Don Giovanni

Il Pampalugo in tuta mimetica e piuma sul cappello

i risulta che fino a non molto tempo fa non era lecito circolare mascherati, se non nei giorni di Carnevale, per motivi ludici. Se uno andava in giro con il volto coperto da un passamontagna poteva passare brutti guai. Anche velarsi completamente in ossequio a tradizioni religiose esotiche non era considerato del tutto lecito. O sbaglio? Invece, suppergiù da due anni a questa parte, si è addirittura obbligati a uscir di casa con la mascherina anti- Covid; anzi, qualcuno vorrebbe che ce la tenessimo anche in casa, quando abbiamo ospiti, o anche a letto quando facciamo l’amore.  Obbligatorio indossarla quando si entra in un bar o in un qualsiasi esercizio pubblico. Come si concilia tutto questo con le norme, che nessuno ha mai cancellato, che vietano di mascherarsi in luogo pubblico? Forse qualche illustre giurista me lo potrebbe spiegare? Forse si potrebbe invocare il brocardo Lex posterior abrogat priorem, ma ho qualche dubbio. Che cosa significa? Che d’ora in poi possiamo mascherarci sempre come ci pare e piace? O soltanto quando è in corso un’epidemia, per motivi sanitari? O soltanto se si tratta di una pandemia ufficialmente dichiarata? E se uno, non solo d’inverno ma anche d’estate, si busca un raffreddore, per non contagiare gli altri può mascherarsi o no? Problemi gravi di Diritto, di cui prima o poi sarà investita la Corte Costituzionale.

Tempo di maschere, il nostro. Maschere che potrebbero aggiungersi a quelle della tradizione, rese celebri dalla Commedia dell’Arte, e ancor prima dalle “Atellane”, le commedie della letteratura latina delle origini, di cui rimane qualche debole traccia nel teatro del grande Plauto. Mi diverto a immaginarmi lo stupore di  uno straniero che, vedendo al telegiornale le immagini di un signore in tuta mimetica e cappello con penna di gallina, messo a capo, in Italia, della struttura commissariale per l’emergenza Covid e per l’organizzazione del piano di vaccinazione, non può che essere colto da un un moto di riso. Chi è quel pampalugo? Perché è vestito così? Che ci fa quella piuma sul cappello? Ha una funzione apotropaica? E’ uno stregone, uno sciamano, o qualcosa di simile? Ho usato il termine “pampalugo”, un lombarismo che ha avuto l’onore d’essere impietato in uno scritto di Carlo Alberto Pisani Dossi (“quel pampalugo di mio fratello”), il bizzarro scrittore scapigliato delle “Note Azzurre” e della “Desinenza in A”. Di certo uno straniero userebbe un altro termine, che abbia più o meno lo stesso significato, non propriamente elogiativo (“persona sciocca, vuota, di scarsa levatura”, così il Dizionario Treccani). Però, ecco, qui da noi il Pampalugo potrebbe diventare una maschera carnevalesca, da associare a quelle della tradizione, da Arlecchino a Colombina a Pulcinella al Capitan Spaventa, al Dottor Balanzone. Il Pampalugo in tuta mimetica e piuma sul cappello, quello che ha il compito di stanare i renitenti alla vaccinazione e per farlo è disposto a mobilitare tutte le Forze Armate del suo Paese, Marina e Aviazione comprese, bombardando i luoghi d’assembramento dei rivoltosi, se necessario. Almeno, questo è il suo sogno. Alla fine sarà denudato ed esposto al ludibrio popolare in mutande e canottiera, mentre la sua penna sarà regalata a un gatto perché ci giochi. C’è materia per una bella Atellana.

Un’altra maschera carnevalesca che potrebbe prender vita dai lugubri mesi dell’emergenza Covid è quella del Dottor Cuglioni. Da chi mai può prendere lo spunto? A parte il nome, non da uno “scienziato” particolare, di quelli che pontificano in televisione o sulle pagine dei giornaloni, ma da tutti gli “scienziati” nel loro complesso, che in questi mesi hanno fatto a gara a chi le sparava più grosse. Raccogliendo tutte le loro dichiarazioni, una più risibile dell’altra e spesso in contraddizione tra loro, si potrebbero scrivere interi volumi. Uno , proprio nel momento in cui si diffondevano le notizie dei morti da vaccino, è arrivato a chiedersi come mai tanta gente sia ancora così restia a farsi vaccinare, benché la Scienza ci dica che il vaccino è sicurissimo ed efficacissimo (potrebbe diventare una maschera anche lui,  quella del Professor Tricheco Le Fiche, se non dovessimo sceglierne una sola, a compendio di tutte). Un altro ha detto che per i giovani vaccinarsi è figo (che maschera potrebbe diventare, quella del Dottor Cazzetti?). Ben vengano quindi i deliziosi “open day” fatti apposta per smaltire le dosi di vaccino rimaste inutilizzate in frigorifero e pagate fior di quattrini a spese dei contribuenti. Vaccini e birrette, vaccini e canne di maijuana. Che bella gioventù, spirante amor di patria, altruismo e impegno sociale! Ci aspetta un futuro radioso. Mi dispiace che il reato di “abuso della credulità popolare” ex art. 661 C.P. sia stato depenalizzato e si limiti ormai a comminare una sanzione amministrativa dai 5000 ai 15000 euro. Peccato, Nella sua formulazione originaria, nel nostro caso calzerebbe come un guanto. 

Il personaggio principale da cui deriva la maschera compendiaria da noi proposta, assumendone il nome in forma alterata, rimane però quel bel tomo che qualche mese fa aveva promesso di non parlare più, ma poi  non ce l’ha più fatta e s’è rimesso a blaterare. Ecco alcune perle. Sapete perché nell’inverno scorso non si sono avuti casi di influenza ordinaria? Grazie alle mascherine e al distanziamento sociale! Ma allora come mai il virus della Covid ha imperversato? Perché è più furbo ed è riuscito a passare ugualmente? Sarebbe come dire che in una stanza piena di mosche le zanzare non sono entrate perché sono state applicate alle finestre reticelle filtranti. Sapete perché i vaccini anti-Covid si possono dichiarare sicuri anche per gli effetti a lungo termine? Perché nessun vaccino ha mai manifestato effetti pericolosi dopo due mesi dalla sua somministrazione. Ammesso e non concesso che sia storicamente vero, sta di fatto che quello di cui parliamo non è tecnicamente un vaccino, ma una terapia genica, che finora non è mai stata sperimentata. Vogliamo continuare a giocare con le parole? Va bene, ed ecco allora che il Nostro proclama essere un miracolo della Scienza l’aver messo a punto un vaccino efficace e affidabile nel giro di pochi mesi. Qui innanzitutto si confondono Scienza e Tecnica. Inoltre si usa a sproposito il termine “miracolo”. La Scienza non può ammettere miracoli, altrimenti non è Scienza. A meno che non si voglia significare che tutta la Natura è un miracolo, cioè qualcosa di mirabile. Ma forse il Nostro dice suo malgrado una verità. Se “miracolo”, etimologicamente, indica tutto ciò che lascia stupefatti, nel bene e nel male, può anche darsi che, di qui a due mesi o due anni, o anche più, ne vedremo davvero delle belle quale conseguenza indesiderata di veleni inoculati come sostanze salvifiche. Spero con tutto il cuore che questo non capiti, altrimenti si dovrà insediare un nuovo Tribunale di Norimberga. No, per carità. Preferisco che tutto finisca in maschera. Il Professor Cuglioni, il Pampalugo.

Giovanni Tenorio

Libertino

Un pensiero su “Il Pampalugo in tuta mimetica e piuma sul cappello

  • Alessandro Colla

    Io preferisco che comunque vadano le cose ci sia una Norimberga 2. E che dopo le condanne, per sberleffo, si accompagnino i condannati nei luoghi di pena con il sottofondo dell’aria “Quell’uom dal fiero aspetto” dal Fra Diavolo di Auber. Versi di sette sillabe, come “la piuma sul cappello” di certi buoni… figliuoli che ci hanno costretto al “Ballo in Maschera” ma senza le note verdiane.

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