Don Giovanni

Il buon samaritano

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Il buon samaritano secondo Van Gogh

Da un fascio di papiri ritrovati in una caverna di Nag Hammadi, recentemete restaurati e interpretati, è uscito un esemplare del Vangelo di Luca che contiene molte varianti rispetto al testo canonico finora noto. Ecco come recita la famosa parabola del Buon Samaritano.

Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, quando incappò nei briganti. Gli portarono via tutto, lo percossero e lo lasciarono lì mezzo morto. Passò un levita, lo vide, andò oltre. Passò un samaritano, scese dal suo cavallo e si apprestò a soccorrere il ferito, pensando di portarlo alla più vicina locanda e di affidarlo all’oste a proprie spese. Passò un sacerdote, si avvicinò al samaritano e gli chiese: “Che cosa stai facendo, fessacchiotto? Solo i terroni come te possono essere così sventati!” Rispose l’altro.”Ma io sto soccorrendo il mio prossimo, come ordina la Legge di Dio! ” Ribatté il sacerdote:”Non hai capito un acca della Legge di Dio! Quest’uomo s’è ridotto nelle misere condizioni che vediamo perché la strada che stiamo percorrendo è infestata dai briganti. Bisogna agire sulle cause, non sugli effetti! Ascolta me: lascia qui questo disgraziato che ormai sta per crepare. Sali a Gerusalemme e versa un contributo a Pilato: ha promesso a noi sacerdoti di inviare una guarnigione di valorosi soldati romani a disinfestare dai brigati tutti i dintorni della città non appena sarà in possesso della somma necessaria a sostenere una così benemerita operazione di polizia!” Rispose il samaritano: “Ma io dello Stato romano non mi fido, e Pilato è un brutto ceffo. Non parliamo poi dei suoi soldatacci, sempre pronti a poteggere gli esattori delle imposte che ci cavano il sangue!” “Le imposte vanno pagate, caro amico-disse il sacerdote- Non puoi pretendere l’ordine pubblico e poi non pagare le tasse!” “Io le tasse le pago, purtroppo, ma mi pare che i briganti continuino a spadroneggiare, e finora quei soldatacci venuti qui dalla lontana Italia, che non masticano neppure una parola non dico della nostra lingua, ma neppure del greco (ormai lo parlano tutti, anche i più asini degli asini), se ne stanno rintanati nella loro caserma della Torre Antonia, perché, a sentir loro, non ci sono soldi e hanno le mani legate”.
“Ragione di più per versare il contributo che ti dicevo! I problemi li può risolvere solo lo Stato. Pilato sarà un brutto ceffo ma rappresenta lo Stato, i soldati italici non masticheranno una parola di greco ma sono degnissimi servitori dello Stato, come gli esattori delle imposte”. “Io sarò ignorante -concluse il samaritano, e anche terrone, come tu dici, ma interpreto, se mi permetti, la Legge di Dio alla lettera: ama il prossimo tuo come te stesso. Il mio prossimo, cioè colui che mi è spazialmente più vicino, in questo momento è questo povero disgraziato, che mentre noi siamo qui a chiacchierare rischia di morire dissanguato. Va’ per la tua strada, pretaccio della malora, io proseguo per la mia, fino alla prossima locanda, con questo poveretto. Sali tu a Gerusalemma, dalli tu a Pilato i
tuo soldini, che poi li userà per far bisboccia con qualche cinedo, mettendo le corna a quella poveretta di sua moglie, Claudia Procula”

Il sindaco d’un paese del Varesotto ospita nella casa propria (si badi bene, nella casa propria, non nel palazzo comunale o in qualche edificio pubblico) alcuni immigrati. Certi buoni cattolici, di quelli che vanno a messa la domenica e tutte le feste comandate, mangiano di magro il venerdì, si confessano almeno una volta all’anno e si comunicano almeno a Pasqua, hanno da ridire. Indicano come esempio di vera carità cristiana un vescovo del Paese di Guglielmo Tell, che – paladino d’una Chiesa ecologista, ambientalista, sostenibilista, anticapitalista, papafranceschista, invita i fedeli a inviare una cartolina a un membro del Consiglio Federale per chiedere che il governo elvetico si faccia sostenitore- naturalmente con i soldi altrui- d’una politica di riforestazione e di protezione ambientale nelle aree più povere del modo. Questo è il vero cristianesimo -dicono- non quello del sindaco varesotto, che -tra l’altro- non ha nascosto alla sua sinistra quel che faceva la sua destra, anzi l’ha sbandierato. Propaganda elettorale! Può darsi, ma ,dati gli umori del momento, si sarebbe fatto miglior propaganda, e non solo fra il demos più retrivo, se avesse cacciato i profughi a suon di manganellate.

“Quale di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che aveva incontrato i briganti? Il dottore della legge rispose: – Quello che ebbe compassione di lui -. Gesù allora gli disse: – Va’, e anche tu fa lo stesso -” (Lc,10,37).

Giovanni Tenorio

Libertino