Sistema sanitario corrotto
Cari amici, ho l’impressione che il Coronavirus sia più subdolo di quanto ci hanno fatto credere. Non colpisce, nel peggiore dei casi, l’apparato respiratorio, provocando apparenti polmoniti che in realtà sono conseguenze di tromboembolie. Colpisce addirittura il cervello. Vi chiederete se, forse, non sia io a essere andato fuori di testa, con queste affermazioni. Penso proprio di no. Perché mi capita di leggere e di sentire certe cose, in questi ultimi tempi, da rimanere allibito. Persone che fino a ieri stimavo escono con certe sortite da autentici mammalucchi. Come può essere? Forse il Coronavirus riesce a insinuarsi anche nelle circonvoluzioni cerebrali. Forse gli asintomatici non hanno febbre e mantengono, in apparenza, una salute fisica invidiabile, ma le loro capacità mentali vengono irrimediabilmente compromesse. Volete qualche esempio? Eccovi accontentati. Di Giuliano Ferrara si può pensare quello che si vuole, ma sicuramente è sempre stato un opinionista intelligente, arguto, rispettabile, dalla loquela sciolta ed elegante. Si poteva essere in disaccordo su molti suoi giudizi, ma certo non lo si poteva accusare di parlare a vanvera o di esprimere pareri fondati su motivazioni frivole. Il suo discorso ha sempre avuto un sostrato culturale molto solido. Ma in questi ultimi tempi si direbbe che gli abbia dato volta il cervello. E’ un caldo sostenitore del governo in carica: posizione più che mai rispettabile, anche se le ragioni che la sottendono possono apparire piuttosto fragili. Purtroppo, però, si permette di dichiarare e ribadire che questo è il miglior governo italiano del secondo dopoguerra, formato da personalità eminenti, il meglio che si possa trovare. Dove vive, il Giulianone? Sta forse sognando? Crede di vivere nella Repubblica dei Filosofi di Platone? Non ha visto in che modo sgangherato si è mosso il governo da lui idolatrato di fronte all’emergenza dell’epidemia? Gli sta bene che la Costituzione tanto amata e osannata dalle persone di alto sentire come lui sia stata fatta a pezzi in modo brutale, calpestando i diritti più solennemente tutelati, a suon di circolari ministeriali? Niente da dire sull’ imperversare delle cosiddette “task forces” cui in pratica sono state demandate tutte le decisioni più importanti? Gli sta bene l’esautoramento di fatto delle assemblee parlamentari? Lo commuove forse la gran parata del Nulla, quella degli degli Stati Generali? Non inorridisce contemplando il baratro economico in cui si è caduti, e l’incapacità di prendere decisioni definitive sugli aiuti finanziari europei? E’ da grandi statisti aprire il campionato di calcio prima della scuola? Gli piace davvero un ministro della Giustizia come Buonafede? E un ministro degli Esteri semianalfabeta come Di Maio? E anche la ministra Azzolina gli sembra una gran mente, degna di stare alla pari di un Benedetto Croce o di un Giovanni Gentile? Chissà se il Giulianone ritornerà in sé o se, per sempre, della mente la virtude a lui mancò… Altro esempio. Mi capita per caso davanti agli occhi un articolo dove si confrontano i protocolli che diversi Paesi hanno approvato per fronteggiare l’epidemia. In Svezia l’esperto virologo che il governo ha scelto come consigliere ha proposto, e si è visto approvare, la scelta di non applicare misure drastiche e fortemente riduttive della libertà personale, come invece si è fatto in quasi tutti gli altri Paesi. Ha detto che non si pente del suo suggerimento, rifarebbe tutto da capo. Chiede di essere giudicato fra due anni. Fin qui la cronaca. Commento del giornalista: “La maggioranza gli dà credito, nonostante gli oltre quattromila morti di Coronavirus”. C’è da rimanere sbalorditi. Gli abitanti della Svezia sono 10.230.000. I morti attribuiti a Coronavirus sono a tutt’oggi, per voler essere precisi, 5053. In Lombardia gli abitanti sono poco più di 10.000.000. I morti finora sono 16.518, cioè più del triplo, a fronte di una popolazione leggermente meno numerosa. Non sarebbe il caso di chiedersi se sia stata proprio una bella pensate quella di rinchiudere in casa tutti i lombardi e fermare gran parte delle attività economiche regionali, per ottenere un risultato così magro (anzi, che dico tutti i lombardi, tutti gli italiani, anche laddove i contagi erano minimi)? Invece no. Gli incoscienti sono gli svedesi. Quel che più mi lascia attonito, però, è il gran parlare di scienza e anti-scienza. Del Coronavirus nessuno sapeva niente, e ancora oggi si sa poco. Sul modo di affrontarlo si sono sentiti i pareri più difformi; gli stessi esperti si sono più volte contraddetti. La scienza dovrebbe avere a fondamento il dubbio. Se uno scienziato la pensa diversamente dalla maggior parte dei suoi colleghi, nessuno può censurarlo, escludendolo dal novero degli illuminati. Invece in questi ultimi mesi abbiamo visto una consorteria di scienziati, alcuni illustri, altri di basso rango, unirsi in comitato arrogandosi il diritto di stabilire chi fa vera scienza e chi no. Si è arrivati al punto di denunciare penalmente chi esprimeva giudizi in contrasto con quelli dominanti. Alcune interviste pubblicate su Youtube sono state fatte sparire, perché si trattava di voci dichiarate anti-scientifiche, mentre erano soltanto non allineate. Una vera e propria caccia alle streghe. Purtroppo quest’atmosfera ammorbante ha contaminato anche qualche mente solitamente equilibrata. Prendiamo la questione dei vaccini. Non si tratta di essere no-vax o sì-vax per partito preso. Si tratta piuttosto di distinguere caso per caso. Alcuni vaccini possono essere utili, altri no. Alcuni avere effetti collaterali pericolosi, altri essere più sicuri. Sui vaccini anti-influenzali il discorso è ancora più complesso. E’ risaputo che garantiscono l’immunità per una percentuale abbastanza modesta. E’ innegabile che il vaccino per un certo ceppo influenzale può essere del tutto inefficace per altri ceppi, tant’è vero che ogni anno bisogna studiarne uno nuovo. Per il Coronavirus si promette che sarà pronto a settembre, pare esista già il brevetto, ma di concreto non s’è visto ancora niente. Non è detto, poi, che il contagio si ripresenti. Può darsi che il virus ricompaia in forma modificata, mostrandosi da un lato resistente al vaccino e dall’altro meno aggressivo e pericoloso. Inoltre, siamo ormai in grado di apprestare ai pazienti terapie efficaci. Però tutti gli allineati al pensiero dominante proclamano che il vaccino sarà l’unica soluzione. Se ne fa paladino anche Pierluigi Battista. E’ sempre stato dotato di grande equilibrio, una delle poche voci autenticamente liberali del panorama giornalistico italiano; ma anche lui si lascia trascinare dalla follia diffusa, giungendo ad affermazioni che non mi sarei mai aspettato. Prendendo nota che, in base ad alcuni sondaggi, due italiani su dieci rifiuterebbero di vaccinarsi contro il Coronavirus, si scaglia contro questa minoranza di ignoranti no-vax, che meriterebbero di essere lasciati in balia della malattia e della morte da cui non hanno voluto difendersi, se non fosse che la loro scelta sciagurata mette in pericolo la salute di altri soggetti i quali, soffrendo di particolari patologie, non possono vaccinarsi senza correre pericolo di gravi complicazioni. Che fare, allora? Escluderli per legge dall’assistenza sanitaria, nel caso che si ammalino? Non si può, sarebbe una crudeltà. Una soluzione potrebbe essere quella di impedire l’ingresso nei luoghi pubblici a chi non possa esibire un certificato di vaccinazione.C’ è da rimanere senza fiato. Ci mancherebbe anche il certificato di vaccinazione da portare con sé, insieme con la patente, la carta d’identità e la tessera sanitaria, per poter andare al cinema, a teatro, a un concerto, allo stadio, o magari anche al bar a prendere un caffè. Come se non fossimo già schedati abbastanza, e non fossimo già costretti a esibire documenti di vario genere in molte occasioni. Come se in qualche regione non si consigliasse vivamente, ai turisti, di scaricare la famigerata App “Immuni”, quando addirittura non li si obblighi a scaricarne una analoga regionale. Fosse la peste nera! Invece è una patologia che ormai abbiamo imparato a curare. Per chi non soffre già di altre patologie, il pericolo di morte è tendente a zero. Chi non vuol vaccinarsi perché non si fida di un vaccino preparato in fretta e furia in pochi mesi, accorciando i consueti tempi di sperimentazione, può essere un mentecatto che rifiuta per principio terapie e profilassi di ogni genere, ma può anche essere una persona di buon senso, che magari ha letto qualche buon articolo divulgativo, dove si danno notizie che altri tacciono. Magari ha saputo che il fantomatico vaccino sarà prodotto su brevetto dell’Astra-Zeneca. Magari ha letto, su un libro documentatissimo scritto da uno scienziato ben addentro al mondo delle case farmaceutiche, che la Astra-Zeneca nel 2010, ha pagato una sanzione di 520 milioni di dollari per chiudere un procedimento per truffa; che in altra occasione ha pagato 355 milioni per aver chiesto illegalmente la copertura dei costi relativi a un farmaco per il cancro alla prostata e aver corrotto molti medici per farlo acquistare; e tante altre prodezze del genere. Il libro si intitola “Medicine letali e crimine organizzato. Come le grandi case farmaceutiche hanno corrotto il sistema sanitario” . Bibliografia vastissima, documentazione di prim’ordine. L’autore è un danese, Peter C.Gõtzche, laureato in Chimica e Medicina, professore presso l’Università di Copenaghen. Non proprio uno sfigato.
Posizione rispettabile quella di sostenere il governo in carica? Diciamo voltairianamente che è un diritto esercitabile ma detestabile.