Appendice postuma delle “Operette Morali”
Cari amici, il Signor Conte Giacomo Leopardi, un immortale come me cui mi lega un forte vincolo d’amicizia, mi ha cortesemente pregato di render pubblico il suo scritto qui di seguito stampato, con la speranza che possa essere allegato come appendice postuma a tutte le prossime riedizioni delle “Operette Morali”. Grazie per l’attenzione. DON GIOVANNI TENORIO.
DIALOGO DEL PADRETERNO E DEL SUO DEMIURGO
DEMIURGO. Eccellenza Reverendssima, dopo millenni da che, dietro Suo ordine, ho fatto del mio meglio per costruire e mantenere in vita l’Universo, servendomi come materia prima degli atomi eterni che Ella ha creato dal nulla, mi sarei aspettato – mi perdoni se tant’oso di fronte alla Maestà Sua – almeno un cenno di ringraziamento…
PADRETERNO. Se non fosse per la mia santa misericordia, che tanti reprobi ha assolto e addirittura accolto nel mio Paradiso, come il Buon Ladrone, ti meriteresti una grande lavata di capo, altro che ringraziamento!
D. E perché mai, Signor mio colendissimo? Se non fosse che queste parole scaturiscono dal Suo cuore caldo d’amore, portando impresso il segno della di Lei divina Giustizia, mi terrei offeso di sì lancinanti accuse. Sarebbe irresponsabile impertinenza chiederLe una giustificazione di tanto sdegno contro l’operato mio, portato a termine e continuamente accudito con tutto il zelo di che son capace?
P Non avertene a male, ma hai davvero combinato un bel pasticcio. L’Universo che hai costruito è, a dir poco, esecrando e sputacchievole. Eppur gli atomi da me creati, tanto minuti quanto indistruttibili, sono materia di prim’ordine, qual poteva sbocciare sol da una mente perfettissima e sapientissima, nonché eterna e sommamente buona qual è la mia.
D. Si spieghi, di grazia, Eccellenza, che proprio non intendo…
P. L’Universo che tu hai costruito è un disastro per difetti di progetto ed eziandio di fabbricazione.
D. Continuo a non intendere…
P. Andiamo con ordine. Era proprio necessario far cominciare il Tutto con quel gran frastuono di cui si percepisce ancora l’eco? Un po’ di creanza! M’ hai assordato. E poi, visto che il fine ultimo era quello di fabbricare l’Uomo, a che pro gettar per aria miliardi e miliardi di corpi celesti, uno più bislacco dell’altro, per poi scegliere un ammasso periferico e lì dentro prendere una stellina piccola piccola per farci girare intorno un po’ di palline opache; e poi tirare a sorte una queste palline, neanche la più grande, e lì, malamente impastando il fango che ti sei procurato sputando sulla polvere del suolo-lo sai che mi fai davvero un po’ schifo?- mettere al mondo quelle brutte formichine che sono gli uomini?
D. Ma almeno le donne, non negherà che siano molto meglio fatte.
P. Dicevo in generale, senza distinzione di sesso. Di sicuro le donne son meglio dei maschietti, ma neppur troppo, a dire il vero. Son progettate con più acribìa, questo sì. Però tutto l’apparato per mettere al mondo figli è complicato quant’altri mai, imperocché il disegno ingegneristco che ci sta dietro è pieno di falle. Tutto sommato il motore va, ma con quali sprechi d’energia! E qual mai disastro il ciclo mestruale! Non potevi pensare a qualcosa di meglio?
D. Si fa quel che si può. Anch’io fo quel che posso. Il genio uno non se lo può dare… E’ stata Lei a fidarsi di me. E anch’io sono una Sua creatura.
P. Da pargoletto eri molto promettente. Poi hai studiato poco, e il risultato è codesto. Ma proseguiamo. Il maschietto è proprio un disastro. Mi vuoi spiegare a che pro hai progettato una prostata che, dai quarant’anni innanzi s’ingrossa senza plausibil ragione, fin al punto che spesso provoca fastidi e, per rimediare, bisogna finir nelle mani d’ un cerusico? Non parliamo poi, sempre rimanendo sul discorso generale, de’ difetti di fabbrica. Quanta gente nasce mal fatta? E’ bastato un nulla acché la Volkswagen rischi d’ andar a carte quarantotto. Tu che fine doveresti fare? Io doverei cacciarti nel più profondo dell’Inferno.
D.Per fortuna l’Inferno è vòto, come ormai i teologi hanno stabilito.
P.I teologi?Se si vuol una prova di quanto, a tuo sommo ed eterno disdoro, sia buca la testa degli uomini, non c’è nulla di più acconcio che le fanfaluche de’ teologi. L’Inferno è in piena attività, bello mio, e in gran parte popolato di cherci, del peccato di Sodoma al mondo lerci. A proposito di testa umana: era necessario rtempirla di miliardi e miliardi di neuroni? Servissero almeno a qualcosa! Invece anche costì hai voluto complicare inutilmente un progetto che poteva esser più snello e funzionale. A che servono, nell’infinitamente grande, tante facelle? E nell’infinitamente piccolo tanti neuroni? Guarda il risultato: nessuno ragiona peggio degli uomini. Hai costruito una Terra dal clima sgangherato e imprevedibile: siccità, inondazioni, temperatura che s’alza e s’abbassa a capriccio, ghiacci che prima si sciolgono e poi invadono ogni cantone. II poveri ometti per spiegare tanto sconquasso se ne son fatti una colpa, hanno inventato la storiella del Diluvio Universale e dello sprofondamento di Atlantide come punizione de’ loro peccati. Stolidità! Quella che essi chiaman Natura non se ne fa nulla de’ loro peccati, ed io ancor meno. La Natura si comporta così perché matrigna, ed è matrigna perché tu non l’hai saputa far dolce mamma. Tutto qui. Adesso gli ominicchi parlano di riscaldamento climatico, addossandosene come sempre le colpe. Fino a trent’anni fa parlavano invece di raffreddamento. Dicono che cataclismi come quei di adesso non ne sono mai capitati. Hanno perso la memoria storica. Non parlo della Storia antica, che ormai nessuno più studia, parlo della cronaca recente. Negli anni Cinquanta e Sessanta dello scorso secolo capitavano cataclismi anche peggiori. Allora si dava la colpa alli esperimenrti nucleari. Adesso si dà la colpa al riscaldamento globale, dovuto all’accumulo di CO2 d’origine antropica.
D. Questo mi fa davvero sbellicar dalle risa. La Natura, matrigna o benigna che sia, è del tutto indifferente al CO2 d’origine antropica. Quel giorno che vuol distruggere come formichine gli ominicchi, manda giù sulla pallottola, che gira intorno alla stellina in compagnia d’altre pallottole, un bel sassone proveniente dalla profondità degli spazi, e chi s’è visto s’è visto. Le umane sorti e progressive finiscono in un gran botto, com’ un palloncino che scoppia tra ‘l pianto d’un bambino.
P. Ma di chi è la colpa? Del tuo lavoraccio, caro il mio somarello! Ma c’è di peggio. Gli ominicchi son sì imbottiti di fandonie succhiate col latte materno, che continuano a esser convinti che la Natura è buona e l’Umanità cattiva. Son cattive tutt’e due! E in più l’uomo è stupido.Tanto stupido che, pur avendo trovato il modo di meliorare i prodotti della terra, preferisce “tornare alla Natura”, riscoprire l’agricoltura alla zappa e “a chilometro zero”, avvelenarsi con le tossine prodotte dalle piante, reali e misurabili, che con i”veleni” tutt’affatto immaginari degli OGM. Meglio la Piralide, la Fillossera, la Xilella Fastidiosa che quelle diavolerie inventate dalle perfide multinazionali. E se il pomodoro San Marzano rischia di scomparire perché la Natura benigna lo fa marcire, meglio mangiarlo marcio che rvolgersi alla chimica e all’ingegneria genetica.
D. Ed eziandio la storiella del riscaldamento globale è ben grottesca e sollazzevole! Mi risulta che la rinascita dell’anno Mille sia dovuta anche a un miglioramento dell’agricoltura cui non fu estraneo, oltre ai melioramenti tecnologici, un general addolcimento del clima. Al tempo del buon Dante la temperatura media era sopra di quella odierna, la Groenlandia era un’isola verde tuttavia, come dice il suo nome, eppur non ho contezza che la città di Venezia sia finita sott’acqua.
P:Anche perché gl’ ingegneri della Magistratura delle Acque, a que’ tempi, eran di molto più sagaci de’ mentecatti ch’hanno disegnato il MOSE. Si può esser più stolidi? Chiudere la laguna, impedendone la natural pulizia propiziata dal flusso e dal riflusso! Come se, poi, una volta sbarrate le bocche di porto, l’acqua non potesse penetrar dentro la laguna infiltrandosi di sotto, attraverso i fondali sabbiosi.
D. Però, Eccellenza, saltando di palo in frasca, ammetterà ch’ hanno avuto un bell’ingegno i redattori della Carta di Milano, in occasione di EXPO, firmata da personalità illustri e da tanta gente comune.
P. Ch’ è ricca, come sempre, di senso comune, ma povera di buon senso. Firmino, firmino pure. Il nome de’ minchioni sta scritto su tutti i cantoni. Essa Carta è peggio eziandio della Costituzione della Repubblica Italiana. Tutta fini e niente mezzi. Chi non può esser d’accordo che sarebbe bello poter dar da magiare in abbondanza a tutti? Ma in che modo? Qui sta il problema! Non basta farne un diritto. E’ come il diritto al lavoro. Fin che l’economia tira, il lavoro c’è; quando si ferma il lavoro vien a mancare. Sarà anche un diritto, ma non basta riempirsene la bocca per trasformarlo in realtà.
D. Vero, vero. In ogni caso, Eccellenza, mi scuso per i pasticci che -in piena buona fede, mi creda- ho mio malgrado combinato. Però, lo ammetta: il Gatto è un grande capolavoro e la musica di Bach è pur scaturita da mente umana. V’ha qualcosa di più perfetto? Non bastano queste due perle a riscattarmi?
P. Mi vuoi prendere in giro, Demiurgo de’miei stivali? Fingi di dimenticare che il Gatto l’ho creato io, direttamente, dal nulla, e che la musica di Bach in realtà Bach s’ è limitato a trascriverla, mentre a suggerirgliela sono stato io in persona! Ho scelto lui perch’ era un onest’uomo; e in più era luterano, e volevo prendermi il gusto di far uno sberleffo al papa. In più d’una sua cantata si leggono le parole: “Dio, salvaci dai Turchi e dal papa”.
D.Questa proprio mi giunge nuova!
P: Vedi? E’ la dimostrazione che sei un ignorantello patentato…
GIACOMO LEOPARDI