Don Giovanni

Premio Erode

Cari amici sapete voi che cos’è la “fallacia astorica”? Nella mia ignoranza, devo confessarvi che fino a qualche giorno fa non ne conoscevo l’esistenza. A causa della mia zoppicante cultura umanistica, inculcatami nella zucca da zotici precettori a suon di nerbate, io conoscevo soltanto le fallacie di cui parla Aristotele nella sua “Logica”. Adesso finalmente ho colmato la lacuna. Il merito va a un dottissimo articolo pubblicato sull’ultimo “domenicale”  del “Sole24 ore”, a firma di Gilberto Corbellini, l’illustre  epistemologo, docente alla “Sapienza” di Roma, che ha dedicato la sua vita alla Bioetica e alla Storia della Medicina con pubblicazioni, specialistiche e divulgative, sempre di alto livello. L’articolo termina proprio menzionando la “fallacia astorica”. Per capirci qualcosa ho fatto qualche ricerca, scoprendo che il termine è stato introdotto nel linguaggio epistemologico proprio da Corbellini, prendendo spunto dagli studi della neuroscienziata Nancy Andreasen: sta a indicare l’incapacità di esprimere un giudizio corretto su determinati fenomeni sociali senza inquadrarli in un ampio contesto storico che permetta di comprenderne la genesi, lo sviluppo e le dinamiche. Questo atteggiamento comporterebbe errori di valutazione soprattutto nel campo della Medicina, laddove si tende a dare per assodato uno sviluppo continuo e lineare delle teorie e delle pratiche terapeutiche, di natura cumulativa, tale per cui le nostre conoscenze odierne renderebbero del tutto obsoleto quanto si conosceva e si operava nel passato. Invece non è così: lo sviluppo di tutte le scienze avviene in modo tumultuoso, per alti e bassi, arretramenti e avanzamenti. Per giudicare il presente è necessario conoscere a fondo anche il passato. Chi potrebbe non essere d’accordo? Forse soltanto qualche tecnocrate dottrinario come il ministro Cingolani, il quale, recentemente, di certo con il beneplacito del semianalfabeta ministro dell’Istruzione e del luciferino presidente Mario Draghi, ha esortato a mettere da parte le Guerre Puniche e a studiare la “computer science”, per aprire la strada alle magnifiche sorti e progressive preannunciate nei saggi di Klaus Schwab ed elaborate nei convegni del World Economic Forum e in tutti gli altri consessi in odore di massoneria. Se non si conosce la Storia non si capisce il presente e non si hanno gli strumenti per programmare il futuro, checché ne pensino Cingolani e compagni. I quali, in realtà, queste cose le sanno benissimo: loro la Storia l’hanno studiata con cura , tant’è vero che stanno applicando alla lettera le tecniche con cui, in ogni epoca, sono state irretite le masse, attraverso disinformazione e terrore. Non vogliono farla studiare ai sudditi proprio per poterli raggirare  meglio. Se si accorgono “di che lacrime grondi e di che sangue” il potere, c’è il pericolo che si ribellino. Nei “Ragguagli di Parnaso” di Traiano Boccalini  Niccolò Machiavelli viene condannato “per esser di notte stato trovato in una mandra di pecore, alle quali si ingegnava di accomodare in bocca denti di cane, con evidente pericolo che si disertasse la razza de’ pecorai”. Avevano ragione quei giudici! Se studiassimo bene le Storia, forse diventeremmo tutti anarchici… Qualcuno a questo punto mi chiederà dove voglio arrivare. Lo spiego subito. Finora ho parlato molto bene di Corbellini e gli ho dato ragione, allargando un po’ il suo discorso. Ma adesso devo ritornare al suo articolo per dirne peste e corna. Non certo per la sintetica ma chiarissima e succosa sintesi in cui illustra i progressi della Medicina, dai tempi antichi fino ad oggi. Illuminanti le notizie riguardanti le sperimentazioni, in campo vaccinale ma non solo, che hanno consentito di mettere a punto farmaci capaci di sconfiggere malattie un tempo incurabili. Ottimo. Peccato che qui tutta l’argomentazione cominci a scricchiolare. Si dice che fino all’inizio del secolo scorso non ci si faceva grande scrupolo di sperimentare nuovi farmaci su cavie umane. Molto spesso queste cavie erano bambini, anche perché l’infanzia non godeva delle grandi attenzioni che oggi, almeno a parole, le vengono dedicate. Molti tentativi sperimentali erano azzardati, e procuravano vittime. Però, grazie a quegli azzardi, si fu in grado di ottenere farmaci che avrebbero recato gravi benefici all’Umanità. E’ chiaro – intende Corbellini – che oggi tutto questo non sarebbe più ammissibile. Però siamo passati da un estremo all’altro. Adesso che, per combattere una pandemia come quella in corso, siamo in grado di inoculare i bambini con un vaccino sicuro che li renderà immuni ed eviterà la diffusione per loro tramite del contagio, molti genitori hanno paura, tanti bioeticisti storcono il naso e le anime belle gli dànno ragione. Fallacia astorica! Il cerchio si chiude. Chiarissimo Professore, permetta a un ignorantissimo come me di coglierLa in fallo. Qui è Lei a cadere in una fallacia grande come una montagna. Proprio perché in passato non si è andati troppo per il sottile nelle sperimentazioni sui bambini, come la Storia ci insegna; proprio perché oggi la nostra sensibilità nei confronti di chi è debole e indifeso è radicalmente mutata; proprio perchè conosciamo gli orrori dell’Eugenetica e della Medicina asservite ai criminali nazisti, non possiamo permetterci nessun tipo di sperimentazioni sui bambini. Perché le cose stanno proprio così: sono i “bugiardini” delle stesse case farmaceutiche a dichiarare che i vaccini sulle generazioni più giovani sono stati sperimentati in base a campioni limitati, e sui bambini non si è sperimentato quasi nulla. Da che cosa ricava, Professore, la certezza che sono sicuri? Che non si avranno gravi conseguenze, a breve, medio e lungo termine? Per il vaccino in Italia sono morte, ufficialmente, 16 persone. Gli effetti collaterali di varia gravità ormai non si contano, anche se le autorità competenti li negano o li sminuiscono. I bambini quando contraggono la Covid guariscono più facilmente degli adulti. Il loro tasso di letalità è bassissimo, e riguarda individui affetti da altre gravi patologie. Vaccinare i bambini significa esporli a un rischio maggiore di quello che correrebbero se non fossero immunizzati (ammesso e non concesso che l’immunizzazione sia totale e permanente, senza richiedere continui richiami che per organismi fragili ancora in formazione sarebbero devastanti).Non se n’abbia a male, chiarissimo Professore. Io per  personaggi come Lei proporrei l’istituzione del Premio Erode. Da consegnare con tutti gli onori il giorno della Befana.

Giovanni Tenorio

Libertino

2 pensieri riguardo “Premio Erode

  • Alessandro Colla

    Vaccino sicuro. Chi lo dice? I produttori del vaccino. C’è scarsa epistemologia nell’utilizzazione di certi aggettivi.

  • Alessandro Colla

    Con le ultime estorsioni occorrerà istituire anche un premio Hitler. Primo vincitore: Mario Draghi. Da cancelliere ad aspirante presidente.

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