Don Giovanni

Lezione di economia

Caro padrone mio, più leggo articoli di economia, meno ci capisco!
DG – Chi ti obbliga a farlo? Leggi qualcosa di più interessante. Non vai più a scuola, nessuno ti interroga su materie insulse che sei obbligato a studiare!
L – Vero, ma vorrei pur capirci qualcosa, dopo tutto sono cose che ci riguardano da vicino, sono i nostri soldi…
DG – Sono i soldi di chi vive la vita reale, per sua disgrazia; noi siamo della sostanza di cui sono fattoi i sogni…Ma dimmi un po’: che cosa in particolare non capisci?
L – Per esempio, questa faccenda del tesoretto. Ci hanno sempre detto che in Italia si è mal messi, che si viaggia su un precipizio di debiti, e ora, tutt’a un tratto, il signor ministro dell’Economia sembra aver trovato una cassa piena di monete sonanti, come quelle che una volta i pirati andavano a cercare nelle isole sperdute… Dove ha scavato? Nelle cantine del palazzaccio dove ha sede il suo dicastero? Oppure si è frugato nelle tasche di una vecchia palandrana e ha trovato un bel malloppo di banconote che credeva di aver perduto? O li ha trovati nella stufa di casa della sua vecchia nonna? Quando morì la mia, scovammo proprio nella sua stufa un bel gruzzolo di denaro: l’aveva nascosto lì per salvagurdarlo dai ladri. Noi scotemmo la testa, pensando che avrebbe fatto meglio a depositarlo in banca. Invece era lei la più avveduta: portare i soldi in banca è come consegnarli direttamente ai ladri: ai banchieri che usano il tuo deposito per far prestiti ad altri, lucrandoci sopra; allo Stato, che ne preleva il suo pizzo, né più né meno della mafia…
DG – Niente di tutto questo, Leporello mio! Il signor ministro è un gran mago, di fronte al quale quell’altro grande illusionista, il Draghignazzo di Francoforte, è un misero dilettante. Figurati che quando era ancor giovane scrisse un articolo in cui si dimostrava che le politiche keynesiane basate sulla domanda aggregata sostengono sì l’economia, ma provocano inflazione – perché i padroni invece di investire alzano i prezzi – e non modificano la distribuzione della ricchezza. Perciò bisogna superare il capitalismo.
L – Scusate la mia ignoranza, ma mi pare che sia stato il comunismo a essere superato: Sono le dure repliche della Storia…
DG – Calma, calma, non facciamo confusione. Il capitalismo in sé non potrà mai essere superato, perché senza capitali non si investe, se non si investe non si produce, se non si produce si ritorna nella foresta a raccogliere i frutti che Madre Natura ci dona. E’ crollato un certo tipo di capitalismo, tutto manovrato dall’alto attraverso una capillare pianificazione; e ha vinto, almeno per ora, un modello che potremmo chiamare socialista, in cui i privati possono intraprendere attività economiche, ma in un regime di libertà vigilata, sotto il controllo occhiuto dello Stato: come un cane al guinzaglio che crede di poter andar dove vuole finché non si sente stretto dal collare ,ma sul più bello viene messo in riga con un bello strattone che gli ricorda chi ha in mano il comando. Naturalmente alla stragrande maggioranza dei capitalisti questo sta benissimo: chi ti tiene alla catena ti fa anche qualche carezza, e non ti lascia mai mancare una bella scodella di zuppa. Ma tornando a quanto dicevamo: forse il signor ministro è davvero un mago; non sarà riuscito a superare il capitalismo, ma avrà trovato un marchingegno per fabbricare tesori. Credo di aver capito come funziona. E’ come uno indebitato fino al collo che a un certo punto si guarda intorno, crede di capire che per gli altri le cose stanno andando meglio: ricominciano a sorridere, si concedono qualche uscita di più in pizzeria , fanno qualche viaggetto di piacere, comprano a man bassa biglietti dell’Expo da regalare a dritta e a manca.. E allora dice: “To’, sta arrivando la cuccagna; prima o poi busserà anche alla mia porta. Benissimo, posso concedermi qualche debituccio in più. Se poi le cose vanno male, qualche santo provvederà.
L – Credo di aver capito che santi saranno: le cosiddette clausole di salvaguardia, cioè nuove tasse che sbocceranno come frutti avvelenati.
DG – Bravo Leporello, hai colto nel segno, non ti facevo così intelligente!
L – Bel mago davvero, il signor ministro. Però voi fate torto a sottovalutare il suo esimio collega di Francoforte, che con valanghe di denaro fasullo sta facendo anche lui un gran bel miracolo, rimettendo in carreggiata la malconcia economia europea. Non capisco proprio perché l’altro giorno quella gentile signorina gli abbia voluto manifestare il suo dissenso in modo così plateale…
DG – Sai che ti dico, Leporello? Quella gentile signorina ha avuto un solo torto: quello di non esibire, in segno di dileggio, le sue belle tette, come faceva un tempo.
L – Avete ragione! Che tristezza questi estremisti che invecchiando diventano moderati! No c’è più religione.

Giovanni Tenorio

Libertino