Don Giovanni

Una questione di estetica, non di etica

Una delle peggiori calunnie che si possano lanciare contro le donne è quella secondo cui sarebbero tutte puttane. Non solo è una calunnia, è semplicemente un non-senso. Se è vero, come è stato autorevolmente sostenuto, che il rapporto amoroso – tralasciando il dato puramente romantico, sentimentale, che sfugge a qualsiasi valutazione – è pur sempre un evento di natura contrattuale, allora che si scambi sesso con denaro piuttosto che con altri beni d’ogni genere (un invito a pranzo, una borsetta, un paio di orecchini) non fa nessuna differenza. Si dirà: ma le puttane lo fanno per mestiere! Conta poco o niente. La sostanza è la stessa. E poi: se puttane in senso tecnico sono solo quelle che lo fanno per mestiere, allora non è vero che tutte le donne sono puttane, perché a farlo per mestiere sono un’infima minoranza. In somma: il ragionamento fa acqua da tutte le parti. Conclusione: nessuna donna è puttana proprio perché, escludendo l’incongruo significato tecnico di cui sopra, sono tutte puttane, senza che il termine abbia una connotazione moralmente negativa.Come sono tutti puttani (mi si consenta il neologismo, anche qui senza niente di moralmente negativo) gli uomini, intesi come maschi,  perché sono l’altra parte del medesimo contratto di do ut des: tu mi dai in uso la fica e  io ti pago. Non necessariamente in denaro. Potrebbe essere una borsetta, un paio di orecchini, un abito alla moda.

Per il resto, è solo una questione di buon gusto. Sono d’accordo che compensare il piacere sessuale con una tariffa in denaro, magari in una sozza stanza di un alberguccio in un quartiere malfamato, è altra cosa che invitare in un hotel a 5 stelle una splendida donna, per consumare con lei un rapporto adulterino in cambio di una sontuosa cena coronata dal dono di una collana di perle,alla faccia del marito banchiere supercornuto (un piacere in più, che vale anch’esso come merce di scambio, sia pur di natura virtuale). Ho detto questione di gusto, ma non è sempre così. E’ spesso anche questione di reddito. Non tutti possono permettersi hotel a 5 stelle e collane di perle in cambio d’una notte di piacere. Così come i banchieri supercornuti ai quali fare uno sberleffo fottendogli la consorte non sono poi così tanti.

Per quanto mi riguarda, devo un ringraziamento caldissimo a Dacia Maraini, con la quale mi è capitato di essere più volte in dissenso su vari argomenti. Questa volta arriva addirittura a rivolgermi un elogio. Non arriva certo a giustificare i miei trasporti amorosi, anzi, come tutti i ben pensanti non esita a condannarli. Anche lei non sa riflettere sulla profondità della mia filosofia, secondo cui ” chi a una sola è fedele verso l’altre è crudele”.- Le donne chiamano inganno questa mia buona disposizione d’animo.! Ma lasciamo perdere, qui non è questo il punto. Leporello, in un battibecco che ha avuto con me, ha avuto l’impudenza di affermare che io conquisto le donne a forza di denari . Eh, no! questa sì ch’è una vera calunnia, che non gli perdonerò mai! Io alle donne non ho mai dato denari in cambio delle loro grazie. Le ho sedotte e basta: In cambio, che cos’hanno avuto?Il mio fascino, punto e basta. Anche questo è un mezzo di pagamento, il più raffinato che si possa immaginare. Quella di venire a letto con me è un’aspirazione così potente che tutte le donne sarebbero disposte a pagare di tasca propria denaro sonante per coronare il bel sogno. Donn’Anna ha finto di credere che, quando sono entrato nella sua stanza io fossi quel pappamolla di Don Ottavio. Aveva lasciato la porta aperta perché sapeva che sarei arrivato io. Sognava da sempre una notte con me. Per avermi tra le braccia avrebbe dato tutto. Sappiamo com’è finita. C’è andato di mezzo un morto. Per avere me, si può anche mettere in pericolo la vita del padre.

Ebbene, Dacia Maraini, sconfessando, forse senza rendersene conto, il mio fedele ma non sempre equanime servitore, dichiara esplicitamente che io le donne non le ho mai pagate! A differenza del Cavalier Berlusconi, che invece le “olgettine” e tutte le altre del suo caravanserraglio le pagava in denaro. Qui però, forse, a essere calunniato è il Cavaliere, che io non ho mai apprezzato molto, spesso ho dileggiato, ma sotto sotto, umanamente, mi è sempre stato abbastanza simpatico, forse proprio per la sua disinvoltura – chiamiamola così -con le donne. Che prova ha la Maraini che il Cavaliere si conquistava le donne a forza di denaro? Qui scade allo stesso livello di Leporelllo. Certo, il Cavaliere le sue belle le compensava ,e come! Magari con un posto di lavoro nelle sue imprese, magari con la titolarità di un dicastero o di un sottosegretariato in uno dei suoi governi, magari con una carica di partito. Perché uno si chiede, per esempio: come può un’oca giuliva come la Ronzulli essere arrivata a diventare capogruppo dei rappresentanti di Forza Italia al Senato? Una ricompensa per essere stata una scrupolosa infermiera e badante del Cavaliere?  O anche qui c’è di mezzo la fica?

Anche nel caso del Cavaliere, è una questione di buon gusto, il resto è moralismo becero. Se c’è qualcosa che si può rimproverare al Cavaliere è di aver fatto gli affari suoi in territorio amoroso con poca discrezione. Lui invece, anche in questo caso, si faceva un vanto di sbandierare le sue orgette, così come si faceva un vanto di mostrare ai suoi invitati il letto in cui Putin  aveva dormito, come suo ospite, nei giorni dei colloqui a Pratica di Mare. Si dirà: senti chi parla! Proprio tu, che hai incaricato Leporello di tenere un catalogo, sempre aggiornato, di tutte le tue conquiste! Calunnia anche questa.Io il catalogo non lo sbandiero. Mi basta il piacere di porre in lista tutte le mie conquiste, sbandierarle ai quattro venti non mi interessa. Leporello quel catalogo l’ha squadernato davanti a Donna Elvira, ma è stata una sua iniziativa, per cui poi l’ho severamente redarguito. Io sono un nobile d’antico lignaggio, non un borghesuccio arricchito. Non sono come il Trimalcione del “Satyricon” di Petronio Arbitro. Invece il Cavaliere un po’ gli somiglia.

I grandi uomini politici del passato hanno spesso avuto le loro avventure amorose, ma hanno sempre saputo tenerle ben nascoste, per non offrire ai loro avversari una ghiotta materia per attaccarli.Cavour era uno di quelli. Aveva le sue donnette, intratteneva un rapporto amoroso con una donna sposata, alla quale inviava lettere così infuocate che, dopo la sua morte, il suo fedelissimo Costantino Nigra pensò bene di bruciarle, per non infangare la memoria dello statista insigne che per molti anni aveva servito con intelligenza e devozione. Andando un po’ più indietro nel tempo, Pericle non se la spassava soltanto con la bella Aspasia, sulla quale si vociferava ma non più di tanto, perché era donna bellissima ma anche coltissima. Plutarco ci dice che il grande scultore e architetto Fidia -uno dei massimi di tutti i tempi- attirava le belle ragazze di Atene nel suo laboratorio, con il pretesto di esibire ai loro occhi le meraviglie della sua arte scultoria, ma poi le passava a Pericle perché se ne sollazzare. Un atto di violenza? Io penso di no. Possiamo davvero credere che le belle di Atene non conoscessero la trappola? Si lasciavano intrappolare con gran gusto, perché finire nel letto di Pericle, e ricevere dall’illustre stratego qualche regaluccio in cambio delle loro grazie, era un onore inestimabile.

Sia ben chiaro: solo per questo Berlusconi può essere avvicinato a Pericle, la statura di grande uomo di Stato è soltanto di Pericle. Poi, anche come “tombeur de femmes” Pericle era molto più discreto. Anche lui, come me, non era un arricchito. Era ricchissimo, ma anche aristocratico di antico lignaggio. Noblesse oblige.

Per concludere queste mie riflessioni un po’ più sgangherate del solito: Berlusconi, in fatto di avventure amorose, va criticato per mancanza di gusto. E’ una questione di estetica, non di etica. Invece i bacchettoni della sinistra, quelli che ora si sentono modernissimi perché difendono il Gay Pride, l’utero in affitto, i transgender, Lgbtq+… e compagnia cantante, ne hanno fatto un problema di morale, anzi di moralismo, attaccandolo per i suoi festini con le puttanelle. In questo i preti, che hanno sempre avuto qualche indulgenza per i suoi governi, quando non li hanno più o’meno esplicitamente sostenuti, sono stati, come sempre, molto più intelligenti. Sulle scappatelle di Berlusconi, sulle sue avventure coniugali, sulle sue orgette  non hanno mai avuto niente da dire.Dopo tutto, il suo partito aveva imbarcato da tempo un consistente equipaggio di buoni cattolici; anche nelle file dei suoi governi i buoni cattolici non mancavano. Il Cavalier continuava a esaltare i valori della civiltà cristiana. Era un puttaniere? Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Anche tra i più illustri Vicari di Cristo i puttanieri non sono mai mancati. Vogliamo parlare di Alessandro VI Borgia? Sarà stato anche un puttaniere impenitente, ma ha avuto il merito di togliere di mezzo un personaggio infausto come Girolamo Savonarola, che con i falò delle vanità a Firenze aveva anticipato la lugubre Ginevra di Calvino, minacciando di strangolare in culla quel Rinascimento, per molti aspetti eversivo e paganeggiante, che rimane la più grande gloria dell’Italia.

I cattolici sono molto più furbi dei protestanti. Se bisogna andare all’inferno, meglio prendersi per amante una Marilyn Monroe che una Monica Lewinski qualsiasi. La sinistra post-comunista ha accolto, di Cavino, non solo l’etica protestante che è alla base del cosiddetto neo-liberismo, ma anche la mentalità bacchettona. Che rimane tale, se  continua a pensare che darla via per una borsetta o un paio d’orecchini, o magari un sottosegretariato significa essere una puttana.

P.S. Unicuique suum. Devo le considerazioni sulla natura deklla cosiddetta prostituzione ad alcuni spunti davvero interessanti che si trovano negli scritti di F.M.Nicosia. 

Giovanni Tenorio

Libertino

Un pensiero su “Una questione di estetica, non di etica

  • Alessandro Colla

    Non tutti i sacerdoti non hanno mai avuto niente da dire sulle scappatelle berlusconiane. Cìè una componetnte zanotelliana che si è dimostrata alquanto savonaroliana. Da parte pseudolaica abbiamo invece avuto Rosy Bindi, il peggio del calvinismo. Tra i “basisti” del liberismo preferisco i cattolicissimi studiosi della scuola di Salamanca.

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