Don Giovanni

Ricordiamoci della Befana (senza dimenticare Babbo Natale)

Cari amici, oggi ormai nessun bambino crede più alla Befana e a Babbo Natale. Cose d’altri tempi, quando si era ancora poverelli. Chi può credere, nell’epoca dei missili e dei droni, a una vecchietta che arriva di notte con un sacco di balocchi a cavallo d’una scopa, o a un vecchio dalla barba bianca su una slitta trainata dalle renne? Sono smaliziati, i bimbi d’oggi, sono nativi digitali, nascono con una tastiera di computer appiccicata alle dita, non se ne fanno nulla di vecchiette rimbambite e di nonnetti vestiti da pagliaccio. In compenso, sono i loro papà, le loro mamme e i loro nonni a credere alla Befana e a Babbo Natale. La Befana è proprio una Befana, anche se non vola su una scopa. E’ a capo della Federal Reserve Bank e pare abbia fatto meraviglie: stampando denaro a iosa ha rimesso in carreggiata la disastrata economia USA. Adesso vorrebbe moderarsi un po’: va bene far regali alle banche e agli speculatori di borsa, ma quel ch’è troppo è troppo. Mica tutti però sono d’accordo con lei, anche perché l’appetito vien mangiando; e chi ha imparato a maneggiar soldi falsi, ne vorrebbe sempre di più… Che cosa costa stampare ancora qualche miliardino ? Avanti, Befana, che così diventiamo tutti ricchi! La Befana ha anche un marito, un vecchietto tal quale lei, economista tal quale lei (purtroppo), che con un suo collega ha appena
pubblicato un libro  dove il capitalismo è dipinto come un sistema di truffatori e di imbroglioni. Bel regalino natalizio anche questo. Ne sentivamo proprio il bisogno. A nessuno dei due autori però è passato per la testa che i primi imbroglioni sono proprio i banchieri centrali, Befana in testa. E che il sistema delle banche centrali sarà  anche capitalistico, ma con l’economia di mercato vergine e pura non ha proprio nulla che fare, con buona pace di Milton Friedman. Per trovare il Babbo Natale degli adulti bisogna invece tornare in Europa. A dire il vero, più che a Babbo Natale assomiglia a Dracula, e se è vero, com’io credo, che “nomina sunt consequentia rerum”, ha un nome davvero malaugurante. Anche lui è banchiere centrale, e viene osannato per aver difeso l’Euro dai rischi di fallimento. All’inizio passava per uno sparagnino: mentre la FED allargava i cordoni della borsa, inondando di dollari il mondo intero, lui i suoi Euro se li teneva ben stretti. Ma poi ha capito che così non va. Non ha voluto esser da meno dei suoi colleghi d’oltreoceano, e s’è messo anche lui a stampar moneta alla grossa. Con le sue manovre ha fatto credere che l’Italia si fosse salvata dalla bancarotta grazie alle salassate del governo Monti, mentre erano i vagoni di Euro gettati sul mercato a far calare il cosiddetto “spread”, il differenziale fra i rendimenti dei titoli di debito pubblico italiani e quelli tedeschi. Adesso che la Befana frena, lui vuol mollare ancora di più. Per salvare l’Euro, disse una volta, avrebbe fatto “whatever it takes”, tutto quel che poteva fare. Che vuol fare ancora, più che continuare a produrre cartaccia? Nessuno più crede ai miracoli dei Santi, e neppur di Gesù Cristo.  Anche un uomo di gran senno come il teologo Gianfranco Ravasi quando parla della Resurrezione fa mille distinguo; non crederete, dice, che Nostro signore sia venuto fuori dalla tomba con la bandierina in mano, come si vede in tante ingenue illustrazioni… Però ai miracoli dei banchieri centrali credono tutti. E che miracoli! Basta produrre un po’ d’inflazione e… bum! l’economia parte come un razzo. Quando il mondo era poverello c’era un bambino tanto stupido che, vedendo agitarsi gli alberi , credeva  fossero proprio quelli a produrre il vento. “L’è proprio tutta a rovescio, invece!” gli dicevano i suoi genitori; ma lui si incaponiva ancor di più a sostenere la sua bislacca teoria. Ebbene, oggi tutti gli allocchi credono che sia l’inflazione a causare la crescita economica, e non viceversa. E’ normale che lo sviluppo economico, una volta esaurita tutta la capacità in eccesso, provochi un aumento dei prezzi, soprattutto se c’è qualcuno (indovinate voi chi: le solite Befane e i soliti Babbi Natale) che mette a disposizione tutta la moneta necessaria a finanziarlo. Ma il contrario proprio no! Sarebbe come credere che per far piovere basti bagnare il terreno: se quando piove il terreno si bagna, quando si bagna i terreno si mette a piovere! Più logico di così! Cari amici, basta avere un briciolo di buon senso, quello che gli opinionisti dei giornali e i cosiddetti esperti hanno irrimediabilmente perduto, per capire che il mondo è davvero fuor di sesto, e che soprattutto nel campo dell’economia e della finanza si rasenta la paranoia. Sembra tutto un gioco, tutta una finzione, un labirinto di paradossi e di frasi senza senso. Già, tutta una finzione. Ma, come diceva quel bimbetto stupidello d’un tempo che fu: ” Il motorino della mia macchinina è finto. Però, se si toglie via il finto, diventa vero!” Guardate che è autentica, non sto scherzando. Come sono autentiche tutte le baggianate delle Befane, dei Babbi Natale: quelle  che gli allocchi, dopo averle ascoltate a bocca aperta,  ripetono a pappagallo, quasi le avessero ricevute in dono dello Spirito Santo.

Giovanni Tenorio

Libertino