Don Giovanni

Il Corriere emetico

Il “Corriere della sera” è diventato ormai un giornale emetico. Leggete bene: emetico, non ermetico, non è un refuso. Emetico, cioè vomitevole. Una delle punte di diamante della sua squadra di opinionisti è Goffredo Buccini. Quando, qualche mese fa, per iniziativa di alcuni parlamentare leghisti, in Senato si tenne un convegno di medici provenienti da tutto il mondo per discutere sulle cure per la Covid alternative a quelle raccomandate, anzi imposte, dai protocolli ufficiali, il Nostro non esitò a bollarlo come un consesso di svitati ostili alla Scienza: no-vax senza cervello che propongono terapie fasulle prive di ogni validità certificata, in contrapposizione ai vaccini che, donati all’Umanità da una Scienza miracolosa nel giro di pochi mesi, sono l’unica ancora di salvezza per uscire dalla pandemia che ormai da due anni ci flagella. Non c’è da stupirsi di queste prese di posizione, che potrebbero essere sottoscritte da personaggi come Burioni e tanti altri suoi colleghi della stessa risma, la cui dottrina ci viene propinata ogni giorno dai mezzi di informazione di regime in dosi così massicce da provocare effetti collaterali preoccupanti per la nostra salute mentale. Il “Corriere” è il quotidiano su cui più volte sono stati pubblicati (gratis? A pagamento? Pagando per pubblicarli, magari con i fondi che tutte le testate puttanesche hanno incassato dallo Stato rufffiano a patto di sostenere la sua folle politica sanitaria: dal protocollo “tachipirina e vigile attesa”, all’irrisione di medici onesti e coraggiosi come il povero dottor De Donno, alla proclamazione dei vaccini come unica, salvifica acqua di Lourdes? Sarebbe interessante saperlo) articoli di Bill Gates e della sua ex-consorte, in cui si propugnano campagne vaccinali a tappeto  in tutto il mondo, contro tutte le patologie e tutte le epidemie presenti e future. Bucarsi un giorno sì e un giorno no per tutta la vita.Qualche giorno fa il Nostro è tornato alla carica, addirittura con un editoriale. Il suo sarebbe un ragionamento logicamente lucidissimo, se non fosse che le prime due premesse sono sbagliate in sé e in contraddizione con l’ultima. Procediamo con ordine. Lo scritto comincia (punto primo) con un duro giudizio sulle manifestazioni contro il nazi-pass che in questi giorni si vanno moltiplicando e hanno avuto come protagonisti i miti portuali di Trieste, annaffiati con gli idranti dalla Polizia fascista di una ministra cretina di questo governo fascista (il Regime Draghista. ovvero del Draghi fascista) mentre se ne stavano pacificamente seduti a terra, alcuni addirittura recitando il rosario. Per il Nostro, questi poveri cristi e tutti gli altri che in diverse città italiane ne hanno imitato e continuano a imitarne le gesta, sono persone senza cervello, nemiche della Scienza, che corrono il rischio, con le loro manifestazioni che turbano la tranquillità della maggioranza assennata, di diventare strumento involontario di associazioni violente ed eversive, nazisti, anarchici (?), ex-brigatisti, feccia di ogni genere e di ogni colore. Inoltre intralciano la ripresa economica ormai in atto, provocando danni enormi alla collettività. Non sono un fenomeno nuovo. Ogni decisione politica seria e coraggiosa ha sempre provocato movimenti di piazza, che però alla fine si sono dissolti, portando magari, in alcuni rari casi, anche qualcosina di buono, ma proprio poco poco. Sarà così ancora una volta. Buccini dixit.Punto numero due. Perché questo può accadere? A causa della disinformazione. Purtroppo in rete circolano notizie false di ogni genere. I creduloni abboccano.Sulla Covid, sulle terapie, sui vaccini, si propalano mastodontiche bufale.. Umberto Eco diceva che la rete corre il pericolo di diffondere a larghissimo raggio tutte quelle che un tempo erano soltanto  chiacchiere da bar. Così chi è privo di discernimento trascura l’informazione seria e va dietro alle più grossolane fanfaluche. La Scienza è sopraffatta dalla superstizione e dall’ignoranza. Superstizione e ignoranza che poi scendono in piazza, nel nostro caso sotto le vesti dei no-vax, dei negazionisti, dei terrapiattisti, al seguito di violenti nostalgici di regimi condannati dalla Storia. Per fortuna, in piazza ci sono pochi giovani. Sono tutti anzianotti, i manifestanti. I giovani hanno capito l’antifona. Hanno ascoltato le voci sagge dei grandi virologi in camice bianco, degli onesti governanti capeggiati da Draghignazzo, del vecchietto rattrappito che rappresenta l’Italia nel mondo come Capo dello Stato, del pampalugo con la piuma sul cappello che tanto si sta prodigandosi con spirito di soldato servitore della Patria per stanare i sudditi rincitrulliti renitenti alla vaccinazione. Che grande senso del dovere dimostrano questi giovani! Danno una bella lezione di civismo ai loro padri e ai loro nonni! Punto numero tre. Da dove deriva questa diffusa incapacità di discernere il grano dal loglio, il verso dal falso, di cui i dissidenti, con le loro manifestazioni di piazza, danno ampia testimonianza?  Perché sono così numerose le persone che si lasciano irretire da una pubblicità ingannevole, preferendo le favole alla Scienza? Colpa della scuola, che da qualche tempo ha abdicato alla sua funzione di formare menti critiche. Il degrado della scuola porta con sé il degrado della società.Su quest’ultima osservazione non si può che essere d’accordo con il Nostro. Sul progressivo deterioramento della scuola in questi ultimi lustri è tornato più volte, nei suoi libri e nei suoi articoli, Ernesto Galli della Loggia; ne parlano anche, in un bellissimo saggio da poco pubblicato, Paola Mastrocola e Luca Ricolfi. Il tonfo si è avuto soprattutto dopo la riforma Berlinguer, anche se il processo di disfacimento era già in corso da tempo. Ma allora, caro Buccini, i conti non tornano. A far le spese di una scuola degradata che non forma menti critiche sono proprio i più giovani, le generazioni  che nascono con in mano i prodotti più innovativi dell’alta tecnologia e  diventano espertissimi nello smanettare sul computer prima di imparare a leggere e a scrivere. Sono quelli che maturano una forma mentis priva di sfumature, digitale, non analogica: sì o no, aperto o chiuso. La scuola dovrebbe porre rimedio a questa situazione, invece la asseconda. I libri cartacei, che sono i veri libri, lasciano sempre più spazio a strumenti elettronici. A scrivere in corsivo ormai non insegna più nessuno. L’ortografia è un lusso. Prevale un tipo di scrittura che assomiglia sempre più alla più sciatta oralità. C’è qualcuno che impara ancora a ricavare una radice quadrata con carta e penna? Ci scommetto le palle che non c’è. Se questi sono i primi rudimenti, si può immaginare che cos’è il seguito. Come si fa allora a dire che le ultime generazioni, quelle dei giovani e dei giovanissimi che sono corsi in frotte a farsi la punturina, sono le più intelligenti e consapevoli? Si direbbe il contrario. Sono gli stessi giovani che marinano la scuola nel nome di Greta Thunberg, conoscendo poco o niente dei problemi ambientali veri, dell’inquinamento, delle fonti energetiche, delle dinamiche climatiche: tutte cose che si possono imparare bene solo studiando con impegno le materie scientifiche, non facendo sega, come dicono a Roma, tutti i venerdì per allungare la vacanza di fine settimana. Sono corsi a vaccinarsi non per senso di responsabilità, ma per poter andare tranquillamente in ferie, in discoteca, al bar, al McDonald, a farsi l’aperitivo e in tutti i luoghi di ritrovo e di  divertimento.Se le cose stanno così, dovrebbero essere allora proprio i vecchietti e gli anzianotti, quelli che hanno potuto frequentare una scuola non ancora del tutto disastrata (dove qualche buon insegnante li abituava ad aprire la mente grazie alle materie “inutili”, con buona pace delle sbandierate “offerte formative” con cui le dirigenze dei vari istituti tentano di attirare gli allocchi) a mostrare più senno, e a saper sceverare il buono dal cattivo, il vero dal falso, dovunque si trovino.I più grandi maestri del falso e i più evidenti esempi di malafede albergano proprio nelle pagine del giornalone meneghino. Ne volete un esempio freschissimo? Quando è morta quella povera ragazza genovese, Camilla Canepa, qualche giorno dopo l’inoculazione del vaccino, il “Corriere” riportava la notizia aggiungendo che la vittima era affetta da piastrinopenia. L’autopsia ha dimostrato invece – ed è conclusione ufficiale certificata – che la piastrinopenia è stata l’effetto del vaccino. Quindi è stato il vaccino a provocare la morte, senza alcuna concausa. Onestà avrebbe voluto che la notizia venisse rettificata, con tante scuse. Non se n’è fatto nulla. In compenso, capita di leggere interviste in cui qualcuno dice che sì, si è vaccinato e ha buscato ugualmente la Covid, però senza vaccino sarebbe stato peggio. Sulla base di che cosa? Guardando nella sfera di cristallo? E se invece l’infezione fosse stata provocata proprio dal vaccino, per quello che viene chiamato “effetto Ade”? Dite pure che il mio è un dubbio da mentecatto. Io sarò un mentecatto, ma rimane vero, come si diceva in apertura, che il “Corrierone” è diventato un giornale emetico. Emetico, leggete bene, non ermetico. Vomitevole.

Giovanni Tenorio

Libertino

Un pensiero su “Il Corriere emetico

  • Alessandro Colla

    La scuola? Ho appena ritirato il libro di educazione civica per i miei figli adottivi. In copertina si legge il sommario: cittadinanza attiva, interdisciplinarietà, metodo di studio, didattica inclusiva, prove Invalsi, compiti di realtà, competenze del ventunesimo secolo, caccia alle fake news, tutti insieme cambiamo il mondo. E conclude con “Covid 19: educazione civica sul campo”, mettendo “Educazione” in maiuscolo dopo i due punti. Una copertina rea confessa nel voler manipolare le coscienze. Ci vogliono mascherati, confinati, vaccinati. Ogni giorno una restrizione o una minaccia in più. Vogliono prenderci per sfinimento. Con me credo che ce la faranno. La mia compagna è trentacinquenne, decisa a resistere a oltranza anche se ha lo stipendio sospeso dalla sua ditta. Ha presentato un ricorso collettivo e inviato una diffida con messa in mora, vedremo gli sviluppi dell’azione quali potranno essere. La primogenita è dodicenne, quindi già nel mirino di ministro della mancata salute, del bersagliere neosabaudo e della sua pediatra che se ne è uscita dicendo “cosa aspettano i genitori a vaccinarla e a vaccinarsi loro per proteggere i figli?” Io, non essendo trentacinquenne ma sessantatreenne, rischio di non riuscire a resistere. In ogni luogo non si lavora senza il marchio verde, “amicizie” e parentele sempre prementi per tentare di convincermi ad accettare l’inoculazione, rinunce forzate alla passione teatrale anche da spettatore, inutili presentazioni di testi a produttori che non vogliono saperne di allestire qualcosa scritta da un antipatriota, auspici di contrarre mortalmente il morbo da parte di coloro che sanno come la penso… Visto che quarantuno anni di contributi non bastano ancora per poter avere un assegno pensionistico, è probabile che verrò indotto al cedimento. Cosa importa a loro se l’inoculazione sarà letale e lascerò una vedova con due orfani? O se aggraverò il mio quadro clinico di paziente autoimmune pesando sui familiari? Qualora si verificassero tali ipotesi, soprattutto la prima, mi auguro che almeno una volta le maledizioni verso la gentaglia possano sortire effetto e che il Dio al quale da tempo non credo più voglia degnarsi di pronunciarmi la frase “un vindice avrai”. Se esiste. Nel caso batta un colpo, visto che i suoi ministri si sono ancora una volta schierati con i tiranni. Come sempre, dal 313 in poi.

    Offri un bicchiere di Marzemino all'autore del commento 8

I commenti sono chiusi.