L’appetito vien mangiando…
L’appetito vien mangiando… Ricordate? Quel ragazzone di Matteo Renzi aveva ventilato l’idea di abolire il canone RAI, imputando il finanziamento del carrozzone radiotelevisivo pubblico alla fiscalità generale. Ma poi, ha pensato bene di imitare l’esempio dei cuginetti francesi (che, dai tempi di Napoleone, hanno sempre fatto da modello): canone in bolletta! Le società private che provvedono all’erogazione dell’energia elettrica trasformate loro malgrado in esattori pubblici. L’utente, quando a suo tempo firmò il contratto, non approvò nessuna clausola che lo obbligasse ad accettare il pagamento, tramite bolletta, di un’imposta che con il servizio prestato dalla società elettrica non aveva nulla che fare. Che importa? IL Parlamento è sovrano. Nato allo scopo di difendere i sudditi dalla rapacità del monarca, da quando è diventato rappresentante di tutto il popolo grazie al suffragio universale ha acquisito il potere di vessare fiscalmente il popolo sovrano in nome del popolo sovrano. “Non ti va bene questa legge? Ma l’hai voluta tu, per mezzo dei tuoi rappresentanti! Hai o non hai votato alle elezioni? Se non hai votato, chiudi la bocca, ti sei escluso dal consorzio umano. Se hai votato, il Parlamento ti rappresenta. La vedi questa firma sotto la cambiale? E’ tua. E allora, paga!”
L’appetito vien mangiando, si diceva. Il canone in bolletta è stato accettato senza troppe opposizioni. Qualche mugugno, ma poi la stragrande maggioranza ha pagato. Le società elettriche hanno piegato il capo, e questo torna a loro perpetuo disonore. Avrebbero dovuto rifiutare, ne avevano la forza. Hanno preferito dir di sì, in cambio di compensi espliciti e favori sottobanco. E’ bastato introdurre il provvedimento nella legge finanziaria e voilà, il gioco è fatto. Visto il buon risultato, perché non proseguire sulla stessa strada? Lo Stato fatica a controllare l’evasione fiscale. I sudditi ne sanno una più del demonio. Se un giorno, quando esco dal mio barbiere, una Fiamma Gialla dovesse chiedermi la ricevuta fiscale, sapete che cosa rispondo? “Ho un buco nella tasca, mi è finita nelle mutande. Mica posso spogliarmi qui, potreste perseguirmi voi stessi per atti osceni in luogo pubblico. Portatemi in caserma e mettetemi a disposizione il vostro cesso”. Poi, una volta uscito dal cesso, direi che la ricevuta mi è finita nella tazza. Chiamino gli addetti allo spurgo pozzi neri, e vedano di recuperarla… In somma, sono tanti i modi per abbindolare il fisco. E allora, che fare? Semplice: trasformare ogni cittadino in un delatore, in un gabelliere, in uno sbirro. Sempre nel nome del popolo sovrano, che non può certo rifiutare di diventare delatore di se stesso, gabelliere di se stesso, sbirro di se stesso, per la contradizion che no’l consente. E’ autodisciplina, che diamine! Adesso il canone RAI lo pagano tutti, tranne qualche mentecatto. Facciamo in modo che paghino tutti anche il bollo auto. Ma-osserverà qualcuno-non si era detto che sarebbe stato abolito anche quello? Poco male, si farà come per il canone. Non soltanto non sarò abolito, ma sarà fatto pagare proprio a tutti, con un nuovo machiavello. Le officine meccaniche autorizzate alle revisioni dei veicoli saranno tenute a rifiutare il servizio a chi non ha pagato il bollo, partendo dall’anno in corso e andando indietro. I meccanici diventeranno sbirri. Dovranno controllare se l’utente è in regola, e se tale non è, agire di conseguenza, in nome della Legge, altrimenti saranno guai anche per loro.
Guardate che non sto scherzando. La trappola è già pronta. Sarà appostata alla chetichella nella prossima manovrina correttiva del bilancio pubblico. La bella idea è del PD Ribaudo: tenetene ben in mente il nome, così potremo sempre erigergli una Colonna Infame. Pare che il bollo auto frutti qualcosa come sei miliardi annui, che vanno in gran parte nelle tasche delle Regioni. Ma l’evasione, a quel che si dice, è piuttosto alta, com’era per il canone RAI, quindi va recuperata. Il cittadino designato diventi controllore ed esattore di altri cittadini! Se è il caso, ne prenda il posto. Non è sempre stato così? Per il bene dello Stato, cioè del popolo, si può e si deve strozzare il popolo per mezzo del popolo. Il Cireneo, anche se non era un delinquente, fu costretto a portare la croce di Gesù, (non lo era un delinquente neanche Gesù, ma per la Legge del Senatus populusque Romanus sì, si era macchiato di crimen maiestatis, e anche allora il popolo era sovrano). Vi ricordate la Legge sul macinato di Quintino Sella? Qualcuno aveva inventato un bel marchingegno che, applicato alle macine dei mulini, poteva misurare con precisione la quantità di grano trasformata in farina. Detto fatto, fu reso obbligatorio per legge, in modo che i mugnai potessero esigere dal cliente l’ammontare dell’imposta di legge in base alla quantità macinata e misurata, e poi versarlo al fisco. Geniale, non è vero? Quintino Sella è un padre della Patria. Renzi e Ribaudo ne seguono le orme. In nome della Repubblica nata dalla Resistenza, che a sua volta è un nuovo Risorgimento.
Viva l’Italia.
Anche i meccanici potrebbero rifiutare di accollarsi un’incombenza così odiosa, ma, vedrete, non lo faranno, confortati magari da una caterva di lettere ai giornali, dove tanti buoni cittadini esclameranno.”Benissimo! Ora pagheranno tutti. Pagare tutti per pagare meno!” Che volete che vi dica? Il popolo ama prenderlo in quel posto.
Sento dire che Maroni ha promesso di abolire, per la Regione Lombardia, il bollo auto, nel caso che, nel prossimo referendum consultivo, il popolo lombardo approvi la proposta di autonomia regionale rafforzata. Questa è bella davvero: ci saranno regioni in cui si paga il bollo e altre dove non si paga? Ma le auto non circolano soltanto nella regione di appartenenza! Una casa situata a Varese rimane a Varese, ma un varesotto che va tutti i giorni a lavorare in Piemonte, calpesta con la sua auto più il suolo piemontese che quello lombardo…
Cose da pazzi. Ma voi, a Maroni credete? Con quella faccia? Io no…
Non so se le società elettriche avevano veramente la forza “politica” per poter rifiutare. Non ho seguito il procedimento di privatizzazione del settore ma se è andata come per Telecom – Colaninno, i favori espliciti erano già stati erogati prima della tassa radiotelevisiva in bolletta. Hanno dovuto solo pagare il conto.