Don Giovanni

Fascisti, antifascisti e repubblica delle banane

Non più fascismi! E come no? Chi li vuole più i fascismi? Solo un manipolo di esagitati che devono essere esclusi dal consorzio civile, perché, a dispetto del loro sparuto numero, rimangono pericolosi. Mettere fuori legge tutte le associazioni neofasciste! E come no? Nessuno, tranne pochi amanti del manganello e dell’olio di ricino, ne vuol più sentir parlare. Ma sono fomite di violenze, che ogni tanto contagiano anche le manifestazioni pacifiche, facendole tralignare in azioni di guerriglia. Visto che cosa è capitato a Roma, il 9 ottobre scorso?  E allora, forza! Sciogliere, sciogliere. manette, manette.  La Costituzione più bella del mondo non solo ce lo consente, ma ce lo impone.  La disposizione XII transitoria e finale parla chiaro: “E’  vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. Prima di continuare, mi si consenta soltanto una piccola considerazione, forse un po’ idiota. Dal 1948, anno in cui la Costituzione è entrata in vigore, a oggi, sono passati quasi settantacinque anni, e quella disposizione voleva essere soltanto transitoria, nella previsione che eventuali rigurgiti fascisti negli anni immediatamente successivi sarebbero stati soffocati una volta per tutte. Invece è diventata permanente, se è vero che ancor oggi si è alle prese con riorganizzazioni fasciste. Un bel fallimento della Repubblica, se siamo  ancora a questo punto. Il Fascismo storico è finito a Piazzale Loreto, tutti i politici e i militanti  di quell’epoca ormai consegnata ai libri di Storia sono morti e sepolti. Com’è possibile che il Fascismo continui a risorgere e a sopravvivere? Certo, ci sono anche quelli che si battono per la restaurazione del Regno delle Due Sicilie borbonico, ma nessuno li degna della minima considerazione, sono sognatori tanto impenitenti quanto innocui.  I neo-fascisti, quelli no che non sono innocui. E allora, forza! E’ ancora in vigore la  Legge n.645 del 1952, che porta il nome dell’allora  ministro degli Interni Mario Scelba, approvata proprio per attuare con una norma legislativa ordinaria il dettato costituzionale. Avanti, applichiamola! Consente due percorsi: uno giurisdizionale, in seguito a pronuncia dell’Autorità Giudiziaria che certifica come riorganizzazione del Partito Fascista  una determinata associazione, e uno politico, attuabile tramite decreto-legge. Scegliamo questa seconda soluzione, così facciamo più in fretta, tanto ai decreti -legge, urgenti  o non urgenti che siano, siamo da tempo abituati, senza che nessun garante della legalità abbia mai avuto alcunché da obiettare. Bene, ma contro quali soggetti? Andiamo con ordine. In primis et ante omnia contro Forza Nuova, sulle cui credenziali neofasciste non si possono avere dubbi: sono loro i primi a rivendicarle. Lo stesso si dica per Casapound. Nomen omen. Ezra Pound era un grande poeta ma anche un grande fascistone, così fascistone che negli Stati uniti finì addirittura in manicomio, perché se uno è un grande poeta ma contemporaneamente un grande fascista vuol dire che non gli gira qualche rotella, quindi va curato. Succedeva lo stesso in Unione Sovietica con gli intellettuali dissidenti. Come si può essere intellettuali e insieme antisovietici? Cose da pazzi. Manicomio, manicomio! Un bell’esempio da imitare con i nipotini di Pound: sciogliamo la loro associazione e mandiamo in manicomio tutti gli iscritti. I manicomi non ci sono più, grazie alla Legge Basaglia n.180 del 1978? Vale la pena di fare un’eccezione e ricostituirli soltanto per loro.Più delicato il caso di Fratelli d’Italia. Il partito è germinato da una costola dell’antico MSI, dopo varie vicissitudini. Uno potrebbe dire: se non è mai stato messo fuori legge il MSI, le cui nostalgie mussoliniane erano evidenti e dichiarate, come possiamo sciogliere un partito guidato da una signora nata nel 1977, che il Fascismo vero non l’ha mai conosciuto e neppure mai fatto proprio sul piano puramente ideologico? Io applicherei il principio di precauzione. La prudenza non è mai troppa. La Meloni non ha mai fatto l’apologia del Fascisno, ma non l’ha mai esplicitamente abiurato.. Questo vuol dire tenere il piede in due scarpe! E poi, fra i suoi iscritti qualcuno ha assunto atteggiamenti dichiaratamente fascisti , con le parole e con le opere.E’ vero che è stato immediatamente redarguito e magari espulso, però…è tutta tattica. Certi pensieri  cui sotto sotto si rimane fedeli per porli a fondamento della propria azione politica devono rimanere reconditi. Se qualche imbecille vuole renderli espliciti è bene prenderne le distanze: l’ha voluto, suo danno. E allora, in conclusione: Legge Scelba anche contro la Meloni e il suo partito!A questo punto il governo si trova però di fronte a un compito così arduo da far tremare le vene e i polsi. Ennio Flaiano, o chi per lui, diceva che in Italia ci sono due tipi di fascisti, i fascisti e gli antifascisti. Ora, se le cose stanno così, per la proprietà transitiva la Legge Scelba va applicata anche agli antifascisti, che sono fascisti anche loro. Chi è oggi la più grande consorteria antifascista che si comporta da fascista? Perdiana, è il governo stesso, in tutte le sue componenti. Anche quella del partito di Salvini, che un tempo era considerato da molti fascista per il suo odio prima contro i terroni, poi contro i migranti, e ora invece, essendo entrato nel governo degli antifascisti è diventato antifascista, ma, sempre per la proprietà transitiva, è rimasto fascista. Vi gira un po’ la testa? Guardate che sto seguendo un ragionamento perfettamente consequenziale. In conclusione: se vuol essere coerente il governo deve sciogliere anche sé stesso. Le prove  del suo fascismo? Innumerevoli. Ha fatto a pezzi la costituzione più bella del mondo, prima di tutto con la proroga illegittima di uno stato di emergenza già a suo tempo proclamato dal governo precedente  in fraudem legis, applicando disposizioni legislative pertinenti a casi di calamità naturali, non di epidemie. Ha introdotto norme lesive delle libertà individuali fondandosi sul falso ideologico secondo cui chi si vaccina si salva e salva gli altri, chi non si vaccina si contagia, contagia gli altri e rischia di ucciderli. Ha reso obbligatorio un dispositivo, il famigerato “green pass” non solo per consentire di accedere ad alcuni luoghi aperti al pubblico solo ai vaccinati e ai tamponati, ma anche per poter lavorare. Altro che Repubblica democratica fondata sul lavoro! Altro che divieto di ogni discriminazione! Altro che ottemperanza alle fonti legislative sovra-costituzionali ( i regolamenti  europei che entrano in vigore automaticamente in tutti gli Stati membri, senza bisogno di ratifica parlamentare), fra cui il regolamento 953/2021 che all’art. 36 vieta la discriminazione fra vaccinati e non vaccinati a qualsiasi titolo! Forza, Draghi, hai avuto coraggio finora, compi l’ultimo atto di coraggio che ti renderà immortale presso i posteri. In nome della lotta al Fascismo risorgente (quello vero, con la lettera maiuscola, non le bambinate di Forza Nuova, di Casapound o di certi picchiatelli meloniani) sciogli te stesso e la consorteria di delinquenti che ti sei portato al governo, nonché tutta la manovalanza criminale che ti sostiene in Parlamento. E quel povero vecchietto di Mattarella che ti ha sempre sostenuto? Quello andrebbe processato davanti alle Camere unite per attentato alla Costituzione, ma come fare, se le Camere stesse saranno  state disciolte nella  quasi totalità per il loro sostegno a un governo fascista? Un bel dilemma. Lasciamolo stare il vecchietto, ormai è alla fine del suo mandato. E i disciolti, che fine faranno? Semplice, potranno ricostituirsi sotto altre sigle e tornare in lizza nelle competizioni elettorali, negando il loro passato, Anche Draghi potrà riciclarsi in qualche modo, e diventare Presidente della Repubblica, secondo le sue aspirazioni non tanto segrete. Vi sembra un paradosso? Tutto è possibile in una repubblica bananiera in cui un alto esponente del Tribunale della Razza riuscì a diventare il primo presidente della Corte Costituzionale. A dimostrazione che fascismo e antifascismo sono la stessa cosa. 

Giovanni Tenorio

Libertino

Un pensiero su “Fascisti, antifascisti e repubblica delle banane

  • Alessandro Colla

    Secondo alcuni, le disposizioni ultime dell’attuale brutta copia dello statuto albertino possono essere finali senza necessariamente avere il carattere della transitorietà. Esegesi costituzionale a parte (mi sembra fosse di questo avviso anche Leo Valiani), il problema della mancanza di discontinuità rimane come per Talleyrand ministro con tutti. Se non vado errato, il primo presidente della Corte Costituzionale votò a favore della legge Acerbo nel 1923 e appoggiò il cosiddetto “listone fascista” nel 1924. Presiedere il tribunale della razza dovrebbe essere visto come una pura conseguenza. Tra l’altro, è stato anche il primo presidente della Repubblica Italiana pur essendo di fede monarchica. Che importanza può avere? In fondo anche Bergoglio professa una fede diversa da quella che il suo ruolo pretenderebbe.

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