Don Giovanni

Salvini e il nuovo miracolo italiano

Ai tempi in cui la Lega Nord combatteva contro i terroni parassiti e Roma ladrona, ci fu un momento in cui Bossi se la prese anche con le gerarchie cattoliche, elogiando la Riforma protestante. Fu un errore madornale, da cui ben presto si ritrasse, forse dietro suggerimento di qualche consigliere culturalmente meno rozzo di lui. Un errore per due motivi.

Il primo di carattere teorico: se si vuol vedere, d’accordo con Max Weber, nel Protestantesimo l’ideologia che fece da supporto allo sviluppo del capitalismo, è proprio una regione da sempre cattolica come la Lombardia, la più ricca d’Italia, a smentirle questa vulgata, ancor oggi  sostenuta da molti, pur essendo stata da tempo confutata con argomentazioni  robuste. Recentemente anche l’altrettanto, e forse più cattolico Veneto è diventato una delle regioni trainanti dell’economia italica. Se vogliamo dare uno sguardo all’estero, non è il caso di andare tanto lontano: nei nostri tempi la cattolicissima Baviera è economicamente il Land più ricco di tutta la Germania, con un sistema industriale di prim’ordine e un settore secondario (agricoltura e allevamento) di ottimo livello.

Il secondo motivo è di carattere più squisitamente politico. Come si può far piacere, per fare un esempio, ai valligiani delle Alpi Orobie, quelli che venivano invitati a oliare i kalashnikov in attesa della rivolta secessionista, attaccando la fede cattolica, quando nel territorio bergamasco si incontra a ogni piè sospinto un santuario della Madonna, e le leggende di apparizioni e miracoli sono così numerose da non potersi neppure contare? Se il Bergamasco è un caso particolare, anche tutta la Lombardia è però sempre stata devota alla Chiesa di Roma. Carlo Borromeo, uno dei suoi Santi più venerati, fu un campione della lotta al Protestantesimo ( con mezzi spesso  raccapriccianti, che farebbero dubitare della sua santità): la famosa statua gigantesca di Arona, il “San Carlone”, costruita su disegno di Giovanni Battista Crespi detto “il Cerano”, è un devoto e venerato omaggio alla sua memoria. l discepolo di Bossi, Matteo Salvini, nell’impostare la sua strategia di allargamento a Sud del proprio elettorato, trasformando la vecchia Lega Nord, rigorosamente padana, in un partito nazionale capace di attirare anche le plebi del Meridione, è stato di gran lunga più accorto del suo maestro con l’appello al sentimento religioso. Ha capito che se c’è un elemento davvero comune ai popoli dell’Italia, per tanti altri aspetti così diversi, è proprio il Cattolicesimo. In particolare, quel Cattolicesimo un po’ bigotto che si basa soprattutto sul culto dei Santi, sulla fede nei miracoli, sulle grandi processioni barocche nelle feste patronali (come si assomigliano da Nord a Sud, dalla Liguria alla Puglia!) sulla recita del Rosario, sulle apparizioni mariane e le Madonne che piangono, sui santi taumaturghi (il San Gennaro di Napoli non è molto diverso, in questo, dal milanese Pret de Ratanà”, che non è Santo ma fu lì lì per essere santificato): tutte cose di cui il Protestantesimo, a suo tempo incautamente evocato da Bossi, ha fatto piazza pulita. Quindi, ha scelto per sé l’immagine del buon Cattolico.

Ma oggi di Cattolici ce ne sono di due specie. quella alta e quella bassa. Quella alta inneggia al progressismo del papa regnante, i cui discorsi sgangherati (costruiti con falsità gesuitica) vengono lodati per la loro presunta immediatezza e genuinità da personaggi appartenenti alle alte sfere gerarchiche come Ravasi e Galantino; per non parlare delle sue aperture alla religione musulmana (fino ad affermare che Cristiani e Musulmani adorano lo stesso Dio) e del suo insistere sull’accoglienza indiscriminata di tutti i migranti. Ci sono poi altre sue posizioni di carattere dottrinale e morale che piacciono non soltanto ai credenti progressisti, ma anche a tutta la sinistra al caviale del giorno d’oggi. L’altra specie è quella dei buoni Cattolici di sempre, un po’ bigotti e un po’ ignoranti: quelli che nulla capivano del Credo recitato in latino; ancor meno capiscono il Credo recitato in italiano (che cosa vuol dire che lo Spirito Santo “procede dal Padre e dal Figlio”?), ma vanno a Messa, ogni tanto si confessano e si comunicano, ogni tanto recitano il Rosario, magari pensando ad altro, e son convinti che, per non aver mai ammazzato nessuno, non aver mai rubato e aver sempre partecipato ai riti prescritti, alla fine all’Inferno non ci andranno (magari passeranno qualche mese in Purgatorio, per aver detto qualche bugia). D’altra parte,questa divaricazione fra le due forme di Cattolicesimo c’è sempre stata, almeno da Costantino in avanti: mentre le alte gerarchie spaccavano il capello in quattro discettando sulla Natura del Figlio, sull’Unione Ipostatica, sulle conseguenze del peccato originale, su Maria madre di Dio e altri arzigogoli  del genere, dove si confrontavano i chierici dotti magari anche in polemica con gli ultimi difensori del Paganesimo (si pensi a Giuliano l’Apostarta), il buon popolo cristiano trovava conforto nel culto dei Santi Martiri, in cui sapientemente le alte gerarchie avevano trasfuso il culto degli antichi dèi, trasformando anche il natale di Mitra nel natale di Cristo (25 dicembre) e l’immagine della dea Iside con in braccio il piccolo Horus in quella di Maria con in braccio il Bambino Gesù (e in quanto Madre di Dio, in un certo senso anche la Madonna diventava una dea come l’antica Iside)… Questa duplicità del messaggi cristiano non era neanche allora cosa nuova. Anche nel Paganesimo c’erano i culti misterici, dove i comuni credenti non potevano entrare. E anche nella scuola di Pitagora c’erano i cosiddetti “acusmatici”, i comuni seguaci che ascoltavano le conferenze divulgative del Maestro,  e i “matematici”, quelli che seguivano le sue lezioni riservate, dove si apprendevano conoscenze da cui i profani erano esclusi (se la memoria non mi inganna, anche Gesù a un certo punto dice di parlare in parabole per la gente comune -che spesso non le capisce-  ma  di volerle poi spiegare in privato  ai suoi discepoli). Bel colpo davvero, quello di Salvini. Ha voluto parlare agli “acusmatici”, ai buoni Cattolici che vanno a Messa, recitano il Rosario e fanno la Comunione, ma hanno in uggia questo papa  (pur rispettandolo come prescelto, chissà come e perché, dallo Spirito Santo, forse in un momento di distrazione) e non si sentono incoerenti se nel contempo apprezzano la politica anti-migranti e un pochino forcaiola del ministro degli Interni; con il quale si sentono in sintonia anche quando parla in favore della famiglia tradizionale, contro la droga, contro gli zingari, contro i culattoni… Con i “matematici”, invece, Salvini si diverte a polemizzare Uno di loro è quel Krajewskj che sembra confondere la carità cristiana col rubare ai ricchi, o presunti tali, per dare ai poveri, o presunti tali, come il fattore disonesto di quella brutta parabola, così acutamente spiegata dal “matematico” Ravasi. Il miracolo è avvenuto: con questa strategia, la Lega ha mietuto, alle elezioni europee , una bella messe di consensi anche al Sud, diventando il primo partito italiano, quando non era mai stato neppure il primo partito padano, pur avendo conquistato, a suo tempo, molti comuni. Ora però si attende un altro miracolo. Comunque vadano le cose nei prossimi mesi, entro questo governo o alla testa di un altro governo, la Lega dovrà metter mano a risolvere la disastrosa situazione economica dell’Italia. Se ho ben capito, il pensiero di Salvini è molto semplice: il problema si risolve facendo più debiti. Si dà il caso però che, almeno finora, i Paesi economicamente più prosperi siano quelli che hanno saputo essere più virtuosi, tenendo i conti in ordine. Per prosperare sui debiti, ci vorrebbe davvero l’intervento di un Santo. O anche di più di uno. Ora che nella Lega Nord e Sud si sono fraternamente uniti, chissà mai che san Gennaro e il Pret de Ratanà non possano davvero far causa comune. Attacchiamoci al Rosario, e che la Madonna ci aiuti.

Giovanni Tenorio

Libertino

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