Expo e fame nel mondo (non se n’EXPO più)
L – Caro padrone, grandi avvenimenti in questi giorni a Milano: si apre l’EXPO…
DG – E non se n’EXPO già più Non si parla d’altro, sembra che stia per aprirsi una nuova èra.
L – Apprezzerete almeno che musicalmente l’evento si celebri con la Turandot di Puccini alla Scala…
DG – Puccini mi può anche esser simpatico perché era un gran seduttore, come me. Però quel suo piacere sadico di far soffrire le donne (intendo le donne delle sue Opere) e farle morire tisiche o suicide mi disturba non poco. Perché non ha finito Turandot? D’accordo, la malattia lo portò alla morte prima che potesse terminare l’ultima scena. Ma io penso che non l’avrebbe finita mai; morta Liù, sacrificatasi per amore del suo padrone, per lui il gioco era fatto; se anche il cuore di Turandt non riusciva sgelarsi, poco male…
L – Ma torniamo all’EXPO. Che cosa non vi piace?
DG – Andiamo con ordine. Cominciamo dalla spazzatura architettonica che ci lascerà in eredità. Del “Life electric” di Libeskind sulla diga foranea di Como abbiamo già parlato, ed è inutile ripetersi: uno sgorbio. Che ne sarà invece di quelle due obbrobriose piramidi metalliche che hanno innalzato a Milano davanti alla torre del Filarete, come sede d’un Ufficio Informazioni? Volevano emulare la Torre Eiffel? Spero proprio che, finita la commedia, si sbaracchi tutto e si mandi alla rottamazione. E i padiglioni della mostra che fine faranno? E l’area a ridosso di Rho dove sono stati costruiti? Diverrà oggetto di un’ennesima speculazione edilizia, come se le aree periferiche di Milano non fossero già abbastanza brutte, più o meno come i quartieri che il socialismo reale nei Paesi dell’Est seppe costruire a beneficio del proletariato? Rho è già brutto di per sé, vogliamo peggiorarlo ulteriormente?
L – Però che bel tema “Nutrire il pianeta”!
DG – Finora l’EXPO ha nutrito politici, appaltatori, amici degli amici, commissari anti-corruzione e compagnia bella. Quanto al pianeta, pare che ci sia già sufficiente cibo per tutti, anche se in molte parti del mondo si continua a morire di fame.
L – E allora ecco che il Vaticano col suo padiglione all’EXPO esorterà gli uomini di buona volontà a redistribuire le ricchezze, secondo il precetto evangelico…
DG – Come se santa Romana Chiesa non fosse già abbastanza visibile! Aveva proprio bisogno di spender soldi per avere un suo padiglione? Non sarebbe stato meglio darli ai poveri, quei soldi, secondo il precetto evangelico?
L – Pare che il papa non sia d’accordo, e abbia protestato.
DG – Questa è bella! Il padrone di casa si accorge solo alla fine di quello che stanno combinando i suoi servitori?
L – Un illustre teologo dice che il Vaticano ha sempre partecipato a tutte le esposizioni, quindi è bene che ci sia anche questa volta.
DG – Bel ragionamento! Come dire: abbiamo sempre bruciato streghe ed eretici, continuiamo a farlo!
L – Però è vero che nel sistema di produzione alimentare qualcosa non va.
DG – Te lo dico io che cosa non va: l’ideologia protezionistica e antimoderna che pervade i responsabili delle scelte pubbliche, e anche Santa Romana Chiesa. Per il papa, se si muore di fame è colpa della globalizzazione, del profitto, del mercato. A me pare che sia tutto il contrario. Ad esempio, se potesse arrivare in Europa senza pagar dazio la carne ottima che si produce in America Latina, i consumatori europei avrebbero carne migliore a prezzi più bassi e i Paesi produttori ne avrebbero un beneficio. Gli allevamenti europei dovrebbero chiudere, perché non sarebbero più competitivi. Non più bovini alimentati con schifezze che poi causano il morbo della “mucca pazza”. Lo stesso si dica per altri prodotti agroalimentari dei Paesi poveri, che stentano a entrare nei mercati del mondo ricco per effetto del protezionismo. Non si vogliono le merci di tali Paesi perché danneggerebbero i produttori nazionali; non si vogliono neanche gli immigrati che lasciano i loro Paesi perché le pratiche protezionistiche del commercio mondiale li strangolano. Se questa è coerenza..
L – Quindi non è colpa della globalizzazione
DG – Sì, è colpa della globalizzazione perché ce n’è troppo poca.
L – Quindi non è un problema di redistribuzione, ma di commercio poco libero.
DG – Precisamente. E’ un problema di libertà. Chi vorrebbe tornare all’agricoltura bio, immaginando un mondo di decrescita felice, non sa quel che dice. Ognuno dev’esser libero di produrre e cibarsi di bio, purché non pretenda di imporre agli altri la sua scelrta, che ci porterebbe difilato a un mondo di povertà: agricoltura alla zappa, chilometro zero, albero degli zoccoli… Protezionismo, autarchia, ritorno in massa alla terra… Mi vengono i brividi… Medioevo prossimo venturo…
L – Però la lotta contro la chimica nell’agricoltura è sacrosanta…
DG – Ma che dici mai? Queste cose lasciale dire a quel somaro di Masetto. Vuoi coltivare il riso senza chimica? Manderesti tua moglie o le tue figlie a far le mondine? Reumatismi, invecchiamento precoce, morte a cinquant’anni. Ti sta bene?
L – Però gli OGM, quelli sì che sono un pericolo!
DG – Vedo che quell’imbecille di Masetto ti ha lavato il cervello! Sono proprio gli OGM a permetterci di ridurre l’uso dei prodotti chimici
L – Ma Vandana Shiva, che è tra i consiglieri di EXPO, dice che fanno male…
DG – Vandana Shiva è una gran pataccara, è stata sputtanata dalle riviste scentifiche più serie. Altro buon motivo per non mettere piede all’EXPO.
L – Però l’Italia fa bene a non voler snaturare i suoi prodotti tipici.
DG – Sarei curioso di sapere come farà a salvare i suoi olivi, che se la stanno passando molto male, e il suo pomodoro San Marzano, che sta forse anche peggio. Con gli OGM o con i metodi di Masetto?
L – Qualcuno dice che sono state le grandi multinazionali biotecnologiche a diffondere la… la… la… pirlella
DG – La xilella fastidiosa…
L – Sì, la bidella fastidiosa che distrugge gli oliveti, per imporre le loro piante geneticamente modificate.
DG – Ideologie da mentecatti. Le vere multinazionali che possono far danni sono proprio quelle che finanziano l’EXPO, Mc Donald’s e Coca Cola, con cibi e bevande spazzatura. Che ognuno dev’essere libero di consumare come e quanto vuole, sia ben chiaro.Io preferisco presciutti di Parma e vino Marzemino. Ma mi chiedo come possano accettare i Petrini e i Farinetti di star gomito a gomito con quelli che dovrebbero essere i loro acerrimi avversari.
L – Pecunia non olet. Dico bene? Un po’ di latino l’ho imparato anch’io. Ma, per concludere, non vi va bene proprio niente? Ritenete davvero che quest’EXPO sia del tutto inutile?
DG – Inutile, come il finale che Luciano Berio ha appiccicato alla Turandot che si ascolterà alla Scala. C’era già quello di Franco Alfano, purtroppo malamente sconciato da Toscanini, perché scriverne un altro? Con la morte di Liù bisogna finire! E adesso basta, non se n’EXPO davvero più!