Le sentenze dello zotico Burioni
Cari amici, devo confessarvi che da quando si è imposto quello che Nicola Porro ha chiamato, argutamente, il “giornale unico del Coronavirus”, tutta la stampa e l’informazione di regime mi sono venute così in uggia da indurmi, per un verso, a smettere di ascoltare i notiziari televisivi, senza distinzione fra TV pubblica e reti private, per l’altro verso, a sfogliare distrattamente i quotidiani e gettarli subito, dopo averne scorso i titoli, nel cassonetto della carta straccia.
Negli ultimi tempi, pur continuando a tenere il televisore in quarantena, ho ricominciato a leggiucchiare qua e là qualcosina sulle gazzette serve del potere. Il risultato è stato, molto spesso, quello di farmi venire la bile. Vi ho già detto qualcosa a proposito di Grasso e di Alberoni. Il peggio però l’ho letto circa una settimana fa. Non mi sarei mai aspettato di trovare, sulla prima pagina del “Giornale”, un articolo di Burioni. Sapete già che lo considero un personaggio detestabile. Credo che solo un individuo zotico come lui possa permettersi di confutare le opinioni di un collega con il tono sprezzante con cui si è rivolto, qualche mese fa, a Maria Rita Gismondo, la microbiologa dell’Ospedale Sacco di Milano. Non ci si rivolge così a un collega, ancor meno se è una donna. La dottoressa, che tra l’altro è una persona garbata e gentile, faceva osservazioni tutt’altro che campate per aria, forse sottovalutando un po’ la virulenza del Covid19, ma cogliendo nella sostanza una verità che alla fine si è imposta: siamo stati colti alla sprovvista da una forma influenzale piuttosto aggressiva, nulla di più. Qualcuno continua a parlarne come della peste bubbonica? Vada a controllare i numeri. La famosa influenza “asiatica” del 1957 ha causato nel mondo circa due milioni di morti. Finora con il Coronavirus non siamo ancora arrivati a mezzo milione. Non mi risulta che allora si sia sollevato tutto il pandemonio di questo sciagurato anno 2020. I contagiati di cui in Italia, nelle prime settimane, si è pianta la morte, soprattutto nel territorio di Bergamo e Brescia, sono stati vittime di errori diagnostici e terapeutici. Le conseguenze della patologia sono state curate, all’inizio, come polmonite interstiziale, mentre si trattava di tromboembolia. La ventilazione, alla quale i pazienti più gravi sono stati sottoposti, è stata un rimedio peggiore del male. C’è qualcuno che ne dovrebbe rispondere, sul piano penale. Non i medici degli ospedali, che anzi si sono prodigati con tutte le loro forze nel rispetto dei protocolli, ma coloro che, in alto loco, non a livello regionale, ma ministeriale, hanno vivamente sconsigliato di eseguire le autopsie e hanno ordinato di cremare i cadaveri. Per conseguenza, si è continuato ad applicare, con le più oneste intenzioni, terapie mortali. Per fortuna alcuni bravi medici, trasgredendo gli ordini, hanno cominciato a eseguire autopsie, individuando così il vero decorso della malattia e applicando, con successo, le terapie idonee. Oggi, se non si è già più di là che di qua, di Coronavirus si guarisce, anche senza bisogno di ricovero. Contro chi ha diramato quei consigli e quegli ordini balordi qualche magistrato dovrebbe aprire un fascicolo. Se è stato fatto per ignoranza, si tratta di omicidio plurimo colposo. Se è stato fatto in malafede, di omicidio plurimo premeditato. Forse addirittura di strage. Che cosa c’è dietro? Stupidità o criminalità? Nel secondo caso, a che pro? Sono domande che esigono una risposta. Naturalmente l’informazione di regime se ne sta zitta e muta.Tornando a quell’articolo dello zoticone, che cosa dice? La prima parte è un’ovvietà sul tipo di quelle di Alberoni, la seconda un cumulo di sciocchezze. L’ovvietà: gli scienziati devono fornire i dati tecnici, ma è la politica che deve decidere. Lo sanno anche i sassi! Le decisioni spettano al Governo legittimamente in carica, con l’approvazione del Parlamento. Purtroppo, però, in questi mesi non è andata così. Hanno deciso le cosiddette “task forces”, formate di sedicenti scienziati. Il governo del Giuseppi, l’avvocaticchio senz’arte né parte, non ha fatto altro che tradurre a pappagallo i loro “diktat” in normative più che discutibili sul piano costituzionale, tanto per i contenuti quanto per le procedure. Lo zoticone era tra i consiglieri più riveriti e indiscussi. Veniamo alle sciocchezze. Per esemplificare come i governi possano decidere in modo autonomo, dopo aver ascoltato il parere degli esperti, si dice che negli USA in alcuni Stati il casco per i motociclisti è obbligatorio, in altri soltanto consigliato. Eh no, carissimo! Sui provvedimenti relativi al Coronavirus si possono avere opinioni diverse, anche fra gli scienziati o sedicenti tali; quindi è inevitabile che un buon governo faccia le sue scelte in base all’opportunità politica, scegliendo alcune soluzioni, opinabili, a scapito di altre, ugualmente opinabili. Ma nel caso del casco, è tutta un’altra storia. Che a cadere in moto ci si possa spaccare la testa non è un’opinione. Che il casco protegga chi batte la testa, risparmiandogli con buona probabilità la morte, è ugualmente fuori discussione (non è come per le mascherine contro il Coronavirus, che secondo alcuni sono utili, secondo altri altri dannose). Non è il caso di consultare gli esperti per averne conferma. La decisione politica prescinde dal dato scientifico. La scelta verte sul dilemma: far appello alla responsabilità individuale o ricorrere alla coercizione legislativa? Punto e basta. La seconda sciocchezza è ancora più madornale. Si dice che, sempre per scelte politiche, in conformità di alcune radicate tradizioni, presso alcuni popoli è vietato macellare determinati animali, presso altri no. Ad esempio, in Europa non è proibito mangiare carne di cavallo, negli Stati Uniti sì. Che razza di argomentazione è mai questa? Certo che le legislazioni dei diversi Paesi riflettono le tradizioni dei popoli, nello stabilire che cosa è lecito e che cosa no nel rapporto tra uomini e animali. Ma che cosa c’entra tutto questo con la Scienza? Come i cavoli a merenda! Non è certo la Scienza a poterci dire se è lecito ammazzare i cavalli o i maiali o i cani o i gatti per preparare un manicaretto! Più oltre si dice che anche stabilire l’età in cui si diventa maggiorenni è decisione squisitamente politica. Ovvio, ma ancora una volta: la Scienza che c’entra? La maturità varia da persona a persona. C’è gente che a cinquant’anni ha ancora il cervello di un ragazzotto. La maggiore età è un concetto puramente convenzionale.
Ciliegina sulla torta. In un articolo di pochi giorni dopo, sul medesimo quotidiano, si difende a spada tratta Burioni dalle accuse di chi lo critica per i lauti compensi che percepisce per le sue consulenze. A me sembrano cifre scandalose, ma se c’è qualcuno disposto a pagargliele, fatti suoi, purché non si tratti di denaro pubblico. Il bello viene alla fine. Burioni -si dice- le ha azzeccate tutte! Davvero? Non fu lui a dire che in Italia il Coronavirus non stava circolando (era la fine di Gennaio, successivamente è stato provato che il virus circalva almeno dall’inizio di dicembre)? Può darsi che me lo sia sognato. Lo zoticone mi è tanto antipatico che il mio inconscio potrebbe avermi giocato qualche scherzetto. Cito testualmente la sua recente intervista al “Corriere della sera” dell’ 8 giugno 2020: ” Senza il lockdown ora staremmo contando i morti per le strade” . Infatti in Svezia, dove il lockdown non l’hanno fatto, circolano i monatti col campanaccio, a raccogliere i cadaveri sui loro carri, per gettarli nelle fosse comuni. Per concludere, ho scoperto che “lockdown” è un termine derivante dal gergo carcerario. Ragione di più per bandirlo una volta per tutte (in italiano si dice “confinamento”, “isolamento”) insieme con i sedicenti scienziati che hanno suggerito tale provvedimento a un governo di minorati mentali.
Attenzione, Don Giovanni. Il personaggio che Lei critica ha la querela facile e la magistratura amica. E non siamo tutelati per resistere a questo mostro giuridico che è il vero italico virus. Tra l’altro viene ospitato dalla testata che ufficialmente dovrebbe sventolare la bandiera del garantismo e della tolleranza! Non c’è appoggio, quindi, neanche dalla cosiddetta opposizione. Su un analogo quotidiano romano ho letto oggi che la democrazia in Italia non sarebbe in pericolo. Ammesso che sia vero, ma cosi non è, la cosa conta poco perché in realtà manca la libertà di parola; peraltro già limitata in precedenza. Parlare contro i guru è come contestare gli stregoni in un contesto animista. Ancora una volta ribadiscono di essere come i sacerdoti maya quando affermano di aver limitato i decessi grazie al blocco delle attività e della libertà di circolazione. Quando il popolo maya vedeva che dopo i sacrifici umani l’eclissi solare finiva, dava ragione ai suoi sacerdoti. Il popolo italiano non è molto più alfabetizzato dei maya e non può quindi immaginare che l’eclissi terminerebbe ugualmente. E se a questo popolo si mostra la situazione svedese è pronto a rispondere che lì l’eclissi non c’è grazie al sole di mezzanotte. Pertanto darà in massa ragione ai… Buriocrati. (la prima “i” non è un refuso).
Quindi secondo te gran parte di quello che sta succedendo è anche colpa della facilità di credulità degli italiani? Secondo me sì, il livello di critica e di dubbio non è molto alto………..
Non tutti gli italiani sono creduloni, alcuni non ci credono ma hanno una forte propensione alla schiavitù volontaria. Il risultato è lo stesso: strada aperta all’aspirante tiranno di turno.
Gente, vediamola dal lato positivo; perlomeno durante il coprifuoco (e pure al momento per fortuna) sono spariti quelli che ti suonano per:
– rimpinzarti la buca di cartaccia inutile;
– chiederti se ci sono alloggi in vendita nel tuo stabile;
– farti comprare il nuovo folletto;
– farti cambiare operatore luce-gas;
– farti cambiare religione.
E come dice Lambrenedetto: “Vedo cagacazzi in giro?… NON VEDO CAGACAZZI IN GIRO !!!”
Non sono spariti, hanno cambiato tattica e scocciano telefonicamente; specialmente gli operatori telefonici. Resta sempre inevasa la domanda su chi abbia fornito loro il numero.