Mutato nomine de te fabula narratur
Quel giorno che il più somaro della classe gli si presentò davanti con un’aria più strafottente del solito, in abbigliamento sbrindellato, il giovane insegnante, che l’aveva pazientemente sopportato per settimane e settimane, non ci vide più: “Adesso vai a casa, ti vesti in modo decente, e poi ritorni”. Ecco, se io fossi il papa (vi fa ridere un Don Giovanni papa? Se c’è arrivato un Bergoglio, può arrivarci anche un Don Giovanni, che forse è meno ateo di tanti sommi prelati), avrei fatto lo stesso trovandomi davanti, in visita ufficiale, uno Zelenski in tuta mimetica. “Se vuoi fare il burattino – gli avrei detto – travestendoti da eroe, non è questo il posto. Vai dai tuoi amici, da Stoltenberg, da Sunak, da Borrell, dalla von der Leyen, da Biden: in chiesa coi santi e in taverna coi ghiottoni. Ricordi la parabola del banchetto nuziale? Dico quella di Matteo, non quella di Luca, che ne omette l’ultima parte. Che cosa fa il re quando si accorge che uno dei convitati si è presentato in abbigliamento sconveniente,? Ordina ai servi di legarlo mani e piedi e di gettarlo fuori nel buio, dove sarà pianto e stridore di denti”.
Ecco, avrei fatto proprio così. Non l’avrei fatto incatenare, sarebbe stato un po’ troppo, mi sarei limitato a farlo accompagnare alla porta da una guardia svizzera. Perché sarà anche vero che non è l’abito che fa il monaco, ma è anche vero che chi si presenta a una festa di nozze vestito di stracci o davanti al Vicario di Cristo vestito da finto guerriero (mentre a morire sul serio sul campo di battaglia sono i suoi concittadini, contro un nemico che forse non tutti considerano tale) merita soltanto di essere strapazzato. E con quale arroganza, poi, il burattino di Biden e della NATO ha manifestato il suo bellico furore! Non ha bisogno di mediazioni, le condizioni di pace le detta lui, la pace ci sarà soltanto dopo che le truppe russe si saranno ritirate da tutti territori occupati, compresa la Crimea. Fanfaronate del genere le avrebbe potute raccontare al popolo dei canzonettari, se gli fosse stato consentito di presentarsi in carne ed ossa, come in un primo tempo si auspicava, al Festival di Sanremo. In carne ed ossa e, naturalmente, in tuta mimetica. In quell’ambiente, vestito in quella guisa non sarebbe stato fuori posto, visto in che modo sono soliti abbigliarsi i cantanti d’oggi, mostri tatuati orridamente vestiti, che urlano fra effetti di luce stordente. Anche le sue parole non sarebbero state fuori posto. Dove si recita un brutto spettacolo si può dire quel che si vuole. Un cattivo attore in più o in meno non fa la differenza.
Mi chiedo se Zelenski creda veramente a quello che dice, o se recita una parte che qualcun altro gli ha messo in bocca. A tifare per la guerra a oltranza, col pericolo di arrivare davvero a un conflitto mondiale, sono molti, da una parte e dall’altra. Dalla parte di Putin, non sono solo quelli del battaglione Wagner. Putin, tutto sommato, è un moderato:avrebbe potuto scatenare fin dall’inizio ben altro inferno, e invece non l’ha fatto.Non ha intenzione di usare per primo l’arma atomica, come ha assicurato più volte. Certo, sei “falchi” dell’altra parte, come Sunak,Stoltenberg e Morawiecki dovessero avere il sopravvento, e gli armamenti spediti a Zelenski avessero, a un certo punto, per quantità e qualità, il potere di respingere con successo, fino ai confini, le truppe russe, liberando totalmente i territori occupati e magari riconquistando anche la Crimea, sarebbe stolto pensare che Putin accetterebbe la sconfitta. Farebbe ricorso sicuramente a tutto il potenziale militare di cui dispone, in termini di armamenti e di uomini. Non sarebbe da escludere l’uso delle armi atomiche tattiche. Il confronto tra Russia e NATO, il che vuol dire Russia e Stati Uniti, diventerebbe diretto? Probabilmente sì Una cosa è certa: Putin non vorrebbe passare alla Storia come colui che, sconfitto in una guerra per procura, ha portato al dissolvimento del suo Paese. Muoia Sansone con tutti i Filistei.
È sperabile, e forse anche probabile, che questo non succeda, perché l’intento degli Stati uniti non è quello di distruggere la Russia, ma di indebolirla, e insieme ad essa l’Europa, che in tutta questa torbida vicenda sta facendo la figura del servo sciocco.Una Russia prospera, in buoni rapporti con l’Europa, metterebbe in crisi il sistema economico americano, che ormai ha perso il controllo egemonico del processo di globalizzazione, iniziatosi con il crollo del sistema sovietico. Fin dal principio, la politica americana nei confronti della Russia post-sovietica è stata in apparenza amichevole, ma di fatto ha operato per impedire una rinascita in grande stile della potenza un tempo nemica. Putin può essere esecrato per mille motivi, ma ha avuto il merito -che la stragrande maggioranza del suo popolo gli riconosce – di rimettere in sesto la Russia, rafforzandola sotto l’aspetto politico ed economico e riaccendendone l’orgoglio, avvilito da anni di disordine e decadenza. Gli USA non possono tollerare una Russia ricca e prospera, amica di una Cina che si avvia a diventare la più grande potenza economica mondiale, mentre sullo sfondo anche l’India, il Sudafrica, il Brasile si stanno rivelando concorrenti temibili. Una guerra che proceda a rilento, logorando la Russia e l’Europa, secondo questo disegno servirebbe, se non a capovolgere, almeno a rallentare il declino degli Stati Uniti, che nel frattempo fanno la voce grossa anche con la Cina, minacciando di intervenire in gran forze qualora venisse minacciata l’indipendenza di Taiwan. Non è un buon disegno: è il modo migliore di condurre al suicidio il cosiddetto Occidente.Una politica estera davvero lungimirante avrebbe dovuto adottare lo stesso metodo di Kissinger negli anni Settanta dello scorso secolo: giocare una delle due potenze rivali una contro l’altra.A quei tempi era l’Unione Sovietica la più forte, e la Cina la più debole. Kissinger avvicinò gli USA alla Cina per contenere l’espansionismo dell’URSS, e fu una politica di successo. Oggi sarebbe stato opportuno intraprendere una politica di amicizia con la Russia post-sovietica per contenere la Cina. Si è preferito invece rafforzare la NATO, portandola fino ai confini del territorio russo. Facendo tesoro della lezione del Congresso di Vienna – quel Congresso di Vienna che, da storico studioso di Metternich Kissinger conosceva benissimo – fra i Paesi aderenti alla NATO e la Russia si sarebbero dovuti lasciare alcuni Stati-cuscinetto, proprio per evitare l’attrito fra grandi potenze. , se è vero che NATO=USA. Si è fatto tutto il contrario. La NATO, cioè gli Stati Uniti, si è attestata lungo tutto il lungo confine europeo della Russia.Mancava l’Ucraina. Se la NATO fosse arrivata anche lì, come era nei propositi, esplicitamente dichiarati, Mosca avrebbe avuto puntati contro di sé missili disposti a poche centinaia di chilometri. Putin sarà anche un invasore, ma forse non sbaglia del tutto chi dice che qui non ci sono tanto un aggressore e un aggredito, quanto un provocatore e un provocato.
Tornando al punto di prima: Biden non vuole la guerra mondiale, come non la vuole Putin. Prima o poi una soluzione si dovrà trovare, magari il più tardi possibile, quando Europa e Russia saranno stremate. Allora sarà necessario un compromesso, e chi adesso si comporta da falco sarà costretto a tacere. A quel punto, i casi sono due: o anche Zelenski, da bravo burattino, si acqueta, accettando gli ordini di chi ha sempre tirato i suoi fili, o continua a fare lo smargiasso, pretendendo di costringere la Russia alla resa incondizionata. Ma il Mangiafuoco non può tollerare che i suoi burattini si ribellino. Ricordate Saddam? Finché ha fatto comodo agli USA nella loro lotta contro l’Iran, l’hanno trattato da alleato con tutti gli onori. Quando ha cominciato a divincolarsi dalla morsa di chi lo teneva in condizione di vassallaggio, sappiamo com’è finita.
Caro Zelenski, burattino in in tuta mimetica, mutato nomine de te fabula narratur.
“Cantanti” quelli di San Remo? Uhm…