Don Giovanni

Prosuntuosa fiducia

A leggere bene i “Promessi sposi”, non è che il cardinal Federigo Borromeo – dipinto in apparenza come un santo – faccia sempre una bellissima figura. Intendo parlare del personaggio romanzesco, non di quello della Storia, che costituisce un diverso oggetto di studio e va analizzato con altri criteri. Ricordate la sua decisione di approvare, dopo qualche titubanza, lo svolgimento di un’imponente processione per le vie cittadine, come devota supplica a San Carlo perché interceda presso Nostro Signore chiedendogli di porre fine alla terribile pestilenza che flagella Milano? Il cardinale, in cuor suo, è quasi certo che il grande concorso di folla potrebbe aggravare il contagio (sembrerebbe possedere conoscenze scientifiche molto avanzate rispetto ai suoi tempi, lo si direbbe un illuminista ante litteram ), ma alla fine non sa resistere alla “prosuntuosa fiducia” dei suoi fedeli, e cede alla loro richiesta. Il giorno successivo alla celebrazione del rito (nella realtà storica dopo quaranta giorni, ma questo, come si diceva, è un altro discorso; e qui Manzoni vuol essere particolarmente cattivo con il suo personaggio fittizio), la peste divampa più che mai, il numero di morti si moltiplica. Vien quasi da pensare che il cardinale (sempre quello fittizio!) sia ateo: non crede che le preghiere possano guarire dalla peste, però gli conviene accontentare il suo gregge, per non perdere popolarità. Poco male se poi i risultati saranno disastrosi: finché le anime devote continueranno a pensare che Dio non turba mai la gioia dei suoi figli se non per procurarne loro una più certa e più grande, non c’è pericolo di essere smascherati. Contente loro… Lasciamoglielo credere. Il papa Francesco Primo, che siede ora sul soglio pontificio condividendo la dignità di vicario di Cristo con un papa emerito ancor vivo e vegeto, nonché mentalmente lucidissimo, costretto ad abdicare un decennio fa per oscuri giochi di potere, non è, per nostra disgrazia, un personaggio fittizio. E’ un pontefice in carne ed ossa, che, dato il prestigio del suo ministero, può prendere decisioni che incidono non soltanto sui fedeli di Santa Romana Chiesa, ma sul corso delle vicende politiche a livello mondiale. E’ sicuramente ateo. Ha gettato alle ortiche secoli di tradizione, ultimamente ha quasi proibito di celebrare la messa in latino, ha avuto il coraggio di dire che Gesù nell’episodio evangelico dell’adultera fa un po’ lo scemo tracciando disegnini sulla sabbia, ha benedetto statuette di idoli femminili appartenenti a religioni esotiche, e via di seguito. Arrivata la “pestilenza” del SARS CoV 2 è stato ben contento di chiudere le chiese, sospendere i riti, sostituire le acquasantiere con i flaconi di amuchina. Non ha mosso un dito quando i carabinieri hanno interrotto la celebrazione eucaristica di un povero prete di provincia per aver violato le stupidissime misure anti-contagio imposte dal governo presieduto da un leguleio ignorantissimo devoto di Padre Pio. Machiavelli diceva che con i paternostri “non si salvano le cittadi”. Jose Mario Bergoglio sottoscriverebbe. In compenso, finge di avere un’altra “prosuntuosa fiducia”, quella nella Scienza. Non la scienza vera, con la minuscola, la Scienza con la maiuscola, che pretende di dispensare certezze anziché porsi umilmente domande e coltivare dubbi. Dico “finge” perché sarebbe fare un torto all’intelligenza di un Gesuita (rozzo fin che si vuole – e forse anche qui per finta – ma pur sempre un Gesuita) se si pensasse che possa davvero non essersi accorto del grande disegno fraudolento che sta dietro la mala gestione della COVID 19 un po’ in tutto il mondo, con qualche virtuosa eccezione (la Svezia, ad esempio). Anzi, probabilmente, è parte del grande gioco. Sarebbe interessante andare a vedere quanti pacchetti azionari di Big Pharma fanno parte del portafoglio dello IOR. Forse nessuno: io non impugno mai quel che non so. So soltanto che ai bei tempi lo IOR possedeva azioni della OTO MELARA e di altri fabbricanti di cannoni. Pecunia non olet! – replicava l’imperatore Vespasiano quando il figlio Tito gli rimproverava di ricavar denaro dalle imposte sull’ammoniaca che i lavandai traevano dai cessi pubblici. E’ davvero sospetta la solerzia con cui si è imposto l’obbligo vaccinale a tutti i dipendenti della burocrazia vaticana. Ancor più sospette le parole pronunciate dal papa qualche giorno fa,  non in privato o in un’ intervista giornalistica (dove di solito gli capita di andare oltre il segno, forse contro le sue stesse intenzioni ), ma rivolto ufficialmente al mondo intero, urbi et orbi. Vaccinarsi è un dovere morale, un atto di carità cristiana. Le stesse cose dette, in termini laici, da Draghi e da Mattarella, due altri burattinai di diverso calibro (uno appartenente agli altri ranghi, l’altro una mezza calzetta). Una volta alle lezioni di catechismo si insegnavano le Opere di Misericordia corporale e spirituale:dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi, sopportare pazientemente le persone moleste, ecc. ecc. Sono sparite tutte, sono state sostitute con altre due nuove di zecca: accogliere i migranti e vaccinarsi. Ricordate il capitolo 13 della prima lettera ai Corinti, forse la più bella pagina scritta da San Paolo, che in altre risulta francamente antipatico? “La carità è magnanima, è benigna la carità, non è invidiosa, non si gonfia, non cerca il suo interesse….”  Bergoglio aggiungerebbe: “La carità accoglie i migranti, la carità si vaccina”. Pare che dopo l’appello del Santo Padre molti cattolici titubanti, specialmente negli Stati Uniti, siano corsi a vaccinarsi. Gli appelli dei capi di Stato, i gelati offerti ai bambini in cambio della punturina, la droga agli adolescenti, il sesso (virtuale) delle giovanissime “influencer” (assoldate da Fauci e da Biden) ai maschietti affamati di fica fanno il resto. Se la fede nella vaccinazione, allo stesso modo della “prosuntuosa fiducia” nelle reliquie di San Carlo portate in processione avesse il medesimo effetto dell’improvvida decisione di Federigo, la credibilità di Bergoglio subirebbe un duro colpo. Se lo meriterebbe. E’ molto peggio del Federigo fittizio. Prima di tutto perché non è fatto della materia dei sogni, è un personaggio reale, per nostra disgrazia. In secondo luogo perché è doppiamente ateo. Federigo fingeva soltanto di credere in Dio, ma credeva, illuministicamente, in una scienza che non poteva accettare i miracoli. Bergoglio non crede in Dio e finge soltanto di credere in una Scienza che miracolosamente ha prodotto nel giro di pochi mesi un farmaco capace di sconfiggere un virus pestilenziale. E’ doppiamente ateo. Si può solo concludere, come già dicevamo, che fa parte dei burattinai. Speriamo che i fili dei burattini gli si avvolgano intorno al collo, a lui e ai suoi compari.

Giovanni Tenorio

Libertino

5 pensieri riguardo “Prosuntuosa fiducia

  • Alessandro Colla

    Fallace speranza. Non so se Dio sia dalla loro parte ma il destino li sta comunque proteggendo. E si accanisce contro di noi.

  • Perchè, in tema di Promessi Sposi, DJ non parla mai di Don Ferrante?
    Essendo il colto-minimizzatore-negazionista il personaggio a lui più simile, ma avendo anche fatto una ben misera fine, oserei direi per questioni scaramantiche.

  • Alessandro Colla

    E’ vero. Tutti quelli che negano i possibili effetti collaterali del siero sono tutti negazionisti e minimizzatori come don Ferrante. Alcuni di loro hanno già avuto la misera fine, altri hanno qualche serio problema di salute. A dire la verità i minimizzatori sono L’Istituto Superiore di Sanità italiano e l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ci presentano dati di mortalità in linea con quelli degli anni precedenti. Avremmo avuto anche dati inferiori se non avessimo minimizzato i pericoli delle vigili attese e dei trattamenti con antipiretici in luogo di quelli con antinfiammatori. Altri don Ferrante li troviamo nei minimizzatori dei costi economici di questa follia ma siamo in tutto un altro paio di maniche. E di mani: quelle bucate degli inflazionisti. Comunque don Ferrante negava la peste, oggi nessuno nega la polmonite. Ma negare la differenza tra peste e polmonite significa essere dei don Ferrante di segno apparentemente opposto. Una fazione composta da adepti alle sedute spiritiche può anche essere nemica degli astrologisti o degli scaramantisti ma sempre di superstizione si tratta. Forse don Giovanni non interviene proprio perché considera la scaramanzia una forma di superstizione, risponderà lui nel merito se lo riterrà opportuno. Lo scienziato serio può tranquillamente affermare che il meteorite esiste ma non sfiora la terra, mentre il politico afferma che la sfiora perché così il bilancio del Ministero della Difesa viene rimpinguato.

  • Don Ferrante muore come un eroe del Metastasio, prendendosela con le stelle, dice Manzoni sogghignando. In realtà muore miseramente di peste, come tanti altri malcapitati. Io muoio trascinato all’inferno da una potenza sovrumana, come non è mai capitato a nessuno. Una bella differenza!

    L’eroe sono io, che ho il coraggio di farmi beffe dei morti, sfidando l’ira divina. Mi dispiace, amico Max, il paragone proprio non calza. Io non sono figlio di Metastasio, ma di Da Ponte (genitore 1). Se intende dire che sono un “negazionista” come Don Ferrante perchè lui negava la peste e io nego il virus SarsCov2, ancora non ci siamo, perchè io non nego proprio un bel niente. Mi faccio beffe -da par mio- della prosuntuosa fiducia di chi crede in una Scienza che scienza non è: proprio come Don Ferrante, per negare la peste, aveva una prosuntuosa fiducia nel suo Aristotele, malamente digerito e ancor peggio maneggiato.
    Da questo momento non risponderò più ai Suoi attacchi ad personam, ma solo ad argomentazioni che entrino nel merito delle questioni che,bene o male, espongo. Perché buttar via il tempo che potrei impiegare per nuove conquiste? “Ah, la mia lista d’una decina doman mattina devi aumentar ” – dico al mio Leporello. Caro Max, Lei se lo immagina Don Ferrante che va a caccia di ragazze? Che “chi a una sola è fedele verso l’altre è crudele” mica sta scritto in Aristotele, neanche a volerlo mal digerire e peggio maneggiare. Una filosofia ch’è tutta farina del mio sacco.

    • Che tristezza, il gestore del sito che si vanta di usare una certa veemenza di linguaggio al fine di essere politicamente scorretto, poi si inalbera per qualche frecciatina e/o qualche verità scomoda.

      E poi basta con sta balla dell’argomento ad uomo: non regge (come gran parte delle tesi che qui vengono esposte). E’ un espediente si usa per screditare gente inattaccabile sul piano delle loro idee: che me ne faccio? non ne ho alcun bisogno, perchè tangheri come Bacco o Tarro si screditano da loro stessi: si vada a sentire quel che dicevano un anno fa nella Sancta Santorum della politica invitati dalla Cunial. Per Biglino poi, manco il dono dell’originalità, ripete a pappagallo la fesserie di Kolosimo in salsa ebraica.

      Ma per favore.

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