Turisti ciabattoni
Posso impedire a chi mi è antipatico di entrare in casa mia? Sicuramente. Possono i condòmini di un complesso residenziale limitare l’ingresso alle parti comuni in base a determinati requisiti? Non c’è alcun dubbio. Il proprietario è sovrano. Quando la proprietà è solidale, sarà un organismo decisionale dei partecipanti a esprimere regole, divieti, limitazioni. Il Comune è una proprietà solidale? Neanche per idea. I beni pubblici e le aree demaniali (spiagge, foreste, strade, piazze…) e i territori comunali non appartengono pro quota ai singoli cittadini. Sono fruibili da tutti, gratuitamente, anche se in realtà i mezzi finanziari per la loro manutenzione provengono dal sistema impositivo generale. Una spiaggia è del cittadino non perché questo ne possegga una quota di proprietà, come potrebbe essere un pacchetto azionario d’una società commerciale o un diritto condominiale sulle parti comuni espresso in decimi sulla base del valore di un fondo individuale attinente all’area del condominio stesso. Il cittadino è “proprietario” delle aree demaniali o pubbliche, o del suo Comune di residenza solo in quanto membro dello Stato; e, secondo l’ideologia statalista, del tutto aberrante, “lo Stato siamo noi”: anche quando ci manda in guerra ad accoppare “nemici” che personalmente non ci hanno mai torto un capello.
Questo è il motivo per cui far pagare per l’accesso a una spiaggia pubblica che non sia stata data in concessione a un privato è aberrante. Come è aberrante mettere tornelli per limitare l’accesso ai turisti in una determinata area, facendo pagare un biglietto d’ingresso. Altra cosa è la tassa di soggiorno:visto che il turista usufruisce di servizi pubblici la cui spesa grava sul bilancio comunale, può essere opportuno fargli pagare un contributo in base ai giorni di permanenza. Davvero inqualificabile, come a Venezia, far pagare ai turisti per il servizio di trasporto sui vaporetti una tariffa molto più salata di quella richiesta agli abitanti. Forse che il servizio non è il medesimo? Costa di più trasportare un estraneo che un cittadino? Il culo dei turisti pesa di più, in media, di quello dei Serenissimi? La discriminazione dei prezzi è quasi sempre odiosa. Può esser giustificata per favorire i poveri, gli studenti, i vecchi (senza dimenticare che ci sono giovani “figli di papà”, e ci sono anche le pensioni d’oro e d’argento; alcune addirittura di di platino), ma solo fino a un certo punto. O un servizio è gestito in perdita, grazie a elargizioni pubbliche o private, e allora è possibile praticare prezzi più bassi per vaste categorie di persone. O è gestito secondo criteri economici, e allora se si possono tranquillamente discriminare i prezzi vuol dire che qualcuno paga di più di quanto gli sarebbe richiesto se i prezzi fossero uguali per tutti. La differenza si chiama rendita. A Venezia, i sette euro e più richiesti ai turisti per i servizi di trasporto vanno a compensare le perdite dovute al modico prezzo richiesto ai cittadini.Detto questo, che fare se il turismo di massa provoca problemi nei più rinomati centri turistici del Bel Paese? Se i turisti danno fastidio ai cittadini per la loro semplice presenza, si faccia il piacere di sopportarli, allo stesso modo in cui si sopporta un vicino di casa antipatico perché terrone, marocchino, culattone, ecc. ecc. Se violano le regole della convivenza civile, vengano sanzionati. Se riempiono le strade di cartacce e bottigliette di plastica, vengano costretti a raccoglierle e a pagare una bella sanzione pecuniaria. Se parcheggiano in terza o quarta fila o in aree vietate, la loro macchina venga rimossa. Le stesse, precise, identiche regole che vengono fatte applicare per i cittadini. Però non vedo niente di male se un turista si siede compostamente su una panchina a mangiare un panino. Purché nelle vicinanze ci sia un cestino dove gettare i rifiuti. L’abbigliamento è sbracato? E’ la moda di oggi, che imperversa soprattutto fra i giovani, senza distinzione di classe o di nazionalità. Più si è sciatti, più si è ammirati. Avete visto la Boldrini in ciabatte in visita al papa? (per una volta tanto la ammiro: papa ciabattone, che parla come uno scaricatore di porto, abbigliamento ciabattone).
L’Italia è piena di luoghi meravigliosi, per la natura e per l’arte, che i turisti ignorano e gli stessi abitanti non sanno apprezzare. Pensate a quel gioiello che è Spoleto. Era in piena decadenza, i suoi splendidi monumenti andavano in rovina. Fu Gian Carlo Menotti a rimaner colpito dalla sua bellezza, al punto da sceglierla come sede italiana del “Festival dei Due Mondi”. Ma quante altre Spoleto ci sono in Italia, che rischiano di andare in rovina! Una politica del turismo intelligente le saprebbe riportare in auge, attraverso un’operazione propagandistica intelligente. I visitatori del Bel Paese, e gli stessi turisti italici, sarebbero indotti a scegliere per le loro vacanze e le loro visite località diverse da quelle universalmente note. Si avrebbe una redistribuzione dei flussi turistici che alleggerirebbe la pressione sulle più rinomate città d’arte e porterebbe ricchezza in centri poveri e depressi. Pensate a quale meta ambita è diventata l’incantevole Valle d’Itria nella Murgia dei Trulli grazie al prestigioso Festival di Martina Franca. Il Sud è quasi tutto un incanto. Riscopriamone le bellezze sconosciute e misconosciute. Una visita a Capo Colonna, presso Crotone, è più affascinante d’un mordi-e-fuggi a Venezia…
Questa è la soluzione. Altro che città come condomìni, tornelli, spiagge a pagamento, discriminazione dei prezzi, gradinate innaffiate d’acqua per impedire ai turisti di sedersi, altrimenti si bagnano il culo.