Don Giovanni

Presepe libertino

L – Padrone mio, che state facendo?
DG – Il presepio.
L – Ma siete impazzito? Un epicureo come voi? Un miscredente? Un mangiapreti? Uno che -dicono- è stato inventato dai gesuiti per far paura agli “ateisti ” irriverenti e lascivi?
DG – Ateista, irriverente e lascivo quanto vuoi tu, ma anch’io non posso non dirmi “cristiano”: con tanto di virgolette, però, come fece Benedetto Croce.
L – Ma voi volete scherzare per davvero!
DG – Neanche per sogno. Il  bambinello che nacque a Betlemme, fosse figlio di Dio o no mi importa poco, fu  perseguitato dallo Stato fin da prima di venire al modo. I suoi genitori, poveretti, dovettero mettersi in cammino per farsi registrare come sudditi dell’impero, per via del censimento di Cesare Augusto, al punto che Maria, povera donna, dovette partorire in una grotta. Poi, appena nato, Erode voleva farlo accoppare. Alla fine, fu impalato con tanto di sentenza firmata da un’autorità pubblica, in nome dell’imperatore. Fra le accuse, quella di aver detto che non bisognava pagare il tributo a Cesare, e che sono i sudditi, non gli uomini liberi, a pagare le tasse. Poi era un non violento, anche se con la storia del porgere l’altra guancia esagerava un po’. Gli piaceva il vino (il miracolo delle nozze di Cana parla chiaro!) e quando lo invitavano a pranzo non diceva mai di no. E se lo avessero invitato a un concerto di Beethoven – mi si perdoni l’anacronismo – non avrebbe certo detto che lui a sentir quella roba non ci andava perché non era un principe del Rinascimento (mi si perdoni ancora l’anacronismo).
L – Va bene, va bene, ma il presepio l’ha inventato Francesco d’Assisi, che da ricco si fece povero, e povero rimase per tutta la vita. Voi siete ricco, e vi guardate bene dal disfarvi
 della vostra ricchezza…
DG – Vero, ma il buon Francesco non pretendeva di spogliare della loro ricchezza chi non voleva seguire il suo esempio. Invece il Francesco finto di oggi ( quello che piace agli atei
 e se ne sta seduto su un trono), predica la povertà e inveisce contro il denaro sterco del diavolo perché odia l’economia di mercato ( su cui invece il movimento francescano ha detto cose interessanti, arrivando a giustificare il tasso d’interesse ),di cui capisce poco o nulla, ama la decrescita felice che vorrebbe imporre al mondo intero e crede alle bubbole del riscaldamento globale di matrice antropica. Che cos’ha che fare col Francesco vero? Niente di niente. E poi il Francesco vero mi piace perché anche lui andò in Oriente senz’armi, cercando di convertire con la predicazione il grande al Malik al Kamil, lo stesso con cui più avanti l’imperatore Federico II di Svevia avrebbe stretto un patto ottenendo la cessione di Gerusalemme senza colpo ferire, e beccandosi una bella scomunica dal papa.
L – Quel papa cui Francesco (quello vero) dichiarò sempre fedeltà.
DG – Evangelicamente candido come una colomba e astuto come un serpente! Mica voleva far la fine degli altri pauperisti dichiarati eretici e finiti sul rogo. Certo che il Francesco vero
era un bell’anarchico! Ai suoi tempi lo lasciarono fare, ma oggi finirebbe in un presidio psichiatrico della ASL, dove lo riempirebbero di psicofarmaci rendendolo rimbambito. Forse sarebbe
peggio che finire sul rogo. Gli psichiatri ne hanno fatte, e continuano a farne, di molto peggio degli inquisitori. Ispirati dalla Scienza Medica, come quelli dallo Spirito Santo.
L – Adesso vi mettete a fare anche dichiarazioni anti-scientifiche? Proprio voi?
DG – Ma la psichiatria non è una scienza, come non è una scienza l’economia. Un cardiologo ti sa dire che cos’è il cuore, uno psichiatra non ti sa dire che cos’è la psiche. E allora di che
cosa blatera? Ha la stessa credibilità degli stregoni e delle fattucchiere.
L – Ma torniamo al presepio. Lo fate perché difendete i valori cristiani della cosiddetta civiltà occidentale?
DG – Quella civiltà occidentale che, nella sua storia, ne ha fatte di cotte e di crude? Cristiani contro musulmani, cristiani contro cristiani, ebrei chiusi nei ghetti e dichiarati cani da un papa poi fatto santo, la “Civiltà Cattolica ” dei gesuiti  che al tempo della Guerra di Secessione si schiera col Sud arrivando a giustificare la schiavitù con tanti  bei distinguo degni della più raffinata casistica di cui quei signori sono maestri… E poi le due Guerre Mondiali, e gli Stalin e gli Hitler e il Fascismo. Tutti bei parti dell’Occidente! La Chiesa d’un tempo ha sicuramente avuto il merito di salvare in parte il patrimonio della civiltà classica, ha tenuto a freno lo spirito bellicoso delle popolazioni “barbare”, ha  alleviato con opere di beneficenza le condizioni dei più poveri, ha istituito i primi ospedali. Ma poi… All’Occidente va riconosciuto  il merito di aver elaborato  il pensiero scientifico moderno, sbocciato nel Rinascimento e irrobustitosi nel Settecento illuministico,  e l’idea liberale, quella sì “cristiana”, con tanto di virgolette. “Né libero né schiavo, né giudeo né greco, tutti siamo uno in Gesù Cristo”. Parola di San Paolo, che per molti aspetti non sopporto, però ha detto anche qualcosa di buono. Poi uno può anche non credere nella divinità di Cristo, può anche far della sua figura un’invenzione, addirittura cancellarlo dalla memoria, ma quell’insegnamento rimane. Perché nella sua sostanza, il pensiero liberale è questo: pari dignità umana, rifiuto della violenza, libertà come responsabilità individuale. Cristo, se togliamo tutta la sovrastruttura religiosa, non ha detto niente di diverso.
L – Voi allora sarete d’accordo con quelli che volevano apporre alla Costituzione Europea un preambolo dove si rivendicavano le radici cristiane dell’Europa…
DG – Ma neanche per idea! Quello è cristianesimo senza virgolette. Significherebbe prima di tutto rivendicare come patrimonio etico-politico anche i delitti che in nome di Cristo sono stati compiuti. Significherebbe poi inchinarsi a quanto dice il papa e farlo diventare legge per tutti. Sarebbe una sorta di Sharia. Te lo immagini? Niente divorzio, niente aborto, niente fecondazione assistita, sì all’accanimento terapeutico, no al testamento biologico, i culattoni dagli psichiatri perché contro natura, e via di seguito. Roba da Giovanardi, da Buttiglione, da Pera, da teo-con, da Fratelli d’Italia, da Nuovo centro-destra, da atei devoti e simile lordura. E se poi al papa salta il ghiribizzo di sostenere che hanno ragione i catastrofisti del riscaldamento globale antropico, avanti a tutto gas a propinare corbellerie e ad approvare provvedimenti piùdannosi dei presunti danni cui si vorrebbe porre rimedio. E’ già così, del resto. A Parigi, in occasione del G 20 sul clima si proietta, con grande dispendio di energia elettrica -tanto per essere coerenti- una serie di bizzarre gigantografie che vorrebbero essere un inno alla Natura, d’un kitsch pazzesco? All’apertura del Giubileo, che fin dall’inizio apparecome un gran Luna- Park, con tanto di applausi ad esibizioni in maschera (a quando un rosario dopo la “prima” della Scala?) si proiettano nientemeno che sulla facciata della Basilica di San Pietro i medesimi obbrobri, che grazie alla divulgazione televisiva fanno il giro del mondo, lasciando a bocca aperta gli allocchi.
L – Non me ne stupisco. Uno che si vanta di non andare a sentire Beethoven perché non è un principe del Rinascimento, ben può cacare sul Rinascimento insozzando di immagini kitsch le architetture di Michelangelo.
DG – Già, “Michel più che mortale angiol divino”, come diceva il buon Ariosto.  Bei tempi, quelli! Papi delinquenti, come Alessandro VI o Giulio II o Leone X, ma amanti
dell’arte. D’accordo, vendevano le indulgenze, ma con lo sterco del diavolo pagavano artisti sommi che ci hanno donato meravigliosi capolavori. Ecco, a proposito di
arte, letteratura, musica, sicuramente non possiamo non dirci “cristiani” . Anche se siamo atei. Franco Fortini, marxista di ferro, arrivò a dire che non siamo più in grado
di capire la poesia di Dante perché non ne siamo degni.
L – Ma a quanto pare il nostro papà Lorenzo da Ponte mentre scriveva per l’altro nostro papà il libretto del “Dissoluto punito” rileggeva l’Inferno dantesco.
DG – Perché il nostro papà era ben degno di Dante! E se ben ricordo, mentre scriveva si teneva in braccio una bella ragazza… “Cristiano” anche lui, anzi, visto che prima della conversione era ebreo, “giudaico-cristiano”, sempre con le virgolette, naturalmente.
L – Mi gira un po’ la testa. Ma, volendo concludere…
GD – Direi così: non possiamo non dirci “cristiani”, ma con un finto Francesco sul soglio di Pietro dobbiamo non dirci cattolici. Almeno noi due libertini. Gli altri facciano come vogliono. Viva la libertà!

Giovanni Tenorio

Libertino