Marxismo zoppicante
Cari amici, tutto mi sarei aspettato fuorché un papa gesuita e marxista. Intendiamoci bene: marxista, ma non nel senso in cui l’intendono tutti. Non certo perché in quel coacervo di barzellette che è l’enciclica Laudato si’ strizza l’occhio all’ideologia della decrescita felice, dell’ antiglobalismo, dell’ecologismo, delle diseguaglianze crescenti secondo Piketty. Fosse per quello, andrebbe definito piuttosto come un antimarxista, un reazionario travestito da progressista, quali sono un po’ tutti i i reduci e i nostalgici della vecchia sinistra dopo il tonfo del modello sovietico. Marx, da parte sua, non era anticapitalista: le più sperticate lodi della borghesia imprenditoriale sono scritte nelle sue pagine, laddove si dice che il capitalismo ha compiuto opere più mirabili delle Piramidi d’Egitto. Fosse qui oggi, avverserebbe i no-global, sputerebbe sulla decrescita felice. Il capitalismo, nel suo pensiero, doveva raggiungere il massimo sviluppo su scala mondiale, per poi finir vittima delle proprie contraddizioni ed essere abbattuto dalla rivoluzione proletaria, che ne avrebbe raccolto i frutti copiosi, aprendo le porte alla società dell’eguaglianza e dell’abbondanza: la Fine della Storia. No, il papa è marxista in un altro senso, in quanto sostenitore della religione come falsa coscienza. Non sobbalzate sulla sedia, seguite il mio ragionamento. Davanti ai lutti provocati dal terrorismo islamico (islamista,per essere politicamente corretti), i papi d’un tempo, e tutti i loro valvassori e valvassini, giù giù fino al povero parroco d’uno sperduto paesello di montagna, non avrebbero esitato a vedere in atto l’opera del Diavolo. Ma oggi al Diavolo non ci crede più nessuno. Fantasie, dice un teologo alla moda come Vito Mancuso, il prete spretato di cui il cardinal Martini fu amico. Ci scommetto che se chiedessimo a raffinati biblisti come Galantino o Ravasi qualche spiegazione sulle tentazioni di Gesù, ci sentiremmo rispondere: “Allucinazioni. Povero Cristo, dopo quaranta giorni di digiuno aveva la mente alterata”. Chiaro dunque che il Male non è più metafisico, ma storico. Va compreso attraverso gli strumenti dell’economia, della sociologia, della psicologia, delle neuroscienze. A credere nel Diavolo era rimasto, fino a qualche mese fa, soltanto l’esorcista padre Amorth. Morto lui, gli altri sparuti esorcisti che sono sopravvissuti che fanno? Disoccupati. Se ne stanno tutto il giorno a girarsi i pollici. I Gesuiti al Diavolo ci credono meno degli altri. E pensare che sono stati loro a inventare la fanfaluca secondo cui io sarei stato trascinato all’Inferno perché mi piacciono le donne. Ma anche l’Inferno non c’è più. E’ vuoto, ha detto un grande teologo, non accorgendosi che così facendo dà dell’imbecille al Padreterno: chi costruirebbe carceri per non ficcarci dentro nessuno? Forse qualche keynesiano di ferro, per rimettere in moto l’economia attraverso gli investimenti nell’edilizia.
Ma se non è il Diavolo, chi arma la mano dei terroristi che uccidono in nome di Allah? Non certo la religione di Allah come loro la intendono, che è soltanto una sovrastruttura, una falsa coscienza. Oppio dei popoli, di cui si servono poteri occulti avidi di denaro, desiderosi di dominare il mondo, per asservire alle proprie mire i diseredati che l’egoismo capitalistico ha ridotto alla fame, costretto nei ghetti di invivibili periferie, messo ai margini della vita civile, condannato alla mendicità, sfruttato per la bieca logica del profitto. La vera religione è un’altra, dice il papa. Anzi, tutte le religioni meritevoli di questo nome sono vere, perché tutte rendono onore allo stesso Dio. Allah e il Padre di cui parla Cristo sono la stessa cosa. Maometto e Cristo predicavano lo stesso Dio. E se Dante Alighieri, un talebano di molti secoli fa, in un suo strampalato poema ha messo Maometto all’Inferno tra i seminatori di discordie, con le budella di fuori (“il tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia”), l’ha fatto perché non è il più grande poeta, come di solito si crede, ma il più grande coglione di tutti i tempi.
Ragionamento che sembrerebbe rigoroso, e invece zoppica nella sua seconda parte. Se il Diavolo non c’è, non c’è neppure Dio. Il Bene si definisce in contrapposizione al Male, il Male si definisce in contrapposizione al Bene. Se ci sono Polo Nord e Polo Sud, abbiamo il fenomeno magnetico. Se si toglie uno dei due poli, scompare anche l’altro, e di magnetismo non si può più parlare. Eliminato lo Spirito del Male, si elimina anche lo Spirito del Bene, quindi la religione, ogni religione, viene a cadere. Sono tutte false coscienze, tutte oppio dei popoli. Se il Male diventa fenomeno storico, perdendo ogni connotazione metafisica, anche il Bene diventa fenomeno storico. Il primo potrebbe identificarsi con il Capitalismo Selvaggio, il secondo con lo Stato Assistenziale.
Per le Chiese non c’è più posto. Il papa abdichi una volta per tutte, e chiuda bottega, licenziando la sua corte. Uno stuolo di rompiballe in meno.
Il Padre Eterno potrebbe aver costruito l’inferno per non metterci nessuno poiché a lui la cosa non costa nulla. In caso di improbabile scomparsa del crimine, invece, i keynesiani costruirebbero carceri a spese nostre. Parlando con un giovane gesuita, mi disse che Balthazar non aveva affermato che l’inferno è vuoto ma che aveva auspicato che l’inferno fosse vuoto. Artificio retorico, ammesso che sia vero, da prendere comunque con le dovute nonché laiche molle.
E’ sempre un piacere leggere i commenti dell’amico Alessandro Colla. Lo ringrazio vivamente, i suoi interventi sono uno stimolo a ripensare e a precisare.
Mi permetta quindi di tornare sul già detto, per chiarire il mio pensiero. E’ chiaro che, come epicureo, non credo alla Provvidenza Divina, alla Creazione, al Giudizio Particolare e Universale. Se gli dèi esistono, se ne stanno nel loro mondo beato, ignorando le sofferenze umane. Su Gesù Cristo non mi permetto di sollevare alcuna obiezione. Per me rimane un mistero: uno che afferma di essere Figlio di Dio parrebbe un folle, ma la Sua dottrina è così sublime che non si può crederlo. Chino il capo reverente, io che non ho rispetto per nessuno, e taccio. Che poi i preti l’abbiano snaturata, quella sublime dottrina, è un altro discorso. Torniamo a noi: mi metto nei panni di uno che accetti la dottrina cristiana . Dio non può fare le cose inutili: non può aver creato l’Inferno per lasciarlo vuoto. Sarebbe un segno di imperfezione, e il Sommo Bene non può essere imperfetto, per la contradizion che nol consente. Sarei piuttosto d’accordo con Origene, che alla Fine dei Tempi vedeva un’ apokatastasis in cui anche il Male viene redento. Giustissimo: come si può restaurare il creato nella sua perfezione originaria (quella corrotta dalla rivolta di Lucifero e dei suoi seguaci prima, e dal Peccato Originale poi) mantenendo un buco nero dove languono gli angeli ribelli e i reprobi? Sarebbe anche questa una contraddizione. Confrontatosi col Male nel corso della Storia, il Bene trionfa redimendo il Male stesso e accogliendolo in sé in quanto redento. In questa prospettiva l’Inferno, inteso come pena eterna, non è mai esistito. Dobbiamo intenderne l’eternità come Eone, un periodo di tempo indeterminato, lungo quanto si vuole, ma non infinito.
Sto facendo il teologo, ma così per scherzo, anche perché i teologi mi sembrano davvero pazzi, quelli sì, come diceva Erasmo da Rotterdam nell'”Elogio della pazzia”.Una cosa voglio dire seriamente: se la Chiesa Cattolica rinuncia alle proprie tradizioni spirituali (a quelle temporali, purtroppo, nonostante le apparenze, non ha mai saputo rinunciare) rischia di votarsi a un’irrimediabile disfatta. Gli atei -non quelli come me, ma i tipi come Scalfari e compagni- potranno anche elevare inni alle aperture di Francesco e alle sue reticenze, ma non per questo torneranno alle pratiche devote: continueranno a disertare le chiese come hanno sempre fatto. I credenti rimarranno sconcertati e scandalizzati. I tiepidi se ne andranno anche loro. Che ne sarà della Chiesa? Non abbiamo bisogno di un Grande Elemosiniere, di ONLUS ne abbiamo già fin troppe. Rinnegata la tradizione, si rinnega anche la grande Arte che da quella tradizione è scaturita. Non è un caso che il papa regnante abbia accettato di insozzare la Basilica di San Pietro e la cupola di Michelangelo, facendoci proiettare diapositive “ecologiste”. Negate le loro radici, che senso hanno capolavori come la Divina Commedia e la Pietà Rondanini? Tutte le grandi religioni hanno generato grande poesia. Se cancelli quella poesia, cancelli la spiritualità che ci sta dietro. Anche un miscredente come me sente un brivido corrergli per la schiena quando, entrato per caso in una chiesa il primo dell’anno, sente -miracolo, miracolo, coi tempi che corrono- cantare, come ai bei tempi, il Veni Creator Spiritus. Se c’è un luogo, oggi, in cui lo Spirito non aleggia, è la Chiesa dei Bergoglio, dei Galantini, dei Ravasi.