Don Giovanni

Legalità, stato di emergenza e legittima difesa

Un generale in tuta mimetica minaccia di stanare i renitenti alla vaccinazione. Nell’editoriale di uno dei più importanti quotidiani nazionali non si esita ad adombrare la possibilità di un governo militare qualora cada quello attualmente in carica. Un personaggio politico di un certo peso dichiara pubblicamente che sarebbe auspicabile un nuovo Bava Beccaris disposto a sparare sulla canaglia che protesta contro le misure governative. Un presunto luminare della Scienza (con la maiuscola, mi raccomando!) chiama “sorci” i cosiddetti “no vax” e si augura di vederli morire. Altri sedicenti scienziati propongono di escludere dal Servizio Sanitario Nazionale chi non accetta di vaccinarsi. C’è chi suggerisce agli addetti alla distribuzione di cibo a domicilio di sputare sulle vivande di chi non vuole vaccinarsi. Il presidente del Consiglio ripete per la seconda volta che il vaccino è l’unica arma sicura contro la pandemia, e su questo falso ideologico – che ha già fornito il pretesto per l’introduzione del famigerato “green pass” – fonda la promessa di imporre quanto prima l’obbligo vaccinale. La Magistratura, dimenticando che in Italia l’azione penale da parte delle Procure della Repubblica è obbligatoria in presenza di reati perseguibili d’ufficio, non muove un dito. Eppure ce ne sarebbe più di un motivo: dall’apologia di reato, all’istigazione a delinquere, alla diffusione di notizie false esagerate e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico, all’incitamento all’odio sociale, al falso ideologico. La corrente di “Magistratura Democratica”, la sinistra del ANM, sempre pronta a invocare la Costituzione più bella del mondo in difesa dei diritti inalienabili, dopo aver ospitato sul suo bollettino un dotto articolo di uno dei suoi più altolocati esponenti, titolare di un posto di prestigio fra i ranghi superiori del sistema giudiziario, nel quale si dimostra l’incostituzionalità  di tutti i provvedimenti governativi contro la “pandemia”, prende le distanze dalle argomentazioni dell’illustre collega, dichiarando che ha parlato a titolo personale, senza impegnare, con il suo scritto, la linea politica del foglio che l’ha pubblicata. Intanto nelle piazze la rabbia comincia a montare. Sul principio, tutta l’informazione allineata al regime cerca di sminuire la consistenza delle proteste, facendo credere che a radunarsi per lanciare invettive contro il governo siano pochi manipoli di svitati, fra l’indifferenza dei cittadini perbene. Poi, quando le manifestazioni si moltiplicano e il numero dei partecipanti non può più essere sottostimato, si approfitta di qualche episodio di violenza occorso durante le proteste per bollare come violenti, facinorosi, fascisti, nazisti, tutti partecipanti, anche se molti degli organizzatori dichiarano di non condividere tali azioni e invitano a più riprese i loro seguaci a mantenersi sul piano della legalità, astenendosi da ogni forma di violenza. Qualcuno non esita a paragonare i manifestanti ai terroristi. Si muove addirittura la Digos. Quel personaggio abietto di cui si parlava prima, invocando un nuovo Bava Beccaris contro presunti complotti terroristici, nella sua ignoranza ripeteva proprio le motivazioni politiche che stavano alla base dei terribili provvedimenti del governo Rudinì nell’anno 1898, quando a Milano la folla che protestava per l’aumento del prezzo del pane venne presa a cannonate. Anche allora si parlava di movimenti destabilizzanti, di complotti fomentati dai servizi segreti del governo francese, ostile alla politica estera dell’Italia. Può anche darsi che qualcosa di simile ci sia stato, che qualcuno abbia voluto approfittare del malcontento popolare per oscure manovre. Sta di fatto che il popolo protestava perché aveva fame, non per il gusto di provocare disordini. Tutti i sostenitori del regime draghino attendevano il giorno in cui un gruppo di oppositori aveva preannunciato il blocco delle stazioni ferroviarie, per impedire la partenza dei treni a lunga percorrenza, come forma di protesta contro l’obbligo di esibire il “green pass” per poter usufruire del servizio. Non è successo assolutamente niente, anche perché la forza pubblica è stata immediatamente mobilitata per scoraggiare con la sua presenza massiccia ogni tentativo di blocco. Sarebbe stato bello poter parlare di atti eversivi, di scontri, di feriti, magari di qualche morto, per screditare una volta per tutte il movimento di protesta, senza distinzioni. Ci si è consolati parlando di “flop”. Avete visto? – si sogghigna. Avevano promesso fuoco e fiamme e non appena hanno visto che il governo faceva sul serio se la sono squagliata. Davanti alle stazioni si sono presentati quattro gatti, a lanciare qualche insulto, sempre fra lo sconcerto della gente perbene. Questa faccenda del blocco dei treni abortito si presta a due considerazioni, una sul piano fattuale, una sul piano meta-giuridico. Cominciamo dalla prima. Fra chi ha condannato la proposta di bloccare i treni ci sono anche i sindacati dei lavoratori, nessuno escluso. Non si può interrompere per protesta un pubblico servizio, coinvolgendo nel disagio così provocato persone che con i motivi della protesta stessa non hanno nulla che fare. Nei giorni di lavoro molti usufruiscono dei treni a lunga percorrenza per motivi di necessità, non certo per divertimento. E’ deplorevole danneggiarli per presunte colpe di cui non sono responsabili. Il ragionamento ha una sua logica difficilmente oppugnabile, ma c’è un ma. Gli stessi sindacati che ora si mostrano scandalizzati per queste proposte eversive sono gli stessi che hanno sempre tacitamente giustificato analoghi comportamenti dei lavoratori in sciopero. Due pesi e due misure. Se lo fanno i cosiddetti “no vax” sono terroristi, o quasi. Se lo fanno i lavoratori in sciopero è una protesta legittima, o quasi. In quest’ultimo caso, non è che lo dicano esplicitamente. E’ una sorta di silenzio-assenso. L’incoerenza rimane, ed è pesante come un macigno.

Veniamo all’altra considerazione. E’ chiaro che, rimanendo sul piano dell’ordinamento giudiziario, bloccare le stazioni impedendo la partenza di convogli ferroviari è un reato. Si tratta di interruzione di pubblico servizio, ma anche di qualcosa di molto più grave, allorché venga attuato con atti di violenza fisica e di intimidazione. Però ci troviamo in un momento in cui l’ordinamento giudiziario è completamente stravolto, al punto che da quasi due anni chi governa si permette impunemente di stracciare quasi ogni giorno la Costituzione con provvedimenti gravemente lesivi dei diritti di libertà. Si pensi, per fare un solo esempio, al coprifuoco, rimasto in vigore per qualche mese: un provvedimento da tempo di guerra, la guerra vera, quella che si combatte con le bombe, non la guerra a una “pandemia” che pandemia non è. Si è raggiunto il colmo con i provvedimenti dell’ultimo DL, quello che in questi giorni sta per essere convertito in legge. Innanzitutto si è prolungato lo stato d’emergenza con una lettura forzata e truffaldina della Legge 1/2018, il cosiddetto “Codice della Protezione Civile”. Ammesso e non concesso che tale legge sia applicabile, com’è stato fatto, anche al caso di un’emergenza sanitaria (una sentenza del giudice di Pisa Lina Manuali lo nega), la proroga è possibile per dodici mesi dopo la prima scadenza. Visto che questa era stata fissata a sei mesi dall’entrata in vigore ed è stata prorogata per ulteriori 12 mesi, un’ulteriore proroga non sarebbe stata più possibile. Invece è stata approvata, con la giustificazione che la prima scadenza può essere fissata fino a 12 mesi. Certo! Può essere fissata, non deve! E nel nostro caso era stata fissata a 6. A casa mia 6+12 fanno 18, non 24 (l’aritmetica delle Scuole Elementari la conoscono anche gli umanisti)! Ma c’è di peggio, e qui veniamo al nocciolo. E’ stato introdotto il cosiddetto “green pass”, che consente l’accesso ad alcuni servizi soltanto ai vaccinati,  ai “tamponati” negativi e agli immunizzati naturali, sulla base del falso ideologico secondo cui chi non è vaccinato si contagia, contagia e uccide, chi è vaccinato è immune, non contagia e non uccide. L’è proprio tutta a rovescio. Ma quel che dice Draghi è come la Bibbia. A questo punto il provvedimento diventa un atto discriminatorio. Se veramente il vaccino fosse l’unico rimedio contro una pandemia letale, l’unico provvedimento sensato sarebbe l’introduzione di un obbligo ai sensi dell’art.32 Cost. Ma così non è: il vaccino è sperimentale, non si conoscono gli effetti collaterali a medio e lungo termine, le reazioni avverse sono molte e di varia gravità, alcune addirittura mortali; per dichiarazione degli stessi produttori non immunizza, ma al massimo attenua gli effetti del contagio e non impedisce la trasmissione del contagio stesso. Quindi il “green pass” è un ricatto per costringere alla vaccinazione mantenendo la finzione della libertà di scelta. A vantaggio di chi? Conoscendo il curriculum di Draghi e la sua appartenenza a cinque logge massoniche la risposta è facile. Non certo a vantaggio della salute dei suoi sventurati compatrioti. Ma allora, su un piano meta-giuridico, se viene bloccata la partenza dei treni a lunga percorrenza riservati a chi possiede il passaporto vaccinale, si compie un atto di ristabilimento dell’eguaglianza davanti alla legge, un atto anti-discriminatorio. Se non c’è una legge che impone il vaccino a tutti, non si può discriminare. Sui treni o salgono tutti, o non sale nessuno. Sì, ma che colpa ne hanno quelli che possono salire sui treni perché sono in regola con le norme vigenti? Hanno la colpa di accettare la discriminazione, come nel Sud Africa dell’apartheid erano conniventi con il regime discriminatorio i bianchi che accettavano di occupare sui mezzi pubblici i posti riservati a loro e vietati ai negri (*), senza protestare contro simili norme infami e chiedere a gran voce che venissero cancellate. Mi si obietterà che non si può pretendere che tutti siano eroi. Certo, tutti tengono famiglia. Qualcun altro sosterrà che il paragone è improponibile. Mi spieghi il perché. La discriminaxzione è sempre discriminazione, anche se, sicuramente, certe forme sono molto più odiose di altre.Guardate che non sto dicendo che si farebbe bene a bloccare la partenza dei treni. Non perché il fatto in sé è contrario al diritto positivo e sia moralmente disdicevole, ma per una ragione squisitamente politica. Bloccare i treni farebbe il gioco di chi bolla i cosiddetti “no vax” come terroristi. Era proprio quello che aspettavano! Si mormora addirittura che qualche “infiltrato” abbia svelato il gioco: si voleva proprio provocare ad arte qualche scontro per criminalizzare tutto il movimento. Ricordate che cosa accadde nelle terribili giornate del G8 a Genova del 2001? Si permise ai famigerati “Black bloc”di mettere a ferro e fuoco intere aree cittadine, senza intervenire. Furono invece massacrati a randellate e bombe lacrimogene i manifestanti inermi e pacifici, scaricando su di loro le responsabilità delle violenze in cui non erano affatto implicati e screditando così tutto il movimento cosiddetto “no global”. Poi ci fu il massacro nella scuola Diaz. Sappiamo com’è finita. Poche condanne, ai soliti pesci piccoli; mentre rimangono ai piani alti personaggi che meriterebbero di essere mandati a lavorare a vita nelle miniere.L’ultima speranza “legalitaria” in un Paese il cui governo della legalità ha fatto strame, pur riempiendosene continuamente la bocca, è il referendum che Gianluigi Paragone (**) ha proposto, impegnando il suo partito a raccogliere immediatamente le firme, nel caso che il DL che introduce il “green pass” sia convertito in legge e anche nel caso che la vaccinazione venga resa obbligatoria. Poi, se il “popolo”, cioè una maggioranza di votanti anche  risicata, voterà contro l’abrogazione, alla minoranza oppressa resteranno i kalashnikov. Legittima difesa. Ricordiamoci che anche Hitler arrivò al potere democraticamente. Se qualcuno fosse riuscito a farlo fuori con ogni mezzo, anche violento, prima che potesse provocare i guasti che sappiamo, avrebbe violato i sacri principi della Democrazia?

(*)  Dichiaro per l’ultima volta che io dico e scrivo “negri” proprio perchè non sono razzista. I motivi li ho già spiegati e non ho intenzione di ripeterli.
(**) Qualcuno al nome di Paragone storcerà il naso. I nemici dei miei nemici sono miei amici. Se tutte le carceri si ribellassero, tenendo impegnato il governo in modo da rendere impossibile la conversione in legge del DL che introduce il “green pass”, anche i carcerati diventerebbero miei amici; senza dimenticare che tra loro ci sono tanti innocenti in attesa di giudizio.                     

Giovanni Tenorio

Libertino

5 pensieri riguardo “Legalità, stato di emergenza e legittima difesa

  • Dino Sgura

    Sempre peggio su questo blog le cose eh…. lo dico con profondo dispiacere. Passi pure la difesa di quel cialtrone bugiardo patentato di byoblu per libertà d’espressione (quando in realtà la piattaforma che l’ha bannato è privata), ma adesso difendere questo imbecille ruffiano di Paragone secondo la logica del nemico del nemico = amico…. sinceramente no…. a sto punto difendiamo pure Forza Nuova, Casapound e Marco Rizzo e Landini. Riguardo ai vaccini, l’altro ieri un mio carissimo amico Iracheno mi parlava della situazione nel suo paese, dove se c’è stato qualche disordine inerente ai vaccini, è dovuto al fatto della ferma volontà della gente di potersi garantire l’accesso al siero…. quindi non è un caso che queste manifestazioni anti vaccino si siano avute esclusivamente nell’occidente ricco e grasso, dove le pandemie più gravi sono il diabete e l’obesità, che non per niente hanno favorito un impatto più violento di questo virus, a differenza di altre latitudini dove ancora la gente ha bene impresso in mente cosa sia l’essenziale; ho avuto modo di parlarne negli ultimi tempi con persone contrarie al vaccino che conosco personalmente, chi più chi meno, tutte con un piede nella fossa….: a turno obesi ed aspiranti tali, forse diabetici ignari di esserlo, grandi mangioni, pippatori di cocaina, gran bevitori, fumatori accaniti….. però tutti temono gli effetti collaterali del vaccino. Quindi ci rendiamo conto dell’inutilità di questa “battaglia”? Tutta gente a cui della libertà individuale non gliene può fregar di meno, del resto non è un caso che quando s’è trattato di dover reagire a quello scempio dei DPCM e dei lockdown, non hanno mosso un dito, a parte qualche timida protesta dei pizzaioli a Napoli e dei ristoratori a Verona… e non è un caso che i leader politici che si stanno intestando questa battaglia contro il green pass, abbiano come riferimento storico, degli epigoni quali noti paladini dei lager e dei gulag. Il vaccino serve, non viviamo come individui isolati, ogni nostra scelta nella società finisce per ricadere sul prossimo; l’unico vero problema di questa epidemia è quello delle ospedalizzazioni e purtroppo per il tipo di organizzazione sanitaria attualmente esistente non solo in Italia, ma in tutto l’occidente è un problema che ricade su ognuno di noi, poi possiamo contestarlo quanto vogliamo, ma la realtà dice questo.

    • Sì,io difendo Byoblu, Paragone, Casa Pound, Forza Nuova, Marco Rizzo e Landini, quando dicono qualcosa che condivido. Per questo divento, di volta in volta, cialtrone, fascista, nazista comunista e chi più ne ha più ne metta? Se Don Ottavio dicesse qualcosa di buono lo difenderei senza problemi. Per questo diventerei un lagnoso pappamolla come lui? No, resterei Don Giovanni Tenorio. Quanto ai vaccini, se il governo li ritiene indispensabili non ha che da proporre in Parlamento, ai sensi dell’art.32 Cost., una legge che li renda obbligatori, chiedendo i voti. Con la maggioranza bulgara di cui dispone non dovrebbe trovare difficoltà. Il cosiddetto “green pass” è un ricatto suggerito probabilmente a Mario Draghi dall’ astutissima Cartabia, la quale sa bene che, in base alla giurisprudenza costituzionale finora vigente, bastano i 14 decessi da vaccino ufficialmente accertati per rendere insostenibile l’obbligatorietà. Anzi, ne basterebbe anche uno solo. Non si può ammazzare una persona neppure per salvare il mondo intero.

    • Le ospedalizzazioni, dalla fine di aprile 2020, non sono un problema più grande di quelle causate dalla compianta (?) influenza.

      Il vaccino serve? Comporta un sensibile ma non clamoroso vantaggio nella prognosi degli individui over 50 che non hanno mai avuto contatti con il virus (pochi dopo 2 anni di esposizione) e per un periodo limitato di 4-6 mesi (mentre i rischi collegati: 1 decesso e 10 invalidità permanenti ogni 100000 somministrazioni, si ripetono ogni volta: consideriamo che ormai il ciclo completo comprende 3 somministraizoni: dati AIFA).

      Noto inoltre che la decrescita dei valori massimi dell’incidenza per ogni singola “ondata” stagionale segue una evidente legge di progressione geometrica, da ben prima della campagna vaccinale. L’epidemia sta diventando lieve endemia spontaneamente, come qualsiasi infezione virale respiratoria di cui si abbia memoria nella storia: entro 2 anni la fase acuta si conclude naturalmente.

      Sotto i 50 anni e fino ai 30 è inutile vaccinarsi, sotto i 30 anni è stupido, vaccinare i minorenni è nazista. Cedere al ricatto equivale ad accettare la tessera del partito fascista per poter lavorare.

  • Alessandro Colla

    Credo siano importanti alcune puntualizzazioni:

    1) Forza Nuova e Casa Pound hanno posizioni diverse su molti aspetti. I primi sono contro le coppie di fatto, i secondi a favore. Anche sui vaccini i secondi non sono contrari.

    2) Le folle deliranti che vogliono il siero prima degli altri non sono riconducibili solo a un episodio in Irak. Alla narrazione ufficiale hanno creduto in molte parti del mondo e in Italia tali folle sono presenti ancora di più. Stando uno attaccato all’altro per non perdere la fila, dormendo fuori di notte quando in alcune regioni c’era il coprifuoco e motivando la loro fretta con l’esigenza di dover ritornare allo stadio o in discoteca grazie al marchio verde. Almeno in Irak c’è la scusante di una scarsa alfabetizzazione dovuta al precedente regime.

    3) I contrari che conosco io non sono affatto con i piedi nella fossa, né consumatori di oppiacei. Sono proprio quelli che vogliono continuare a mantenersi in salute. Ho visto invece vaccinisti convinti proprio tra i viziatissimi che malgrado le loro sregolatezze hanno paura dei un virus influenzale.

    4) Le battaglie non sono mai inutili, è pieno di gente che anche non in maggioranza alla libertà ci tiene e come. Altrimenti sarebbe inutile ogni battaglia.

    5) Se anche i motivi di molti sono diversi dai miei o da coloro che credono nella libertà, non vedo perché si dovrebbe rinunciare a lottare per evitare ulteriori restrizioni nella nostra vita personale. Mi va di andare in osteria al chiuso, non posso perché ho cucita addosso la stella di David della persona contraria al marchio verde. Se riesco a convincere un altro beone, ottengo forse un risultato; anche se questi non è interessato alla libertà come diritto primario.

    6) Non è vero che nessuno abbia mosso un dito; non solo a Napoli e a Verona ci sono state proteste. Minoranze sicuramente, non per questo insignificanti. La famosa Torteria non è in Campania né in Veneto, l’agriturismo di Carmagnola è in Piemonte, la Trattoria di via Cernaia dove ci riuniamo noi dissidenti è a Roma. L’elenco potrebbe continuare.

    7) E’ possibile che in caso di vittoria ci guadagni qualcuno che non merita il godimento di eventuali conquiste ottenute perché non gli importa nulla della libertà e non si è impegnato a dovere durante i blocchi forzati. Pazienza. Contro le “esse – esse” hanno combattuto tante persone e a vittoria ottenuta hanno guadagnato spazi di libertà anche i peggiori nemici in assoluto di essa, i comunisti. Per evitare questo bisognava tenersi Hitler?

    8) I vaccini possono servire? Genericamente parlando, reputo di sì. Credo che per la prevenzione di alcune patologie siano serviti. La mia è una semplice convinzione non un dogma. Non tutti sono d’accordo. Contro ebola e colera penso abbia un senso vaccinarsi, contro la polmonite e le influenze stagionali non credo proprio. Contro le patologie esantematiche non saprei. Questo vaccino non serve perché le cifre dei colpiti sono basse, contrariamente a quanto ci propinano gli “editori responsabili” a servizio del regime. Contro molte malattie ho l’idea che ii vaccini siano stati utili a evitare contagi; penso alla poliomielite, alla difterite o al vaiolo. Non tutti ritengono che sia andata così. Forse le vaccinazioni intense hanno contribuito alla cosiddetta eradicazione di alcune patologie. Anche qui non tutti gli scienziati concordano. Ma il giorno in cui ci fossero evidenti prove che chi oggi non concorda abbia ragione, non mi sognerei mai di proporre l’interdizione alla professione di quanti hanno sostenuto il contrario. E nemmeno di quanti vogliano continuare a sostenerlo. Peccato che in questo, un po’ come la questione islamica, manchi la reciprocità.

    9) “Non viviamo come individui isolati”. E allora? Questo impone trattamenti sanitari obbligatori? O semplicemente dover riconoscere come valida una teoria scientifica che spesso non ha neanche la dignità di teoria? Se il fatto di non essere isolati comporta obblighi che riguardano solo il nostro corpo e che si debba per questo rinunciare al diritto di non sottostare a trattamenti sanitari obbligatori, allora vuol dire che la differenza con coloro ai quali non importa nulla della libertà è praticamente inesistente. Non ho obblighi verso gli altri che non abbia esplicitamente sottoscritto.

    10) Nessun libertario contesta che l’attuale sistema ospedaliero ricada su ognuno di noi, non si tratta di contestare il problema ma di avversare i sistemi sanitari nazionali basati sullo statalismo e sulla coercizione.

    11) “I capi politici che si stanno intestando questa battaglia contro la carta verde hanno come riferimento storico i paladini dei lager e dei gulag”. Non è vero niente. La stragrande maggioranza degli oppositori è antifascista. Casa Pound, come già detto, non è contro l’obbligo vaccinale. I centri sociali di sinistra dormono e si adeguano sull’argomento. Gli ex comunisti sono tutti favorevoli ala coercizione de facto. I presidenti di regione eletti in quota Fratelli d’Italia, hanno applicato regole ultrarepressive nel loro territorio e Giorgia Meloni si è lasciata immortalare durante l’inoculazione. Se qualcuno come Forza Nuova si vuole abusivamente intestare la battaglia, proceda come crede. Non escludo che qualcuno abbia finanziato tale movimento per screditare chi si oppone attraverso la logica e il ragionamento allo stato puro. Al regime fa comodo che un raggruppamento dichiaratamente fascista finga di opporsi al fascismo reale. E’ sempre capitato così nella storia, non ammetterlo significa essere negazionisti.

    12) Per tante considerazioni scientifiche si è invocato il principio di precauzione ma in questo caso, misteriosamente ma non troppo, tale principio non dovrebbe essere applicato.

    13) Non ho in questo punto molte altre considerazioni da esprimere ma mi piaceva “fare tredici” almeno una volta nella vita.

    “La brevità gran pregio” dicono i bohemiennes giacosian – pucciniani su ispirazione di Murges. Io non possiedo questo pregio e me ne scuso. Il pregio del credo nella libertà, lo ostento invece come personale vanto. E non me ne scuso.

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    • Caro Colla, non deve proprio scusarsi. A chi avesse da ridire per la (presunta) lunghezza eccessiva del Suo intervento, replicherei con la risposta del mio papà Mozart all’imperatore Giuseppe II, che gli rimproverava di aver usato troppe note nella partitura del “Ratto dal serraglio”: “Non una di più di quelle necessarie, Maestà”.

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