Don Giovanni

Enter banditti

Cari amici state all’erta! Mettete la mano sul portafoglio, prosciugate i vostri conti correnti e riponete i risparmi liquidi in cassaforte, chiudendola a doppia mandata. Oppure fate come quella vecchina che, sfidando il sarcasmo dei suoi nipoti, li nascondeva nella stufa. Circolano pericolosi borsaioli, che non hanno neppure il pudore di celare la propria identità e di occultare i loro malefici propositi.Uno è quello che, ancor di recente, ha ripetuto che il debito pubblico in Italia non è un problema, perché il risparmio privato è molto consistente.Che cosa vuol dire? Evidentemente, che il risparmio privato può sempre venire in soccorso del debito pubblico, mettendolo in sicurezza. Però c’è un problemino: il risparmio privato, per poter venire in soccorso del debito pubblico, deve a sua volta diventare pubblico. In che modo? Non vedo che tre soluzioni. La prima è quella di indurre i fedeli sudditi della Repubblica fondata sul lavoro a donare spontaneamente i loro risparmi alla Patria, come fece Mussolini chiedendo che si donasse oro per sostenere la Guerra d’Etiopia. Funzionò allora, può funzionare ancora. A quel tempo anche un antifascista come Benedetto Croce rispose all’appello. La Patria è una cosa sacra, indipendentemente dal governo che la regge. Se è in pericolo, va aiutata. Anche oggi qualche allocco potrebbe essere sedotto da questo sofisma, tanto più che, nonostante i disastri fin qui compiuti, il governo Conte pare godere ancora di un ampio sostegno popolare. Pochi si soffermano a riflettere che l’amor di patria in sé è un sentimento nobile, ma squisitamente individuale, come l’amore per i genitori, i figli, le persone care; quando diventa il cardine dell’ideologia su cui si fonda lo Stato-Nazione, un lascito purtroppo ancora indiscusso del pensiero romantico, si corrompe e può diventare la giustificazione delle azioni più efferate. “Right or wrong, my country”, dicono gli inglesi: E’ un modo di pensare che una volta Montanelli lodò. Io lo trovo aberrante. Antigone non la pensava così, e aveva ragione, con buona pace di Hegel. Io sto con Samuel Johnson: la Patria è l’ultimo rifugio dei mascalzoni.
Un altro espediente potrebbe essere un prestito forzoso, magari a tasso zero e a scadenza indeterminata. Qualcosa come i Mini-Bot, che potrebbero anche essere usati come moneta parallela. Ne abbiamo già parlato. sarebbe un modo per produrre inflazione, ammesso e non concesso che le autorità europee accettino una soluzione del genere. Infine, si potrebbero rinnovare i fasti del governo di Giuliano Amato, quando di punto in bianco fu prelevata una percentuale di tutti i liquidi depositati sui conti correnti delle banche italiane. In quei giorni lungo la frontiera di Chiasso si notava uno strano traffico. Evidentemente, qualcuno era stato reso edotto delle manovre in vista e correva ai ripari. La povera vecchietta della Val Tellina si vide decurtati i risparmi accumulati sul suo conticino, senza capire il perché. Chi aveva conti correnti ben forniti ne soffrì poco; chi li aveva esigui ne soffrì molto di più. Una vera progressività alla rovescia, alla faccia della Costituzione più bella del mondo. I banditi che escono dal bosco con il trombone, minacciando i viandanti al grido di: “O la borsa o la vita!” sono molto più rispettabili. Almeno corrono il rischio di essere prima o poi catturati e di finire sulla forca. Giuliano Amato invece si gode una pensione da nababbo, e sarà ricordato nei libri di Storia come un salvatore della Patria, un novello Quintino Sella. Un altro di questi loschi figuri ha invece proposto di far emergere il contante che sta rinchiuso nelle cassette di sicurezza. Perché? Di certo per poterlo in qualche modo rapinare. Non mi si venga a dire che tale contante è sempre frutto di evasione fiscale o di attività illecita, come lo spaccio di droga o  altri delitti della mafia o della criminalità organizzata. Credo proprio che molti di questi risparmi derivino da attività lecite, già a suo tempo gravate di imposte. Per quale motivo uno non dovrebbe mantenerli liquidi, evitando di depositarli su un conto corrente, dove sarebbero tassati di nuovo, in aggiunta alle spese bancarie? Che cosa c’è di male in tutto questo? La presunzione di colpevolezza, tanto cara a un forcaiolo come Davigo, sta facendo proseliti. Il garantismo vale soltanto per sé; gli altri sono sempre e soltanto delinquenti, iuris et de iure. Anche qui potremmo chiederci: quali i modi per  appropriarsi tale denaro? Sempre facendo appello al bene della Patria, si potrebbero indurre i sudditi allocchi a render noti i loro risparmi occulti perché vengano nuovamente assoggettati a un imposta che libererebbe i titolari da ogni altra sanzione. Una sorta di “voluntary disclosure”, per dirla con un’espressione vomitevole, come quella escogitata a suo tempo per far  rientrare in italia i risparmi illegalmente detenuti su conti esteri. Ma qui non c’è nulla di illegale! Perché minacciare sanzioni? Bisogna dimostrare che il denaro messo in sicurezza è frutto di attività illecite. Tra l’altro, nessuno, neanche i responsabili delle banche, può aprire le cassette di sicurezza se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria. Quindi, se non ci sono indizi di reato, le cassette rimangono ben chiuse, senza che nessuno possa ordinare di aprirle. E allora? I briganti al governo sono pieni di risorse. Nulla vieterebbe che con un bel decreto legge, motivato da chissà quale urgenza, si  rendessero accessibili agli sbirri della Guardia di Finanza le cassette di sicurezza dei cittadini, per ispezionarne il contenuto e sottoporre a tassazione eventuali liquidi. Incostituzionale? Sicuramente, ma la Costituzione si invoca quando fa comodo; quando non fa comodo, si calpesta. E’ costituzionale far pagare il canone Rai con la bolletta elettrica? No di certo, ma il colpo di mano di Renzi, a suo tempo, è passato, solo con qualche mugugno; i sudditi pagano; qualcuno addirittura dice che è meglio così, perché pagano tutti e in questo modo si paga di meno. Che volete? C’è gente che ci gode a farselo mettere in quel posto. All’erta, amici miei! Fate come quella saggia vecchietta. Possono scassinare le vostre cassette di sicurezza, ma non credo che possano entrare impunemente in casa vostra a frugare nella vecchia stufa o a sollevare le mattonelle del pavimento. Non si sarebbe potuto fare nemmeno nell’Atene dei Trenta Tiranni, il che è tutto dire. Nel teatro elisabettiano, quando entravano in scena rapinatori e borsaioli, di solito la didascalia diceva: “Enter banditti”: proprio così, in italiano, e con due “t”. Ecco, anche i governanti italiani d’oggi potrebbero diventare “banditti” con due “t”. Con una sola lo sono già.

Giovanni Tenorio

Libertino

Un pensiero su “Enter banditti

  • Dino Sgura

    Il partito dell’inflazione e dello status quo è da sempre trasversale ed ormai ha davanti a se le praterie da conquistare…. ci si divide soltanto nel metodo ed in stupide ulteriori mistificazioni nei termini; c’è chi ritiene si debba uscire dall’euro e tornare alla mitica sovranità, per dare una nuova pompata di debito sopra alla montagna già esistente e rivivere gli anni 80 della Milano da bere e chi invece ritiene debba essere scatenata sul piano europeo e comunitario, con salari minimi europei, redditi di cittadinanza europei e monetizzazioni e svalutazioni europee, queste ultime già in atto da 4 anni di fatto. Banditti socialisti tutti, di destra e di sinistra….forse a questo punto i secondi sono ancora più coglioni e criminali, dato che vorrebbero imporre la stessa sorte a tutti i partner europei, ma anche il noto professore bocconiano chiamato nel 2011 a salvare la patria ed “a fare presto!”, con il solito vizio del ricottaro, oggi come allora, sta cercando di salire sul carro dei vincitori, prendendosela anche lui con la perfida Germania. Ciò che mi ha colpito di più inoltre sono stati i consensi plebiscitari che la Lega ha ottenuto nelle ultime consultazioni nel nord est del paese, proprio la zona più ricca e che quindi ha più da perdere qualora dovessero farsi realtà le ricette del triumvirato Savona/Borghi/Bagnai…. ma questo la dice lunga su come sia stata costruita tanta di quella ricchezza in quegli anni di “svalutazioni competitive” …. e che il debito sostanzialmente l’abbiamo fatto tutti……ed allora giovato in tanti, a strafottercene del futuro…. è sempre la stessa storia: “ciò che si vede e ciò che non si vede”… e non si vuole proprio vedere!
    Al prossimo giro, qualora vorranno salvare il salvabile con un altro colpo di mano, stavolta oltre ai professori ci vorranno anche i generali….

    Offri un bicchiere di Marzemino all'autore del commento 2

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