Gli Alpini mi sono sempre stati simpatici. Non in quanto militari che portano la divisa e inalberano la bandiera di uno Stato. Come tali dovrei aborrirli, e infatti li aborro, né più né meno di tutti gli altri corpi delle Forze Armate. Sogno un mondo senza confini, un assetto sociale non territoriale. Che ci starebbe a fare, in un tale contesto, un esrercito permanente? Non sono così stolido da immaginare che non ci sarebbero più atti di violenza e magari anche conflitti armati. Però non ci sarebbero eserciti istituzionali; alla guerra, nei casi più disperati, si sostituirebbe la guerriglia. Bastiat diceva che dove passano le merci non passano i cannoni. Se mancano confini, le merci passano dappertutto. E anche le persone, e anche le idee, per fortuna. Al conflitto si preferirebbe la collaborazione, che trova nel mercato il suo strumento più valido sul piano economico. Ma accanto al mercato sono possibili altre forme di interazione sociale. Società cooperative, organizzazioni senza fine di lucro, opere di carità, forme di comunismo volontario, sul modello di quanto ci riferiscono gli Atti degli Apostoli agli albori del Cristianesimo. Quel che davvero conta è la mancanza di coercizione. Ognuno deve poter scegliere il suo modello di vita, a patto di non danneggiare gli altri e conculcarne la volontà. Ci potranno essere anche comunità militaresche? Certo che sì, se tutto si limita a vestir divise, sventolare bandiere, fare esercitazioni belliche per gioco e sparare al tirassegno. Anche comunità che esaltano ideali nazisti? Certo che sì, a patto che non pretendano di gassare gli zingari e gli ebrei, e si limitino a magnificare sul piano teorico la loro infame dottrina. Avranno anche il diritto di negare i crimini di Hitler, purché non pretendano che gli altri accettino le loro farneticazioni. E gli altri devono poterli prendere a perrnacchie.
Perché, allora gli Alpini mi sono simpatici? pere la loro grande carica di umanità. Sono montanari tenaci e generosi. Aiutano volentieri i prossimo. Hanno uno splendido repertorio di canti corali,non tutti patriottardi, anzi… Per la maggior parte inneggiano al vino e alle donne. Nulla può piacermi di più. Avete presente “Sul ponte di Bassano!?” Mica parla di guerra. Parla di strette di mano e baci d’amore. E’ un canto che mi è particolarmente caro perché i casi sono due: o l’hanno copiato i miei due papà, Da Ponte e Mozart (sia per quel verso “là ci darem la mano”, sia per qualche spunto musicale), o sono stati i bravi popolani veneti a ispirarsi all’Opera di cui sono protagonista. Sono io a cantare “Là ci darem la mano” a quella furbetta finta ingenua di Zerlina. Peccato che poi arrivi quell’uggiosa Donna Elvira a rompermi, come sempre, le uova nel paniere. I canti degli Alpini sono così belli da aver incantato anche un finissimo musicista e panista sommo, Arturo Benedetti Michelangeli, che ne ha curato le armonizzazioni.
Una delle poche cose buone dei governi Berlusconi è stata l’abrogazione del servizio di leva obbligatorio, la famigerata “coscrizione”, che già un liberal-conservatore lucido e galantuomo come Manlio Lupinacci, in epoche non sospette, aveva bollato come un fattore di degrado. Era già in programma da tempo, e prima o poi ci si sarebbe arrivati, anche sotto altri governi. Ma Antonio Martino, forse l’unico liberale autentico del caravanserraglio berlusconiano, ha avuto il grande merito di anticipare il provvedimento. Tutti i maschietti, tranne forse qualche militarista impenitente, trassero in quell’occasione un respiro di sollievo. Già, perché cosa si impara in un anno e mezzo di servizio militare? A sparare? Neanche per sogno. A pulire cessi? Sicuramente, ma non è il caso che sia lo Stato a insegnarlo, i privati bastano e avanzano. A fare i “bulli”, con gavettoni e altri scherzacci del genere? Sissignore, ma non credo possa essere definito un curriculum educativo. A dir parolacce, tipo, “Cazzo vuoi?” Anche in questo campo, l’iniziativa privata è feconda di risultati.
E allora, perché gli Alpini hanno proposto il ripristino della coscrizione? Purtroppo l’effetto degradante di cuoi parlava Lupinacci ha operato anche sulle loro sanissime anime di montanari. Se uno vuol andare a fare il soldato, ci vada! Se vuol fare l’Alpino, nessuno glielo impedisce. Ma perché costringere anche chi non ne vuole sapere?
La ministra Pinotti ci mette del suo. Per essere politicamente corretta propone un servizio militare o civile, a scelta, obbligatorio per tutti, femminucce comprese, naturalmente. Che potranno scegliere anche di fare il soldato, se vogliono. Contente loro… Io al pensiero di andare a letto con una donna che per mestiere imbraccia il mitra e dice “Signorsì” (se il superiore è femmina, dovà dire , per correttezza, “Signorasì”?) avverto una caduta verticale del desiderio. Può darsi che qualche maschietto femmineo d’oggi si senta pervaso di struggente languore, davanti a una marescialla con tanto di mostrine, che gli dice”Cazzo vuoi?”).
Volete scommettere che in questo mondo di sudditi inclini alla schiavitù la proposta della Pinotti solleverà una marea di consensi!? Tutti a favore del servizio civilee, naturalmente, che insegnerebbe l’altruismo e il senso di responsabilità. Ma guarda un po’! Lo stato costringe i poveri ragazzi a rimanere per almeno dieci ad appiattirsi il culo nelle aule scolastiche, e poi ha ancora la necessità di insegnare ai giovani la disponibilità nei confronti del prossimo e il senso di responsabilità? E’ il minimo, in dieci anni! Pazienza uscire dalla scuola senza sapere non dico il latino o il greco, che ormai è roba da marziani, ma anche la matematica l’italiano, la storia ,la geografia. Ma almeno i più elementari principi di buona educazione e di umanità! Lo Stato ci tiene schiavi sui banchi scolastici per dieci anni e poi pretende ancora di schiavizzarci costringendoci a imbracciare il fucile o a imboccare i vecchietti. Una cosa è certa: come non si diventa eroi col servizio militare obbligatorio, così non si diventa San Francesco d’Assisi col servizio civile, se non è una scelta libera (e, in questo caso, encomiabile e forse davvero formativa).
Mi giunge voce che nella disastrata scuola italiana gli insegnanti di religione invece di istruire gli studenti sulla dottrina cattolica, perdono ore a parlare dell’amicizia, del bullismo. Risultati: ignoranti nel campo della fede cristiana, i giovani, che ormai disertano quasi tutti il rito religioso, non capiscono più un’acca della Divina Commedia e di tutta l’Arte Sacra che al cristianesimo si ispira (un’immensa quantità di opere). Confondono Lazzaro fratello di Marta e Maria con il mendicante della parabola del ricco Epulone. Confondono l’Immacolata Concezione con il parto virginale della Madonna. Forse impareranno che l’amicizia va coltivata come un bel fiore e che il bullismo è riprovevole…
Poi magari saranno chiamati contro voglia a fare il militare, così disimpareranno tutto. Diventeranno bulli, si diletteranno di lanciare gavettoni, sevizieranno i commilitoni più deboli.
In compenso impareranno a dire”Cazzo vuoi”?
Ma probabilmente l’avranno già imparato. E allora, a che serve la coscrizione?
Peccato per la trasformazione degli alpini in al…Pinotti, una degradazione de facto. Nella lista (nel catalogo?) dei liberali nel caravanserraglio berlusconiano, forse potrebbero essere inseriti anche Sergio Stanzani, Marco Taradash, Giuseppe Calderisi, Massimo Teodori e Daniele Capezzone. Si sono stancati presto, è vero, al contrario di Martino. Conobbi personalmente, però, Pietro Di Muccio e Cosimo Ventucci; anche loro firmatari dei referendum radicali e contrari al 41 bis. Non saprei definire Filippo Mancuso. Vorrei aggiungere Benedetto Della Vedova ma le sue adesioni a Futuro e Libertà prima e a Scelta Civica dopo, mi lasciano alquanto perplesso.