Don Giovanni

Negazionisti della normalità

Ci sono riusciti. Hanno continuato a ripetere che chi protesta contro le restrizioni alla libertà personale imposte dal governo in nome di un’emergenza che ormai non c’è più è un “negazionista”, cioè qualcuno che, da bieco alunno della destra più infame, come ha negato e continua a negare le camere a gas di Auschwitz o Mauthausen, così si ostina a negare la strage provocata dalla Covid 19 e la necessità di perseverare con tutti i mezzi nella lotta contro la pandemia. In somma, chi protesta è un cripto-nazista, che non ha perduto il vizio e neppure il pelo. E’ significativo che la stampa di regime italiana (ma non solo italiana) non si sia accorta – o, meglio, abba finto di non accorgersi – del discorso pronunciato da Robert Kennedy jr alla manifestazione di Berlino del 30 agosto.. Anche lì i partecipanti erano stati bollati  da tutti i media di regime, ormai sintonizzati su un pensiero unico  globale, New York Times in testa – come negazionisti, e quindi cripto – nazisti. Kennedy ha ribaltato l’accusa contro gli accusatori. Nazista, ha detto, non è chi protesta contro le restrizioni della libertà, ma chi quelle libertà calpesta attraverso un procurato allarme. Ha avuto buon gioco a ricordare come, nel processo di Norimberga, Goering a chi gli chiedeva come avesse potuto il Nazismo ridurre all’obbedienza un intero popolo, abbia spiegato  che il mezzo è sempre lo stesso, qualunque sia il regime che lo adotta: la paura. Quanto è vero! L’importante è additare un nemico. Non è un caso che a proposito della Covid 19 si siano usate, fin dall’inizio, metafore belliche. Bandiere alle finestre, inno nazionale. Siamo in guerra! Tutti uniti contro l’aggressore: chi si defila è un traditore della Patria, apre le porte al nemico che farà strage di innocenti.In somma, un discorso, quello di Kennedy, che smaschera la malafede dei calunniatori. Ma proprio perché il discorso è stato passato sotto silenzio, vista l’impossibilità di confutarne la ferrea logica, alla fine ci sono riusciti. A far che cosa? A trasformare la manifestazione del 5 settembre a Roma – in origine una protesta di mamme e nonne contro l’obbligo di mandare a scuola bimbi e ragazzi imbavagliati con le mascherine e altre simili torture – in una manifestazione di nazisti, fascisti e altri bei tomi della stessa pasta, il peggio del peggio, la feccia della Bella Italia. Alcuni movimenti di estrema destra hanno preso la palla al balzo. Hanno messo il cappello sulla manifestazione, che così è diventata la loro manifestazione. Hanno ottenuto la patente, come il Chiarchiaro della novella pirandelliana. Ricordate? Se dite che sono uno jettatore voglio la patente di jettatore! E così: se dite che quelli che scendono in piazza contro i decreti d’emergenza sono negazionisti come noi, benissimo,scendiamo in piazza anche noi con loro e ne diventiamo i capi. Così voi ci date la patente di negazionista della Covid corrispondente a negazionista delle camere a gas. Pari siamo. Anzi, siamo gli stessi. Chi nega la Shoah e chi nega il virus è la stessa persona. Sono le due facce della stessa medaglia. Un sinolo, per usare un termine filosofico. A ben vedere, a vincere sono stati in due, i fascisti, che hanno ottenuto la patente, e gli antifascisti, che gliel’hanno regalata. Ancora una volta si dimostra che, in Italia, ci sono due tipi di fascisti, i fascisti e gli antifascisti. A rimanere scornata è stata la grande maggioranza di chi, lontano da ogni strumentalizzazione politica, vuole semplicemente protestare contro provvedimenti polizieschi ormai intollerabili. Una vera e propria “dittatura sanitaria”. S’è mai visto un nazista o un fascista combattere contro i princìpi della dittatura? Caso mai combattono contro quelli della democrazia liberale. Ma ad attaccare la democrazia liberale, facendo strame della costituzione su cui è fondata, sono proprio gli antifascisti al governo. E’ un vero peccato che la protesta popolare sia stata snaturata. Per timore di essere a loro volta confusi con i capoccia dei movimenti di estrema destra che hanno voluto imprimere il loro marchio alla manifestazione di Roma, molti personaggi illustri che, sulle prime, sembravano disposti a sostenerla e magari a onorarla della loro presenza, hanno dichiarato che non ci sarebbero andati e ne hanno preso pubblicamente le distanze. L’ha fatto anche Vittorio Sgarbi. A mio parere ha perso un’ottima occasione per diventare il Robert Kennedy italiano. Avrebbe potuto salire sulla tribuna e di lì dissociarsi dai movimenti di estrema destra, dichiarando che quella era una manifestazione in nome della libertà,la  libertà “ch’è sì cara come sa  chi per lei vita rifiuta”, la libertà  che nazisti e fascisti hanno sempre aborrito e calpestato. Anche lui avrebbe potuto portare l’esempio di Goering. E’ stato un coniglio. Ha dimostrato che i suoi sfoghi, conditi di colorito turpiloquio, sono solo masturbazioni mentali; e la sua avventura in Parlamento, quando è stato portato fuori a braccia dai commessi per ordine della presidente dell’assemblea, una sceneggiata napoletana.Così come una sceneggiata è la sua ordinanza, nella veste di sindaco di Sutri, con cui vieta di portare la mascherina anche in assenza di assembramenti, facendo riferimento a una legge anri-terrorismo, tuttora vigore, che non consente di circolare a volto coperto. L’ha fatto per provocazione, spiega in un editoriale del “Giornale” . Una provocazione sterile. Voglio proprio vedere se la Polizia Locale di Sutri avrà il coraggio di multare qualcuno perché porta la mascherina! E allora? Tutto finisce lì, con una bella risata. Quel che più colpisce è che il direttore del “Giornale”, Alessandro Sallusti, mostra di prendere  sul serio la bravata, e si prodiga a confutare le argomentazioni di Sgarbi in un editoriale parallelo, dove si afferma  che, se può essere criticabile l’obbligo dell mascherina, anche il divieto di indossarla è in ogni caso un divieto “e a noi liberali i divieti non piacciono, a prescindere da cosa vietano”. Mica del tutto vero. I liberali classici, che combattono le ingerenze dello Stato nella vita privata ma non hanno mai avuto il coraggio di portare alle estreme conseguenze il loro pensiero, negando la legittimità stessa dello Stato, proprio per questa loro renitenza ad abbracciare l’anarchia si ingarbugliano nel principio di legalità, quello secondo cui la legge va rispettata, anche se ingiusta. Se si accetta lo Stato come legittimo, il principio di legalità – cioè il dovere di rispettare le sue leggi, quando approvate secondo le procedure formalmente corrette, ne deriva per necessaria conseguenza e bene hanno fatto i costituenti a respingere la proposta di Dossetti, il quale chiedeva di inserire nella Costituzione della Repubblica  un articolo che legittimasse la disobbedienza del cittadino a una legge ingiusta. Non si può, per la contradizion che nol consente! Altra cosa è un dispositivo che ammetta il ricorso a un tribunale di ultima istanza quando si venga chiamati a giudizio per una legge che si hanno buone ragioni di ritenere incostituzionale. Ma appunto, è un tribunale, organo dello Stato, a dover decidere!  Ebbene, in una logica statalista, quale rimane quella dei liberali, è Sgarbi ad aver ragione, non Sallusti. Esiste o non esiste una legge dello Stato che vieta di circolare mascherati? Esiste. E’ mai stata abrogata? No. Quindi è ancora in vigore? Sì Ma la legge che impone le mascherine è stata approvata successivamente, e, come recita il brocardo, “lex posterior abrogat priorem”. Non è il nostro caso. L’obbligo delle mascherine è stato imposto con un DPCM, una fonte normativa di rango inferiore, che non può abrogare leggi approvate dal Parlamento. Sotto l’aspetto formale, il ragionamento non fa una grinza. Allora ha ragione Sgarbi, che si attiene rigidamente al principio di legalità! Cari liberali, la legalità è come una ragnatela. Continuando a girarci intorno rischiate di finirci dentro, subendo la sorte delle mosche.

Rimango allibito davanti a un articolo di Sergio Romano sul “Corriere della sera”. Ho appena terminato di leggerlo, e vi assicuro che mi gira la testa. L’ex-ambasciatore, ora prestigioso opinionista, delinea un quadro in cui, a suo dire, governanti di tendenza autoritaria, come Bolsonaro, Trump. Orban, Johnson, starebbero tentando di imporre in tutto il mondo un’egemonia antidemocratica fomentando le manifestazioni facinorose di gruppuscoli neo-nazisti i quali a loro volta si fanno portavoce delle minoranze oscurantiste (negazionisti, no-vax, complottisti e altra feccia) in lotta contro i governi sinceramente democratici  che, sotto la guida della buona scienza, stanno combattendo contro la pandemia. A parte il fatto che non si può fare di ogni erba un fascio accomunando personaggi come i quattro sopra nominati, perché, ad esempio, Johnson potrà anche essere antipatico quanto si vuole ma antidemocratico non è, e Orban si è fatto conferire poteri eccezionali dal parlamento (tra l’altro già rimessi) proprio con il pretesto dell’emergenza sanitaria, non si capisce come sia possibile che, per imporre un regime dittatoriale su scala mondiale, si possano brandire principi di libertà. Ricordate che cosa risponde un certo Gesù di Nazaret a chi lo accusa di cacciare i demoni con l’aiuto dei demoni? “Ogni regno diviso in sé stesso minaccia rovina”. E’ una contraddizione pensare che Belzebù danneggi la sua corte di diavoli al fine di dominare il mondo. Tra l’altro, anche la Svezia nella lotta alla Covid 19 ha evitato di adottare misure coercitive. Un complottista in combutta con i neo-nazisti anche Stefan Lofven?  E come mai anche Romano, accennando alla manifestazione berlinese di fine agosto, dimentica bellamente, come tutti i suoi colleghi, il discorso pronunciato da Robert Kennedy nell’occasione? Forse perché è impossibile accomunare anche Kennedy ai presunti fascistoidi di cui sopra? A me pare che complottisti siano quelli che la pensano come Romano. Infine: siamo tutti d’accordo che l’ “immunità di gregge”, spesso invocata da chi ha rifiutato misure drastiche, è una sciocchezza, perché la Covid, come un comune raffreddore, non dà immunità. Ma allora il vaccino che anche Romano attende non può dare immunità. Io sono ignorantissimo in materia, vorrei che qualcuno mi illuminasse in proposito.    

Giovanni Tenorio

Libertino

2 pensieri riguardo “Negazionisti della normalità

  • Alessandro Colla

    Sono riusciti nel capolavoro assoluto: i fascisti che danno del fascista all’antifascista. Se un giorno diremo che a causa di ragioni tecniche per privatizzare tutto occorrono trenta giorni invece che due, gli statalisti ci accuseranno di essere marxisti.

  • Dino Sgura

    Ineccepibile. Provo tanta tristezza e sì, in parte anche paura per il futuro che ci attende.
    Aggiungo due cose, che secondo me hanno avuto un impatto devastante; l’essenza diabolica di quelle mostruosità quali sono in realtà i social network, frutto di anni ed anni di scellerate politiche monetarie volte all’accentramento dei capitali ed al loro reperimento referenziale, tramite accesso a detti mercati, precluso al 98% di potenziali competitor….. e banale per quanto possa essere, che razza di marionette squallide siano in realtà gli uomini e le donne dello sport, dello spettacolo e dello show business in generale, a parte rarissime eccezioni.

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