Don Giovanni

Susanna, ma va’…dove ti porta il cuore!

Vi ricordate quel che successe dopo la caduta del Muro di Berlino e il successivo crollo del sistema sovetico? Nessuno (tranne pochissime eccezioni, che meritano tutto il nostro rispetto, per la loro onestà e la loro coerenza) era mai stato comunista, anche se per anni aveva militato nel partito della falce e martello.

Sì, è vero, era stato iscritto a quel partito, ma in fondo in fondo era sempre stato un liberale, un liberale di sinistra, naturalmente, sensibile ai problemi dei deboli e dei diseredati, dei giovani, dei disoccupati; contrario a ogni tipo di discriminazione, aperto alle richieste di nuovi diritti civili, nemico dell’eccessiva diseguaglianza economica, favorevole a  un sistema fiscale equo e progressivo, come vuole la Costituzione più bella del mondo; in somma, un vero socialdemocratico, un laburista, se proprio si voleva, ligio ai valori di quella Democrazia che piaceva a Sartori, non certo a quelli delle Democrazie Popolari di stampo marxista. Qualcosa di simile era accaduto al crollo del Fascismo. Nessuno era stato fascista, anche se aveva sempre posseduto la tessera del partito  e aveva fatto parte della Gioventù del Littorio. Era stato iscritto perché teneva famiglia; oppure perchè del Fascismo condivideva lo spirito patriottico, rimanendo però nel fondo del cuore un amante della libertà; oppure perché, giovane com’era, si era lasciato irretire da una propaganda di regime di cui ben presto aveva però compreso le menzogne. Molti riuscirono a riciclarsi, diventando sinceri democratici o addirittura sinceri comunisti. Chi aveva caldeggiato la politica razzista di stampo hitleriano giungeva addirittura alla Corte Costituzionale…Vedrete che quando finirà tutta questa buriana della pandemia farlocca – in cui, a livello mondiale, si è riusciti a trasformare un’influenza un po’ più tosta delle solite in una sorta di peste bubbonica, e un virus che nessuno mai è riuscito a isolare nel senso tecnico del termine in un essere subdolo come Satana, capace di assumere mille volti per ordire meglio i suoi inganni –  tutti quelli che finora hanno tenuto bordone al pensiero dominante  cambieranno vestito, dicendo di non essere proprio stati sempre con i no-vax, ma di averne in ogni momento compreso le ragioni; di aver sempre avuto dubbi sulle restrizioni delle libertà perpetrate con la scusa di arginare un’epidemia trasformata senza motivo in pandemia; di aver sempre messo in guardia il potere politico dallo scalfire i sacri diritti proclamati nella Costituzione; di aver sempre nutrito dubbi sull’efficacia dei vaccini e timori sui loro possibili effetti collaterali. Qualcuno sta già cominciando a voltar gabbana. Con molta astuzia e molto garbo, prendendo il discorso alla lontana, e ben guardandosi dall’opporsi frontalmente allo sconcio in cui il Paese è caduto, al punto da attirarsi addirittura dal Wall Street Journal, un foglio non certo pregiudizialmente ostile a  personaggi come Draghi e i suoi amichetti, l’accusa di essere ricaduto nel fascismo (non il Fascismo del Ventennio , il fascismo eterno che rimane autobiografia della Nazione). Ad aprire la strada, dopo che più d’un virologo da salotto ha cominciato a cantare qualche nota stonata nel gran coro del Coronavirus, è stata qualche giorno fa la scrittrice Susanna Tamaro sulle pagine del Corriere Emetico della Sera, rifacendosi viva dopo che per lungo silenzio parea fioca. Che cosa dice nel suo lungo intervento, scritto come una sorta di lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Draghi? Prendendo spunto dalle disavventure toccatele in una recente vacanza sulle Alpi, per non aver potuto condurre, in quelle ore, una vita normale a causa della scadenza, da appena un giorno, del passaporto vaccinale barbaramente appellato  “green pass”, perché vaccinata con sole due dosi,  sembra voler cantare il panegirico della vita libera, deprecare la divinizzazione del vaccino, puntare il dito contro la riduzione dei cosiddetti no-vax a capro espiatorio di una situazione di cui non possono dirsi colpevoli, denunciare l’inopportunità di insistere su un obbligo vaccinale ormai del tutto ingiustificato.Verrebbe voglia di chiederle: te ne accorgi solo ora, Susanna? Dov’eri, finora? Andavi dove ti portava il cuore? Per esempio, come tu stessa dici, a vaccinarti con due dosi pur essendo stata tra i primi a contrarre la fatale influenza cinese, quando ancora nessuno ne parlava? Che senso ha vaccinarsi se si è già sicuramente immuni? Affermi che ti fa specie vedere i gendarmi  costretti a inseguire passeggiatori solitari nei boschi. Guarda che queste cose capitavano soprattutto due anni fa, al tempo del governo Conte. Perché non le deprecasti allora? Certo, deprechi ora gli stessi gendarmi che, distolti dai loro compiti istituzionali, se ne vanno in giro a controllare chi non è munito del nazi-pass laddove la legge lo prescrive. Trovi la cosa semplicemente ridicola. Io la trovo criminale. Chi per entrare in servizio ha giurato sulla Costituzione dovrebbe disapplicare per legge provvedimenti palesemente incostituzionali. Ti dici dispiaciuta perché non poter entrare in un negozio, com’è capitato a te, è una lesione della libertà personale. Solo perché è bastata la scadenza da un solo giorno dell’infame documento a impedirti la tua libertà? Non ti viene in mente che l’idea stessa di istituire qualcosa di simile è semplicemente infame? O diventa infame soltanto mantenerlo, perché finora andava bene? Così tu sembri ritenere, laddove affermi che si sarebbe potuto pensare anche a un “green pass indebolito”, che escludesse i non titolari di vaccinazione completa con tre dosi solo  dai grandi eventi dove più fitto è l’affollamento e quindi maggiore la possibilità di contagi diffusi. Così fanno in Israele. Un bell’esempio, proprio un bell’esempio! Un “Paese certo non sprovveduto”, dici tu. Sarà. Uno dei più vaccinati e dei più contagiati, intubati e crepati. Ti dispiace che negozianti e parrucchieri siano danneggiati dal mantenimento di inutili restrizioni. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Hanno invocato a suo tempo strumenti idonei a contenere la pandemia, allo scopo di poter riprendere a lavorare a pieno ritmo dopo mesi di magra. Ora che li hanno avuti, se li tengano. Se vogliono riscattarsi, dopo che hanno rampognato chi manifestava contro l’infame governo perché gli rovinavano gli affari allontanando i clienti dai centri delle città dove si manifestava, disubbidiscano, rifiutandosi di fare gli sceriffi. A un certo punto affermi che il “green pass” non può essere considerato una sorta di strumento taumaturgico, visto che vaccinati e non vaccinati si contagiano allo stesso modo.Però subito dopo chiarisci che non hai nessuna obiezione filosofica morale o politica su questo “importante documento”. Importante se non serve a niente? Nessun dubbio morale o filosofico su un documento discriminatorio privo di efficacia? Anzi, come dici tu stessa più oltre, che può indurre chi lo possiede  a comportamenti poco prudenti, e quindi pericolosi, credendosi del tutto immunizzato e innocuo? Del tutto aberrante l’analogia con un episodio storico: “Nell’archivio del piccolo comune in cui vivo è registrata l’esistenza di posti di blocco nel 1800 (ndr: anno 1800 o sec.XIX?In quest’ultimo caso bisogna scrivere “Ottocento”, altrimenti è sciatteria che uno scrittore di professione dovrebbe evitare) durante un’epidemia di peste in Campania: per entrare nel paese bisognava, infatti, esibire un lasciapassare che attestasse l’assenza di soggiorni partenopei”. La peste non è la Covid e l’attestazione di non aver frequentato luoghi altamente contagiati dalla peste è molto più razionale di un documento comprovante una vaccinazione anti-influenzale  farlocca; e non è per nulla discriminatorio.Lo scritto si conclude così: “Comunque una profezia la posso fare anch’io. Prima o poi moriremo tutti. Intanto però sarebbe bello che potessimo riprendere a vivere”. Anche questo andava detto due anni fa. Non dovevano ridurci come siamo con una politica sanitaria prima fallimentare e poi criminale. Ora che siamo mezzo morti, sarà ben difficile ricominciare a vivere. Con questo articolo la Tamaro fra qualche tempo potrà rifarsi una verginità, gridando: “L’ho sempre detto!” Ma il suo vero pensiero si legge in queste parole: “Possibile che nella mitica cabina di regia , nel momento in cui sono state decise le misure per limitare il raggio di azione dei no vax, nessuno si sia alzato in piedi a dire: scusate un momento, ma se equipariamo i vaccinati con due dosi ai no vax non stiamo lanciandoci un boomerang? Perché così facendo, primo affermiamo la totale inefficienza (ndr. voleva dire “inefficacia”, altra sciatteria) del vaccino, e secondo, alimentiamo le fantasie complottiste di chi si oppone alla campagna vaccinale”. In somma, il vaccino è efficace e guai a lasciar sospettare che tale non sia, e i no-vax sono complottisti. Il tutto tarato sul caso personale delle due dosi scadute da un giorno. Susanna, ma va’…dove ti porta il cuore! 

Giovanni Tenorio

Libertino

2 pensieri riguardo “Susanna, ma va’…dove ti porta il cuore!

  • Alessandro Colla

    E’ sempre andata dove l’ha portata il conto corrente. La sua “opera” più celebre ha avuto successo negli anni della moda sentimentalista, ora cavalca una altro tipo di filone; inteso come pane, ovviamente. Per gli oppositori autentici sarebbe stato meglio che si fosse schierata con i criminali al potere. Perché gli oltranzisti del credito sociale potranno dire che a esprimere una posizione “critica” nei confronti dei provvedimenti restrittivi sia una persona che scrive male. E avrebbero anche ragione, non solo per la confusione tra inefficienza e inefficacia. Stiamo in fondo parlando di una nuova Liala o di una riedizione pseudomoderna di Carolina Invernizio. Persone che stanno alla letteratura come il sottoscritto allo sport.

  • Alessandro Colla

    Quanto ai “mai stati comunisti”, abbiamo avuto l’onore di avere tra essi anche un ex segretario nazionale della Federazione Giovanile Comunista Italiana. Non ricordo più il nome, mi sembra Walter Cialtroni o roba del genere.

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