Stefano Rodotà

Don Giovanni

Un galantuomo come avversario: Stefano Rodotà

…c’è una battaglia che Rodotà ha sempre combattuto con coerenza, e mi ha sempre visto al suo fianco: quella contro l’eccesso di poteri concessi alle forze di polizia e alla magistratura inquirente, motivate dalla lotta alla criminalità e dalla repressione del terrorismo. Non so quanti di voi ricordino, all’inizio degli anni Settanta dello scorso secolo, le polemiche contro la famigerata “Legge Reale”, che ampliava pericolosamente la facoltà delle forze di polizia di usare le armi e di ricorrere ad altri mezzi repressivi. Chi si dichiarava contrario era bollato come comunista, perché il PCI di allora si opponeva al provvedimento (salvo cambiare radicalmente idea qualche anno dopo, in piena emergenza terroristica). Invece era una posizione liberale, che i Radicali sostennero sempre con coerenza, e Rodotà non esitò a far propria: come si sarebbe opposto a tutta la normativa successiva in materia di contrasto al terrorismo; per non parlare della legislazione premiale (le leggi sui “pentiti”) che avrà anche consentito di smantellare le centrali del terrorismo brigatista, ma ebbe come amaro effetto collaterale il vergognoso caso Tortora (il galantuomo che i liberali di Zanone abbandonarono al suo destino, e trovò solo nei Radicali di Pannella un sincero sostegno) …

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