cambiamento climatico

Don Giovanni

Profezie e condizionatori: “a volte ritornano”.

Per fortuna è tornato, con il suo volto spettrale, ancor più devastato dalla vecchiaia che avanza. Ne sentivamo davvero il bisogno, rischiavamo di cadere in preda a una crisi di astinenza. Ricordate i bei tempi in cui ci confortava dichiarando che se non ti vaccini muori e fai morire, mentre se assumi lo specifico del dottor Dulcamara salvi te stesso, i nonni, i nipotini e l’umanità intera? Uno che le spara così grosse da una cattedra così prestigiosa come quella di Presidente del Consiglio dovrebbe finire in galera per diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico e procurato allarme, con tutte le aggravanti del caso. Invece, solo incenso, da parte di un’informazione di regime i cui servi – sedicenti giornalisti, in realtà lecchini del potere – non si vergognavano, nelle conferenze stampa, di accogliere con scroscianti applausi  un così losco figuro, invece di sottoporlo a un fuoco di fila di domande imbarazzanti, come sarebbe compito di un giornalismo serio, degno di questo nome. E ricordate la macabra barzelletta secondi cui, sempre secondo le sue parole oracolari, bisognava rinunciare al condizionatore per mettere in ginocchio la Russia? La pace val bene un’estate a boccheggiare per il caldo! La realtà effettuale, quella che piaceva a Machiavelli, l’ha smentito nel giro di poche settimane, ma nessuno l’ha preso a pernacchie. Anzi, sui giornaloni di regime si continuava a spargere panzane: i russi erano a corto di armi, a costo di dover combattere con i bastoni e le pale dei forni. Non avevano più componenti per le armi tecnologicamente avanzate, al punto di doverseli procurare smontando frigoriferi e lavatrici. E chi li smentiva, era un filo-putiniano  che finiva con tanto di foto, nome e cognome sulle prime pagine dei medesimi giornaloni, esposto al ludibrio di un pubblico ormai decerebrato. Perché, eh, sì, in un Paese libero la libera informazione è il sale del progresso non soltanto economico, ma anche morale e spirituale. E’ il vanto dell’Occidente, dove tutto va per il meglio nel migliore dei modi possibili.

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Don Giovanni

I cazzar… Cazzulli del cambiamento climatico

Quando leggo le baggianate dei Cazzullo e degli altri pennivendoli esperti di Storia mi vengono in mente le parole che Verdi scrisse in una sua lettera dopo che, recatosi non ricordo più in quale museo (il Museo Egizio di Torino? Forse, ma non ci giurerei) a vedere un flauto egizio grazie al quale François Joseph Fetis pretendeva di aver svelato i segreti della musica di quell’antico popolo, si accorse che era uno strumento del tutto simile a quello dei nostri pecorai. “Così si fa l’istoria. E gli imbecilli ci credono” (anche qui cito a memoria, qualcuno controlli e mi corregga). Anche il Fetis era un rinomato esperto. Lo dice la Scienza!

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