeza senile (ma forse non del tutto). Dice così tante sciocchezze che poi i suoi consiglieri devono subito correre ai ripari, fornendo al pubblico la corretta esegesi di quanto è stato da lui proclamato. Mi fermo qui. Come ho detto, è Cosa Loro. Se qualcuno crede ancora, dopo tutto quanto è stato reso noto sui giochetti delle varie correnti prelatizie durante l’elezione dei pontefici, che sia lo Spirito Santo a governare la successione al Soglio di Pietro, può anche credere che gli asini volino. La Chiesa, nella sua storia bimillenaria ha raccontato balle su balle e compiuto atti di violenza anche atroci. Ha fatto anche un po’ di bene, va riconosciuto. Il primo servizio sanitario pubblico viene dai preti e dai frati. Lo stesso si dica per l’assistenza ai poveri. Dovendo indicare il momento moralmente  più alto, sceglierei l’enciclica “Mit brennender Sorge”di Pio XI contro il Nazismo.  Il  più grande merito rimane quello di averci lasciato capolavori d’arte immortali.Viva la vendita delle indulgenze per il finanziamento della Fabbrica di san Pietro!! Viva l’eliminazione di Girolamo Savonarola, che ha impedito lo strangolamento del Rinascimento in culla! La Roma dei Papi è stata più splendida della Roma dei Cesari. Poi è arrivata la Roma del popolo. Andate a vedere com’è ridotta.

Basta, finiamola, i libracci di Bergoglio non mi fanno né caldo né freddo. Mi riempie di stizza invece il libro di autoincensamento che l’ex-ministro Speranza va in giro per tutt’Italia a presentare e promuovere. Per fortuna, sempre salutato da qualche manipolo di manifestanti che lo insultano e lo prendono a sputi. I buoni giornalisti della buona stampa deplorano. Io invece dico:”Dài ragazzi, giù botte, giù botte!” Quando la giustizia (con la minuscola) è latitante o addirittura complice, la Giustizia (con la maiuscola) non può che farsi violenta. Questo signore dovrebbe essere in carcere con i ceppi ai piedi. Abbiamo le prove provate che ha preferito uccidere i vaccinandi che uccidere il vaccino, con la complicità di tutto un sistema i cui responsabili dovrebbero essere in ceppi come lui. Invece viene vergognosamente scagionato dal Tribunale dei Ministri, e se anche fosse finito davanti a un giudice ordinario c’è da star sicuri che sarebbe stato assolto con formula piena, visto come vanno le cose in questo povero Paese, dove la stessa Corte Costituzionale ha giustificato la politica sanitaria liberticida e criminale dei governi Conte e Draghi ribaltando la sua stessa giurisprudenza più volte ribadita, quella secondo cui anche la morte di una sola persona non può essere giustificata in nome di un presunto interesse collettivo (principio kantiano. Kant, chi era costui?) Dove si può  trovare un illustre giurista, da sempre allineato al potere, che riesce ad arrampicarsi sugli specchi con stupefacente abilità acrobatica per dimostrare che mandare armi a un Paese in guerra non è contrario all’art.11 della Costituzione, anzi è perfettamente consono al suo significato più autentico.

Sempre in tema di pandemenza, ci sono, oltre ai libracci, gli articolacci. “Acci” non soltanto per lo stile orrido in cui sono scritti, ma anche e soprattutto per il contenuto. La veterinaria Ilaria Capua – quella che, a quanto si dice, al tempo in cui imperversava il terribile contagio si intascava 2000 euro per dieci minuti di presenza televisiva – anche dopo che quanti l’avevano sempre negato hanno dovuto ammettere, a denti stretti, che il virus è probabilmente frutto di una manipolazione ingegneristica (il famigerato “gain of function” con cui giocano i criminali tecnocrati di laboratori lautamente finanziati da soggetti pubblici e privati in combutta tra loro, sempre per fini benefici, sia ben chiaro! Siamo o non siamo in democrazia? Siamo o non siamo figli dell’Occidente e dei suoi Valori?), continua a sostenere che la causa del mutamento è da attribuirsi a un processo naturale di zoonosi. E i vaccini? Sono stati sicurissimi ed efficacissimi (se io fossi il padre della povera Camilla Canepa le tirerei un colpo di pistola). Non parliamo di altri articolacci, dovuti a penne più o meno illustri, dove si continuano a ripetere bufale come quella secondo cui il vaccino avrebbe salvato milioni, o forse miliardi, di esseri umani. In base a che cosa si può sostenere una scemenza del genere? In base a un ragionamento come quello che ci viene propinato ogni anno per giustificare quella stupida invenzione tecnocratica che risponde al nome di “ora legale” (maledetto Benjamin Franklin che l’ha escogitata). Si prende un algoritmo, si inseriscono alcuni dati presi a casaccio, si vede il risultato, si confronta con la situazione reale e si dice: questa è la Scienza! E invece è l’anti-Scienza, perchè non è falsificabile. Nessuno può tornare indietro nel tempo per vedere, ceteris paribus, quale risultato si sarebbe ottenuto se non fosse stato inoculato il vaccino o non fosse stata introdotta l’ora legale. 

Accanto ai libracci e agli articolacci ci sono anche le intervistacce. Sono quelle che stanno concedendo in questi giorni alcuni cosiddetti “luminari”, che versano lacrime di coccodrillo per deplorare lo sfacelo in cui è finito il sistema sanitario italiano.Sono gli stessi che, in epoca Covid, hanno difeso a spada tratta i provvedimenti governativi, hanno sostenuto i famigerati “lockdown”, le mascherine, i tamponi, l’obbligo vaccinale. Sono gli stessi che non hanno fatto una piega quando quell’altra associazione criminale che risponde al nome di “Ordine dei Medici” (altro regalo del Fascismo, accanto al Concordato e al Codice Rocco) sospendeva e denunciava tanti loro colleghi rei soltanto di proporre terapie alternative alla indimenticata “tachipirina e vigile attesa” del ministro Speranza. Quegli stessi che hanno assistito senza batter ciglio alle manovre di discredito messe in atto dalla politica e dalla  stampa compiacente contro il dottor Di Donno, fino al suo “suicidio” (virgolette d’obbligo). Tra costoro c’è anche un Premio Nobel che per risparmiare gas suggeriva di cuocere gli spaghetti con l’acqua fredda. A dimostrazione che si può essere stati premiati dall’Accademia Reale  delle Scienze Svedese e rimanere un perfetto coglione.

Un augurio e un’autocritica. L’augurio: speriamo che, davanti a una Corte un po’ più seria di quelle italiane la signora Ursula von der Leyen paghi caro per quello che ha fatto, magari finendo davvero in gattabuia con i ceppi ai piedi, anziché ritornare trionfalmente sullo scranno di Presidente della Commissione Europea. L’autocritica: di alcuni “luminari” di cui qui ho parlato qui, in passato ho tessuto le lodi. Sbagliavo. Della veterinaria Ilaria Capua, quando era perseguitata per denunce calunniose, arrivai a dire che era la novella Ipazia. Arrossisco dalla vergogna fino alla punta dei capelli. Si può essere premi Nobel e coglioni. Ma si può anche essere, come me, figli ideali di Mozart e supercoglioni (dopo tutto, anche i suoi figli carnali non sono stati gran che…)

Giovanni Tenorio

Libertino

7 pensieri riguardo “Letterati a tempo perso

  • Alessandro Colla

    Recentemente c’è un’altro genio lombardoide che esalta le presunte doti ultrasalvifiche del farmaco Pfizer. Dal momento che non può qui contraddirmi, eviterò di dire che si tratta di Letizia Moratti. Una domanda: l’insigne giurista che sostiene non vi sia violazione costituzionale nel mandare armi all’Ucraina, ha forse il nome identico all’appartenenza etnica di Tito Tazio? Perché non sono sicuro si tratti di lui in quanto non è l’unico giurista o pseudo tale al servizio del regime.

  • La Valsella negli anni 80 produceva e vendeva ai russi ordigni giocattolo infernali usati poi in Afghanistan: quello sì che era contrario all’art.10, oltre che alla comune decenza. Dovette andare Gino Strada al Costanzo Show a denunciare il fatto e riuscì a fermarlo: non mi pare vi fossero libertari a stracciarsi le vesti, come invece fanno se mandi armi a chi semplicemente si difende.
    Rammolire gli spaghetti in acqua fredda si usa farlo anche in molte trattorie, poi quando arriva la comanda li buttano in acqua bollente e te li servono a tempo di record. Tutti contenti, messuno è mai morto.
    Il vaccino Sabin, fatto con virus attenuato, in un caso su… boh (1 milione?) provocava la polio, ma nessuno si è mai sognato di contestarne i benefici, con buona pace di Kant, kantiani e kantieri.

    Insomma, son tutti coglioni, tranne complottardi, putiniani, byobluisti e fan boys vari.

    • L’art.10 Cost. non c’entra proprio niente, semmai l’art.11. Se una ditta privata vende armi a uno Stato straniero, che poi vengono usate in un conflitto bellico, la cosa è non solo deplorevole, è criminale, come è criminale ogni guerra e criminale ogni produttore o mercante di cannoni. Rimane però una faccenda di diritto privato. Se invece è lo Stato italiano che, in violazione dell’art.11, manda armi a uno Stato straniero , siamo di fronte non solo a un vulnus costituzionale, ma anche alla violazione di una legge ordinaria, la 185 del 1990, che vieta di inviare armi a Stati belligeranti, proprio richiamandosi al suddetto art.11 Cost. Una legge che l’insigne giurista da me nominato sembra ignorare. La distinzione fra “difesa” e “offesa” è irrilevante, anche perché, in concreto, non sempre è facile definirla. Israele si sta difendendo o sta offendendo? (a mio parere sta compiendo un genocidio, ma non si può dire. Invece se si dice di Putin, allora va bene).

      • Certamente ormai Israele è una scheggia impazzita in modalità “Terminator”, ma chi ce l’ha messa?
        Putin quando ha ammassato i carri al confine poteva almeno dire: “Bene signori, ci sono questi problemi: o li risolviamo o sono costretto ad attaccare, siete avvisati”. In fin dei conti non è poi che la Russia abbia poco peso all’Onu.

      • E’ stato Stoltenberg a dichiarare pubblicamente, davanti al Parlamento Europeo, che, alla richiesta da parte di Putin di intavolare una trattativa dopo l’ultimo bombardamento del governo di Kiev contro il Donbass filo-russo, la NATO oppose un rifiuto. Come conseguenza, scattò la reazione armata. Chi è l’aggredito e chi è l’aggressore? Se, dopo aver ricevuto un pugno in pancia, invito il mio avversario a trovare un accordo amichevole, ricevendo per tutta risposta un secco no, ho qualche buona ragione per prenderlo a pugni? O devo porgere cristianamente l’altra guancia? Forse chi al Liceo Classico ha studiato bene Tucidide e Machiavelli sa che risposta dare. Era Don Milani a lamentare che nella scuola pubblica non si leggesse il Vangelo. Bellissimo testo, ma purtroppo “con i paternostri non si salvano le cittadi”.

      • D’accordo, ma un ultimatum poteva sempre darlo.
        Putin si dimostra un criminale mafioso che non conosce nemmeno gli avvertimenti e le pratiche vigenti del settore.
        “Chiedere gentilmente con un’arma in pugno è sempre meglio che chiedere gentilmente e basta” diceva Capone.

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