Don Giovanni

Esperti e professori

L – Non ci sto capendo proprio nulla!
DG – La solita solfa, Leporello caro! Quando mai hai capito qualcosa?
L – Voi mi offendete, padrone mio! Sono ignorante perché non sono ricco come voi, che avete potuto studiare, ma non credo di essere stupido del tutto…
DG – Già, come quella volta che infilzai quel bacucco di commendatore, e tu mi domandasti se ero morto io o il vecchio. Che domanda da bestia!
L – Avevo addosso una tale tremarella, che i pensieri mi si ingarbugliavano nella testa. Ma lasciamo perdere. Ditemi: bisogna credere agli “esperti”?
DG – Altra domanda da bestia. Certo che no. Perché gli “esperti” sono spesso più bestie delle bestie. Sanno, o credono di sapere, proprio tutto della loro disciplina; ma per il resto sono ignoranti come capre. Vivono in una sorta di iperuranio, popolato di idee platoniche, ma quando posano il piede sulla terra si trovano di fronte a problemi che con quelle idee non hanno nulla da spartire. Ma perché mi fai questa domanda bislacca?
L – Perché, ad esempio, gli “esperti” di economia oggi dicono una cosa e domani un’altra. Ad esempio, prima ci è stato detto che in Italia i contratti a tempo indeterminato sono aumentati di un certo numero, il giorno dopo quella cifra è stata dimezzata.
DG – Ma quelli, i funzionari dei ministeri, non sono neanche esperti. Sono somari che conoscono a malapena le quattro operazioni. Al loro confronto Don Ottavio è un genio. D’altra parte, sappiamo che la burocrazia pubblica è il ricettacolo di tutti gli scarti dell’umanità.
L – Oggi ho letto che nel Bel Paese sono diminuiti i disoccupati, ma sono aumentati gli inattivi. Sarò imbecille, ma non capisco: che differenza c’è tra “disoccupato” e “inattivo”? Ho sempre creduto che fossero sinonimi. Ma allora è come dire che il fiasco è pieno fino all’orlo di Marzemino ma dentro ci sta anche una bella quantità d’acqua.
DG Credo che nel linguaggio demenziale degli “esperti” di diritto del lavoro “disoccupato” sia chi cerca lavoro e non lo trova, “inattivo” chi se ne sta in panciolle senza preoccuparsi d’altro.
L – Ma allora…Scusate, io fino alle quattro operazioni ci arrivo. Se, come leggo, i nuovi occupati sono 44.000 e gli inattivi sono cresciuti di 99.000 unità, la differenza è di 55.000. Quindi ci sono 55.000 persone in meno al lavoro! Non credo siano tutti soggetti che possono vivere comodamente di rendita. I nababbi si contano sulle dita d’una mano. Saranno in gran parte disperati che, non avendo mai trovato lavoro,o magari non trovandone più dopo aver perduto quello che avevano, hanno smesso di cercarlo. Ma allora c’è poco da cantar vittoria: si era nella cacca e nella cacca si sprofonda ancora di più.
DG – Complimenti, Leporello, questa volta ragioni…
L – Poi: un giorno si parla di crisi permanente, il giorno dopo si stappano bottiglie di spumate perché il PIL è aumentato dello 0,1%.
DG – E magari fra una settimana sentiremo parlare di nuovo calo e di perdurante stagnazione. Cifre ballerine! E non dimentichiamo che anche il PIL è una sorta di idea platonica. Penso di avertelo già detto: se gli stipendi dei dipendenti pubblici aumentassero , complessivamente, di 30 milioni di Euro, gli “esperti” dell’ISTAT registrerebbero che il PIL è aumentato di altrettanto. Invece è aumentato il disavanzo pubblico, che dovrà essere coperto con nuove tasse e nuovo debito,cioè si è prodotta miseria, non ricchezza.
L – E il famoso “tesoretto” che fine ha fatto?
DG – L’aveva inventato quel fine “esperto” che è il ministro Padoan, ma nel giro di poche settimane gli si è afflosciato fra le mani. Perduto nel suo iperuranio, insieme con il Renzino, non immaginava la batosta che la Corte Costituzionale avrebbe vibrato sulla spesa pubblica, dichiarando illegittimo il blocco degli adeguamenti pensionistici voluto dal governo Monti. Finora hanno restituito una miseria, ma penso che il problema si riproporrà. Si rischia di finire davvero in rosso…
L – Già…Le belle trovate di quell’altro “esperto”, il professor Monti.
DG – Esperto e professore. Si salvi chi può! I professori devono insegnare, non sanno fare altro. Quando si impegnano nella vita pratica, fanno solo disastri. Si dice che Benedetto Croce andasse nel pallone quando doveva spedire un vaglia!
L – Ma almeno nel campo di loro competenza sapranno fare qualcosa di pratico..
DG – Neanche per idea! Ti ricordi quando l’illustre politologo Gianfranco Miglio, riverito professore all’università Cattolica di Milano, entrò in politica attiva, nelle file della Lega di Bossi? Pensava di diventare ministro delle riforme, e invece si fece far le scarpe da un assistente di volo. Pieno di stizza, passò a Berlusconi. Che cosa ha messo in pratica di tutto il suo federalismo? Niente di niente! I grandi statisti -che spesso sono anche grandi delinquenti- non hanno studiato né insegnato Scienze Politiche. E la vecchietta che tiene i suoi soldi nel ripostiglio, avvolti negli stracci e nascosti in un bidone della spazzatura pieno di putridume, è più saggia degli “esperti” che le consigliano i più raffinati sistemi di investimento offerti dalle banche coi loro prodotti finanziari.
L – Ma un professore di Economia come Monti saprà pure qualcosa di economia!
DG – Sì, le idee platoniche dell’Economia. Ci scommetto che non sa quanto costa un litro di latte o una dozzina di uova. Lui conosce il “moltiplicatore” di Keynes, il “K percent rule” di Friedman e altre puttanate del genere, che servono soltanto a far appisolare i suoi studenti, quando recita le sue lezioni con quel tono da moribondo. Abbiamo visto quel che ha saputo fare, quando è stato messo alla prova. Tasse, tasse e ancora tasse. Se non c’era Draghignazzo con le sue iniezioni di moneta fasulla, il famigerato “spread” rimaneva alle stelle. Vedeva la luce in fondo al tunnel, il nostro ingessato professore e senatore a vita (non si sa bene per quali meriti), ma quando se n’è andato, fra i respiri di sollievo dell’Italia intera, il buio era più buio di prima. Ecco gli “esperti”! Per non parlare dei pasticciacci della Fornero. Come ha fatto a non vedere che con la sua riforma qualcuno sarebbe rimasto senza stipendio e senza pensione? Anche lei conoscerà la matematica più raffinata, ma non l’addizione e la sottrazione…
L – Chissà se questi signori conoscono la curva di Laffer, di cui una volta mi parlaste.
DG – Forse che sì forse che se che no. Ma la curva di Laffer non è un’idea platonica, è un’ovvietà formalizzata matematicamente. Anche un cretino capisce che se la pressione fiscale raggiunge livelli di rapina, produce povertà, e quindi anche il gettito cala precipitosamente. Se da domani io con una mano ti pagassi 100 Euro al giorno per i tuoi servigi, e con l’altra te ne riprendessi 90, tu lavoreresti come adesso?
L – Me ne starei in panciolle per tutta la giornata, e per dispetto vi ruberei una bella coscia di fagiano, come quella volta a cena, e qualche bella bottiglia di Marzemino dalla vostra ben fornita cantina.
DG E io ti spaccherei la testa: ma tutti i torti non li avresti.
L – Un’ultima domanda: che ne pensate della crisi in Cina?
DG – Che era fin troppo prevedibile. La Cina ha abbandonato il dogmatismo comunista ma ha abbracciato il dogmatismo capitalista. Intendo dire, il dogmatismo del capitalismo reale, quello che domina il mondo e che col mercato ha ormai ben poco che fare, se mai l’ha avuto. Banca centrale che pompa denaro a iosa, operazioni di borsa sganciate dai fondamentali dell’economia, bolle speculative che alla fine scoppiano. Pare che in Cina ci sia una miriade di case invendute. E gli “esperti” che dicono? Pompare ancora denaro e denaro e denaro, seguendo l’esempio della befana Yellen e di Draghignazzo. Così altre bolle, altro denaro, altre bolle ancora, altre case invendute. Allegria!
L – Anche nel Bel Paese le case invendute sono un’infinità. Ma qualche “esperto” dice che, per rimettere in moto l’economia, bisogna favorire la ripresa dell’edilizia. Ancora non capisco: per costruire nuove case che resteranno invendute?
DG – Si potranno sempre regalare ai profughi. Il papa darebbe la sua benedizione, la Boldrina si piscerebbe addosso per la gioia.

Giovanni Tenorio

Libertino