Don Giovanni

Democrazie liberali, un ossimoro

Se la memoria non mi inganna, fu Romano Prodi, quando era presidente della Commissione Europea, negli anni 1999-2004, a profondere ogni sforzo per ammettere nell’Unione Paesi come la Polonia e l’Ungheria, che scalpitavano per entrarci, agognando una vita nuova e un futuro radioso dopo gli anni lugubri in cui erano stati tributari del regime sovietico. Alla fine furono accolti fraternamente, sia pur con qualche dubbio e qualche riserva da parte di alcuni consociati, nel complesso con buone aspettative.. Come sempre, però, la realtà si è rivelata meno rosea eei sogni. Non è facile, per Paesi da tempo assuefatti a sopportare regimi autoritari adeguarsi senza sforzo alle regole delle democrazie liberali più avanzate: Così come non è detto che un’Unione più allargata diventi anche, per ciò stesso, un soggetto politico più forte. E’ vero semmai il contrario, se i conflitti interni dovuti a differenze ideologiche rendono più fragili le decisioni degli organi istituzionali dell’Unione stessa. Così è capitato che in particolare Polonia e Ungheria abbiano causato conflitti con gli altri Stati dell’UE, e attriti con le normative dell’UE stessa. Il governo di Orbàn, in Ungheria, è sotto accusa da qualche anno presso le autorità competenti dell’UE. Gli si imputa una gestione autoritaria del potere, un asservimento della Magistratura all’Esecutivo, una legislazione per molti aspetti ostile a quei principi liberali che dovrebbero essere il cardine della politica comune europea, senza eccezioni.  Per questi motivi i Paesi come l’Ungheria si sono visti affibbiare il nomignolo di “democrazie illiberali”, che, anziché offendere i destinatari, pare anzi sia stato da loro accolto con qualche compiacimento. Lungi da me l’idea di voler difendere le cosiddette “democrazie liberali” come fossero il Paradiso Terrestre. Chi mi legge, sa che sono un anarchico tutto d’un pezzo, e perciò, ogni tipo di potere, politico o economico o religioso che sia, mi dà fastidio nel migliore dei casi e mi provoca ribrezzo nel peggiore. Il che però non mi impedisce di preferire un qualsiasi governo liberaldemocratico a un qualsiasi governo dittatoriale, non importa se di destra o di sinistra. Ho moltissime riserve sui principi democratici, mentre mi riconosco nei principi liberali, rimanendo però convinto che siano soltanto le fondamenta dell’edificio, anzi del labirinto anarchico, finora presente soltanto nel libro dei sogni: bisogna portarli alle estreme conseguenze, giungendo non alla limitazione e al controllo del potere, com’ è sempre stato nell’ angusto disegno  del Liberalismo classico, ma all’eliminazione totale di ogni potere. Non mi meraviglio, pertanto, che possano esistere le “democrazie illiberali”. Il popolo può essere ben contento di essere governato da un regime autoritario, ed esprimergli il suo consenso anche formalmente attraverso consultazioni elettorali in sé correttissime. D’altra parte, rimane vero che nessun governo autoritario potrebbe sopravvivere senza un’adesione, anche soltanto passiva, della maggioranza. Se nessuno pagasse le tasse, ogni governo crollerebbe. Anche i militari mandati con le armi in pugno contro una popolazione riottosa si schiererebbero con gli insorti nel momento in cui non ci fossero più soldi per pagarli. Qualche volta anche prima. Ricordate che fine fece lo Scià dell’Iran Rehza Pahlevi? Finché le Forze Armate furono con lui, riuscì a difendersi dalla rivolta fomentata dal fondamentalismo degli Ayatollah fra un popolo in gran parte divenuto insofferente d’un regime prono agli interessi dell’imperialismo americano; quando anche l’esercito si schierò dalla parte del popolo, fu il crollo. Ricordiamoci che anche le dittature più feroci ebbero momenti di largo consenso. Fu così per la Germania di Hitler. Fu così per il regime mussoliniano, infame per molti motivi anche se meno feroce di quello nazista: a un certo punto godette di un ampio appoggio popolare, favorito dal sostegno di Santa Romana Chiesa, che per bocca di molti suoi illustri rappresentanti salutava in Mussolini l’uomo della Provvidenza (l’ha ben documentato Renzo De Felice, provocando molti mal di pancia a sinistra). In conclusione: “democrazia illiberale” non è affatto un ossimoro. Il popolo può abbracciare a stragrande maggioranza anche le cause più turpi, anche l’eliminazione degli ebrei o degli zingari o degli omosessuali tramite le camere a gas. Nella democraticissima Svizzera il popolo più d’una volta è stato lì lì per cacciare  gli immigrati, specialmente gli italiani che, mal pagati e peggio trattati,  costituivano la bassa manovalanza senza la quale gli elvetici non si sarebbero potuti costruire le loro infrastrutture, le loro strade e le loro pessime autostrade (salvo accogliere a braccia aperte Claudio Abbado, al Festival di Lucerna, perché non avevano, e non hanno, manovali ma neanche grandi direttori d’orchestra). In nome del popolo si possono fare le peggiori porcate. Forse, in realtà, il vero ossimoro è la “democrazia liberale”. I liberali classici, Alexis de Tocquevillie in testa hanno sempre saputo che quello fra Democrazia e Liberalismo è un matrimonio di convenienza, sempre pronto ad andare in frantumi.Tutto questo sproloquio per dire che se le “democrazie liberali” mi piacciono poco, quelle “illiberali” non mi piacciono per niente; quindi non ho alcuna simpatia per personaggi come Orbàn (il che non mi rende però più simpatica. la Ursula von der Leyen, che è anche politicamente assai scialba, o la pur grintosa e senz’altro intelligente Angela Merkel, per fare due esempi a caso, scegliendoli fra le donne per pura galanteria: ma ci potrei mettere Macron, Rutte, Biden, Putin, ecc. ecc.). Però è arrivato il momento – non l’avrei giammai creduto- in cui voglio spendere qualche parola di difesa proprio per Orbàn. L’Europa lo sta ricattando: se non ritiri le tue disposizioni legislative contrarie alla libertà dei LGBTQ non ti diamo un centesimo dei 7 miliardi e passa che ti abbiamo promesso come aiuto per la ripresa economica dopo i danni causati dalla “pandemia”.  A me non piace parlare di ciò che non conosco o conosco male. Non sono in grado di comprendere l’ungherese e non ho trovato traduzioni in italiano, e neppure in altre lingue, della legge incriminata. Però, se ho ben capito, è una legge che vieta di trattare con i minorenni di problemi concernenti l’identità sessuale, l’omosessualità, e altre cose di questo tipo . Si dice: vorrebbe essere una legge che protegge i giovanissimi dalla pedofilia e dalla pornografia, invece è una legge omofoba, che mette al bando la diversità “di genere”. Forse qualcosa di vero c’è in questa accusa. Non occorre aver studiato Sociologia del Diritto per sapere che molto spesso le motivazioni ufficiali di una legge, solennemente proclamate in Parlamento e messe per iscritto, mascherano  una ben diversa  motivazione inconfessata, che è però quella autentica (*). Sicuramente Orbàn e i suoi seguaci non amano gli omosessuali. Però, se è vero che la legge si limita a porre divieti per i minorenni, non mi pare si possa gridare alla dittatura illiberale di un satrapo. Fosse per me, non ci sarebbero divieti di sorta: ogni famiglia impartisce l’educazione che vuole, e così ogni scuola. I genitori possono scegliere una scuola omofoba o una scuola “transgender”. Ogni ragazzo o ragazza può ribellarsi ai genitori omofobi facendo il culattone o la lesbica o ai genitori libertini facendo voto di castità perpetua. Con questi atti di ribellione, l’adolescente si dichiara maggiorenne da sé e può andare a vivere per conto suo, rompendo con la famiglia. Purché sappia mantenersi con i propri mezzi.  In vigenza di un sistema statalista, anche il più blando, questo non è possibile. Lo Stato deve tutelare i minori, fissando il termine dell’età minorile, che è sempre convenzionale, perché c’è gente che a cinquant’anni ha conservato il cervello di un bambino (ad esempio. quei citrulli che con 38 gradi all’ombra continuano a circolare con la mascherina in strade e piazze deserte, confondendo la coglioneria con il senso di responsabilità). Durante la minore età ci sono cose che non si possono fare. Ci sono ragioni educative per escludere alcune libertà che agli adulti non sono interdette. Tutte cose opinabili, eppure non c’è ordinamento che non preveda restrizioni per chi è minorenne. Qualcuno ha osservato che, nell’età in cui i giovani scoprono e praticano le attività autoerotiche, la pornografia potrebbe essere anche igienica sotto l’aspetto fisico e psichico. Non entro nel merito. A me la pornografia non piace, le seghe le lascio ai segaioli. Mi piacciono le donne vere, non quelle di plastica. Montanelli difendeva le case chiuse come scuole di iniziazione alla sessualità matura. Anche i bordelli a me non piacciono. Il sesso a pagamento non fa per me. Io seduco e regalo. Anzi, mi lascio sedurre, come ho detto più volte. Il mercato ha che fare con il piacere sessuale bruto, non con l’erotismo, che è tutt’altra cosa. Ma sono idee mie che non voglio imporre a nessuno. In un contesto anarchico ognuno deve poter fare quello che vuole, dove c’è lo Stato, non è possibile. E ogni regime si regola a suo modo. Legittimamente, se accettiamo la legittimità dello Stato (non io). Orbàn impedisce che si parli di culattoni a scuola, e per questo va punito perché ancora una volta impone una legge illiberale? Senti da che pulpito viene la predica, verrebbe voglia di dire. E’ più di un anno che, un po’ in tutta Europa, con la scusa della “pandemia” si approvano provvedimenti illiberali che neppure in tempo di guerra sarebbero ammissibili. In Italia – ma non solo – la Costituzione tanto lodata è stata fatta a pezzi. Il governo Conte ha dichiarato uno stato d’ emergenza del tutto illegittimo, facendo ricorso a una legge che regola gli atti governativi in caso di calamità  naturali, come terremoti o alluvioni,, non di emergenza sanitaria, il Ministero della Salute ha impedito per lungo tempo le autopsie dei morti di Covid e imposto protocolli errati, continuando poi  a proporli contro ogni evidenza (il paracetamolo  abbassa la febbre ma aggrava gli effetti infiammatori dell’infezione, lo sanno anche i sassi ma  Speranza finge di non saperlo, Draghi fa lo gnorri e la Cartabia è distratta), macchiandosi di un vero e proprio crimine di strage  Si sono drasticamente limitate le libertà dei cittadini con semplici atti amministrativi, i famigerati DPCM con cui un Conte ringalluzzito bacchettava i sudditi.  Le autorità di polizia hanno più volte compiuto operazioni liberticide  anche violente, da codice penale (violazione di domicilio, violenza privata, interruzione di rito religioso). Adesso un pampalugo in tuta mimetica e piuma di gallina sul cappello vuol andare a stanare, casa per casa, chi non vuol essere cavia di una sperimentazione farmacologica su scala mondiale, di cu l’Italia e Israele sono l’avanguardia, Si vocifera che Draghi abbia intenzione di procrastinare lo stato d’emergenza fino al termine del prossimo gennaio, violando quella stessa legge da Conte indebitamente applicata, la quale non consente ulteriori prolungamenti dell’istanza emergenziale, anche ammesso e non concesso che la “pandemia” in corso rientri nella fattispecie. Sarebbe un vero e proprio crimine contro la  personalità dello Stato, e se il Presidente della Repubblica lo avallasse sarebbe imputabile di attentato alla Costituzione. Dottoressa Cartabia, batta un colpo! Queste non sono violazioni dello “Stato di Diritto”, come viene chiamato? Questa non è “democrazia illiberale? Orbàn sarà anche un fetente, ma Conte, Draghi e compagni non sono stati e non sono da meno. I campioni dello “Stato di Rovescio”.

(*) Un esempio di distonia fra motivazione ufficiale e motivazione reale di un provvedimento legislativo è la Legge Zan, attualmente in discussione in Parlamento. A parole, vuol essere una tutela per chi è discriminato sulla base di pregiudizi relativi alla sessualità e alla cosiddetta “identità di genere”; in realtà, configurando veri e propri reati d’opinione contro chi manifesti un pensiero allineato ai principi di una moralità tradizionale, mira a diffondere l’ideologia “transgender”, introducendola anche nelle scuole sotto forma di informazioni e di dibattiti, per indottrinare i cittadini adulti di domani fin dalla più tenera età riguardo a concezioni della sessualità del tutto legittime ma opinabili, davanti alle quali l’educazione pubblica, se tale vuol essere, deve rimanere neutrale. Io tutte le volte che leggo quel che San Paolo dice degli omosessuali mi sento rizzare i capelli in testa. Ma uno oggi deve essere libero di pensarla come San Paolo, di proclamarlo a piena voce e di far propaganda in merito (non a scuola, però: la neutralità vale per tutti, bigotti e “progressisti”. Solo gli atti di violenza e di discriminazione materiale devono essere puniti. Ma per questi non serve la Legge Zan, bastano e avanzano i principi costituzionali e la legislazione ordinaria. I reati d’opinione, quelli sì, sono il marchio di una democrazia illiberale. Che facciamo? Censuriamo le Lettere di San Paolo nei passi in cui se la prendono con i culattoni? A scuola parliamo liberamente di “transgender”, ma proponiamo un’edizione della   “Divina commedia” ad usum delphini, espungendo il canto XV  dell’Inferno, dove è condannato , come altri illustri personaggi di gran fama, “d’un peccato medresmo al mondo lerci”, Brunetto Latini?A essere cattivi, si pèotrebbe insinuare cghe che i provvedimenti di Orbàn di cui sopra e la Legge Zan sono due forze uguali e contrarie: la prima prende a pretesto la difesa dei minori per discriminare le diversità di “genere”, ia seconda la difesa deila diversità di “genere” per diffondere l’ideologia “transgender” anche fra i minori.  Due fetenzie di pari grado.   

Giovanni Tenorio

Libertino

4 pensieri riguardo “Democrazie liberali, un ossimoro

  • Non mi sono mai sentito del tutto a mio agio nel citare H.H. Hoppe, ma leggendo “il vero ossimoro è la democrazia liberale” mi sono ricordato di quando sostiene (a ragione) che una Democrazia (intesa come “uno Stato democratico”) è una forma “soft” di comunismo.

  • Mi scuso se vado fuori tema, ma essendomi venuta una voglia incontrollabile di sentire la Callas nella Regina della Notte, scopro in rete che non avrebbe mai cantato questo ruolo (per me semplicemente stupendo) perchè non lo amava, e se ci sono registrazioni sono false e sono della Popp.

    Vi sono parecchie discussioni, ad es:

    operaclick.com/forum/viewtopic.php?t=7592
    tforumhifi.com/t2911-maria-callas-non-sapeva-cantare-regina-della-notte

    A me pare incredibile, cado dalle nubi.
    Chiedo lumi a Don Juan che è un esperto se sa dirmi qualcosa in merito, grazie.

    • Caro Max. le registrazioni che circolano su YouTube gabellate per rare interpretazioni della celeberrima aria mozartiana da parte di Maria Callas sono falsi clamorosi. La Callas non era e non si sentiva cantante mozartiana. Se proprio avesse voluto cantare l’Aria di Astrifiammante, si sarebbe servita della versione italiana di Giovanni de Gamerra, “Angui d’inferno sentomi nel petto”. Non mi risulta infatti che la Callas, fatta eccezione forse per gli anni giovanili, quando era ancora del tutto sconosciuta, abbia mai cantato in tedesco. Anche il suo rarissimo e bellissimo Wagner (Kundry nel “Parsifal” diretto da Vittorio Gui) è nella versione italiana di Giovanni Pozza. Se qualche lettore volesse smentirmi, prove alla mano, gliene sarei grato.

      • In effetti ho notato che IMHO le migliori interpretazioni della Regina sono di soprani di madrelingua germanica come la Moser o la Damrau, forse il tedesco mette un po’ in soggezione le altre.
        Grazie per la preziosa consulenza.

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