Don Giovanni

Legittimità e assenza di coerenza

Come sapete, è tornata alla ribalta la Carola Rackete, che in epoca pre-Covid fece molto parlare di sé per aver tentato di speronare, con un’imbarcazione battente bandiera olndese, una nave militare italiana, al fine di entrare in un porto italiano e provvedere allo sbarco di una frotta di migranti raccolti in mare. Fu salutata come una novella Antigone, l’eroina che sfida le leggi ingiuste degli uomini in nome di una giustizia superiore. Più o meno negli stessi tempi, se ben ricordo, non si risparmiarono gli elogi a quel monsignor Krajewski, elemosiniere del papa, che aveva rimosso i sigilli di un contatore elettrico, regolarmente suggellato per morosità degli utenti, così da consentire nuovamente l’erogazione di energia a una comunità che viveva in modo non del tutto conforme alle vigenti norme civili e penali. Un altro eroe che si batte per i poveri e gli esclusi.Questi sono i fatti. Qui comincia il mio ragionamento, che forse è uno sragionamento, vedete voi. Non è stata introdotta nella scuola pubblica italiana una nuova materia chiamata “Educazione alla Legalità?” Una volta si chiamava Educazione Civica e aveva lo scopo dichiarato di formare i buoni cittadini. Era un titolo molto più onesto. Chi è il buon cittadino? Quello che obbedisce sempre a tutte le leggi, anche quelle palesemente ingiuste? Se fosse così, al tempo delle leggi razziali, era buon cittadino chi denunciava gli ebrei e cattivo cittadino chi li nascondeva in cantina. D’accordo, oggi c’è la costituzione più bella del mondo che certe cose non le permette più: nessuna legge potrebbe discriminare nessuno, quindi tutte le leggi approvate da un Parlamento eletto dal popolo e promulgate da un Presidente che tra l’altro è garante della Costituzione sono giuste, e se  qualche rara volta risultano ingiuste possono venir corrette o abrogate con procedure a loro volta pienamente  legali. Ne siamo sicuri? Visto quel che stiamo vivendo, si potrebbero nutrire seri dubbi. E allora? E’ da buoni cittadini rispettare norme palesemente discriminatorie? Se la Legalità è un valore supremo, si direbbe di sì. La legge positiva, qualunque sia, corrisponde per definizione alla giustizia. Quel che lo Stato dichiara giusto è giusto. Il resto è chiacchiera. Ma allora… La Rackete e Krajewski hanno violato la Legalità, quindi meritano di essere puniti. Sbaglierò, ma in qualsiasi altro Paese del mondo non l’avrebbero fatta franca. In particolare, la Rackete si sarebbe buscata qualche decina d’anni di galera: speronare una nave militare mettendo in pericolo la vita di alcuni membri dell’equipaggio non è uno scherzetto da bambini. Se si crede nella legittimità dello Stato (non è il mio caso, inutile ribadirlo) le forze preposte alla difesa dei sacri confini devono godere di una particolare tutela. Se vengono attaccate nel nome di una giustizia superiore salta per aria tutto il castello dell’Educazione alla Legalità. Ammettiamo pure che il decreto di Salvini, con cui si negava l’autorizzazione allo sbarco, fosse contrario ai principi dell’ordinamento costituzionale. Andava contrastato con altri mezzi, se si voleva rimanere nella Legalità. In ogni caso le vere Antigoni violano la legge positiva ritenuta ingiusta assumendosene tutte le conseguenze sul piano della stessa legge positiva. L’Antigone di Sofocle viene condannata a morte per aver seppellito, contro il decreto del tiranno Creonte, il fratello Polinice; non viene assolta da un tribunale del regno per aver obbedito a un principio superiore di giustizia. A questo punto qualcuno obietterà: il decreto di Salvini era palesemente contrario alla Legalità; tempo per contrastarlo legalmente non ce n’era, date le condizioni di emergenza. I naufraghi raccolti in mare dovevano in qualche modo essere sbarcati perché si potesse provvedere alla loro accoglienza e alle cure di cui avevano bisogno. Il porto di Tripoli, quello più vicino, era inaffidabile, perché era ben noto in quale modo disumano venissero trattati i profughi in una Libia sconvolta dalla guerra civile. Non rimanevano che i porti italiani. Anche questo rientra nella Legalità. Esiste un Diritto del Mare, esistono convenzioni internazionali. Va bene. E allora io qui dico una cosa davvero cretina. Se una nave batte la bandiera di un determinato Stato, diventa territorio di quello Stato, soggetto alla legge di quello Stato, dovunque si trovi. Se io salgo su una nave italiana, sono in territorio italiano. Se salgo su una nave olandese, sono in territorio olandese. I migranti soccorsi dalla Rackete, una volta saliti sull’imbarcazione da lei comandata, erano a tutti gli effetti in territorio olandese. Perché non portarli in Olanda? Troppo lontano, c’è urgente bisogno di soccorsi sanitari e alimentari? Lo Stato italiano può essere così generoso da provvedere all’emergenza, inviando alla nave della Rackete tutto quanto può essere necessario al benessere dei profughi, in attesa dello sbarco nel territorio di cui batte bandiera. Ma sarebbe già fin troppo, dovrebbe essere l’Olanda a provvedere, di concerto con il governo italiano. I migranti da soccorrere sono, per legge, già sul suo territorio.

Giovanni Tenorio

Libertino