Don Giovanni

Tutti francescani

Da quando l’ultimo erede dell’unica monarchia assoluta rimasta nel mondo civile ha avuto l’improntitudine di assumere il nome di Francesco – come se non fosse contraddittorio, e addirittura blasfemo, che chi sta seduto su un trono voglia rivendicare una sia pur lontana somiglianza con il figliolo di Pietro Bernardone d’Assisi, che si spogliò di tutti gli averi, vestiva di sacco e morì sulla nuda terra (altro che Hotel Santa Marta!!!) e, per predicare al popolo, non si faceva allestire pedane milionarie da rock-star, né aveva pronto qualche fotografo a ritrarlo mentre andava al cesso, tra il giubilo di folle osannanti – è diventato di moda fare il francescano.

Adesso anche i grillini si ispirano al Poverello d’Assisi, dicono che i veri eredi del Santo sono loro. Però non ho mai letto da nessuna parte che il Francesco autentico abbia preteso di far la carità con il denaro altrui. Al massimo, possiamo rimproverargli di aver donato ai poveri i vestiti che suo padre, investendo capitali, produceva e vendeva, ma, tutto sommato, era roba di famiglia, su cui, come unico erede, aveva pur sempre un’aspettativa. E poi, alla fine, rimane inoppugnabile il fatto che si spogliò di ogni suo avere, presente e futuro. Vero discepolo di Cristo, che disse al giovane ricco.”Va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri; poi vieni e seguimi”. Invece mi risulta che i grillini vogliano istituire qualcosa di simile a un reddito garantito per tutti: il che significa togliere a qualcuno per dare a qualcun altro. Redistribuire, cioè confiscare e dividere, secondo il solito schema dello Stato ladro, che in questo modo frena lo sviluppo e perpetua la povertà. Il loro modello potrebbe essere, semmai, Robin Hood, ammesso e non concesso che l’illustre fuorilegge rubasse ai ricchi per dare ai poveri, come racconta la vulgata; mentre pare che le sue imprese mirassero soprattutto a proteggesse i Sassoni dalle ruberie dei Normanni, che, conquistata la loro terra, spadroneggiavano e rapinavano. In somma, restituiva quel che era stato estorto ai legittimi proprietari (oggi saccheggerebbe l’Agenzia delle Entrate per restituire ai contribuenti). Perché Grillo, che è ricco di suo, non fa davvero come Francesco d’Assisi? Si denudi in piazza e dia tutto quanto ai poveri. Allora sì potrebbe dirsi erede spirituale del Santo. Altrimenti rimane soltanto un astuto politicante che, annusando il vento che tira, si mette anche lui a fare il buon cattolico per guadagnar voti. Lo fecero a suo tempo anche i comunisti del PCI, che, per accaparrarsi i voti dei paolotti e delle beghine accettarono di recepire nella Costituzione il Concordato fascista con Santa Romana Chiesa, non esitarono a esaltare la castità di Santa Maria Goretti e fecero di tutto per oscurare il rapporto extra-coniugale di Palmiro Togliatti con Nilde Iotti, costringendo l’amante del Migliore ad abortire segretamente il “figlio della colpa”. In somma, nel Bel Pese pare proprio che extra Ecclesiam nulla salus: se vuoi vincere, devi allearti coi preti. I relitti del PCI sono arrivati al governo dopo essersi uniti ai relitti DC. Prodi e Renzi vengono dalle sagrestie. Berlusconi mollò Pannella e si alleò con i Ciellini, che ancor oggi imperversano nella Regione Lombardia, facendo incetta di tutti i finanziamenti pubblici per attività caritative a scapito di altre associazioni ugualmente caritative e ugualmente cattoliche. Come dire: fratelli coltelli. Dopo tutto, anche fra Gesù e i suoi fratelli non pare corresse proprio buon sangue…

Devono essersi sentiti francescani anche tutti quelli che hanno sfilato a Milano in favore dell’accoglienza ai migranti. Se non vado errato, fra le opere di misericordia corporale che un tempo si imparavano al catechismo o a scuola nell’ora di religione (adesso si parla di amicizia, bullismo, e magari qualcuno dice anche che la Madonna era una ragazza madre) c’è anche quella di ospitare i pellegrini. Ospitarli in casa propria, non pretendere che siano i vicini a ospitarli in casa loro, o a sborsare i soldi per sostenere le spese dell’ospitalità altrui. Se tutti i partecipanti alla manifestazione milanese ospitassero un profugo, sarebbe un bel colpo. Se il loro esempio contagiasse le anime tiepide, sarebbe un colpo doppio. Toglierei tanto di cappello. Quasi quasi ne ospiterei qualcuno anch’io, perché non ho il cuore duro come qualcuno crede. Invece, nulla di tutto questo. Niente muri, solo ponti, dicono quelle anime belle. Purché i ponti vengano costruiti coi soldi degli altri, e possibilmente non vomitino gente in casa loro.

Son capace anch’io di fare il San Francesco così. Preferisco rimanere libertino. Getterò soldi per conquistar donne, ma non vado a rubarli dalla borsa degli altri. Meglio finire nel cerchio dei lussuriosi, con Paolo e Francesca, aristocratici come me, che nel girone dei ladri, con quella bestia di Vanni Fucci.

Giovanni Tenorio

Libertino