Don Giovanni

Indovinello

E’ stato tutto un teatrino, anzi una bruttissima farsa. Come quando il signor Mario Draghi sedeva sullo scranno della BCE. Vi ricordate? Ogni tanto i tedeschi della Bundesbank, per bocca del loro presidente Jens Weidman fingevano di abbaruffarsi con lui sulla questione del “Quantitative Easing”, il perverso meccanismo grazie al quale si acquistavano sul mercato secondario i titoli di debito pubblico per impedirne la svalutazione e moderare il famigerato “spread”, ovverossia il differenziale fra i loro rendimenti  e quello dei titoli tedeschi. Si paventavano ( o si fingeva di paventare), come conseguenza, vampate inflazionistiche, che invece non ci sono mai state: non perché i princìpi del pensiero economico classico fossero diventati  obsoleti, come qualche bello spirito dichiarava, ma semplicemente perché tutta quella massa monetaria immessa nel sistema, anziché coinvolgere il mondo produttivo e alimentare i consumi, attraverso il sistema bancario trovava sfogo nella speculazione finanziaria, gonfiando i titoli di borsa in un’ascesa frenetica del tutto avulsa dai fondamentali dell’economia reale. Non si riusciva neppure ad arrivare a un’inflazione del 2% annuo, che, secondo i sacri dogmi degli economisti più rinomati, doveva essere l’optimum per garantire uno sviluppo armonico e virtuoso (nella mia ignoranza non ho mai capito perché, né ho mai trovato chi me lo sappia spiegare). Sta di fatto che ai tedeschi la politica monetaria di Draghi sotto sotto andava benissimo. Era fatta apposta per evitare che il debito pubblico italiano mandasse a catafascio la moneta unica con la fuoruscita dell’Italia dall’Eurozona. Infatti, se è vero che l’Euro ha dato una mazzata all’economia italiana, azzoppandone la crescita, provocando un aumento consistente dei prezzi al consumo, impoverendo il ceto medio e riducendo il lavoro dipendente a salari da fame, è anche vero che, grazie a rapporti di conversione squilibrati, tutti a danno della Lira e a favore del Marco, l’economia tedesca con l’entrate nell’Eurozona ha guadagnato in competitività rispetto a quella italiana. Una farsa, insomma: Draghi salvando l’Euro ha gabbato l’italia a vantaggio dei suoi amichetti, quelli con cui si incontra segretamente nelle varie consorterie della Mafia finanziaria di cui fa parte a pieno titolo.E ora, con la scadenza del poco encomiabile settennato mattarelliano e le manovre per l’elezione del nuovo presidente,  abbiamo assistito a un’altra farsa. Abbiamo sentito Mattarella  spergiurare che non avrebbe accettato un nuovo mandato. Aveva già preso in affitto un appartamento per quando sarebbe giunto il momento di sloggiare dal Quirinale; stava già preparando i bagagli e provvedendo al trasloco. I benpensanti riflettevano: omaggio allo spirito della Costituzione da parte di un personaggio che al rispetto della Carta si è sempre votato. E’ vero, c’è il precedente di Napolitano, che però dopo la rielezione non è rimasto in carica fino alla fine del nuovo settennato, ma si è dimesso quando ha capito che non c’era più bisogno di lui. E’ anche vero che la Carta non impedisce la rielezione, ma c’è tutta una dottrina che la ritiene inopportuna e implicitamente contrastante con una costituzione volta a impedire la formazione di poteri troppo forti: 14 anni di presidenza sono una sorta di monarchia elettiva. Si diceva che Draghi aspirasse a diventare lui presidente. In qualche modo l’aveva lasciato capire. Era proprio quello che voleva? Può darsi, ma se fosse diventato presidente, che ne sarebbe stato del governo? Tutti a casa, e nuove elezioni? Certo che no, in piena emergenza! Tra l’altro, molti non sarebbero stati rieletti, anche grazie alla legge, confermata da referendum, che riduce drasticamente il numero di senatori e deputati. Anche chi voleva, a parole, Draghi capo dello Stato, in realtà voleva lasciarlo al suo posto. Al Quirinale si poteva eleggere una marionetta qualsiasi, pronta a firmare tutte le porcherie che il governo le avesse sottoposto. Una volta bruciate tutte le altre candidature, tra cui quella di Berlusconi ( più che marionetta, ormai bambolotto di gomma che di originale possiede soltanto una massa cerebrale decrepita, fervente draghiano, inviso però a larga parte della maggioranza di governo, quindi da subito ineleggibile, a dispetto delle sue ambizioni), qualcuno pensava di eleggere una donna. Quali panegirici si sarebbero levati! La prima donna Presidente della Repubblica! Ah, le magnifiche sorti e progressive di un Paese che si avvia a un radioso futuro, spezzando le ultime catene della disuguaglianza di genere! Com’è finita? Come doveva finire. Mattarella, chissà perché, quando ancora non si era giunti al grande momento dell’elezione, aveva sospeso le operazioni di trasloco. Un uccellino gli aveva detto che il Parlamento si sarebbe inginocchiato a chiedergli umilmente di sobbarcarsi al gravoso onere di un nuovo settennato? I giochi erano già fatti. Per il bene del Patria, naturalmente. In piena emergenza Covid non è proprio il caso di inpuntigliarsi su alcuni arzigogoli costituzionali, tanto più che, come s’è detto, c’è un precedente, e nella costituzione più bella del mondo mica c’è scritto che il settennato non si può ripetere. Non siamo nell’antica Roma, dove la carica di Dittatore poteva durare solo sei mesi, anche nel pieno delle Guerre Puniche. Quinto Fabio Massimo dovette far fagotto. Che cosa sono le Guerre Puniche in confronto all’emergenza Covid? Bazzecole.Che diamine! Quando c’è  di mezzo una pandemia terribile,  le persone muoiono come mosche, gli ospedali sono al collasso, le strade sono piene di carri dei monatti che trasportano cadaveri, la Costituzione può essere anche sospesa. Qualche insigne giurista arriva a dire che la salute è il diritto primario al quale tutti gli altri devono essere subordinati. La libertà può attendere. Finché c’è Covid, deve tenersi in disparte. Se si introducono leggi discriminatorie, rendendo la vita impossibile a chi non accetta di farsi vaccinare, si è sempre in linea con il principio della salute come valore supremo:”Se ti vaccini, ti salvi, se non ti vaccini ti infetti e muori, e magari fai morire qualcun altro” ha detto Draghignazzo. I dati dimostrano il contrario? Se la realtà ci dà torto, tanto peggio per la realtà. I giornaloni ci danno ragione, il prof.Mario Monti ha detto che in caso di guerra (e siamo in guerra contro un nemico tanto più pericoloso in quanto invisibile!) la Verità può essere solo quella di regime, e le voci dissidenti devono essere censurate. Intanto, abbiamo provveduto alla nomina di Giuliano Amato, il masnadiero che in un ormai lontano passato rapinò, per il bene della Patria (l’ultimo rifugio dei mascalzoni) i conti correnti degli italiani, a presidente della Corte Costituzionale. Un insigne giurista che si è subito affrettato a dichiarare che la giurisprudenza costituzionale nei suoi pronunciamenti non può non tener conto della Scienza. Bene, se la Scienza è quella dei bugiardini della Pfizer e di tutti i luminari segnati sui suoi libri paga, sappiamo che fine faranno tutti i ricorsi alla Corte contro l’obbligatorietà della vaccinazione. Finiranno nel cestino della carta straccia, insieme a tutti i precedenti giurisprudenziali che interpretano  in senso molto restrittivo l’art 32 della Costituzione, formulato in termini chiari e inequivocabili per impedire il ripetersi degli orrori nel campo della sperimentazione medica al tempo del Nazismo.Il discorso di Mattarella davanti alle Camere, in occasione del suo insediamento, è stato tutto un elogio della Costituzione e dei suoi principi. Peccato che il suo operato, specialmente negli ultimi due anni, si sia mostrato del tutto difforme da quei principi. Ha firmato i provvedimenti più osceni, discriminatori e liberticidi. Mi viene da domandare: chi gli ha scritto quel discorso? Si rendeva conto di quel che leggeva? Non è diventato rosso dalla vergogna? Come ha potuto, in particolare, pronunciare queste parole: “Poteri economici sovrannazionali tendono a prevalere e a imporsi aggirando il processo democratico”. Chi è in Italia il luogotenente di questi poteri? Con il beneplacito di quale marionetta?

Giovanni Tenorio

Libertino

Un pensiero su “Indovinello

  • Alessandro Colla

    Mario Netta o Mario Draghi?

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